Mi sta sorgendo un dubbio atroce. Ieri ricorreva l'anniversario dell'inizio della guerra in Iraq, 9 Aprile 2003, e per curiosita' mi sono andato a vedere la curva storica del prezzo del petrolio che ho preso da Ref. [1]. E' facile notare come il prezzo del petrolio sia letteralmente schizzato intorno a pochi mesi prima e pochi mesi dopo l'Aprile del 2003. Per nostra sfortuna o fortuna non ci troviamo ancora nel cosidetto picco di Hubbert, guarda Ref.[2], ma semplicemente in un periodo di speculazione intensivo che dura oramai da 5 anni. Siamo in attesa che si incomincino a spartire le quote di concessione in Iraq per ritornare a vedere il prezzo del petrolio abbassarsi. Si puo' dire quindi che siamo in crisi economica mondiale dal 2003 e la guerra e' stata il "rimedio". Come si riflette tutto questo in Italia? Per l'FMI l'italia quest'anno non crescera' piu' dello 0,3%, inoltre la crisi dei mutui subprime colpira' il credito e l'inflazione aumentera' progressivamente. Poi ci sono i problemi interni dovuti in prima battuta al debito pubblico che e' tornato a salire, secondo una stima, arrivando a 1621,88 miliardi di euro (1,95 in piu' rispetto a un anno fa) da bollettino statistico della Banca d'Italia. Le entrate tributarie sono aumentate del 10,6% ma non c'e' fiducia ne' entusiasmo nel mondo produttivo e del lavoro, la produttivita' si e' abbassata, i redditi si sono abbassati e gli italiani preferiscono avere meno soldi ma piu' tempo libero da dedicare ai viaggi e alla lettura. Intanto, guarda caso, il prezzo della benzina e' aumentato ancora e a clamierarlo c'e' solo il piccolissimo sconto sulle accise e il costo dell'euro in rapporto col dollaro. (Qualcuno dice che gli stock di riserve petrolifere Americane sono diminuite di altri 3,2 milioni di barili e quindi ci sarebbe una maggiore richiesta di domanda di petrolio sul mercato).
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