Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

sabato 2 febbraio 2008

Analisi Petrolio: secondo tempo

Come sostenevo nel primo post (http://lorenzoprosperi.blogspot.com/2007/11/analisi-sulla-bolla-petrolio.html) in cui analizzavo l'innalzamento dei prezzi del petrolio si e' trattato a mio parere di una mossa speculativa di cui oggi anche i giornali finanziari si stanno accorgendo
Sono state delle prove tecniche di trasmissione che hanno dato i loro primi positivi risultati, infatti oggi vediamo pubblicati i risultati da record di Exxon Mobil. Chi e' Exxon? La statunitense Exxon Mobil Corporation è la prima impresa mondiale dell'energia per capitalizzazione di Borsa, un gigante attivo nell'esplorazione, estrazione, trasporto, raffinazione e vendita di petrolio, gas naturale e derivati, nella petrolchimica e nella chimica fine. Nell'esercizio chiuso al 31 dicembre 2002 i ricavi di Exxon Mobil sono calati del 4% a 204,51 miliardi di dollari, mentre l'utile netto prima delle componenti straordinarie è calato del 25% a 11,46 miliardi di dollari a causa della contrazione dei margini di vendita e di raffinazione del petrolio e del rallentamento delle attività nel settore del metano. Il titolo XOM è quotato al Nyse: nell'ultimo anno il range è stato tra un minimo di 29,75 dollari e un massimo di 44,579, con una capitalizzazione di circa 230,3 miliardi di dollari.
Malgrado Exxon abbia riportato nel quarto trimestre del 2006 la prima flessione degli utili in tre anni (-4,3%) a causa del calo del greggio e dei prezzi dei carburanti, Exxon Mobil ha registrato nel 2006 un livello degli utili mai raggiunto nella sua storia. Nel ultimo trimestre, la "big" petrolifera ha registrato un netto di 10,25 miliardi di dollari, pari a 1,76 dollari per azione, rispetto ai 10,71 miliardi di dollari, con 1,71 dollari per azione, dello stesso periodo del 2005. Il dato si è comunque attestato al di sopra delle attese del mercato di 1,51 dollari per azione. In discesa del 9,4% il fatturato a 90,03 miliardi di dollari dai 99,34 miliardi di dollari dello scorso anno. La vera sorpresa è però giunta dagli utili complessivi che nel 2006 sono ammontati complessivamente a 39,5 miliardi di dollari, in rialzo del 9,3% rispetto a quelli del 2005. Si tratta del maggior guadagno di sempre per qualsiasi società americana, e ricordiamo che il precedente primato del maggior guadagno apparteneva sempre alla Exxon.
Inoltre in Italia Eni cresce più degli altri ed è passata da 1 milione di barili al giorno nel 2000 a quasi 2 milioni nel 2008. A queste dichiarazioni dell'Ad di Eni, Paolo Scaroni, l'azione del colosso oil ha accelerato al rialzo in Borsa e ora guadagna l'1,34% a quota 21,88 euro, complice un prezzo del petrolio in rialzo (sopra 92 dollari in pre apertura a New York) dopo che l'Opec oggi ha deciso di lasciare la produzione quotidiana invariata ai livelli attuali e di aspettare il prossimo meeting del 5 marzo per riprendere in esame la questione.
L'intero settore oil europeo sale allo Stoxx dello 0,99% sulla scia anche dei profitti record di Exxon. Il colosso del petrolio ha guadagnato 11,66 miliardi di dollari nel quarto trimestre, il 14% in più di un anno fa. Le vendite sono aumentate del 29,5% a 116,64 miliardi.
Analisi Macroeconomica:
L'Opec in sostanza da deciso di prendere tempo: la speranza è che per allora siano divenuti più chiari i contorni del quadro macroeconomico mondiale. La drastica manovra di riduzione del costo del denaro portata avanti dalla Fed rischia di indebolire ulteriormente il dollaro che è la divisa di riferimento del greggio.
Se il dollaro dovesse scendere ancora risentendo dei recenti tagli dei tassi di interesse, il costo del petrolio espresso in dollari potrebbe tornare a salire nuovamente riagguantando la soglia dei 100 dollari il barile. E l'Opec teme che un barile a questi prezzi in un contesto macroeconomico recessivo possa avere un pesante effetto sulla propensione ai consumi degli occidentali e in particolare degli americani.
Proprio per questo motivo, alcuni esperti ritengono che l'Opec inizierà nel corso dei prossimi mesi a ridurre in silenzio la produzione quotidiana. Ora infatti il prezzo del petrolio limita le perdite sul listino Nymex dove il Wti fa segnare prezzi in calo rispetto ai fixing precedenti grazie al taglio dei tassi di interesse americani da parte della Fed. C'e' da sottolineare anche il fatto che l'Opec ha stimato che la domanda di petrolio nel 2008 crescerà di 1,3 milioni di barili al giorno rispetto al 2007 a una media giornaliera di 87,1 milioni di barili. La stima, contenuta nel rapporto mensile dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di greggio, è invariata rispetto all'ultima valutazione. Saranno soprattutto i Paesi non Ocse a contribuire all'aumento della domanda rispetto al 2007, con un incremento di 1,1 milioni di barili al giorno (80% della crescita totale). Per i Paesi Ocse, invece, il rialzo della domanda sarà soprattutto legato al Nord America (+0,3 milioni di barili al giorno), quando per la Cina è previsto un aumento della richiesta di 0,4 milioni di barili al giorno a una media di 7,98 milioni. Proprio la Cina ultimamente sta attraversando la peggiore crisi energetica della sua storia. Si da la colpa al freddo e alla neve, ma mancano all'appello ben 70 Gigawatt, pari all'intera produzione della Gran Bretagna. Si parla di decine di milioni di persone senza elettricità, di centinaia di migliaia bloccate alle stazioni ferroviarie (in Cina i numeri sono sempre enormi), e di chiusura di miniere di carbone per motivi di sicurezza... finalmente se ne sono accorti, chissà. Anche la siccità ci sta mettendo lo zampino, diminuendo la produzione idroelettrica per mancanza d'acqua. Sono stati chiuse parecchie centrali a carbone, sarà forse una prova generale visto che incredibilmente la Cina diventerà importatore di carbone entro un anno. Non a caso, il governo ha imposto una moratoria sulle esportazioni di carbone. Ma la Cina non è l'unica a stare al buio: ancora più incredibile è la situazione sudafricana. La richiesta di elettricità è talmente aumentata nell'ultimo anno, che semplicemente... non basta. Anche qui, tra governo e compagnie estrattive comincia anche il solito braccio di ferro: se le compagnie continueranno a vendere il carbone all'estero, il governo continuerà a chiudere loro i rubinetti delle forniture elettriche. Siamo al razionamento, le miniere d'oro hanno deciso di chiudere i battenti, e la stessa cosa succede in Zimbabwe dove a causa della crisi energetica la produzione aurifera cala di quasi il 40%. Chissà cosa succederà, con l'oro che già più volte ha sfiorato i 1000 dollari l'oncia...
Alcuni analisti sostengono che in questo 2008 il prezzo del petrolio si abbassera', lo credo probabile anche io perche' la situazione economica potrebbe registrare un calo generale con tendenze recessive e l'inflazione tende a salire, e inoltre perche' questa prima speculazione sul prezzo ha gia' portato buoni profitti nelle tasche di chi in questo momento doveva guadagnare (vedi Exxon) per affrontare eventuali pesanti investimenti in grado di affrontare le sfide energetiche del futuro e quale posto migliore dove recuperare soldi se non sul mercato.
Prospettive:
Intanto sul fronte "fonti di approvvigionamento" gli occhi stanno puntando sull'Antartide e la strategia globale per l'energia e' una penosa litania recitata da tutti i governi occidentali di comune accordo:
investiremo in più impianti di carbone a basse emissioni, rivoluzionarie tecnologie per energia solare ed eolica, energia nucleare pulita e sicura. La situazione e' chiara, se vogliono continuare a trivellare tutto il sottosuolo terrestre e marino del mondo possono farlo e hanno modo di trovare i finanziamenti speculando sul prezzo e hanno la possibilita' anche di trovare parecchio petrolio ancora. Il problema vero e' se vogliamo che la cosa continui perche' la richiesta di petrolio aumentera' sempre di piu' e le risorse della terra verranno sempre di piu' depauperate a ritmi crescenti con l'aggravante di generare solo una quantita' di materiale di scarto (e cioe' i rifiuti di ogni genere) che sta invadendo ogni spazio vivibile del pianeta.

Riferimenti:
1) http://petrolio.blogosfere.it/

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