Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

mercoledì 28 novembre 2007

L'analisi sul mercato delle TLC in Italia

Il mercato delle Telecomunicazioni come ogni mercato in regime capitalistico sta vivendo la sua fase di saturazione oramai conclamata e meccanismi anti-mercato si stanno attivando per invertire la tendenza. Questo perche' ogni mercato in artificiose condizioni di concorrenza con alla spalle enormi investimenti in infrastrutture e di conseguenza produzioni di scala prima o poi lascia cadere il velo di una finta condizione di mercato per dichiarare apertamente la realta' dei fatti: oligopolio. Dovunque sia necessario l'intervento di autorita' regolamentatorie non ci sono i presupposti per la libera concorrenza. Ma come potrebbe d'altra parte essere in un mercato che vende un servizio oramai cosi' necessario quasi da essere considerato a tutto tondo alla stregua di un servizio universale. Ecco allora che le dinamiche e gli agenti subiscono un inevitabile cambiamento, un'evoluzione verso il rafforzamento di posizioni dominanti. Tutto sta iniziando, o per meglio dire era gia' iniziato, con Telecom Italia. La paventata separazione della rete infrastrutturale d'accesso sta diventando realta'. I costi vivi di manutenzione delle infrastrutture di rete degli operatori presenti sul mercato italiano sommati ai costi per investimenti per tenere il passo con l'evoluzione tecnologica non sono piu' sostenibili di fronte a una concorrenza fatta solo di sconti sulle tariffe telefoniche. La trasformazione che si sta prospettando sara' devastante anche per i fornitori e tutto l'indotto che prospera sul mercato dei telefoni. Se Telecom societarizzera' la sua rete si sgravera' di una notevole fetta di costi vivi ed e' impensabile che gli altri operatori stiano li' a guardare. Per adeguarsi scattera' un meccanismo di emulazione, cosa che gia' sta avvenendo sotto diverse forme come l'iniziativa intrapresa da Wind e H3G di unire le loro risorse radio sotto una nuova societa' che razionalizzera' la rete d'accesso e fornira' un servizio di copertura GSM/UMTS di migliore qualita'. Contemporaneamente pero' si sgraveranno di un costo economico e sociale non indifferente. Lato fornitori il mercato li costringe a stringere la cinghia e se prima i maggiori margini erano fatti sui prodotti e in misura meno rilevante sui servizi, perche' portano con se grossi costi fissi, oggi la strategia deve cambiare. Gia' grosse aziende come Alcatel e Nortel hanno perso circa il 50% di valore per la perdita di fette considerevoli di mercato. Nokia ha invece puntato piu' sulla vendita di telefonini che sulla vendita di infrastrutture attuando anche profonde trasformazioni all'interno della sua organizzazione. Inoltre in anticipo rispetto alla controparte e' iniziato lato fornitori quel processo di fusione che e' l'unica alternativa possibile alla perdita di competitivita' sul mercato, processo inevitabile perche' come dicevamo all'inizio e' impossibile avere concorrenza in un mercato dove i giocatori sono pochi e per lo piu' dotati di economie di scala. La prospettiva qual'e' quindi in definitiva. I fornitori tradizionali di tecnologia dovranno tagliare i costi anche perche' mercati emergenti come quello della Cina stanno innondando il mercato di prodotti dai costi ridottissimi, e se il periodo delle fusioni e' terminato vedremo molto probabilmente una specializzazione dei vari attori in settori tecnologici separati in modo da conservare il primato verso gli operatori: e qui chi ha iniziato prima a intraprendere la sua strada si guadagnera' una posizione sicura. I fornitori quindi sposteranno il loro obiettivo verso la fornitura di servizi con probabile razionalizazione del proprio organico. Al contrario se invece riusciranno a "catturare" il regolatore (Autority) potranno accaparrarsi la gestione delle reti con l'in-sourcing delle risorse umane (i cosi' detti managed services) e a quel punto dovranno industriarsi per gestire al meglio nuove strutture di costi che andranno a lievitare.
Gli operatori inizieranno un periodo di fusioni che portera' probabilmente alla nascita di una societa' unica per la gestione della rete che si prendera' carico anche di tutta la fetta piu' consistente dei costi fissi, mentre ci sara' un'innondazione di nuovi servizi e nuove grandi e piccole compagnie telefoniche tutte rigorosamente quotate in borsa (per recuperare i capitali di investimento) che con molta probabilita' si spartiranno il territorio, o come nel caso di Poste Italiane si occuperanno di fornire servizi legati alla specifica missione aziendale e quindi un mercato di monopolio. Per quanto riguarda lato operatori nello specifico le attuali grandi realta' nazionali, e' prevedibile che dovranno inoltre spostare i loro obiettivi dal mercato domestico a quello globale incrementando ulterioriormente i processi di aggregazione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una analisi abbastanza lineare pero' ho il dubbio che sia influenzata dall'essere un fornitore. Il mercato delle telecomunicazioni non è ancora libero. Non lo è mai stato. Nel periodo della bolla speculativa, con l'arrivo dei nuovi oltre alla creazione di nuove opportunità di lavoro sembrava che la competizione portasse a nuove opportunità di business. Ma come sottolinei tu l'orientamento verso la massa critica crea solo operazioni di riduzione delle tariffe, e i nuovi "servizi" sono solo nuovi servizi di nicchia. Una nicchia grande una un po' più piccola ma sempre nicchia.
Parlando più nello specifico il verso servizio innovativo delle reti di TLC è stato SMS. Tutti gli altri sono dei tentativi abortiti o quasi. La vera novità si avrà, e adesso ne vediamo i più significativi passi, con la totale sovraposizione tra le reti di TLC e Internet.
Meglio un palmare che mi consenta di parlare con Skype piuttosto che un nokia ancora a commutazione di circuito. Guarda caso Google e Apple hanno scelto di invadere questo mercato ancora tutto da sviluppare.

saluti

Lorenzo Prosperi ha detto...

Mi ritrovo perfettamente nella tua analisi ma tutto questo porta a un bivio. Se la maggior parte dei costi vivi e' l'infrastruttura e inoltre essa stessa costituisce la posizione di dominio degli operatori e quindi la barriera in ingresso per altri, con l'avvento di internet la barriera si abbatte. Perche' allora continuare a sostenere i costi infrastrutturali e invece al contrario non farli sostenere allo stato o a un ente terzo? Se si sblocca la questione rete in Telecom italia verso una separazione vinciamo tutti, se al contrario prevarranno i poteri forti allora dovremo aspettare ancora un po' di tempo.