Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

lunedì 21 gennaio 2008

Tempo da "Orsi" in Borsa

Impossibile non riportare quello che e' stato definito il lunedi' nero dell'inizio 2008 per la borsa. La crisi dei mercati sta arrivando come conseguenza di una crisi economica in america che vede tutti i fondamentali a ribasso. Non convince i mercati il piano da 140 miliardi di dollari di aiuti fiscali presentato dal presidente Usa George W. Bush, oramai e' RECESSIONE anunciata, e si teme anche una nuova ondata della crisi dei mutui subprime. Come conseguenza vanno giu' le borse americane e quelle asiatiche, spettacolo simile si era visto solo dopo l'11 Settembre 2001. La furia ribassista, anche detta panic selling, si e' scatenata. La borsa di Tokyo perde il 3,9% e il made in Japan rischia di essere il più penalizzato da un'eventuale recessione americana perché lo yen continua a rafforzarsi sul dollaro e in questo modo, i beni prodotti in Giappone diventano sempre più cari sul mercato americano, che oggi assorbe circa il 25% dell'export nipponico. La congiuntura e' internazionale e l'indice di fiducia dei consumatori e' ai minimi storici. Anche in Cina, nonostante la crescita economica a due cifre le indiscrezioni di stampa citano circa 8 miliardi di dollari di perdite accusati da Bank of China nell'ultimo trimestre 2007 sui mutui subprime americani che hanno certamente amplificato la caduta degli indici del Dragone. Il problema, si mormora a Shanghai e a Hong Kong, è che Bank of China potrebbe essere solo la prima delle Big Four del credito cinese a tirare fuori gli scheletri dall'armadio. in Europa anche con questa eccessiva colatilita' assicurano che i fondamentali sono solidi e il rallentamento dell'economia Usa non avrà «conseguenze dirette» sull'economia della zona euro. Pero' le borse europee di Parigi e Londra perdono quasi 6 punti percentuali mentre Madrid e Francoforte ne perdono 7. Il Mibtel ha toccato quota -5%. C'e' chi sostiene che a innescare il lunedì nero sono stati i listini asiatici, colpiti da maxi-ribassi sui timori di una recessione americana e dell'allargamento degli effetti della crisi dei mutui subprime alla Bank of China e ad altre grandi banche cinesi. Anche la Citigroup, la piu' grande banca americana che ultimamente sta dichiarando perdite astronomiche, dichiara che sara' recessione lenta e prolungata nel tempo, e si aspetta una crescita ridotta. Si prevede un aumento del tasso di disoccupazione in america dal 4 al 6% e una riduzione drastica degli utili delle aziende quotate nello S&P500. A peggiorare la situazione c'e' la paura per le difficoltà in cui sono incorsi gli assicuratori americani di bond, Mbia e Ambac: il rischio di insolvenza delle aziende europee è salito ai massimi sul timore di declassamenti delle società assicuratrici di bond possano innescare un'ondata di vendite e peggiorare la crisi nei mercati del credito. I credit default swap dell'indice Markit iTraxx Europe, che comprende 125 aziende con rating idonei all'investimento, sono balzati di 7,25 punti base, impennandosi a 79,5, secondo JPMorgan Chase & Co., massimo da quando è stato avviato questo indice, nel 2004. Contando che in america non ci sono state contrattazioni a Wall Street per la festività del Martin Luther King Day, tra i settori maggiormente colpiti dalle vendite ci sono le banche (Stoxx -4,8%) e le assicurazioni (Stoxx -5,3%), le auto (Stoxx -1,8%) e le telecomunicazioni (Stoxx -2,99%). Sul valutario l' euro è sceso rapidamente a 1,448 dollari, in netto ribasso dagli 1,4609 dollari della chiusura di venerdì. C'e' chi sostiene che quest' anno il tasso di crescita nell'Eurozona potrebbe scendere all' 1,5%, alimentando le preoccupazioni sulla tenuta dell' economia del vecchio Continente, fino ad oggi mai messa in discussione dalla banca centrale europea. Il dato sui prezzi alla produzione tedeschi a dicembre, -0,1% su base mensile contro +0,8% del mese precedente, ha rappresentato una ulteriore conferma della frenata in atto anche in Europa. Non da ultimo c'e' da far notare il piano di risanamento della Northern Rock in Inghilterra, la banca inglese di credito ipotecario tenuta in vita da una linea di credito da 25 miliardi di sterline della Banca d'Inghilterra. Il Governo inglese ha infatti annunciato oggi lunedì mattina, 21 gennaio, l'atteso piano, che attende ora il vaglio delle autorità Ue e degli enti regolamentari britannici, secondo cui i prestiti erogati dalla Bank of England verranno convertiti in bond (obbligazioni) garantiti dal Tesoro e cioé dai contribuenti. Se entro il 4 febbraio le cordate che sono attualmente in pista non avranno presentato una proposta dettagliata e soddisfacente in linea con il nuovo progetto, il Governo potrebbe allora "temporaneamente" nazionalizzare Northern Rock in vista di un suo ricollocamento sul mercato in tempi successivi. Dopo l'annuncio Northern Rock è subito andata controcorrente alla Borsa di Londra, guadagnando (alle 13, ora italiana) quasi il 38% , mentre lo Stoxx delle banche perde il 3,84 per cento. Come a dire, dovenon funziona il mercato e i suoi meccanismi perversi, interviene lo Stato con i soldi del cittadino a risanare.

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