Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

mercoledì 31 ottobre 2007

Il lavoro produttivo non esiste

Guardiamo le rivelazioni ISTAT sulla partecipazione al mercato del lavoro della popolazione residente in Italia per il secondo trimestre 2007. Su 58,8 milioni di persone residenti circa 23,2 milioni sono occupati, di cui 17,1 milioni sono dipendenti e 6,1 sono indipendenti. Di questi 7,9 milioni sono occupati in agricoltura, industria in senso stretto e costruzioni e quindi producono beni utili. Altri 7,9 milioni sono nel commercio, alberghi e ristoranti e quindi producono servizi che vivono delle spese dei lavoratori da produzione. Altri 1,2 milioni sono nelle comunicazioni e trasporti e offrono servizi utili che come sopra vivono delle spese dei lavoratori da produzione. Altri 4,9 milioni sono nella pubblica amministrazione e offrono servizi pubblici come l'istruzione, la sanita' e la normale amministrazione dello stato e quindi come sopra vivono delle spese dei lavoratori da produzione (sotto forma di tasse). Restano 1,2 milioni in servizi vari. Se andiamo a tirare le somme Su 7,9 milioni di "operai" ci sono circa 15,2 milioni che offrono servizi. In un mondo perfetto se bastano 7,9 milioni di "operai" per soddisfare i bisogni primari di 58,8 milioni di persone, il settore dei servizi potrebbe essere gestito con costi e impegni dal punto di vista della produttivita' sempre minori. Inoltre se meno della meta' delle persone riesce a far andare avanti l'economia di 58 milioni di persone le ipotesi sono due, o questi sfortunati sono sfruttati all'estremo oppure visti gli indici di produttivita' in Italia che sono bassi esistono ancora dei margini di inefficienza che consentirebbero di diminuire la popolazione lavorativa. Contando poi la percentuale di ruoli decisionali che vengono pagati profumatamente, ci sono ampi margini per la riduzione dell'orario lavorativo e per il recupero di ricchezza in termini di soldi diminuendo gli stipendi degli alti dirigenti. Dato poi che e' un sistema che si autoalimenta perche' per la maggior parte il lavoro e' composto di servizi, e' facile pensare come rapidamente possano scomparire se solo si decidesse di non usufruirne piu' o di autoprodurli molti servizi, se cambiasse cioe' la miusura della loro utilita' economica. In definitiva in una societa' moderna e organizzata il lavoro e' unicamente uno strumento di controllo sociale e niente piu'.

martedì 30 ottobre 2007

Alla ricerca dello stile perduto


Nel disperato tentativo di migliorare e di trovare lungo il cammino un mio stile di scrittura faccio mio un commento ricevuto da un mio caro amico. Il commento e' molto pertinente e azzeccato e rispecchia quello che in realta' sto cercando da sempre nello stile di scrittura che utilizzo per esprimere le mie opinioni. Io per natura cerco di semplificare, ti paragonare, di sintetizzare. Ma visti gli argomenti che tratto e la mia construenda competenza in tali argomenti e' difficile essere sempre chiaro. Tornando al commento fattomi (Simone lo sto che stai leggendo!) mi impegno ad essere piu' sintetico ed efficace.

giovedì 25 ottobre 2007

Legge e civilta' inversamente legate tra loro


"La Legge sono IO!"

[Dredd Judge]


Se qualcuno volesse fare uno studio scientifico sull'indicatore della civilta' di un popolo in relazione al volume della giurisprudenza e dottrina presente forse troverebbe una relazione non sempre direttamente proporzionale. Quando parliamo di civilta' parliamo anche di liberta' e alcune organizzazioni per la promozione e ricerca delle liberta' nel mondo basano le loro rilevazioni su indicatori come i diritti politici e le liberta' civili. Per diritti politici si intendono quelle prerogative che permettono agli individui di partecipare in piena liberta' al processo politico come per esempio poter votare liberamente per distinte alternative, competere per cariche pubbliche, unirsi a partiti politici, etc.. Per liberta' civili si intende la liberta' di esprimersi e di credere, il diritto di associarsi o organizzarsi, leggi e regolamenti, l'autonomia personale che non interferisca con lo Stato. Secondo me quando si parla di leggi e regolamenti come indicatori della liberta' civile bisogna stare attenti a come li si maneggia. Prendiamo l'esempio dell'Italia e quello dell'Inghilterra. In Inghilterra l'ordinamento giuridico e' fondato su leggi non scritte e sviluppatosi attraverso i precedenti delle decisioni giurisprudenziali. In questo sistema il ruolo della dottrina giuridica e' limitato e non esiste la codificazione delle leggi. In Italia vale il retaggio del diritto romano che ha portato alla codificazione delle leggi e al prolificare della dottrina che spesso influenza la giurisprudenza. In questo quadro d'insieme in Italia il Parlamento stesso diventa agente attivo nella fabbricazione continua di legge che spesso ha l'apparenza di dottrina e speculazione pura e altre volta ha l'aspetto di ottusa restrizione dei diritti dei cittadini. La legge non ha anima, non e' umana, non si pone questioni morali o di coscienza, la legge viene semplicemente applicata e nei casi peggiori utilizzata a proprio vantaggio, tutto questo perche' e' scritta e quindi e' assoluta. Io sostengo che in un paese dove il numero di leggi, regolamenti, dottrina e giurisprudenza aumentano esponenzialmente ogni anno andando a regolamentare anche i piu' piccoli e infinitesimali comportamenti umani, quel paese imbocca la strada dell'incivilta' andando verso una dittatura ottusa della parola scritta. E' facile vadere oggi come oggi personaggi a dir poco osceni che applicano la legge e le loro prerogative scritte solo per opportunita' e interesse personale, dal punto di vista formale sono inappellabili. Questa e' la dimostrazione di come la burocrazia si autogenera e prolifica e ramifica in tutta la societa', e per burocrazia non intendo solo l'attuale apparato amministrativo, intendo invece la mentalita' burocratica che piano piano incomincia a far parte di ognuno di noi e che ci trasforma in scheggie impazite che operano all'interno di un quadro normativo invasivo. Per me l'Italia e' indubbiamente un paese incivile, anche perche' faccio una piccola e banale considerazione. Se in Italia vale il detto fatta la legge trovato l'inganno questo significa che ogni legge che viene fatta serve in teoria per regolamentare un comportamento sbagliato, ma paradossalmente la legge stessa da vita ad altri e piu' sofisticati comportamenti illegali. Per cui il proloficare della legge potrebbe essere infinito e invece al contrario, non so se per questioni di interessi personali o per semplice stupidita', la legge si sta trasformando in quello che dovrebbe combattere. Non estite piu' la legge scritta che istituzionalizza per cosi' dire un comportamento usuale e consuetudinario della societa' civile, oggi esiste la legge che tenta forzosamente di imporre comportamenti "civili". Ecco perche' viviamo sotto una dittatura della legge che chiaramente ha portato nel tempo alla scomparsa della moralita' e del senso civico nella gente perche' la legge stessa ha invaso quel confine ponendosi di fronte al cittadino come valida alternativa. Ma non potra' mai essere una valida alternativa allla coscienza e al senso di moralita', potra' invece solamente contribuire a farli scopoarire del tutto.

La riscossa del movimento geriatrico

Aggiungo questo post a quello precedente per riportare un articolo segnalato dal blog di Beppe Grillo che fa delle considerazioni sui nostri anziani governanti bacchettati dal Times in occasione della legge scempio Levi-Prodi sulla riorganizzazione dell'editoria. Partendo da presupposti diversi, dato che il mio post veniva da altri presupposti, facciamo entrambe la stessa considerazione. L'articolo del Times e' spettacolare e viene ripreso da Paola Monti nel suo. Si parla dell'assalto geriatrico ai blogges italiani, si parla di una nazione di legislatori ottuagenari eletti da settantenni, i pensionati, si parla di arzilli "sessantottenni” che non sembrano capaci di adattarsi al mondo moderno, si parla di una lotta per il potere di dimensioni geriatriche in cui vince il piu' vecchio sul meno vecchio (Prodi vs Berlusconi).
Qualunque siano i presupposti le considerazioni sulla nostra situazione porta ad una nostra comune immaginazione sociologica verso le stesse, identiche considerazioni: gerontocrazia.

La rivincita degli anziani



Un tempo erano considerati un valore perche' la loro esperienza di vita li aveva portati a diventare piu' saggi col tempo. Oggi li ritroviamo un po' dappertutto al governo degli stati moderni. Cosa e' cambiato negli anziani governanti? E' cambiato che la vicinanza col potere e con i mali della societa' li ha resi di molto meno saggi. In gioventu' si e' sicuramente piu' ottimisti perche' prevale la parte istintuale, emotiva, spensierata e anche un po' ingenua dell'atteggiamento umano. Per cui possiamo trovare giovani che perseguono comportamenti e obiettivi di un certo tipo ed arrivati in eta' piu' matura fanno un passo indietro e dietrofront cambiano drasticamente atteggiamento. Oggi persone che un tempo avevano creduto negli ideali di sinistra, superata una certa eta' stanno abbracciando atteggiamenti di destra e il cambiamento e' da un estremo a un altro senza mediazione. Anche coloro che si spacciano per mediatori, nel profondo preferirebbero essere piu' estremisti. Qualcuno diceva che da giovani siamo piu' propensi alle idee di sinistra, poi crescendo con l'eta' abbracciamo senza timori idee di destra. Non e' dato di sapere se questo sia un segno di maturita' o un crescente disprezzo per il prossimo e la convivenza civile. Come puo' essere innovativo o proiettato verso il futuro uno stato governato da anziani? Un anziano ha ormai perso ogni speranza di cambiare il mondo e preferisce scendere a compromessi. Un anziano e' scettico sulla possibilita' di migliorare la situazione attuale e preferisce adeguarsi con il minor coinvolgimento possibile. Un anziano crede che i giovani siano solo un concentrato di energia mal utilizzata e sprecata, troppo idealisti e fuori dalla realta', sognatori e ingenui. Se poi quegli stessi anziani si adeguano, o peggio ancora si adagiano, su mal costumi come la corruzione, l'opportunismo e il disprezzo del prossimo, allora abbiamo il quadro di quello che ci sta accaadendo intorno da anni. Il giovane deve fare, l'anziano deve consigliare. Oggi invece l'anziano fa non facendo e il giovane subisce senza consigliare.

mercoledì 24 ottobre 2007

Come stiamo distruggendo la natura


Se pensavamo che uccidere gli animali fosse l'unica causa che li porta prima o poi all'estinzione ci sbagliavamo e peccavamo di ingenuita'. La notizia che e' uscita oggi sui giornali ci porta a considerare che ogni azione o intervento umano sulla natura porta a sconvolgimenti tali da innescare una catena di conseguenze disastrose. Il leopardo di Amur, di cui restano in natura 24 esemplari, soffre di soffio al cuore. La patologia si e' sviluppata in seguito ad accoppiamenti tra parenti stretti della razza che ha dato vita a malformazioni genetiche della specie. La specie si sta autodistruggendo da sola dopo che il meccanismo e' stato avviato, nella peggiore delle ipotesi nascera' una nuova specie generata dall'azione umana, e chissa' quante ne stanno nascendo ora che cambieranno l'ambiente in cui vive l'uomo per portarlo prima o poi all'estinzione anche lui oppure alla mutazione genetica.

Bolla immobiliare italiana

Continua l’analisi del mercato immobiliare Italiano con i nuovi dati che ci forniscono l’Osservatorio del mercato immobiliare (pubblicati dall’agenzia del territorio) e i vari centri studi delle agenzie immobiliari. A quanto risulta dai loro dati i prezzi degli immobili sono aumentati dal 2004 a oggi di un quarto anche in presenza di un mercato con vendite in calo. Anche le varie agenzie immobiliari ammettono che ci stiamo allontanando dai periodi “dinamici” degli anni passati. Aggiungo io, periodi in cui le agenzie immobiliari si sono moltiplicate sul territorio e hanno portato i prezzi degli immobili alle stelle nella disperata ricerca di sempre piu’ alti profitti nell’unico settore dell’economia dove gli italiani sono costretti prima o poi a investire. Ora le societa’ immobiliari sono costrette ad ammettere che siamo in presenza di segnali significativi di contrazione della domanda a fronte di una sempre maggiore offerta di immobili sopratutto nelle citta’. Non possono piu’ promettere vendite da capogiro ai proprietari di casa e quindi iniziano a dichiarare pubblicamente che i prezzi devono scendere, informano il mercato e in qualche modo lo orientano. Ma e’ il mercato stesso a costringerli a fare marcia indietro. Il comportamento del compratore e’ cambiato, preferisce spostarsi nell’hinterland dove puo’ trovare prezzi piu’ convenienti e dove la qualita’ della vita e’ migliore e magari le case sono nuove e “indipendenti”. E’ anche vero che insieme ai cittadini anche gli immigrati si stanno spostando in grande quantita’ verso le periferie e questo sta rendendo meno appetibile alcune zone. Chiaramente anche i prezzi in periferia si stanno alzando di conseguenza. Cosa ci ha portati a questa bolla immobiliare che ha innalzato cosi’ tanto i prezzi delle case? In primis l’accesso facile al credito alimentato sopratutto dalla certezza dell’investimento e non tanto dalle credenziali dell’investitore. Le banche hanno tenuto conto che l’asset casa era un asset in veloce rivalutazione nel tempo e hanno investito in quello piuttosto che nelle garanzie di chi chiedeva l’accensione di un mutuo. Questo perche’ in un mercato dinamico e sempre in ascesa (effetto bolla) la possibilita’ di mettere all’asta le case per non avvenuto pagamento avrebbe garantito il recupero del credito senza rischio e anzi visti i prezzi sul mercato sicuramente i prezzi alle aste alla fine si sarebbero allineati e quindi sarebbero stati sovrastimati. Questo perche’ l’asta sarebbe stata solo l’esca del “buon affare”, che poi avrebbe portato innumerevoli persone a concorrere per l’acquisto riportando quindi il prezzo a valori di mercato, e quindi drogati. Ora la contrazione di domanda rischia di abbassare i prezzi anche delle aste in fase di aggiudicazione per cui le banche stesse stanno correndo ai ripari infliltrandosi nei tribunali fallimentari e cercando di pilotare le aste in due modi: primo diffondendo le informazioni di quando si svolgeranno tutte le aste (sopratutto quelle a cui sono interessati derivanti da pignoramenti di immobili di creditori insolventi) e secondo facendo valutare gli immobili da periti compiacenti che fisseranno la base d’asta a un prezzo molto vicino a quello voluto. La seconda causa dell’aumento dei prezzi delle case e’ sicuramente l’effetto euro che ha trascinato ogni settore verso una deriva speculativa drogata, per cui chiunque avesse qualcosa da vendere l’ha rifilata al mercato al prezzo doppio. Un’altra causa dell’aumento dei prezzi, anche se in minima parte e’ stata quella della partecipazione degli immigrati nell’acquisto di case facendo aumentare la domanda, ma io credo che questo effetto sia stato minimo. Non da ultimo il fatto che la casa per un certo periodo ti tempo e’ stato visto come bene-rifugio e sopratutto come investimento e sopratutto in citta’ molti si sono impegnati con le banche per acquistare case al solo scopo di affittarle a studenti o immigrati, se visto nel lungo termine questo modo di investire e’ comunque fruttuoso perche’ levati i costi delle rate del mutuo l’asset su cui si e’ investito si rivaluta anno dopo anno per cui puo’ essere venduto con un ricavo sicuro, ma se i prezzi si abbassano? Non dobbiamo poi sottovalutare l’aspetto sociologico in tutto questo e cioe’ dobbiamo domandarci chi deve comprare casa oggi? Chi la vuole comprare solo per farne un investimento si deve scontrare con un tasso di interesse alto che incide sulle rate del mutuo, con le tasse da seconda casa (sempre che la intesti a lui medesimo) e col prezzo delle case che prima o poi diminuira’. Dall’altra parte c’e’ chi ha veramente bisogno di un tetto sopra la testa e questi di solito sono i novelli sposini e gli immigrati e poi a seguire vengono quelli che cambiano casa. Queste categorie oggi stanno in attesa, magari rimandano il matrimonio, magari rimangono single a casa dei genitori finche’ possono, oppure meglio cercano casa in periferia. C’e’ un atteggiamento attendista in attesa della discesa dei prezzi. Se nei primi sei mesi i prezzi delle case sono sempre stati in salita fino ad arrivare a +6,6% rispetto all’anno precedente, le compravendite nel settore residenziale sono scese del 3,4%. A Milano e Napoli le compravendite sono diminuite del 13-14%. Chi vuole vendere oggi deve abbassare i prezzi o aspettare tempi lunghissimi. Anche se ho la netta impressione che questa bolla immobiliare sia ancora lontana da esplordere perche’ ci sono troppi fattori evidenti e nascosti che la stanno sostenendo (prime fra tutti le banche) ho speranza che l’iniziativa delle cooperative immobiliari e le iniziative per l’edilizia popolare che il governo ha intenzione di attuare potranno condizionare pesantemente l’orientamento del mercato. Se introduciamo poi nel contesto dell’analisi la situazione occupazionale e i livelli salariali, e dall’altro lato l’inflazione che sta crescendo senza sosta il “sentiment” che si respira nell’aria e’ quello di una austerity indotta. Forse c’e’ un ritorno alla cultura del risparmio di cui si prende coscienza non appena si incomincia ad affrontare il mondo del lavoro con le sue condizioni di precarieta’ e incertezza, i costi dell’inflazione e la mancanza di una visione positiva del futuro.
In conclusione prevedo che i prezzi si abbasseranno, sul quando non so dare una risposta precisa ma non mi aspetto un 2008 favoloso anche per cause esogene al nostro piccolo microsistema italiano (vedi l’America e la Cina e le varie guerre attuali e possibili) e questa sara’ una condizione pesante da mettere sulla bilancia.

Le Banche, gli Immobili e i mutui



Oramai l'abbiamo capito benissimo chi sta contribuendo a drogare il mercato immobiliare. Oltre alle spudorate e parassitarie agenzie immobiliari circondate dai mediatori creditizi o finanziarie che dir si voglia in prima linea ci sono le banche. La loro azione e' votata sopratutto alla salvaguardia dell'asset, cioe' al mantenimento del suo valore nel tempo, e questo asset e' l'immobile. La Banca e' il posto dove le persone chiedono in prestito i soldi per comprarsi la casa accendendo dei mutui. Quindi nell'immediato la banca guadagna di interessi e commissioni una buona percentuale non facendo altro che prestare soldi non suoi ma dei cittadini ad altri cittadini, un intermediario appunto. Ma il suo lavoro non finisce qui perche' l'unica garanzia che ha, oltre allo stipendio del malcapitato, e' l'immobile che rappresenta un valore, un asset. Quindi l'importante e' cercare di non far svalutare quell'asset sul mercato perche' in caso di insolvenza del mutuatario la banca puo' sempre rifarsi ipotecando l'immobile e recuperando il credito. Ma se l'immobile si svaluta? Per impedire che ci sia un ribasso dei prezzi agli immobili le banche si stanno insinuando all'interno dei tribunali delle aste fallimentari. Oltre ad essersi insinuati tramite i mediatori creditizi nelle agenzie immobiliari portando al rialzo il costo degli appartamenti, con la loro opera che definiscono di "trasparenza sul mercato e di informazione" rendono pubbliche le aste immobiliari ai cittadini e partecipano alle perizie per decidere la base d'asta. In questo modo evitano che parecchie aste vadano deserte, con conseguente abbassamento della base d'asta per la successiva seduta, o che gli immobili vengano svenduti sul mercato. In questo modo sono sicuri di poter recuperare i loro soldi. La conseguenza pero' per il mercato e' un aumento delle insolvenze sul pagamento delle rate dei mutui, una diminuzione delle compravendite tra privati di immobili, e una galoppante restrizione del credito dovuta all'aumento dei tassi di interessi e delle sempre minori garanzie che i pretendenti mutuatari offrono. E' facile prestare soldi per chi acquista casa perche' tanto il prezzo dell'immobile e' garanzia di recupero del credito, e quindi non stupisce che le societa' che distribuiscono prestiti stanno iniziando a prolificare investendo in un mercato dove i ritorni in termini di interessi sul capitale sono alti e in caso di insolvenza il recupero del patrimonio e' garantito. Non stupisce quindi che vengano anche concessi mutui che coprono il 100% del costo dell'investimento, ma la curva della domanda sta cambiando andamento e si sta registrando una leggera stretta a fronte di un'offerta straripante.
Questa bolla immobiliare che ha fatto salire cosi' tanto i prezzi delle case forse sta per scoppiare, ma questo vorrebbe dire grosse perdite di profitti per chi ci sta speculando da anni sopra non so se lo permetteranno. D'altronde il campo dove si investe la maggior parte dei soldi dei risparmiatori e' proprio quello delle case, per cui troppi parassiti nel corso del tempo si sono avventati su questo mercato per succhiarne il piu' possibile aumentando di conseguenza i prezzi oltre ogni limite razionale.

martedì 23 ottobre 2007

Evasione Fiscale e lotta di casta



Notizia di oggi che va legata indissolubilmente alla notizia sugli introiti della Mafia. Chi non paga le tasse oggi in italia e' stimato che sottrare al fisco circa 100 miliardi all'anno pari al 7% del PIL nazionale. E' un vero record dell'evasione fiscale. Il rapporto e' stato redatto dal vice ministro Vincenzo Visco e dichiara che il fenomeno e' diffuso in tutti i settori ma alcuni pesano piu' di altri. Infatti piu' dell'80% dell'evasione e' nel settore dei servizi e nel commercio al dettaglio. Anche l'agricoltura e il settore delle costruzioni e dei servizi immobiliari stanno aumentando la loro evasione celando l'imponibile nelle loro dichiarazioni dei redditi. Sembra non esista una distinzione tra nord e sud dell'Italia. Se facciamo il paio con le notizie sugli introiti della mafia lato estorsione e usura ci possiamo rendere conto che circa il 14% del PIL scompare in questi buchi neri e viene sottratto dai settori dei servizi e del commercio al dettaglio. Questo ci porta ad un'amara considerazione che e' la seguente, se in linea teorica questi settori sono in grado di sopravvivere pagando il pizzo e sottraendo soldi alla comunita' di quanto sono aumentati i prezzi dei prodotti e dei servizi in Italia? Ci viene da pensare che i nostri bravi commercianti e i nostri bravi imprenditori abbiano socializzato i costi delle loro attivita' sull'intera comunita' nazionale. Noi paghiamo due volte, la prima perche' per rifarsi delle perdite i costi dei prodotti vengono aumentati selvaggiamente, la seconda perche' per recuperare i soldi evasi da investire in infrastrutture e servizi lo Stato li viene a chiedere a noi con le tasse alla fonte che tutti i lavoratori dipendenti pagano automaticamente. E' una guerra tra poveri, commercianti e imprenditori mangiano sulla testa degli impiegati e recuperano le loro perdite imponendo un regime di prezzi drogato. E se l'imprenditore che paga il pizzo si rifa' delle perdite non dichiarando parte degli incassi ed aumentando i prezzi dei prodotti, figuriamoci quello che il pizzo non lo paga quanto puo' guadagnare dalla sua attivita'. La concorrenza non esiste sul mercato ma piuttosto esiste il corporativismo e la divisione in caste sociali per cui in ogni settore si ergono le difese di comune accordo in maniera tale da continuare a spillare soldi alla povera gente. In questo modo non esistera' mai neanche la mobilita' sociale. Ci domandiamo perche' i prezzi sono aumentanti? perche' con l'introduzione dell'euro tutto e' di colpo aumentato? Questo e' successo perche' c'era la possibilita' di rubare soldi ancora di piu' e si e' incominciato a gonfiare la bolla speculativa e le filiere di parassiti sono aumentate perche' dove c'e' il miele le api aumentano. Oramai la spinta al rialzo dei prezzi arriva da troppi rivoli di filiere infinite dove sono entrati innumerevoli parassiti a succhiare il sangue. E' una macchina che oramai e' avviata e non e' facile arginarlo alla fonte perche' e' una situazione troppo comoda per chi ci specula che fara' in modo di mantenerla tale.

La Mafia S.p.A.


Finalmente una buona notizia dall'Italia per quanto riguarda l'economia. Abbiamo scoperto che la nostra produzione industriale ha un nuovo campione, la Mafia. La Mafia fattura, per quanto ci e' dato di sapere, circa 90 miliardi di euro all'anno che corrisponde a circa il 6% del PIL nazionale. Se pensiamo che questo dato e' solo un dato parziale possiamo ben immaginare quanto misero sia il nostro PIL e quanto vasta sia la ricchezza che viene sottratta ai cittadini. La mafia e' l'azienda piu' florida dell'italia perche' non da segni di fallimento e i suoi utili sono una certezza, cosa che se guardiamo i nostri "imprenditori" a confronto nella maggioranza dei casi sono degli scolaretti che tentano di fare i furbetti e gli riesce pure male. Il giro di affari su cui fa utili la mafia si concentra su settori come l'usura, l'estorsione ma anche l'agroalimentare, il turismo, l'immobiliare, le forniture pubbliche, i rifiuti e gli appalti. Se tutta questa ricchezza la mafia la recupera dalle imprese "regolari" o mettendosi in concorrenza con le stesse possiamo immaginare quanta ricchezza e risorse vengono sottratte alla societa' civile dalle stesse imprese. Se contiamo che i rapporti sul fenomeno indicano che il reato piu' economicamente rilevante e' quello dell'usura con 30 miliardi di euro movimentanti ogni anno dei quali 12 sono a carico dei commercianti, ci possiamo rendere conto di quanti soldi circolano e vanno sono in una direzione. Chiaramente tutta questa sottrazione di ricchezza viene poi riversata sui cittadini con l'aumento dei prezzi. Ma questo fenomeno ha anche un aspetto positivo, dove la contraffazione e la pirateria recupera 7,4 miliardi dal mercato questi sono tutti soldi guadagnati dai consumatori a scapito di avidi commercianti, e' una forma deviata di concorrenza. Aumentano inoltre gli affiliati ai clan mafiosi tanto da prefigurare la creazione di un nuovo tessuto sociale organizzato, uno stato nello stato. Gli affiliati rilevati sono 20.000 di cui 6700 nella Camorra, 6000 nella 'Ndrangheta, 5500 in Cosa Nostra e 2000 nella Sacra Corona Unita. Dal punto di vista dei ricavi la mafia calabrese e' al top delle mafie. E' come una grande corporazione che sfrutta il vantaggio di operare in un mercato senza regole. Dall'altra parte troviamo altre corporazioni che difendono i loro interessi e socializzando i costi che pero' sono costrette a operare in un mercato dove devono per forza di cose fare pressioni sulla politica per cambiare le regole, e lo fanno tutti i giorni. Dal lato della popolazione civile nessuna corporazione tutela i loro interessi e subiscono una depauperazione da entrambe i lati. Purtroppo per noi ne l'uno, la mafia, ne l'altro modello economico, il mercato, sono validi per far crescere la ricchezza e migliorare le condizioni di vita.

Il clima e il ciclo vizioso



Oggi sui giornali appare l'articolo sull'anomala ondata di freddo che sta flagellando l'Italia. Oramai le stagioni non si manifestano piu' a distanza di 4 mesi ma a distanza di settimane passando da un estremo all'opposto, ogni mese e' una sorpresa. E con un tempo pazzo ci si ammala piu' spesso perche' abituarsi a questi cambiamenti repentini non e' semplice per l'organismo. A mio parere la teoria di Darwin sulla sopravvivenza della specie vista come capacita' di adattemento e privilegiando le specie piu' forte va rivista perche' le condizioni al contorno sono cambiate. Oggi la specie e' in generale malata e piena di acciacchi e gli ci vorranno secoli per adattarsi a questi cambiamenti, probabilmente siamo vicini a un evento di tabula rasa per cui siamo in attesa di una nuova specie e quella attuale verra' sterminata. Intanto appurato che questi cambiamenti climatici sono dovuti in gran parte all'operato umano le reazioni alle conseguenze non fanno che accelerare il processo, e' come un meccanismo che una volta avviato non e' piu' possibile fermare. E' un ciclo vizioso perche' il magggiore freddo inaspettato fa riaccendere i riscaldamenti in anticipo aumentando cosi' il periodo di inquinamento abientale da fumi di scarico. Le cose non sono diverse quando il caldo aumenta inaspettatamente, il che comporta l'utilizzo smodato di impianti di condizionamento ambientale che influiscono anche essi pesantemente sull'inquinamento. Possiamo vedere l'ambiente come una locomotiva a carbone, quello che stiamo facendo e' di rifornirla incessantemente di carburante con le nostre pale, e' un treno che non si ferma anzi accelera sempre di piu'. Intanto aumentano i morti da temperature eccessive, aumentano i problemi di salute su anziani e bambini, febbre, tosse, catarro, raffreddori: aumentano i virus e le malattie. Oggi queste conseguenze ci stanno uccidendo piano piano, lentamente, domani forse i tempi saranno accelerati.

martedì 16 ottobre 2007

La Fabbrica dei candidati politici

Interessantissimo oggi l'articolo apparso sul blog di Beppe Grillo dove viene riportata un'intervista del linguista Noam Chomsky(http://www.beppegrillo.it/2007/10/chomsky_e_le_ma.html) in cui definisce i partiti delle macchine per la produzione di candidati. Mai come oggi in un clima di sfiducia generle e in cui i tratti sono cupi se non neri carbone la politica ci propone i punti di riferimento, i fari nella nebbia gli uomini anzi l'uomo che ci guidera'. La popolazione e' lontana dalla gestione degli affari pubblici e deve rimanerne lontana e questo e' lo scopo della politica che come dice Noam citando un famoso commentatore americano "la politica è l'ombra che il potere economico ha posto sulla società". Finche' si dovranno difendere interessi individuali ponendoli al di sopra degli interessi generali, finche' prevarra' l'individualismo e il mercimonio tipici della societa' capitalistica non avremo mai la vera democrazia in cui la popolazione partecipa radunandosi ogni tanto per scegliere tra candidati e programmi che vengono presentati loro. Invece si ritiene che la maggioranza della popolazione sia ignorante e inaffidabile, le persone responsabili che dovrebbero guidare il Paese devono essere tenute al riparo dalle sue iniziative, dalla sua rabbia: questo pensiero è comune tra i liberal, gli intellettuali democratici e, da loro, si trasferisce alle classi dirigenti. Il paese va in pezzi e paga e continuera' a pagare il mantenimento di posizioni di privilegio e i costi di politiche miopi e truffaldine ma dall'altra parte la popolazione dorme sonni tormentati sicura che non tocchera' a loro dover subire i costi dello sfascio. Lasciamo il carico alle generazioni future tanto se tutti gli altri sfruttano la situazione succhiando risorse e ricchezze alla comunita' perche' dovremmo essere proprio noi gli unici stupidi che non approfittano? Continuiamo a vivere alla giornata affidando le nostre sorti future a questi spacciatori di sogni marci e senza futuro.

Italiani individualisti e sfiduciati?

La risposta e' si, sicuramente si. L'articoletto e' apparso come trafiletto su Metro di oggi (http://www.metronews.it/) con un'intervista a Giampaolo Nuvolati docente al dipartimento di Sociologia e ricerca sociale della Bicocca di Milano. Il nostro docente afferma che agli italiani manca la "cultura degli spazi pubblici", forse non e' la scoperta dell'America ma l'importante e' fare uscire allo scoperto quello che ognuno di noi gia' sa dentro di se. Nella cultura degli spazi pubblici io ci mentto anche la capacita' di vivere insieme agli altri e di sentirsi partecipi e appartenenti a una comunita'. Lo stile di vita che conduciamo oggi giorno che e' drasticamente cambiato da quello che era negli anni '80 ci ha portato a chiuderci in noi stessi e a curare solo gli interessi personali e degli affetti a noi piu' vicini. Siamo diventati disperatamente individualisti e misantropi per cui abbiamo timore dell'altro e del diverso e arriviamo anche a non sopportare la sua presenza considerandola un'invasione di campo. Questo isolamento ci porta di conseguenza all'inevitabile innalzamento della sfiducia nelle strutture, nel futuro e negli altri. Siamo un popolo di consumatori tristi, assopiti e razzisti nel senso piu' ampio del termine. Una societa' cosi' fatta va veloce verso l'autodistruzione. La poche iniziative sociali e civili che ancora riescono a coinvolgere i cittadini e sopratutto i giovani stanno diventando sempre piu' appannaggio di una categoria di persone che ancora subisce l'orientamento del clero cattolico, ma le nuove generazioni sembrano crescere con l'immunita' a questo indottrinamento.

domenica 14 ottobre 2007

Peter Pan e la capacita' di volare

Il segreto della vita e' dentro di noi e a volte lo esprimiamo senza saperlo. Una semplice frase sulla bocca di un bambino e la metafora e' fatta e nel suo nucleo c'e' il segreto della felicita'. Peter Pan non e' una semplice favola per bambini di pura evasione ma e' anche un modo di riflettere sulle cose belle della vita. All'improvviso in piena notte la finestra della camera da letto si apre e in volo atterra Peter Pan. Peter Pan e' due persone in una, la parte radiosa e la sua ombra. Non a caso la sua ombra non vola mentre lui si. Ed e' subito lotta fra i due opposti per camminare tutti e due all'unisono: la paura e' che la parte grigia e triste di Peter Pan prenda il sopravvento e costringa l'altra parte a seguirla. Poi c'e' la rivelazione di come si fa a volare e questa e' la parte piu' importante. Se ci si concentra su pensieri felici e' possibile volare, una sensazione di "leggerezza" ti pervade ed e' come volare libero da pensieri bui e tristi. E' sbagliato banalizzare questa affermazione come irresponsabilita'. E' conoscenza comune oramai che le persone che crescendo rimangono immature e non sono in grado di prendersi le dovute responsabilita' soffrano della cosi' detta sindrome di Peter Pan che li costringe a restare per sempre bambini. Eppure il concetto e' piu' strutturato di questa interpretazione semplicistica. L'uomo ha bisogno di sognare, senza sogni e pensieri felici la vita e' buia e triste, e' un lento susseguirsi di cose sempre uguali a se stesse che col tempo perdono di significato. Oggi con le guerre, la corruzione, la poverta', l'individualismo, la perdita di speranza l'uomo non riesce piu' a volare e non basta un programma comico per avere pensieri felici. Ci vogliono le condizioni al contorno, l'ambiente per avere pensieri felici e per felici non intendo pensieri che soddisfano la nostra ambizione e la nostra sete di successo e ricchezza, sarebbe troppo deprimente. Vi ricordate happy days? perche' ci piaceva anche se in fondo sapevamo che era un mondo troppo smielato e lontano dalla realta? Perche' la gente era vistosamente felice, era quasi un'ostentazione, una dimostrazione di "ricchezza" interiore e di serenita' che ci piaceva immaginare di poter condividere solo guardando il telefilm. E poi erano altri tempi, c'erano meno problemi, le famiglie monoreddito vivevano bene, i giardinetti erano pieni di bambini giocanti e il cibo che mangiavamo era saporito. Oggi fa tutto schifo, non c'e' speranza che qualcosa migliori e essere maturati e' significato prendere atto che non c'e' nulla da fare e che le cose peggioreranno. Proviamo a pensare a qualcosa di felice, positivo, ci viene in mente nulla? Eppure i pensieri tristi sono cosi' noiosi e cupi. Dobbiamo rieducare la nostra mente a volare, a essere invasa da pensieri felici e forse potremo sperare di contagiare gli altri con questa energia positiva. Se penso a Peter Pan penso al pensiero di pensieri felici e trovo la serenita'. Credo oggi piu' che mai ci sia il bisogno di uomini che riportino la serenita' e la felicita' negli animi della gente per creare una ambiente meno cupo dove vivere e per stimolare ogni giorno l'iniziativa dei singoli individui che oggi si trovano assopiti in uno stato perenne di letargo tormentati da incubi terrificanti.

mercoledì 10 ottobre 2007

La moneta e il baratto: SCEC


In un'epoca dove l'economia oramai viene gestita da entita' sovranazionali che operano a livello globale come in un grosso monopoli e' interessante vedere il nascere di nuovi fenomeni rivoluzionari di autogestione economica come lo SCEC.
Oramai sappiamo l'importanza della moneta negli scambi e nell'economia, e' sicuramente una mezzo efficiente ed efficace per snellire i mercati e il commercio. Col passare del tempo pero' la moneta ha dovuto sostenere il peso di generare la fiducia dei consumatori e di chi la utilizza che ne garantiscono il suo valore legale.
Nel 1945 con bretton Woods il dollaro diventò moneta chiave del nuovo sistema di cambi. Quando l’Europa cominciò a diventare più ricca cominciò a ricomprare l’oro dagli stati uniti. Nel 1968 gli USA istituirono un doppio mercato dell’oro, uno libero e uno per i governi. Nel 1971 Nixon annunciò che gli Usa avrebbero abbandonato ogni legame con l’oro. Oggi le monete nazionali sono completamente slegate all’oro.Questo ha portato in poco più di 35 anni alla più grande inflazione della storia e contemporaneamente a far salire il prezzo dell’oro. L’oro da 35 dollari all’oncia è oggi arrivato a oltre 750 dollari. Negli ultimi 7 anni il prezzo è quasi triplicato. La FED da qualche anno non comunica più la quantità di denaro circolante. Non solo quindi la parità con loro è stata abolita da decenni ma ora non sappiamo neppure quanti dollari circolano sul pianeta. Questi temi sono di estrema attualità in quanto ben riuscite a comprendere come alla estrema debolezza del dollaro corrisponda una maggiore inflazione e un prezzo per le materie prime via via più elevato (ORO IN PARTICOLARE).
Ecco perche' sappiamo bene che la carta con cui e' fabbricata la moneta non rappresenta il valore della stessa. In un'economia capitalistica del massimo profitto, dello sfruttamento intensivo delle risorse, del consumo insensato e dell'avidita' dove inevitabilmente l'inflazione continua a crescere ogni anno portandosi appresso aumento dei prezzi, della tassazione e chiaramente dell'evasione fiscale e dei reati e' quasi impossibile pensare che dal basso nascano iniziative rivoluzionarie e indipendenti di autogestione economica. In un mondo globalizzato dove l'interdipendenza delle economie nazionali e' massima e un minimo battito d'ali in america produce un uragano in cina l'iniziative dello SCEC e' a dir poco futurista. Lo «Scec», sta per Sconto che cammina, ed e' un tentativo di barcamenarsi tra la rigidità dell’euro che ha corso legale, le tassazioni altissime e l’arte di arrangiarsi, la fantasia applicata al baratto. E' un sistema monetario alternativo, o per meglio dire complementare, è fondato sull’utilizzo di una moneta popolare, lo Scec. Questo sistema si affiance all'euro perche', mentre l'euro continua ad essere utilizzato gli viene affiancato lo Scec, se un bene costa un euro lo si paga per esempio 80 centesimi e gli altri 20 centesimi vengono pagati in Scec. In questo modo si mette in circolazione un'altra moneta che puo' essere utilizzata per acquistare da un determinato paniere di beni che viene concordato dai commercianti che aderiscono al progetto. Piu' gli affiliati al progetto aumentano piu' Scec entra in circolazione e si crea quell'area fiduciaria intorno al progetto che da quasi valore legale a questa nuova moneta. Il taglio di questa moneta varia da 1 a 10 euro (di sconto) e a distanza di 5 mesi dall'avvio di questa iniziativa con 850 affiliati al progetto si sono messi in circolazione circa 36.400 Scec. Esso rappresenta in sintesi una valuta locale, in questo caso di quartiere perche' l'iniziativa e' partita dall'Associazione Masaniello a Napoli che ha voluto rispondere attivamente alla situazione assurda di abbondante produzione di beni di consumo a fronte di un debolissimo potere di acquisto dei cittadini.
Dal punto di vista macroeconomico all'apparenza si crea inflazione perche' si aumenta la moneta in circolazione e come conseguenza di cio' inevitabilmente la stessa subisce una svalutazione tale da ingenerare un aumento dei prezzi e quindi un aumento dell'inflazione. In realta' dato che lo Scec si affianca all'euro sostituendone una parte di circolante in teoria fa rimanere l'aggregato monetario pressoche' invariato. La diminuzione del prezzo dei beni e servizi dovuto al fatto che la parte pagata in euro viene scontata con lo Scec stimola e aumenta il livello di scambi di beni e servizi.
Inoltre dato che la moneta non ha corso legale ma solo fiduciario su di essa non c'e' imposizione fiscale prima di tutto. Se un cittadino riuscisse a farsi pagare il lavoro al 50% con pane, carne, frutta formaggio, abbigliamento, vacanze, cure mediche ecc ecc non verrei tassato sul 50% del mio lavoro. Quindi il mio guadagno (e dell’intera comunità che partecipa all’iniziativa) sarebbe sorpendente e non creerebbe certamente inflazione. Nel discorso entrerebbero anche alcune teorie economiche che vedono nel monopolio dell’emissione di valuta a corso legale, ora in capo all’Eurosistema, la fonte di un torto al popolo, poiché lo grava del peso del signoraggio costituito dalla differenza tra il valore nominale e il valore reale della moneta emessa. Chiaramente piu' lo Scec si diffonde e piu' il sistema centrale e locale delle entrate fiscali rischia la drastica diminuzione delle entrate.
Il dato interessante che manca pero' all'appello e' quello relativo al costo per aderire all'iniziativae e sopratutto come gli Scec vengono immessi in circolazione sul mercato.
Impatti sull'economia di questa moneta popolare potrebbe anche averne dal punto di vista dell'offerta di lavoro e forse della creazione di nuovi lavori e di iniziative che possono aumentare il benessere generale diminuendo il livello di disoccupazione ed evitando che le persone vadano a cercare lavoro altrove.
In Italia, il massimo teorico in materia è il defunto professor Giacinto Auriti, promotore, qualche anno fa, di un'iniziativa analoga allo scec nel Lazio, il progetto Simec. In seguito sono nati il Tau in Toscana, l'EcoRoma nella capitale e il Thyrus in Umbria. Inoltre le teorie di Auriti sembrano aver attecchito in una parte della destra parlamentare, tant'è vero che sono state di recente menzionate da Alessandra Mussolini in un dibattito televisivo, nonché da Teodoro Buontempo, deputato eletto nelle file di An e ora nel gruppo misto, più volte intervenuto alla camera contro il signoraggio bancario.
Peraltro, uno sguardo oltreconfine svela scenari imprevisti. Sono oltre 200 gli esperimenti di sistemi monetari alternativi contati nei cinque continenti. Il nord America presenta lo scenario più variegato. Si va dal Liberty dollar, proposto in una quarantina di versioni in altrettante città, all'Hour di Ithaca (NY), dove è stato addirittura istituito un fondo sanitario complementare in Hour in favore della comunità, ai Calgary Dollars e vai dicendo. «Il sogno è quello di restituire alle economie locali - conclude Gianfranco Florio, uno dei promotori del circuito EcoRoma - connotati effettivamente tali, senza che la ricchezza in esse generata sia di esclusiva pertinenza dei poteri forti delle grandi imprese e dei loro azionisti. Con l'EcoRoma vorremmo trasformare questa illusione in realtà».
Riferimenti:
Qui ci sono i riferimenti di chi ha parlato prima di me di questo argomento:

lunedì 8 ottobre 2007

L'Universita' e la Catena

Come un faro che illumina nella notte buia e tempestosa il cammino delle navi verso il porto sicuro cosi' allo istesso modo l'Universita' rappresenta la luce della conoscenza che ci rende liberi e individui completi perche' ci riappropriamo del nostro patrimonio storico culturale. L'Universita' nella struttura della catena e' di fondamentale importanza perche' e' alla basa della crescita interiore e intellettuale dell'individuo. Essa rappresenta il punto di riappropriazione del senso di appartenenza storica dell'individuo e della sua crescita culturale nei secoli. Lo scandalo ai nostri giorni e' che questo tipo di istituzioni concedano l'accesso ai loro insegnamenti a pagamento. Le condizioni di vita e anche le barriere all'ingresso che molte universita' impongono fanno si che la condivisione della conoscenza e della ricerca sia un bene a cui puo' accedere solo chi puo' permettersi di pagare e di poter spendere del tempo senza lavorare per mantenersi. Un meccanismo del genere non fa altro che appiattire la societa' ed aumentare la forbice tra istruiti e analfabeti, tra ricchi e poveri, tra uomini e bestie. Nella catena il concetto di universita' va a pari passo con quello di condivisione della conoscenza, un meccanismo che ha le sue fondamenta nelle strutture reticolari dell'istruzione. L'istruzione che inizia ad essere fornita fin dalla giovane eta' deve essere intesa come un flusso continuo senza interruzioni. La' dove ci sono figure professionali che praticano l'insegnamento e che quindi si mettono a disposizione della comunita' ci deve essere anche l'affiancamento di chi svolge altri mestieri ma che dedica il tempo rimastogli a disposizione ad un qualunque interesse che condividera' con gli altri. Tutti siamo insegnanti e tutti siamo alunni e non si finisce mai di imparare, ed e' per questo che ogni giorno si va a lezione e ogni giorno si scambiano conoscenze nella catena. E' come se la conoscenza condivisa rappresentasse il midollo spinale dell'organismo comunita', per questo motivo devono necessariamente essere adibiti degli spazi come un tempo erano i fori o le piazze greche dove si discute e ci si confronta e si tiene lezione su qualunque cosa. Questi fori sono l'emanazione articolata delle Universita' che a differenza di essi sono spazi dove l'approfondimento viene favorito da una struttura piu' organizzata e per cosi' dire fatta a posta. E' indubbiamente vero che col passare degli anni l'uomo scopre passioni e interessi che prima non l'avevano mai sfiorato, per potergli permettere di approfondire e intraprendere nuovi cammini di conoscenza e' necessario mettergli a disposizione le strutture idonee o tutta questa passione sfiorisce e la comunita' rischia di perdere qualcosa di valore.

La rete e i poteri forti

Proporre una struttura economica e sociale come la catena significa andare in contro a un problema di ordine opportunistico. Sappiamo bene che oggi le societa' sviluppate costituiscono la minoranza della popolazione sulla faccia della terra e queste ultime consumano quasi l'80% delle risorse del pianeta. I costi di questi consumi sono indirettamente scaricate sul resto della popolazione mondiale che vive in uno stato miserevole di poverta'. Prefigurare la possibilita' di una societa' universalmente connessa e che soddisfa i suoi bisogni collaborando sembra un obiettivo impossibile e per alcuni fastidioso. Non dobbiamo scordarci che nelle societa' sviluppate la maggior parte della produzione e' concentrata nei servizi terziari i quali a loro volta non possono sempre definirsi propriamente produttivi per quel che riguarda il soddisfacimento dei bisogni primari delle persone. E' anche vero probabilmente che la stessa terra non riesce piu' a sostenere la crescita democrafica della razza umana. La via che propongo e' quella dell'integrazione della produzione compatibilmente con i ritmi della natura, la sovraproduzione che risponde a meccanismi di profitto sta distruggendo i territori rendendo sempre meno fertile la terra e diminuendo le disponibilita' di territori coltivabili. L'unico futuro che ci propongono e' quello dell'OGM e delle coltivazioni artificiali. Esiste poi una presenza di poteri forti che sopravvive mantenedo la situazione economica e produttiva cosi' com'e' sfruttando il sentimento opportunista che regna in ognuno di noi. I costi indiretti della produzione come l'inquinamento, l'inaridimento delle terre coltivabili, la sottrazione di risorse alle popolazioni del terzo mondo, la poverta' per la maggior parte dei consumatori mondiali e' trasparente ed e' un fardello troppo pesante perche' possa essere gestito dal singolo individuo. E' per questo che le persone comuni si rifugiano nella loro "zona di comfort" fatta di abitudini e di bisogni e servizi che gli vengono forniti e che nell'insieme costituisce la sua qualita' di vita. Non sono disposti facilmente a rinunciarci. L'opportunismo e l'individualismo che oramani regnano in ogni individuo lo portano a sfruttare ogni inefficienza del sistema a suo vantaggio perche' il sistema stesso rappresenta un corpo estraneo dalla sua persona, non lo sfiora minimamente l'idea che il sistema e' fatto di persone come lui e che ogni suo privilegio e' qualcosa tolto ad un altro. Si e' perso anche il concetto che le soddisfazioni costano fatica e sudore della fronte e ogni cosa va guadagnata, e' anche una questione di dignita' personale. Oggi la vita e' diventata troppo facile e banale, troppo comoda e priva di grosse emozioni, quasi perde di ogni significato perche' le cose ti arrivano senza muovere un muscolo. E qualcuno, pochi, ci marcia su questo sistema di cose e vive al di sopra delle possibilita' della gente comune. Questi sono i poteri forti, coloro i quali fanno squadra per mantenere le loro posizioni di privilegio ma che poi si mangiano tra di loro quando si tratta di dividere la ricca torta. Ogni mezzo e' lecito per i poteri forti per mantenere la situazione cosi' com'e' ed allargare la loro influenza e la dipendenza della gente da loro. La situazione attuale vede le persone dipendere come cuccioli appena nati dalle mammelle del sistema e il sistema e' un corpo estraneo gestito dai poteri forti, il sistema e' lo stato, sono le multinazionali, sono le grosse strutture finanziarie e sono gli enti sovranazionali. Tutti loro sono spinti dalla brama di potere e dalla ricchezza. Spingere per un sistema in cui tutti collaborano e danno il loro contributo significa dare giustificazione e significato alle proprie azioni e come si potrebbero porre queste persone che vivvono da parassiti succhiando il sangue a un sistema-mostro che loro stessi hanno creato e alimentano? La loro arma contro la catena e' la perdita delle comodita' e dei privilegi sia piccoli che grandi a cui nessuno puo' rinunciare facilmente. Tra una prospettiva di fatica e sudore della fronte e l'attuale vita comoda e piena di agi la scelta non e' difficile. E' per questa ragione che i poteri forti sopravvivono e mantengono salde le loro posizioni altolocate e la gente comune vive nell'aspirazione a ricoprire un giorno quei posti. Falso ideale che occupa la mente di ognuno di noi trasformandolo in brama, e' un gioco che ci riporta al mondo animale da cui veniamo. Come in un branco esiste il capo che domina allo stesso modo egli sa che prima o poi la sua posizione di privilegio verra' minacciata da un giovane lupo che vorra' prendere il suo posto. Nella vita lottiamo per prendere posizioni di privilegio, per avere piu' soldi e ci scordiamo di essere diversi dalle bestie e di avere una mente razionale che pensa e studia il mondo che gli sta intorno e che crea e costruisce e che grazie al confronto con i suoi simili puo' arrivare a toccare la perfezione. In fondo anche il potere e' una forma di rapporto con gli altri in cui quello che cerchiamo e' il riconoscimento e l'approvazione, solo che e' una forma corrotta di interazione con gli altri. Molto probabilmente per sbloccare la situazione di staticita' delle dinamiche sociali attuali verso una configurazione che prevede la catena/rete come prospettiva avremo bisogno di una guida. Piu' la coscienza umana e la razio perdono di lucidita' e si assopiscono negli schemi di tutti i giorni e piu' e' forte l'esigenza di una leader che risvegli le coscienze, e l'esigenza viene proprio dalle coscienze di tutti che indirettamente chiedono di essere risvegliate. Il leader e' una guida un simbolo del cambiamento, il succedaneo dei poteri forti e per questo la sua nascita e ascesa sara' da sempre osteggiata.

mercoledì 3 ottobre 2007

Il Monastero

Istituzione fondante e strumento facilitatore per la realizzazione della catena o rete e' il Monastero. Per istituzione intendo quell'organizzazione, o meccanismo o struttura sociale, che governano il comportamento di due o più individui. Non a caso uso la terminologia simbolica che rappresenta il centro di culto religiosa delle comunita'. Come il monastero e' il centro di culto religioso cosi' il monastero e' il centro nevralgico della catena, punto fondamentale di aggregazione e di confronto. La Secolarizzazione in occidente ha portato alla perdita dell'ingerenza della religione nella vita di tutti i giorni generando pero' uno Stato e un'articolazione amministrativa che rappresenta quasi un corpo estraneo a quello che e' il reale tessuto sociale. Citando Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Secolarizzazione) La societa' - nel suo complesso - non adotta più un comportamento sacrale, si allontana da schemi, usi e costumi tradizionali, da posizioni dogmatiche e aprioristiche, specialmente in campo religioso; questo fenomeno investe tutto il sistema dei valori, modificandoli e, con essi, trasformando anche le identità, le appartenenze, comprese quelle laiche o laicizzate. Questo aspetto della modernizzazione che ha incentivato l'istruzione laica obbligatoria e la separazione tra stato e chiesa ha avuto come conseguenze da una parte l'urbanizzazione, l'industrializzazione e la mobilita' di classe ma di contro ha introdotto l'individualismo, la passivita', la corruzione e il parassitismo. Chiaramente in contrapposizione alla secolarizzazione non pongo il dogmatismo e le verita' aprioristiche e quindi non prefiguro la creazione di un clero che abbia un ruolo distinto da quello dei fedeli di tipo direttivo, ma una autogestione fondata su valori sacri cioe' intoccabili e che appartengono alla sfera del divino. Invoco la sacralita' dei valori perche' devono essere intoccabili e non rispettarli deve essere considerato peccato verso il genere umano stesso, sacrilegio. La sfera dei valori e' separata dall'uomo, e' verita' assoluta e universale, e' il contatto diretto con la divinita' che risiede nell'uomo e' l'aspirazione alla divinita' dell'uomo stesso. Non per questo credo nell'esistenza materiale di uno Dio ma credo nell'esistenza della natura divina dell'uomo daterminata dai suoi valori piu' alti. Per questo il monastero deve essere il centro dell'insegnamento dei valori sacri che si adopera a che vengano tramandati e messi in opera grazie alla tradizione e alla liturgia. Il monastero e' il luogo dove la ricerca della verita' e della liberta' interiore avviene attraverso un cammino insieme agli altri, un luogo dove il rito comunionale ricalca i passi del "discorso della montagna" nel Vangelo secondo Matteo come orientamento generale ma differendo nei contenuti eventualmente. Il monastero con la sua centralita' costituisce le giunture della rete, l'insieme dei monasteri rappresentano una catena dove tutti comunicano con tutti e rappresentano un unico organismo. I monasteri devono diventare centri di educazione spirituale, di conoscenza e di istruzione intorno ai quali costruire la vita di tutti i giorni e organizzarla in tutte le sue articolazioni. Il monastero e' il simbolo dell'appartenenza e della comunione e i fedeli sopportando grandi sacrifici si battono per la verita' e la giustizia allontanado da se la corruzione, il desiderio, l'ignoranza e la paura. Il monastero diviene il centro della coscienza morale, il punto di riferimento e lo stimolo per la buona pratica delle virtu' con la sua liturgia. Solo con la presenza del monastero e' possibile un autentico recupero della verita' e del significato del proprio destino, un recupero della nostra coscienza religiosa lontana dalle gerarchie clericali e dalla ricerca di una consolazione divina e un paradiso celeste ma piu' vicina alla divinita' che e' dentro l'uomo.

lunedì 1 ottobre 2007

Birmania, Sri Lanka e Maldive: nuove rivoluzioni?

Cosa lega questi paesi oltre all'evidente fatto di trovarsi in una posizione geografica di vicinato. Ufficialmente sono delle repubbliche che hanno conquistato la loro indipendenza dal regime coloniale in tempi recenti, andiamo per ordine quindi e vediamo cosa c'e' sotto.
Sri Lanka:
Lo Sri Lanka, la lacrima dell'India, nel 1948 conquista la sua indipendenza come repubblica dal dominio prima portoghese poi olandese e infine colonia inglese. E' sempre stato un paese caratterizzato dalle profonde tensioni tra la maggioranza singalese di religione buddhista e la minoranza Tamil induista. Ci sono stati vent'anni di scontri civili tra governo in carica e tigri Tamil fino al 2001 con la firma di un trattato di tregua. Sta di fatto che da una parte Stati Uniti, Inghilterra, Australia, India e Canada hanno dichiarato i Tamil organizzazione terroristica mentre dall'altra parte il presidente dello Sri Lanka ha dichiarato che ci sono profonde discriminazioni razziali nella societa' singalese che portano al terrorismo. I Tamil ancora oggi chiedono la separazione di uno stato indipendente e nella regione nord hanno costituito un vero e proprio stato indipendente con organi di polizia, giustizia e fisco e sono finanziati dall'imponente diaspora tamil in America, Canada, Inghilterra, Australia. Il governo in Sri Lanka sta assumendo connotazioni nazionalistiche e conservatrici, il capo dello stato e' sia capo del governo che comandante in capo delle forze armate e puo' sospendere un'udienza parlamentare o sciogliere il paramento in qualsiasi momento. L'Economia si e' mossa da un moderato socialismo ha un aumento delle privatizzazioni e all'apertura all'economia di mercato con le esportazioni: tessile e abbigliamento (63%) e alimentare con cannella e te (20%). L'economia negli anni 90 e' cresciuta del 5,5% finche' una siccita' e il deteriorarsi della sicurezza diminuirono la crescita al 3,8% nel 1996. Ci fu una ripresa tra il 1997 e il 200 ma nel 2001 ci fu la prima contrazione nella storia del paese dovuta a una combinazione di carenze di energia, gravi problemi di bilancio, la crisi economica globale e il conflitto etnico in corso. Oggi pero' la borsa di Colombo ha una grande crescita e lo Sri Lanka ha il piu' alto reddito pro-capite dell'Asia meridionale che e' quasi il doppio dell'India. inoltre i dati piu' che ottimi del turismo hanno portato la crescita nel 2007 al 7%. C'e' inoltre da far notare un tasso di alfabetizzazione del 92% e il 66% della popolazione ha frequentato scuole superiori.
Birmania:
Confina con Bangladesh, India, Cina, Laos e Thailandia. Dopo il colpo di stato del 1988 e' sotto il regime militare di Than Shwe. Anche la birmania come lo Sri Lanka e' un paese in via di sviluppo con una popolazione di 51 milioni di abitanti. L'etnia maggioritaria e' quella dei Bamar ed e' in perenne conflitto con le minoranze locali che sono tante e nel 1948 quanto la Birmania si trasformo' in una repubblica indipendente liberandosi dal dominio dell'Inghilterra, avanzarono richieste di uno stato federale supportandole con una guerriglia che fu soffocata duramente. La popolazione birmana e' molto composita e questo rende difficile l'integrazione dei vari gruppi etnici. Nel 1962 il governo democratico fu destituito da un colpo di stato militare che porto' al governo una giunta militare per 26 anni in cui furono persegite politiche socialiste con la nazionalizzazione delle industrie, la soppressione dei partiti e la proibizione del libero scambio che portarono all'isolamento del paese: chiaramente anche i diritti civili e la liberta' di stampa furono aboliti. Dopo le rivolte studentesche del 1988 che provocarono migliaia di morti il generale Ne Win al governo si dimise e fu proclamata la legge marziale mentre un altro generale organizzo' un altro colpo di stato. Nel 1990 si tennero per la prima volta in 30 anni le elezioni libere e il partito del premio nobel per la pace Aung San Suu Kyi porta all'Assemblea Costituente 392 membri su un totale di 485, questo causo' da parte del partito al governo spalleggiato dall'esercito lo scioglimento dell'Assemblea e l'arresto dei leader del partito all'opposizione. L'aspettativa di vita in Birmania e' di 58 anni per i maschi e 64 per le donne e la mortalita' infantile e' del 69 per mille, tutto questo pone la birmania nella fascia dei paesi a basso sviluppo umano e inoltre il 79% della popolazione vive in villaggi. L'analfabetismo pero' e' stato ridotto al 15%. La birmania e' una delle nazioni piu' povere del mondo per ristagno economico, cattiva gestione ed isolamento. Con il governo militare/socialista il governo controllava tutte le aziende con l'eccezione di quelle agricole. Solo nel 1989 il governo ha iniziato a decentralizzare il controllo economico liberalizzando determinati settori dell'economia, pero' le industrie delle gemme, la lavorazione dell'olio e la silvicultura rimangono ancora severamente regolate. Sotto il dominio britannico la birmania era una delle colonie piu' ricche con le esportazioni di riso, olio e teck, oggi la mancanza di infrastrutture la rende una delle piu' povere: ferrovie vecchie e rudimentali, poca manutenzione, poche autostrade e le merci viaggiano sopratutto attraverso il confine birmano-thailandese da dove la maggior parte delle droghe illegali sono esportate. La coltura primaria e' il riso anche se solo il 14% del territorio e' coltivabile. Sulle montagne nordorientali ai confini con il Laos e la Thailandia e' diffusa la coltivazione di oppio (da cui si ricava l'eroina) nel cosidetto Triangolo d'oro. E' consistente il patrimonio dato dall'allevamento di bovini e la pesca, inoltre le foreste forniscono pregiati legnami tra cui il teck. Inoltre ci sono discrete riserve petrolifere nelle isole e una buona presenza di gas naturale. Si estrae piombo, zinco, stagno e tungsteno e rubini. Tra le industrie si evidenziano quella tessile, alimentare, cementizie, metallifere e belliche. il ricco patrimonio artistico di templi e monasteri ha accresciuto l'industria del turismo evidenziando questo come il principale settore nel terziario. Nella cultura Bamar il monastero e' il centro della vita culturare e i monaci sono venerati anche dai laici, monaci buddhisti. Il 92% della popolazione e' buddhista. La Birmania da quando il regime militare si e' instaurato e' stata teatro di una feroce guerra civile, fra i maggiori gruppi attivi vi erano i comunisti. Ci sono attualmente molti rifugati al confine con la Thailandia dove sono presenti campi profughi e li' sono privi di corrente, medicinali e la popolazione e' estenuata da fame e malnutrizione e per sopravvivere molti bambini vengono costretti alla prostituzione e al lavoro forzato. Sul paese pesano le sanzioni economiche dell'America e della UE contro il regime militare. Questo ha fatto si che molte aziende occidentali abbiano lasciato la Birmania favorendo l'ingresso di societa' asiatiche (tra cui la Cina) che investono pesantemente sopratutto nell'estrazione di gas naturale.
Maldive:
Durante la seconda guerra mondiale sono un possedimento strategico per la marina britannica. L'indipendenza dall'Inghilterra fu sancita nel 1965 e divenne un sultanato a maggioranza islamica. Nel 1968 diviene repubblica presidenziale. L'aspettativa di vita è cresciuta negli ultimi anni in seguito al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e attualmente è pari a 64,06 anni. La popolazione maldiviana e' di origine indiana o araba e di religione islamica sunnita ma negli ultimi anni si è verificata una notevole immigrazione dallo Sri Lanka, dall'India e dal Bangladesh a scopo d'impiego presso i villaggi turistici. La risorsa economica principale è il turismo che costituisce circa il 20% del PIL. Gran parte delle entrate statali sono costituite da imposte e tasse legate al turismo o a dazi sulle importazioni. Le isole destinate a divenire resort turistici vengono date in concessione a società estere, spesso basate negli Emirati Arabi uniti, che vi costruiscono il resort e lo gestiscono per un certo numero di anni, stringendo accordi commerciali con le agenzie o gli operatori turistici esteri che inviano i propri clienti. Allo scadere della concessione, l'isola e tutto ciò che vi è stato costruito ritorna in possesso del governo maldiviano che solitamente rinnova la concessione o la affida ad un'altra società. L'attività principale è la pesca ma è rilevante anche lo sfruttamento dei coralli per ricavarne materiale da costruzione. L'agricoltura risente ovviamente della scarsità di terreno coltivabile; su ogni isola abitata vi sono piccole piantagioni di palme da cocco, papaya e alberi del pane. Il cocco rappresenta la risorsa agricola principale. Il Presidente, che è anche capo delle forze armate e suprema autorità religiosa, viene eletto dal Parlamento per un periodo prorogabile di 5 anni. Nel Paese, anche se la costituzione ne consente la formazione, non esistevano partiti politici e il presidente attuale governa il paese in modo totalitario, esercitando un rigoroso controllo dei mezzi di informazione e impedendo di fatto l'esistenza di un movimento di opposizione. E' stato pubblicato un rapporto da Amnesty International sulle violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime del presidente tra cui maltrattamenti nelle carceri maldiviane, imprigionamenti di giornalisti e politici dell'opposizione e sviluppo di numerose carceri negli atolli più distanti. Nell'agosto 2004 vi è stata una imponente manifestazione a Male' per chiedere il rilascio dei prigionieri politici e una riforma del sistema politico. La manifestazione è stata dispersa dalle forze dell'ordine e nel Paese è stato dichiarato lo stato di emergenza; in seguito a queste vicende si sono accese altre manifestazioni contro il regime che, secondo l'opposizione esiliata all'estero, hanno portato a ulteriori arresti di massa.

Siamo quindi in presenza di tre paesi in via di sviluppo dominati da regimi totalitari e da religioni che investono la vita politica dei cittadini, anche se con storie diverse alle spalle, e sconvolti da intolleranze etniche. E' di oggi la notizia dell'esplosione di una bomba artigianale nella capitale delle Maldive che segue quella della rivolta dei monaci buddhisti contro il regime militare in Birmania. Non e' facile uniformare e omologare popolazioni con culture cosi' radicate anche grazie alla profonda influenza e penetrazione della religione. Qui l'identita' di popolo e' ancora troppo forte rispetto agli stereotipi capitalistici che tanto hanno attirato la societa' occidentale che aveva abbandonato il suo "oppio dei popoli" per avvicinarsi a una nuova droga. D'altro canto e' piu' facile sottomettere un popolo con una sua precisa identita' e che ha profondi valori morali e precetti indicati dalla religione, basta imporre la propria guida illuminata in conformita' ai precetti religiosi. Piccole realta' che andranno piano piano scomparendo soggiogate dal peso dell'omologazione globale e che disperatamente fanno sentire il loro grido di ribellione contro l'oppressione. Quanto e' beffardo il destino, oggi quei regimi totalitari che opprimono questi paesi tentano di conservare intatto il patrimonio di identita' di questi popoli preservandolo dalla contaminazione, essi sono la loro unica arma contro la globalizzazione e la mancanza di valori della societa' capitalistica. E' inevitabile come prima o tardi questi regimi cadranno e allora la liberta' conquistata costera' per tutti loro la schiavitu' al regime capitalistico globale.