Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

giovedì 21 febbraio 2008

Evoluzione antropologica dei nostri giorni

E' innegabile oramai che l'ambiente condiziona il tuo sviluppo interiore e fisico. Chi formula teorie standosene comodo a casa su come in quale misura l'ambiente e i comportamenti condizionano le persone non sa realmente come il processo avviene. Basta andare tra la gente tutti i giorni e mischiarsi all'informe gregge di persone che si muove ordinatamente. C'e' una lotta alla sopravvivenza in atto, una guerra tra poveri in cui solo pochi, i piu' furbi, riescono ad emergere. E c'e' una rabbia repressa dentro ogni cittadino che non aspetta altro che di esplodere, basta una piccola provocazione e di solito a provocarla e' sempre la persona sbagliata. La stessa citta' e' diventata piu' simile ad una gabbia, e' come vivere in un enorme zoo fatto di un'unica gabbia e ogni giorno si lotta per rivendicare i propri spazi fisici e spirituali. E cosi' il cittadino si abbrutisce, si chiude in se stesso ed alz le barricate. Egli si trincera dietro il proprio egoismo e lo erge a bandiera per portare avanti i suoi interessi privati anche a svantaggio dell'altro. In questa "guerra" l'altro e' un nemico che spesso vuole imporre e a volte e' solamente noioso. E' un mare di "monadi" cieche, sorde e mute che si muovono per inerzia. Si creano valori personali relativi, si disconosce l'autorita', si protesta per ogni cosa e sopratutto non si ha bene in mente quale sia l'obiettivo finale. L'Italia non e' piu' una nazione ma un gigantesco movimento di individualita' isolate. Nel disorientamento totale non meraviglia il fatto che facilmente si riesce a legare insieme le persone per il perseguimento di un obiettivo. E' facile infatti in questo "minestrone" ergersi a guida e catturare i consensi, proprio perche' manca un punto di riferimento che dia una prospettiva futura diversa. Sono quindi sempre piu' convinto che non e' piu' il tempo dei mediatori e della dialettica ma e' il tempo di una spinta autoritaria. Nuove figure "dittatoriali" sono gia' in nuce, e quando sara' il tempo si manifesteranno. Una grossa crisi sociale e civile e' alle porte.

Campagna elettorale italiana: uno stato che vive congelato

Mentre in Italia si mette in atto in fretta e furia la campagna elettorale, fuori nel resto del mondo grandi sconvolgimenti si realizzano uno dopo l'altro.
-Il Kossovo dichiara l'indipendenza dalla Serbia rivendicando la sua sovranita' a maggioranza albanese islamica sunnita, prima era provincia autonoma ora e' stato indipendente. Un territorio devastato, arretrato, privo di infrastrutture ma che gode di una posizione geopolitica di importanza strategica per gli equilibri etnici e religiosi di tutta la zona dei balcani e di tutti gli stati che al momento sono sotto la madre Russia e che fremono per liberarsene. Da notare che attualmente il Kossovo e' sotto regime di controllo di autorita' provvisorie quali ONU e NATO, e' un territorio commissariato. Quindi e' un cavallo di troia per gli USA e l'Unione Europea per guadagnare terreni e consensi nella marcia verso la Russia. Inoltre dal punto di vista economico il Kossovo e' ricco di carbone e di materiali non ferrosi. Inoltre la Provincia è situata su uno dei corridoi energetici europei destinato a permettere il passaggio di oleodotti o gasdotti per il trasporto di petrolio e di gas naturale estratti nel settore del Mar Caspio e destinati ai mercati europei. Impossibile pensare che in questo caso non ci sia stato lo zampino degli USA, e ora scatteranno le temute pulizie etniche.
- Il Packistan ha avuto nuove elezioni da quando e' sotto dittatura militare e ha vinto il partito dell'opposizione. Un paese con la bomba atomica si trova cosi' al centro di una grossa trasformazione che non sara' certo indolore e dagli esiti incerti.
- Fidel Castro lascia il suo trono in favore del fratello come reggente temporaneo in attesa che venga eletto un nuovo leader. Cade anche l'ultimo barlume di anti-capitalismo che ha saputo resistere a piu' di 40 anni di embargo ma che ha portato dietro di se quasi tutti i paesi dell'america latina che ora costituiscono una coalizione. La speranza degli Stati Uniti e' che con la fine di Castro si allentino anche le difese della coalizione di stati sud-americani e si lascino ancora una volta esportare il capitalismo americano. InItalia invece tutto e' rimasto fermo.  Cade il governo, fatto non nuovo, e si ripresentano le stesse facce portando 
cartelli con 
sigle diverse, cambia il pelo ma non il lupo. E dato che siamo in pieno declino morale, sociale ed economicosi fanno promesse irreali su qualunque cosa. Si dice tutto e il contrario
di tutto. L'informazione e' imbavagliata o asservita e la gente e' confusa ed egoista. Siamo sommersi 
dai rifiuti e presto o tardi saremo sommersi dai risultati e dai costi di anni di corruzione e 
sfruttamento del territorio. Siamo pronti per una rivoluzione.

martedì 12 febbraio 2008

Abbiamo sempre spostato i rifiuti

A casa dove vivo insieme a mio fratello abbiamo due modi diversi di fare le pulizie. A prescindere dal fatto che sto diventando una casalinga isterica e compulsiva tutti e due spostiamo la sporcizia. Che significa direte voi? Vado a spiegare. Io prendo la polvere che spazzo nelle stanze e la getto nel cestino e quella attaccata agli stracci dalla finestra (anche sbattendo i tappeti) e tutto quello che lavo, l'acqua sporca va nello scarico. Sposto quindi dalla casa verso altre destinazioni. Mio fratello semplicemente la polvere che spazza via la sposta dalle stanze direttamente in cucina dove la lascia li' in attesa che qualcuno le trovi altra collocazione. Quello che l'uomo ha fatto fin'ora con i rifiuti e' stato quello di spostarli lontano dalla sua vista. Oggi quei rifiuti stanno tornando indietro. L'unica alternativa che hanno per torglierli dalla vista e' quella di bruciarli. Distruggono quello che hanno prodotto producendo altri rifiuti e sprecando materia prima che viene persa irrimediabilmente. Perche' bruciare bottigliette di plastica significa produrre ceneri e fumi pericolosi ma anche distruggere per sempre il petrolio che e' servito a crearla cosi' che la prossima bottiglietta di plastica avra' bisogno di altro petrolio per essere fabbricata. Sicuramente un modo poco intelligente di guardare al nostro futuro su questo pianeta. Ultimamente si e' scoperta una gigantesca discarica, un minestrone di rifiuti galleggianti di plastica grande il doppio degli Stati Uniti d'America che galleggia nell'oceano pacifico, tenuta insieme dalle correnti sottomarine. C'e' di tutto, dai palloni alle buste di plastica agli spazzolini ai filtri delle sigarette, ci sono piu' di 100 milioni di tonnellate di scarti. Tutto questo e' documentato in un articolo dell'Indipendent attribuendo la scoperta a Charles Moore n oceanografo americano. La grande chiazza si trova al largo della California, attraversa l'oceano pacifico, oltrepassa le Hawaii e arriva fino quasi al Giappone. C'e' qualcuno che da piu' di 15 anni segue questo minestrone di rifiuti e lo descrive come un grosso animale che quando si avvicina alle coste vomita oggetti di plastica. Pare che ci siano rifiuti che risalgono a 50 anni fa, e qualcuno dice che sia la causa della morte di un milione di uccelli e di 100 mila mammiferi marini ogni anno. Tra l'altro quello che cade nell'oceano finisce dentro gli animali che poi sbarcano sulle nostre tavole. In un rapporto del WWf si annuncia che l'Amazzonia e' a rischio collasso. La deforestazione selvaggia e i cambiamenti climatici la stanno sitruggendo. Il piu' grande polmone verde e' fondamentale per la regolazione del clima di tutta la Terra. Le previsioni dicono che entro il 2030 oltre il 55% dei boschi umidi amazzonici potrebbe essere danneggiato irreparabilmente. La foresta assorbe una gran quantita' di calore solare, garantisce un'immensa fonte di acqua dolce e assorbe anidride carbonica dall'atmosfera. La deforestazione quindi fara' riscaldare il clima e diminuire le piogge. Sembra che oramai sia stato innescato un processo incontrollabile che ci portera' all'estinzione della specie.

martedì 5 febbraio 2008

Iran: tracce di un complotto internazionale?

E' in atto un complotto internazionale guidato dall'America per invadere l'Iran? Addentriamoci nel mondo delle informazioni che circolano in Internet per fare il punto della situazione. un articolo di Maurizio Blondet (1) riporta come fonte globalresearch (http://globalresearch.ca/index.php?context=home) e commenta una presunta lettera di un professore dell'universita' del Maryland in cui viene menzionata una richiesta di corsi formativi e programmi educativi per militari in Iran. Intanto internamente in USA regna una situazione catastrofica da recessione, il dollaro e' ai minimi storici, il petrolio sfiora quota 100 dollari al barile, le banche dichiarano buchi di bilancio ogni trimestrale di cassa e vengono acquistate a pezzi dai fondi sovrani dei paesi arabi e dell'Asia, milioni di americani perdono la casa sommersi dai debiti e dall'insolvenza, la borsa oscilla pesantemente verso il basso, si prevede una restrizione mondiale del credito, i generi alimentari rincarano e scarseggiano, tutto fa pensare a una crisi sistemica globale. L'America ha scelto la macchina della guerra e della spesa militare come attivita' principale in una situazione che la vede senza mezzi e sommersa dai debiti per quanto riguarda la bilancia commerciale con Cina e altri paesi del mondo.
In questa situazione economica ballerina destano molto sospetto i nuovi focolai di guerre civili che si stanno riaccendendo in Africa nelle zone del Ciad, Sudan e Nigeria, sembra quasi un fenomeno pilotato. In tutto questo strisciante c'e' anche un inizio di crisi alimentare scattata dall'osservazione delle scorte alimentari mondiali che sono al livello piu' basso della storia. Qualcuno spiega questo fenomeno come effetto collaterale del liberismo globale, e cioe' i prezzi pagati agli agricoltori si abbassano, mentre i prezzi ai consumatori sono in aumento vertiginoso, e questo provoca la fuga dai campi dei contadini, specie nel terzo mondo, dove i contadini sono due miliardi e più. E se fosse proprio questo lo scopo ultimo dell'assurda, folle moltiplicazione dei conflitti e delle instabilità?Ossia se tutto mirasse ad una riduzione tragica della popolazione mondiale? Con la fame e la guerra? Forse il disegno e' piu' complesso, e' un programma a lungo termine che include l'accesso alle materie prime e alle risorse necessarie per continuare a sostenere il consumo americano attuale e per rispondere quindi agli investimenti di capitale che paesi come Cina, Arabia, India ed Europo hanno fatto in america e che presto o tardi vedranno vaporizzato con crisi della finanza mondiale inimmaginabile. L'America e' un'azienda che deve fare profitti per i suoi azionisti di riferimento che altri non sono che i paesi che detengono il gigantesco debito americano nelle loro mani. Torniamo quindi all'Iran. Come avevo citato in un post precedente, le manovre nello stretto di Hormuz alla luce di queste considerazioni risultano ancora piu' sospetti. L'ammiraglia della Quinta Flotta, che manovra nel Golfo Persico, è la portaerei Enterprise (CVN-65). E' una nave molto vecchia, anzi decrepita, si tratta della prima portaerei a propulsione atomica varata dagli USA nel 1961, ed è in lista d'attesa per lo smantellamento, previsto per il 2015. Ciò ha suscitato il tremendo sospetto che sia stata mandata laggiu' in sacrificio per procurare battaglia, per creare un pretesto, arrivando a creare una nuova Pearl Harbour che crei la giusta condizione politica per una guerra totale contro l'Iran e più ampie azioni militari nella regione del Golfo, un classico fin dai tempi della strategia del terrore in Italia. Inoltre lo stretto e' un braccio di mare molto affollato di petroliere tanto da esporre le potenti navi da guerra a bersagli troppo facili.
Nella lista dei sospetti mettiamoci anche la sfortunata frase di Bush su una possibile "terza guerra mondiale" contro l'Iran.
Sull'altro fronte orientale si sta formando in contrapposizione alla NATO lo SCO il potenziale militare del Shanghai Cooperation Organization (SCO), che e' un raggruppamento regionale di Russia, Cina e quattro stati dell’Asia Centrale che effettua esercitazioni militari congiunte negli Urali. Tutto questo compromette pesantemente la figura di super-potenza dell'america.
Altro pezzo del mosaico e' la rivelazione fatta i primi di dicembre del 2007 da parte della Gazprom di vendere i loro prodotti in rubli russi. Il motivo addotto è la continua caduta del dollaro, la valuta con cui si pagano i prodotti petroliferi. infatti il rublo si è fortemente rafforzato ed appare come una moneta più solida dell'euro anche perché con il greggio a 91 dollari al barile per i futures con consegna a gennaio, Mosca sta aumentando le sue riserve valutarie in modo persino eccessivo. Intanto nelle riunioni dell'OPEC, l'Arabia Saudita ha posto un furioso veto alla proposta, avanzata da Iran e Venezuela, di considerare il pagamento del greggio in valute diverse dal dollaro. La monarchia saudita, satellite degli USA (ha appena comprato venti miliardi di dollari in armamenti americani), tenta disperatamente di impedire le fughe dal dollaro da parte dei Paesi petroliferi, specie arabi, sempre più nervosi per la liquefazione della moneta di scambio mondiale.
Anche gli alleati Iraniani si muovono, in un tentativo di espandere la sua presenza militare nell’arena internazionale e ristabilire una presenza navale in Medio Oriente, la Russia ha inviato una flotta navale nella regione, incluso un incrociatore lanciamissili, due navi anti-som e 47 velivoli da caccia. La flotta attraccherà al porto Siriano di Tartus dove la Russia mantiene una base tecnica. Il Ministro della Difesa Russo, Anatolij Serdjukov, ha detto ai reporter che la spedizione "è volta a assicurare una presenza navale e stabilire le condizioni per assicurare la navigazione della Russia."Serdjukov ha aggiunto che la flotta condurrà esercitazioni tattiche con tiri reali e simulati di missili e intende visitare numerosi e differenti porti nella regione. In passato, il Presidente della Russia Vladimir Putin, ha sottolineato la necessità della Russia di rispondere, nell’eventualità di un attacco all’Iran da parte di una potenza straniera. Il sostegno alla presenza navale della Russia, nell’area, potrebbe essere un tentativo di segnalare a Israele e possibilmente agli USA, che se l’Iran è attaccato, la Russia risponderebbe. Il Presidente della Russia ha sottolineato, in numerose occasioni, che si sforzerà d’essere maggiormente presente in Medio Oriente, incluso nel conflitto Israelo-Palestinese.
il 2 Febbraio 2008 le comunicazioni internet sono state interrotte in gran parte dell'Asia, Nordafrica e Medio Oriente. La causa e' stata la rottura di tre, forse quattro cavi sottomarini. Secondo CNN, «Egitto, Arabia Saudita, Katar, gli Emirati, Bahrein, Pakistan ed India stanno subendo gravi danni economici» perché molti affari (fra cui le prenotazioni aeree) avvengono ormai via web. Aggiunge sempre la CNN, e lo scrivo in grassetto che alcune nazioni sono state risparmiate dal caos, come Israele - che usa una sua differente via di traffico - il Libano e l'Iraq.
Dal quadro generale possiamo vedere che schieramenti opposti si stanno posizionando a contendersi il territorio iraniano.
E se l'Iran, una delle nazioni piu' ricche di petrolio, decidesse di fermare le esportazioni? Forse i prezzi salirebbero alle stelle. Forse qualcuno si e' posto questo problema.
Riferimenti:

sabato 2 febbraio 2008

Analisi Petrolio: secondo tempo

Come sostenevo nel primo post (http://lorenzoprosperi.blogspot.com/2007/11/analisi-sulla-bolla-petrolio.html) in cui analizzavo l'innalzamento dei prezzi del petrolio si e' trattato a mio parere di una mossa speculativa di cui oggi anche i giornali finanziari si stanno accorgendo
Sono state delle prove tecniche di trasmissione che hanno dato i loro primi positivi risultati, infatti oggi vediamo pubblicati i risultati da record di Exxon Mobil. Chi e' Exxon? La statunitense Exxon Mobil Corporation è la prima impresa mondiale dell'energia per capitalizzazione di Borsa, un gigante attivo nell'esplorazione, estrazione, trasporto, raffinazione e vendita di petrolio, gas naturale e derivati, nella petrolchimica e nella chimica fine. Nell'esercizio chiuso al 31 dicembre 2002 i ricavi di Exxon Mobil sono calati del 4% a 204,51 miliardi di dollari, mentre l'utile netto prima delle componenti straordinarie è calato del 25% a 11,46 miliardi di dollari a causa della contrazione dei margini di vendita e di raffinazione del petrolio e del rallentamento delle attività nel settore del metano. Il titolo XOM è quotato al Nyse: nell'ultimo anno il range è stato tra un minimo di 29,75 dollari e un massimo di 44,579, con una capitalizzazione di circa 230,3 miliardi di dollari.
Malgrado Exxon abbia riportato nel quarto trimestre del 2006 la prima flessione degli utili in tre anni (-4,3%) a causa del calo del greggio e dei prezzi dei carburanti, Exxon Mobil ha registrato nel 2006 un livello degli utili mai raggiunto nella sua storia. Nel ultimo trimestre, la "big" petrolifera ha registrato un netto di 10,25 miliardi di dollari, pari a 1,76 dollari per azione, rispetto ai 10,71 miliardi di dollari, con 1,71 dollari per azione, dello stesso periodo del 2005. Il dato si è comunque attestato al di sopra delle attese del mercato di 1,51 dollari per azione. In discesa del 9,4% il fatturato a 90,03 miliardi di dollari dai 99,34 miliardi di dollari dello scorso anno. La vera sorpresa è però giunta dagli utili complessivi che nel 2006 sono ammontati complessivamente a 39,5 miliardi di dollari, in rialzo del 9,3% rispetto a quelli del 2005. Si tratta del maggior guadagno di sempre per qualsiasi società americana, e ricordiamo che il precedente primato del maggior guadagno apparteneva sempre alla Exxon.
Inoltre in Italia Eni cresce più degli altri ed è passata da 1 milione di barili al giorno nel 2000 a quasi 2 milioni nel 2008. A queste dichiarazioni dell'Ad di Eni, Paolo Scaroni, l'azione del colosso oil ha accelerato al rialzo in Borsa e ora guadagna l'1,34% a quota 21,88 euro, complice un prezzo del petrolio in rialzo (sopra 92 dollari in pre apertura a New York) dopo che l'Opec oggi ha deciso di lasciare la produzione quotidiana invariata ai livelli attuali e di aspettare il prossimo meeting del 5 marzo per riprendere in esame la questione.
L'intero settore oil europeo sale allo Stoxx dello 0,99% sulla scia anche dei profitti record di Exxon. Il colosso del petrolio ha guadagnato 11,66 miliardi di dollari nel quarto trimestre, il 14% in più di un anno fa. Le vendite sono aumentate del 29,5% a 116,64 miliardi.
Analisi Macroeconomica:
L'Opec in sostanza da deciso di prendere tempo: la speranza è che per allora siano divenuti più chiari i contorni del quadro macroeconomico mondiale. La drastica manovra di riduzione del costo del denaro portata avanti dalla Fed rischia di indebolire ulteriormente il dollaro che è la divisa di riferimento del greggio.
Se il dollaro dovesse scendere ancora risentendo dei recenti tagli dei tassi di interesse, il costo del petrolio espresso in dollari potrebbe tornare a salire nuovamente riagguantando la soglia dei 100 dollari il barile. E l'Opec teme che un barile a questi prezzi in un contesto macroeconomico recessivo possa avere un pesante effetto sulla propensione ai consumi degli occidentali e in particolare degli americani.
Proprio per questo motivo, alcuni esperti ritengono che l'Opec inizierà nel corso dei prossimi mesi a ridurre in silenzio la produzione quotidiana. Ora infatti il prezzo del petrolio limita le perdite sul listino Nymex dove il Wti fa segnare prezzi in calo rispetto ai fixing precedenti grazie al taglio dei tassi di interesse americani da parte della Fed. C'e' da sottolineare anche il fatto che l'Opec ha stimato che la domanda di petrolio nel 2008 crescerà di 1,3 milioni di barili al giorno rispetto al 2007 a una media giornaliera di 87,1 milioni di barili. La stima, contenuta nel rapporto mensile dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di greggio, è invariata rispetto all'ultima valutazione. Saranno soprattutto i Paesi non Ocse a contribuire all'aumento della domanda rispetto al 2007, con un incremento di 1,1 milioni di barili al giorno (80% della crescita totale). Per i Paesi Ocse, invece, il rialzo della domanda sarà soprattutto legato al Nord America (+0,3 milioni di barili al giorno), quando per la Cina è previsto un aumento della richiesta di 0,4 milioni di barili al giorno a una media di 7,98 milioni. Proprio la Cina ultimamente sta attraversando la peggiore crisi energetica della sua storia. Si da la colpa al freddo e alla neve, ma mancano all'appello ben 70 Gigawatt, pari all'intera produzione della Gran Bretagna. Si parla di decine di milioni di persone senza elettricità, di centinaia di migliaia bloccate alle stazioni ferroviarie (in Cina i numeri sono sempre enormi), e di chiusura di miniere di carbone per motivi di sicurezza... finalmente se ne sono accorti, chissà. Anche la siccità ci sta mettendo lo zampino, diminuendo la produzione idroelettrica per mancanza d'acqua. Sono stati chiuse parecchie centrali a carbone, sarà forse una prova generale visto che incredibilmente la Cina diventerà importatore di carbone entro un anno. Non a caso, il governo ha imposto una moratoria sulle esportazioni di carbone. Ma la Cina non è l'unica a stare al buio: ancora più incredibile è la situazione sudafricana. La richiesta di elettricità è talmente aumentata nell'ultimo anno, che semplicemente... non basta. Anche qui, tra governo e compagnie estrattive comincia anche il solito braccio di ferro: se le compagnie continueranno a vendere il carbone all'estero, il governo continuerà a chiudere loro i rubinetti delle forniture elettriche. Siamo al razionamento, le miniere d'oro hanno deciso di chiudere i battenti, e la stessa cosa succede in Zimbabwe dove a causa della crisi energetica la produzione aurifera cala di quasi il 40%. Chissà cosa succederà, con l'oro che già più volte ha sfiorato i 1000 dollari l'oncia...
Alcuni analisti sostengono che in questo 2008 il prezzo del petrolio si abbassera', lo credo probabile anche io perche' la situazione economica potrebbe registrare un calo generale con tendenze recessive e l'inflazione tende a salire, e inoltre perche' questa prima speculazione sul prezzo ha gia' portato buoni profitti nelle tasche di chi in questo momento doveva guadagnare (vedi Exxon) per affrontare eventuali pesanti investimenti in grado di affrontare le sfide energetiche del futuro e quale posto migliore dove recuperare soldi se non sul mercato.
Prospettive:
Intanto sul fronte "fonti di approvvigionamento" gli occhi stanno puntando sull'Antartide e la strategia globale per l'energia e' una penosa litania recitata da tutti i governi occidentali di comune accordo:
investiremo in più impianti di carbone a basse emissioni, rivoluzionarie tecnologie per energia solare ed eolica, energia nucleare pulita e sicura. La situazione e' chiara, se vogliono continuare a trivellare tutto il sottosuolo terrestre e marino del mondo possono farlo e hanno modo di trovare i finanziamenti speculando sul prezzo e hanno la possibilita' anche di trovare parecchio petrolio ancora. Il problema vero e' se vogliamo che la cosa continui perche' la richiesta di petrolio aumentera' sempre di piu' e le risorse della terra verranno sempre di piu' depauperate a ritmi crescenti con l'aggravante di generare solo una quantita' di materiale di scarto (e cioe' i rifiuti di ogni genere) che sta invadendo ogni spazio vivibile del pianeta.

Riferimenti:
1) http://petrolio.blogosfere.it/

venerdì 1 febbraio 2008

Asimmetrie informative: caso di studio il Petrolio

Perche' l'informazione e' fondamentale nella vita di tutti i giorni? Perche' da un'esatta conoscenza dei fatti e dalla possibilita' di recuperare tutte le informazioni necessarie ed sopratutto dall'esattezza delle stesse dipende anche la gestione delle nostre risorse, dell'economia di tutti i giorni, della giustizia sociale, insomma regola ogni istante della nostra vita.
Nella vita produttiva di un paese l'impossibilita' di avere informazioni complete ed esatte da vita a fenomeni di moral azard o di selezione avversa che altro non sono che comportamenti che tendono a favorire gli interessi personali e particolari a scapito della comunita'. L'informazione ha quindi un valore non solo come arricchimento personale e culturale ma anche un valore economico vero e proprio perche' e' determinante sulla distribuzione della ricchezza e sulla gestione delle risorse.
Anche quello che vi sto dicendo ora non e' esente da errore perche' sono informazioni recuperate dai quotidiani e da Internet sulle quali poi io faccio le mie considerazioni e previsioni. Chiaramente se sono sbagliate le basi, e cioe' la correttezza dell'informazione, crolla tutto il castello di carte.
Partiamo da una notizia apparsa su un giornale che dice "Lima, petroliera esplode mentre caricava petrolio nel pacifico, affonda con 1300 barili di greggio a bordo". La prima domanda che mi sono fatto e' stata, ma e' possibile che una petroliera contenga solo 1300 barili di petrolio? Andiamo a controllare la notizia con altre informazioni. Su un articolo di repubblica trovo infomazioni riguardo ai barili di petrolio che vado ad elencare. Non tutti sanno a quanto corrisponde l'unita' di misura tipica dell'oro nero e cosa si puo' fare con quella quantita'. Intanto il petrolio viene utilizzato per ricavare energia ma anche per realizzare un'infinita' di prodotti di uso quotidiano.
- trasporti: auto, camioni, navi, aerie dipendono dal petrolio e da questi dipende l'industria e sopratutto il commercio e quindi la produzione e la vendita.
- abbigliamento: il 90% di calze, mutande, scarpe, pantaloni, camicie, giubbotti, è fibra sintetica o altri derivati del petrolio, non esistono abbastanza pecore e campi di cotone per vestire 2 miliardi di persone... pensate 6.
- casa: il 90% di quello che vedete in casa/ufficio/strada è plastica, non esiste abbastanza legno o metallo per fare tutto, il truciolare è tenuto insieme da “colle” derivate dal petrolio.
- elettronica: tutte le cose elettriche ed elettroniche usano plastica, pensate allaguaina dei fili elettrici, ma gli stessi componenti elettrici/elettronici fanno uso di plastica, dunque senza petrolio addio elettricità, addio elettrodomestici, addio frigoriferi, addio computer, addio TV e radio ecc.
- meccanica: tutte le cose meccaniche fanno uso di derivati del petrolio, le guaine, le guarnizioni, il grasso, l'olio, certi componenti di plastica,contenitori...
- vernici: tutte le vernici e colori sono prodotti del petrolio. - igiene: detersivi, saponi, prodotti pulenti vari, ma anche i profumi, deodoranti ecc, sono tutti (salvo rare e costose eccezioni) di produzione dal petrolio. - salute: il 99% delle medicine è prodotta chimicamente dal petrolio, anche l'insulina per i diabetici, farmaci salvavita ed antibiotici! - agricoltura: niente trattori, niente diserbanti, niente pesticidi, niente fertilizzanti, non esiste abbastanza prodotto naturale per tutto, quanto concime servirebbe infatti per sostituire i fertilizzanti chimici attuali?
Quindi dal petrolio raffinato si ricavano circa una ventina di prodotti, e se energia per l'elettricità, benzina e gasolio fanno la parte del leone, dal barile il petrolio arriva nelle case sotto forma di bottiglie e oggetti di plastica, polistirolo fino ad alcuni tessuti di abbigliamento, come il polyestere. Allora un barile equivale a 159 litri di petrolio pari a circa 135 chili. Da un barile di petrolio, infatti si possono ricavare ben 1.750 bottiglie di plastica da un litro e mezzo, quelle comunemente usate per acqua minerale e bibite. Servono all'incirca 2 chili di petrolio per fare 1 kg di plastica per alimenti (Pet). Quindi da un barile di petrolio si ricavano circa 70 chili di Pet. Tenuto conto che una bottiglia da un litro e mezzo pesa circa 40 grammi, da un barile si possono produrre qualcosa come 1.750 bottiglie.
Secondo alcune stime di tecnici del settore, da un barile si ricavano circa 50 litri di benzina e altrettanti di gasolio. I carburanti da soli rappresentano il 55% del barile di petrolio: il 23% diventa gasolio auto mentre un altro 22% benzina. Segue l'olio combustibile (20%) per utilizzi industriali o per la produzione elettrica. Un altro 10% serve per il gasolio riscaldamento mentre un altro 7% è destinato alla produzione di kerosene, il cosiddetto jet-fuel per i trasporti aerei commerciali e militari. Un altro 5% viene usato poi per ricavare gpl auto e riscaldamento mentre una quota uguale è destinata ai bitumi (il materiale, ad esempio, per realizzare gli asfalti) mentre il 3% del barile serve per i lubrificanti. A completare l'utilizzo c'è poi un'altra quota, intorno al 5%, di uso delle raffinerie, gli impianti cioè di trasformazione dell'oro nero in prodotti lavorati.
In Italia consumiamo mediamente 5 litri di petrolio al giorno per persona, ossia circa un barile di petrolio al mese. Il consumo di petrolio annuale medio per una famiglia di 4 persone in Italia si aggira quindi intorno a 7.760 litri.
Tenuto conto che un barile nel contiene 159 litri, in termini energetici il suo valore è di circa 1.650 chilowattora. Tenuto conto che il consumo medio mensile di una famiglia è di 225 chilowattora, un barile di petrolio corrisponde, all'incirca, ai consumi familiari in sette mesi e mezzo.
Cercando su Wikipedia trovo che le petroliere sono navi cisterna di diverso tonnellaggio, adibite al trasporto di carichi liquidi, non necessariamente idrocarburi. Sebbene sia vero che la maggior parte delle navi cisterna sia adibita al trasporto del greggio o dei prodotti derivati, queste navi possono anche trasportare olii vegetali. Oltre agli oleodotti l'unico modo per trasportare grandi quantità di greggio è quello di ricorrere a queste navi. Le navi cisterna vengono classificate in base alle loro dimensioni:
ULCC (Ultra Large Crude Carrier) navi con portata superiore alle 300.000 tonnellate (le piu' grandi navi al mondo); => facendo due calcoli dovrebbe trasportare piu' di 2 milioni di barili.
VLCC( Very Large Crude Carrier) petroliere con capacità di carico superiore alle 200.000 tonnellate; => facendo due calcoli dovrebbe trasportare piu' di 1,5 milioni di barili.
SUEZMAX - petroliere tra le 125.000 e le 200.000 tonnellate di capacità che possono transitare nel Canale di Suez;
AFRAMAX (American Freigh Rate Assessment) petroliere con capacità compresa tra le 125.000 e le 80.000 tonnellate; => facendo due calcoli dovrebbe trasportare minimo 600 000 barili.
PANAMAX Navi dalla capacità di trasporto compresa tra le 50.000 e le 79.000 tonnellate e che hanno una larghezza massima di 32,2 metri e quindi in grado di transitare nel Canale di Panama; => facendo due calcoli dovrebbe trasportare minimo 300 000 barili.
Al di sotto di queste dimensioni si adotta il termine di Porta-Prodotti (Product Carriers in Inglese) in quanto il traffico principale per queste navi è il trasporto di prodotti di raffineria e non più di petrolio greggio. Si usano ancora i termini LR (Long Range), e MR (Medium Range) a seconda delle dimensioni delle navi.
Le loro dimensioni e la loro stazza fanno sì che abbiano una manovrabilità molto scarsa, tanto che lo spazio di arresto di una di queste navi si misura in miglia. Inizialmente non potevano effettuare lo scarico del combustibile attraccando direttamente ai moli, in quanto i porti non potevano ricevere navi così imponenti. Pertanto si ricorreva a naviglio minore per trasferire il carico dalla nave, che rimaneva al largo, alla terra ferma. In seguito molti porti si sono attrezzati con impianti di pompaggio posti al largo. In questo caso il combustibile viene trasferito per mezzo di oleodotti che collegano la terra con l'impianto.
Da un sito che riporta i maggiori 25 disastri ecologici dal 1967 al 2002 trovo questo:
"14 aprile 2001 - Emirati arabi naufraga la petroliera Zainab, versate 1.300 tonnellate di carburante."
In conclusione, visti i numeri sono tentato di pensare che la notizia e' stata riportata male, forse hanno confuso i barili con le tonnellate. Questo ci fa riflettere molto sulla qualita' dell'informazione che abbiamo e su chi riporta le informazioni e ci fa pensare che forse tutti i giorni non abbiamo accesso ad informazioni complete e corrette e tutto questo non ci permette di sapere ma sopratutto di capire come funzionano le cose. L'ignoranza di come girano le cose, di quali e quanti compromessi vengono messi in atto per garantirci il nostro attuale stile di vita permette all'attuale classe politica e imprenditoriale di mantenere le loro posizioni attuali e di godere di privilegi.
Riferimenti: