Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

mercoledì 19 dicembre 2007

Cosa ci manca?

E' facile la risposta, e' qualcosa che ho sempre saputo ma non riuscivo ad esprimere. Quando ti si fa un groppo alla gola perche' ripensi a come eri un tempo e a cosa sei diventato adesso. Quando pensi a cosa volevi fare da grande e a come eri spensierato. Quando pensi che anche la persona piu' tranquilla nasconde nel profondo chissa' quali perversioni. Quando fai qualcosa solo se ti torna utile. Quando vedi un mendicante per strada e pensi solo che ci sta speculando e tu invece sei costretto ad alzarti tutte le mattine presto per andare a svolgere un lavoro che neanche ti piace. Quando guardi uno dei tanti pagliacci in giacca e cravatta che come te sta in fila nel traffico per andare a raccontare balle in uno squallido uffico e si sta provando guardandosi nello specchietto retrovisore la maschera che indossera' una volta varcata la soglia dell'ufficio. Quando pensi alla stessa maschera che dovrai indossare te per proteggere quel profondo di intimita' che non concederai mai a nessuno. Quando pensi che gli altri non sono individui dotati di intelligenza ma automi che movono ogni azione solo per inerzia, zombi lobotomizzati che svolgono il loro compito e che ogni tanto danno di matto. Quando pensi che il problema della societa' moderna non sono la poverta', la corruzione o la criminalita' ma la pazzia e la paranoia che sta contaminando ognuno di noi. Quando sei sotto il peso di tutto questo lo capisci bene cosa ti manca, perche' l'hai perso per strada, ti manca la magia. Il mondo e' meno banale con un po' di magia. Senza magia uno scenziato e' un ottuso calcolatore elettronico, senza magia un economista e' un banale ragioniere, senza magia un politico e' un imbonitore di folle, senza magia la vita e' priva di significato.

quell'indefinibile voglia di destra

Oggi la conferma che non sono una voce solitaria a gridare che si e' alzato un vento di destra. Ieri scrivevo, come gia' scrivo da un po' di tempo, che i tempi sono maturi per l'ingresso nella vita politica di una figura carismatica ed autoritaria. E proprio ieri il TIME ha riportato in copertina Vladimir Putin il nuovo ZAR della Russia, e lo elegge uomo dell'anno. Secondo la famosa rivista la Russia ha il suon nuovo Zar, il suo nuovo DICTATOR, e il popolo lo ama e ha fiducia in lui per la sua capacita' di aver riportato in vita la Russia dal caos che la stava soffocando. E' solo uno dei tanti segnali che si respirano nell'aria, forse il piu' manifesto. Ma se tendete l'orecchio e cercate di ascoltare con piu' attenzione le notizie vi accorgerete che alcuni nomi sono sulla bocca di tutti e sono portati ad esempio. I vecchi leader perdono il passo e si mettono a gridare in modo sguaiato per attirare l'attenzione ma le loro parole vuote, i loro visi tumefatti ci fanno solo venire la nausea. La stampa e gli intellettuali occidentali con le loro critiche vuote e accondiscententi stanno cercando di coprire ogni traccia di questo nuovo orientamento, e quindi ci fanno passare un'immagine del nuovo Zar come di un freddo, cinico dittatore che sta soggiogando il popolo russo. Possono dire quello che vogliono ma la sostanza non cambia e presto il velo di false congetture cadra' sotto il peso della cruda realta'. A nulla servono piu' tutti gli strumenti di controllo di massa perche' anche essi oramai, forse ingenuamente, pubblicano rapporti agghiaccianti su quella che e' la situazione economica e sopratutto sociale dell'Italia.
Il nuovo avanza a passi da gigante e si porta dietro con se un'aria di rigore e fermezza. La gente vuole qualcuno che si faccia carico seriamente della situazione di declino in cui siamo impantanati e nel profondo sanno che sara' chiesto loro un grande sacrificio, se dall'altra parte non ci sara' una persona ferma ed autoritaria dalle spalle forti la rabbia della gente potra' solo aumentare.

martedì 18 dicembre 2007

l'inevitabile movimento di deriva delle societa' moderne

Sono sempre piu' convinto che la realta' delle cose e' ben peggiore di quel che si possa pensare. Sto parlando nello specifico delle societa' moderne, e prendo come esempio l'Italia, e dei comportamenti degli individui all'interno delle dinamiche sociali. A mio modo di vedere parlare di tessuto sociale oggi significa essere lontani anni luce dalla verita'. Oggi la societa' non e' compatta, non ha un'identita' comune e una voce comune ma e' la composizione piu' o meno coatta di tanti piccoli e isolati universi individuali. Inesorabilmente gli individui stanno andando alla deriva e si sentono costretti all'interno di un meccanismo fatto di regole oramai insostenibili anche interiormente. Non sopportiamo i nostri vicini di casa, siamo costretti a scambiarci umori ed odori in metropolitane scomode ed affollate, non riusciamo piu' a capire il senso del nostro lavoro se non quello di ricevere piu' soldi e forse riconoscimenti. La comunita' non esiste piu' come concetto ma al suo posto c'e' piu' una convivenza coatta fatta di sopportazioni e privazioni. Ognuno per se e dio per tutti. Vediamo un sopruso in ogni atteggiamento e una discriminazione o privazione di quelli che riteniamo diritti acquisiti. E come se non bastasse quando alziamo gli occhi alla ricerca di una guida che ci traghetti verso il futuro vediamo le facce della nostra gerontocrazia: i politici. Ma non esiste un ospizio anche per loro? Continuero' a ripetermi ma ci sono tutte le premesse per l'ascesa di un dictator, come e' sempre successo in tutte le grandi societa' in declino. Fin'ora nessuno e' all'altezza di sostenerne l'incarico e l'autorevolezza richiesta. L'unico prodotto di questa societa' corrotta e in declino sono solo mezze calzette e uomini mediocri.

martedì 11 dicembre 2007

il segnale d'allarme del Censis

Non dobbiamo prendere sotto gamba il rapporto annuale redatto dal Censis sullo stato sociale del nostro paese. Per quanto mi riguarda sono convinto che questo sia uno dei tanti segnali, forse il piu' evidente, di un cambiamento radicale all'orizzonte. I nostri politici e la chiesa se ne sono accorti in anticipo e stanno cercando di mettere le mani avanti per calmare le acque, vedremo se avranno successo. Cosa ci dice il Censis? La societa' italiana e i suoi individui sono disillusi dalla politica e dalle istituzioni, e continuano a perdere l'identità collettiva. La societa' si frammenta sempre più e, mossa da pulsioni ed emozioni individuali, si ritrova ad essere una "poltiglia di massa", inconcludente e senza sguardo al futuro. L'Italia poi sta diventando il paese dei telefonini: il loro numero, infatti, sta superando quello dei televisori. E' inoltre un'Italia a due velocita', da una parte lo sviluppo economico sembra positivo, dall'altra una società che non rispecchia lo stesso trend ma anzi se ne distacca. Lo sviluppo economico si muove, infatti, su dinamiche di minoranza (come quella industriale che "non sprigiona le energie necessarie per uscire dallo stallo") che non filtrano fra la gente, non si traducono in processo sociale, insomma le aziende lavorano per fare il loro profitto mentre la gente non vede le aziende con orgoglio e senso di appartenenza. Le persone sono diventate piu' litigiose e aggressive, si va verso la degenerazione antropologica, e ne sono teatro gli stadi e le famiglie. In casa aumentano violenze e separazioni. Aumenta la percezione di poverta' e di scarsi mezzi economici e si fanno strada sentimenti xenofobi e di rivalsa. La criminalita' e' in aumento ed e' forte l'esigenza di sicurezza e la solidarieta' e' diventata selettiva, per il 69% degli italiani in caso del bisogno si può contare sull'aiuto degli altri mentre la partecipazione dei cittadini ai problemi della comunità si diffonde con organizzioni spontanee con altri per un obiettivo comune. Soprattutto sulla sicurezza nei confronti degli immigrati. Forse chi ci comanda gia' l'ha capito, la societa' e' in cerca di una guida, un riferimento solido e che dia sicurezza di prospettive future, chiamano a gran voce un Dictator. Ecco spiegato perche' e' potuto andare al governo uno sconosciuto e insignificante signore, un po' come quando in una lontana Germania vessata dai pagameti dei tributi di guerra e devastata dell'inflazione sali' al potere un mediocre imbianchino follemente ispirato da una visione di un futuro di grandezza. La chiesa dal canto suo serra i ranghi, rafforza la dottrina e declama i valori "imprenscindibili" unico forte legame con una societa' oramai allo sbando. Ma i fili del burattinaio tedesco diffusore di dottrina sono molto sottili. La politica si difende con l'unica arma che ha, la percezione di cambiamento, perche' in politica piu' di ogni altra cosa e' necessario cambiare perche' nulla cambi. E cosi' spuntano i leader di riferimento, i fari nella nebbia, e nascono i grandi partiti per rendere piu' semplice la scelta. Non e' piu' l'ideologia, svuotata di ogni valenza, a guidare le scelte delle masse ma deve essere proposto un nome, una figura di riferimento, qualcuno da seguire. Ma anche questo non basta perche' le scelte che questa guida deve prendere sono difficili e impopolari e non ci sono al momento uomini forti ed autorevoli solo spauriti pupazzi in balia del caos. Quando la societa' sta in queste condizioni o trova un riferimento a cui aggrapparsi oppure si organizza in gruppi con obiettivi comuni, il rischio della deriva e' alto e nessuno, compreso il presidente della repubblica (ah Pertini se ci fossi ancora tu), puo' fermare gli eventi.
Riferimenti:
http://www.censis.it/277/280/339/6366/cover.asp

lunedì 10 dicembre 2007

Dulcis in fundo: qualita' della vita

Dopo aver parlato di inflazione, reddito nazionale, potere d'acquisto e poverta' parliamo della qualita' della vita nelle nostre citta'. E' uscito il noto rapporto sulla qualita' della vita che fotografa le condizione delle 103 provincie italiane. Dalla classifica esce fuori un dato globale, il Centro-Nord e' attivo e dinamico mentre il Sud annaspa. In generale comunque peggiora la qualita' della vita e la vivibilita' delle metropoli con Milano al 29° e Roma al 58°, dato quest'ultimo che non fa che confermare le ie convinzioni su quello che Roma e' diventata in questi ultimi 10 anni: un cesso ricolmo di merda fino all'orlo. Mantova e' il cuore verde dell'Italia con lunghe piste ciclabili (cazzo esistono ancora posti dove si puo' andare in bicicletta!!!) e grandi parchi e severi divieti di circolazione nei centri storici (a Roma anche il capo della polizia municipale si fa' passare per handicappato pur di arrivare al centro in macchina e parcheggiare, Roma e' una citta' in svendita). A Catanzaro invece non esiste verde. In tema di sicurezza la citta' piu' vivibile e' Matera con pochissime rapine, omicidi e furti (ci credo che cosa vuoi mai che rubino?) mentre Savona, Bologna e Genova sono le piu' pericolose e anche Roma, Milano, Bari, Torino e Firenze non stanno meglio. Per quanto riguarda gli affari e il lavoro i cuneesi vedono il lavoro non solo come un dovere ma anche come un valore (vallo a dire a tutti i dipendenti pubblici e privati di Roma che se riesci a trovarli al posto di lavoro e' un miracolo, parlamentari inclusi). Cuneo con tutte le sue piccole imprese e' risultata la citta' piu' produttiva d'Italia!!! All'opposto di Cuneo c'e' prevedibilmente Napoli con il piu' elevato livello di protesta per abitante e un elevata percentuale di fallimenti (forse l'unico mezzo che hanno trovato per fare soldi senza fatica'). In quanto a tenore di vita e servizi gli italiani piu' ricchi vivono a Trieste i piu' poveri ad Agrigento, a trieste l'economia e' praticamente tutta terziario. In fine dal punto di vista del tempo libero la citta' dei "balocchi" e' Rimini e a seguire Bologna e Firenze. All'opposto c'e' Caserta dove c'e' ben poco da vedere e da fare e questo la posiziona all'ultimo posto nella classifica del divertimento. Se ora vi state chiedendo perche' un povero disgraziato deve spendere tutti gli anni della sua vita (l'unica che ha a disposizione) per caricarsi di un mutuo che estinguera' solo dopo anni dalla sua morte per comprare una casa in una citta' come per esempio Roma per poi vivere immerso nella merda, allora siete sulla strada giusta per cambiare. Se invece volete far partecipare della vostra gioia del nido domestico galleggiante nella merda anche i vostri innocenti pargoli che nasceranno gia' fradici nelle ossa, con malattie e debolezze polmonari e con un debito sulla testa allora mettetevi in fila con gli altri mutuatari presso un qualunque sportello bancario.

Aumento dei prezzi e inflazione

L'inflazione e' una brutta bestia, primo perche' misura la diminuzione del nostro potere d'acquisto ed e' qualcosa su cui il singolo non puo' in alcun modo porre rimedio, secondo perche' e' un fenomeno strisciante, cumulativo che cambia la qualita' della vita e sopratutto di difficile previsione visto poi l'impossibilita' di poter controllare un sistema cosi' complesso come le nostre dinamiche economiche capitalistiche. Oramai pochi se ne sono accorti ma questa separazione netta tra quello che e' di competenza dello Stato e quello che e' di competenza del mercato ha fatto si che il Ministero dell'Economia e' diventato un semplice ufficio di ragioneria dello Stato dove si pensa solo a far quadrare i conti e dall'altra parte troviamo un mercato sempre piu' in difficolta' e imbrigliato dall'interesse del profitto che scarica immensi costi sulla societa' in modo indiretto. E' cosi' che inevitabilmente l'inflazione programmata, cioe' quella prevista dal governo per inizio anno, e' sempre minore di quella reale che registra il reale aumento dei prezzi dei beni e servizi. Purtroppo l'incremento dei salari si calcola sull'inflazione programmata, questo meccanismo fallato porta al fenomeno del fiscal drag che blocca la crescita delle retribuzioni vere. Il fiscal drag, o drenaggio fiscale, consiste nell’aumento della pressione fiscale (cioè del rapporto tra imposte dirette e prodotto interno lordo di un paese ), originato dall'espansione inflazionistica dei redditi in presenza di aliquote fiscali crescenti. L’inflazione spinge ogni percettore di reddito entro scaglioni via via superiori proprio per l'azione di recupero sull'inflazione stabilita dagli aumenti contrattuali (contratti collettivi) e di conseguenza, il reddito “disponibile” risulta inferiore. Tutto questo circolo vizioso nasce perche' le aliquote di non tassazione vengono spostate in relazione all'inflazione programmata e non quella reale e tutto cio' comporta maggiore tassazione in termini ralativi rispetto all'inflazione reale. Purtroppo l'aumento dei prezzi dei beni e servizi e' un fenomeno che e' impossibile da controllare con gli strumenti a disposizione perche' e' il sintomo inevitabile dell'incremento delle materie prime dovuto a diversi fattori endogeni di respiro globale ed e' anche sintomo una scelta di un consumo non intelligente da parte dei cittadini. La tanto decantata specializzazione del mercato capitalistico globale che dovrebbe offrire i migliori prodotti ai migliori prezzi non riesce piu' a sostenere la domanda globale e il meccanismo di sovraproduzione e di sprechi ora non e' piu' sostenibile. E' tempo che si ritorni all'austerita' e al risparmio, unica medicina nei periodi di crisi profonda e di recessione.

Reddito Nazionale Italiano

Ecco uno dei tanti indici che tiene sotto controllo le complesse dinamiche economiche della nostra societa' capitalistica. Uno fra i piu' interessanti indici e' forse il reddito nazionale anche se come tutte le rilevazioni sconta i soliti errori come la significativita' del campione e il non dichiarato come il lavoro nero e i redditi sottratti al fisco. Il reddito nazionale lordo rivela il reddito dei residenti in uno Stato. Infatti mentre il Pil misura il valore della produzione finale complessiva realizzata in un determinato periodo all'interno del Paese, indipendentemente dalla "nazionalità" dei fattori produttivi, il reddito nazionale lordo dà la misura della ricchezza prodotta dalle sole forze nazionali (persone fisiche e giuridiche italiane). Non rileva quindi dove hanno avuto luogo i processi produttivi che hanno generato il reddito, ma la nazionalità di chi vi ha partecipato. Quello che ci rivelano oggi i dati e' il seguente, nel 1981 il 71% di tutto il reddito nazionale era costituito dalle buste paga, oggi gli stipendi arrivano a coprire solo il 62%. Questo significa che in proporzione i lavoratori dipendenti sono diventati piu' poveri. Questo indice viene rilevato dall'ISTAT il quale piu' in generale si occupa di rilevare la contabilità economica nazionale. La contabilita' economica nazionale può essere definita come la descrizione quantitativa dell'attività economica di un Paese sotto forma di flussi economici e finanziari e delle consistenze dei beni reali e finanziari. Per attività economica si intende il risultato di una combinazione di differenti risorse, quali attrezzature, lavoro, tecniche di lavorazione, prodotti, che dà luogo alla produzione di specifici beni o servizi. Poiché i flussi ruotano intorno al concetto di reddito nazionale e le consistenze dei beni intorno a quello di ricchezza nazionale, si parla anche di contabilità nazionale come dell'insieme delle statistiche del reddito e della ricchezza.
Riferimenti:

mercoledì 5 dicembre 2007

Burocrazia: un mostro cieco, sordo ma dalla voce tuonante

E' di oggi la notizia di un avvocato perseguitato da una societa' concessionaria del comune di Roma la GERIT per il pagamento di una multa che lo stesso ha gia' pagato nel lontano 1999. La GERIT e' stata incaricata dal comune di Roma di riscuotere le contravvenzioni per tutta la provincia di Roma e nel caso specifico ha continuato a chiedere il pagamento di questa multa per anni tanto che l'avvocato spazientito l'ha denunciata per atteggiamento vessatorio e reiterato. Nel 2002 la banca di questo avvocato gli aveva notificato l'avviso di pagamento di una multa, l'avvocato comunico' al Comune l'avvenuto pagamento nel 1999. Ma visto il silenzio dell'amministrazione l'avvocato ricorse al giudice di pace che annullo' la cartella di pagamento impugnata. Ora la GERIT si e' ripresentata ma questa volta intimando l'esecuzione forzata in caso di mancato pagamento. Tutto questo ha fatto scattare la deuncia-querela per truffa contro ignoti. La cosa buffa di tutta questa storia e' che se volessimo far finta che in tutto questo non c'e' mai stato dolo dovremmo pensare che oramai questi apparati burocratici che sono l'unico mezzo, come articolazione sul territorio, per la politica di avvicinare il cittadino sono lontani anni luci dal cittadino stesso. I cittadini/consumatori sono solo numeri e l'apparato burocratico si presenta di fronte a loro come una montagna insormontabile senza nessun appiglio a cui afferrarsi, non un viso, non una persona responsabile a cui far arrivare le nostre rimostranze. Un essere trascendente che sbraita contro di noi ma che non ci vede ne ci sente. Ma un punto debole c'e', se si superano le logiche del profitto che stanno sempre dietro ogni iniziativa si scopre che questi apparati sono composti di persone come noi e se ci fosse piu' cooperazione e senso della comunita' le cose si risolverebbero velocemente. Ma purtroppo la gestione della cosa comune e' accentratrice, pochi gestiscono molti, il potere non e' distribuito ma concentrato e questo aumenta la complessita' della cosa e la impossibilita' di essere efficaci ed efficienti.

Forse mangiamo troppo?

Ecco un'altra analisi che viene dall'alto. Come extraterrestri che analizzano i comportamenti della razza umana ecco che cade dall'alto il rapporto dell'International Food Policy Research Institute. La conclusione del rapporto e' che la popolazione mondiale mangia piu' di quanto produce, sono aumentate le bocche da sfamare e sono invece diminuite le braccia per l'agricoltura: infatti siamo circondati da sempre piu' gente che e' stata strappata all'agrigoltura e magari fa il manager da qualche parte. Ah quante braccia utili sono state sacrificate per mestieri non affini alla naturale indole di alcuni individui che oramai li bollano inevitabilmente come parassiti della societa'. I cambiamenti climatici, l'agricoltura finalizzata ai biocarburanti e l'aumento della domanda di generi alimentari ci puo' portare in futuro a un aumento dei prezzi dei generi alimentari e a una drastica diminuzione delle scorte. Gia' il prezzo del mais e' aumentato e in piu' le scorte globali di cereali che costituiscono lo strumento base per combattere le carestie di tutto il mondo sono a libelli minimi dagli anni '80 a causa di una diminuzione delle piantagioni e delle condizioni atmosferiche. La storia e' davvero un ciclo senza fine, vedrai che presto la vecchia terra diventera' un bene rifugio di valore e possederne un po' di ettari sara' indice di ricchezza. Ritorneremo come nel medioevo ai feudatari e ai latifondisti e alla loro corte di servi della gleba. Neanche nei peggiori film di fantascienza si prefigura un futuro cosi' ridicolo.
Riferimenti:

Geopolitica ridisegnata lungo le vie del petrolio

Se vi stavate chiedendo come si stanno configurando i nuovi assetti geopolitici date un'occhiata a questa immagine, le spiegazioni sono state descritte magistralmente nell'articolo di Beppe Grillo.





A volte queste agenzie internazionali che ci osservano dall'alto e dalla dubbia utilita' fanno uscire delle notizie, forse per sbaglio, che possono tornare utili per capire cosa sta succedendo nel mondo.

lunedì 3 dicembre 2007

Ambiente: come possiamo salvarlo?

Come non parlare dell'ambiente oggi? Dopo tutte le mistificazioni e l'indifferenza dei governi e dei loro fiancheggiatori si continua a parlare di ambiente con insistenza e premura e si cerca di dare una risposta ad una situazione oramai troppo complessa e irreversibile. Quali sono oggi le parole chiave sulle quali dobbiamo riflettere tutti? Sono poche ma molto pesanti, efficienza energetica, fonti rinnovabili, biocarburanti, carbon tax, limiti di emissioni CO2, nucleare, geoingegneria e idrogeno. Obiettivo della XIII Conferenza delle Nazioni Unite sul cambio climatico che si svolgera' a Bali e' quello di raggiungere un accordo globale su come operare il cambiamento di rotta. I ghiacci si stanno ritirando, si alza il livello del mare, la siccita' erode la terra coltivabile, aumentano fenomeni estremi come innondazioni, pioggie torrenziali e uragani, cioe' le catastrofi naturali. Secondo il WWF il 2007 e' stato un anno di catastrofi senza precedenti, segno che il clima sta cambiando radicalmente e la natura sta reagendo e si ribella. Un po' di dati, nell'Antartico sono scomparsi piu' di due milioni di chilometri quadrati di banchisa, la siccita' ha colpito l'Australia, l'Asia, l'Africa, l'Europa del Sud e gli Stati Uniti provocando penuria di acqua e incendi boschivi come e' successo in Grecia questa estate e recentemente in California. Ad alte altitudini ci sono state innondazioni come successo in Inghilterra, in Indonesia ci sono state piogge torrenziali che hanno provocato la peggiore alluvione della storia del paese. Da un rapporto pubblicato su Nature Geoscience risulta che negli ultimi 25 anni la regione equatoriale classificata come tropicale si e' espansa di circa 270 chilometri lasciando dietro se la scomparsa di acqua e agricoltura. In tutto questo USA e Cina non vogliono freni al loro sviluppo e sopratutto non vogliono cambiare il loro stile di vita. In un'economia che pensa solo al profitto vale la logica della coperta corta e cioe' per sostenere stili di vita occidentali di agiatezza e consumo sfrenato sottraiamo risorse ai paesi poveri e all'intero globo terrestre in modo indiscriminato senza interessarci delle conseguenze e cioe' dei costi che altri sostengono e sosterranno per noi. Sono d'accordo con chi dice che l'unico modo per cambiare e' quello che succeda una grossa crisi, la fine dei combustibili a basso costo, l'esplosione di una centrale nucleare, un black-out prolungato, e solo cadendo molto in basso ci si potra' rendere conto che si deve adottare un'altra via. Non e' facile cambiare le abitudini della gente e oramai siamo stati abituati a pensare agli interessi individuali e a soddisfare i bisogni del momento piuttosto che a pensare al futuro dei nostri figli e dei nostri simili e a fare sacrifici in tal senso. Forse le condizioni per una grossa crisi si stanno prospettando, il prezzo del greggio nei mercati globali continua ad aumentare e nei prossimi decenni si arriverà sicuramente a un picco e contemporaneamente l'aumento delle emissioni di biossido di carbonio derivanti dalla combustione dei combustibili fossili sta facendo salire la temperatura della Terra. Stiamo entrando in un periodo che molti definiscono "crepuscolare", nel quale i costi complessivi della nostra dipendenza dai combustibili fossili iniziano ad agire da freno e ostacolo per l'economia mondiale. In quest'era crepuscolare l'unica azione posta in atto dagli stti e' quella di adoperandosi in ogni modo possibile (anche con le guerre) per assicurarsi che le restanti scorte di combustibili fossili entrino in loro possesso. Un piccolo spazio voglio darlo ad un autore che apprezzo molto, Jeremy Rifkin, che parla del futuro e dell'importanza dell'idrogeno. Il punto importante sul quale Rifkin si sofferma è che una società che si basa sull'energia rinnovabile è un obiettivo possibile nella misura in cui parte di quell'energia prodotta da fonti rinnovabili può essere immagazzinata sotto forma di idrogeno. Questo perché le energie rinnovabili sono intermittenti: il sole non splende sempre, così come il vento non soffia sempre, l'acqua non scorre sempre se c'è siccità, e i raccolti agricoli possono variare per una molteplicità di fattori. Quando le energie rinnovabili non sono disponibili, non si può generare elettricità e le attività economiche rischiano di subire una frenata e fermarsi. Ma se l'elettricità generata allorché l'energia rinnovabile è abbondante, può essere utilizzata per estrarre idrogeno dall'acqua, che potrà essere conservato per essere utilizzato in seguito, a quel punto la società disporrà di un rifornimento continuo di energia elettrica. L'idrogeno può essere estratto anche dalle biomasse e immagazzinato nello stesso modo. Altra innovazione importante per armonizzare questo cambiamento sarebbe la riconfigurazione della rete elettrica di trasporto che dovrebbe essere, similmente a quella di Internet, in grado di permettere ad aziende e proprietari di casa di produrre l'energia che serve loro e di condividerla con gli altri. Nella teoria proposta da Rifkin c'e' anche l'aspetto sociale e politico perche' i combustibili fossili e l'energia nucleare sono per loro stessa natura energie d'élite, rappresentano il vecchio approccio centralizzato dall'alto verso il basso per la gestione delle risorse, così tipico del XIX e del XX secolo. Poiché possono essere reperiti soltanto in alcuni luoghi, il carbone, il petrolio, il gas naturale e l'uranio hanno spesso richiesto ingenti investimenti militari per essere messi in sicurezza e altrettanto ingenti investimenti di capitale per lavorarli e commercializzarli. Le fonti di energia rinnovabile, invece, sono distribuite ovunque sulla Terra. I raggi solari, il vento, l'acqua, la geotermia, le onde oceaniche, i residui dell'agricoltura e delle foreste, la spazzatura comunale sono tutte accessibili in tutto il mondo. Se raccolta e immagazzinata sotto forma di idrogeno, se distribuita sotto forma di elettricità per mezzo di reti elettriche intelligenti, l'energia rinnovabile ha il potenziale di poter essere condivisa da pari a pari con una modalità di distribuzione simile a quella che oggi utilizziamo per comunicare e informarci su Internet. Tutto cio' puo' quindi essere visto anche come una ridistribuzione capillare del potere.

Euribor e il potere delle banche

Non scordiamoci mai che le banche sono enti di profitto e tutto quello che fanno lo fanno per il proprio tornaconto. C'e' chi ha detto che la crisi dei mutui subprime e' passata, e infatti se ne parla sempre di meno, evidentemente non e' passata affatto. L'Euribor (acronimo di EURo Inter Bank Offered Rate, tasso interbancario di offerta in euro) è un tasso di riferimento, calcolato giornalmente, che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee (fonte wikipedia). La nascita dell'Euribor è avvenuta, contestualmente a quella dell'Euro. Attualmente viene determinato ("fissato") dalla European Banking Federation (EBF) intorno alle ore 11, come media dei tassi di deposito interbancario tra un insieme di banche, oltre 50. Non c'è un solo tasso Euribor: vengono infatti definiti tassi per durate di tempo differenti, che variano tra una settimana e un anno. L'Euribor è un indicatore molto affidabile del costo del denaro a breve termine, e quindi è spesso usato come tasso base per calcolare interessi variabili, come quello dei mutui: ad esempio, un mutuo può essere offerto con cedola semestrale al tasso "euribor a sei mesi più uno spread dell'1.5%". Oggi il tasso euribor relativo ai prestiti interbancari sulla scadenza a un mese, che oggi per la prima volta porta valuta sul nuovo anno, e' stato fissato in rialzo di 64 punti base rispetto al fix di ieri quando aveva ancora valuta sul 31 dicembre: e' quindi a 4,809%, il massimo da inizio 2001, dal 4,169% ieri. La scadenza a due mesi e' stata fissata a 4,781% da 4,739% e il tre mesi a 4,776 da 4,743%. Ancora una volta i rischi delle banche scaricati sui consumatori, infatti e' vero che l'euribor tiene conto del costo del denaro ma che questo costo debba per forza scontare le esposizioni delle banche verso gli strumenti finanziari derivati questo non e' corretto. A parte tutte le rassicurazioni non è ancora chiaro quante banche e per quale ammontare siano esposte ai prodotti derivati agganciati ai mutui spazzatura di matrice americana. Questo ha fatto crescere la sfiducia nel settore del credito, quindi, le banche hanno alzato la posta (i tassi) prima di concedere prestiti ad altre banche. Si stanno creando una copertura economica dall'imminente rischio di perdite che si riversa pari pari sui consumatori in ultima istanza. Quello che e' deprimente e' la considerazione che la Banca Centrale poco potra' fare per tentare di abbassare questo tasso anche perche' i dati dell'inflazione non sono molto incoraggianti e dovra' scegliere quindi tra l'incudine e il martello. Forse fara' la scelta giusta e aumentera' i tassi di riferimento generando una stretta creditizia da tempi di austerita', con ricadute inevitabili sui consumi, sulla fiducia, sulla produzione ma che sara' utile per sgonfiare l'andamento dei prezzi. Di norma in periodi di crisi recessiva gli indici borsistici sprofondano e la gente si focalizza sui beni rifugio quindi le case subiranno un rallentamento dei prezzi ma non una caduta cosi' repentina. In questi periodi e' cruciale l'intervento dello Stato, perche' l'economia capitalistica non funziona e sopratutto e' ciclica e fisiologicamente vive periodi di crisi. E' vero anche che fin'ora non si e' mai finito di speculare sull'euro e i prezzi di qualunque bene sono sempre aumentati senza ragione, e' venuto il tempo di sgonfiare questo fenomeno e una stretta creditizia e' forse il miglior companatico che si possa offrire. Faccio solo una considerazione su chi oggi ritiene che il potere sia nelle mani della politica e degli industriali, il vero potere che e' quello finanziario e' nelle mani degli istituti bancari che decidono di innondare il mercato di soldi e di aumentare l'esposizione finanziaria dei cittadini e poi tirano i fili per recuperare i crediti socializzando le perdite sugli stessi cittadini. Non c'e' regola di vera economia delle risorse se queste sono interamente sotto il controllo delle banche che da queste ne traggono immensi profitti, prevarranno sempre logiche di profitto a logiche di economia.