Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

lunedì 28 aprile 2008

Diario politico Italiano, pagina 7

28/04/2008

Italia:

Londra: A Londra notizie di oggi si sono verificate code ai benzinai per una chiusura di un oleodotto. Uno sciopero ha bloccato la produzione dell'oleodotto di Forties nel mare del nord che garantisce circa il 40% del fabbisogno britannico di petrolio e gas. E' stato panico tra gli automobilisti scozzesi. Intanto la ricchezza dei mille piu' ricchi della Gran Bretagna e' cresciuta del 15% e il governo laburista ha aumentato le tasse ai redditi piu' bassi.
C'e' bisogno di convogliare le ricchezze e le energie impigliate e ferme nelle mani di poche per creare sviluppo e ricerca ma sopratutto per lavorare su un piano strategico per la sostenibilita' futura della nostra nazione. Bisognerebbe aumentare le ricerche nel campo energetico per liberarci da questa dipendenza forzata dal petrolio e dalla tecnologia e dai rincari dei prezzi degli alimentari. La cosa assurda e’ che la nostra tecnologia non ha fatto altro che creare una dipendenza da quest’ultima piuttosto che liberarci dalle fatiche e facilitarci nella vita di tutti i giorni. La tecnologia moderna non e’ utile ma crea solo dipendenza perche’ disimpariamo a fare le cose e appena si blocca qualcosa rimaniamo fermi e impotenti.
C'e' qualcuno che dice che serve una crisi perche' si liberino le energie positivie e che la gente si rimbocchi le
maniche. La crisi c’e’, ora aspettiamo che la gente si svegli per sconvolgere lo status quo.
L’amministrazione sempre piu’ centralizzata e sovranazionale ha creato inefficienze e parassitismo che tocca le soglie dell’assistenzialismo. La gente e’ abituata a pensare che qualcuno in alto gli risolvera’ tutti i problemi e il lassismo e il parassitismo si fanno largo anche tra i mestieri creandone di nuovi e sempre piu’ inutili.
Non ci vuole un nuovo risorgimento per l’Italia ma una nuova Eta’ dei Lumi, una nuova era di illuminismo per l’Italia.
L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! – è dunque il motto dell'illuminismo. (
http://it.wikipedia.org/wiki/Illuminismo).
Siamo in un'epoca di oscurità e sopratutto di ignoranza e dobbiamo dirigere verso una nuova età, segnata dall’emancipazione dell'uomo e dai progressi della scienza sotto la guida dei "lumi" della ragione.
Gia’ si vedono i primi "moti" di indipendenza sociale e di ribellione in Italia del Nord con l'istituzione clandestina e illegale delle ronde di quartiere, e il fenomeno Grillo che raccoglie in un giorno 1 milione di firme per un referendum e che cresce a vista d’occhio. C'e' malcontento, e c’e’ la netta sensazione che stiamo piombando nel periodo piu’ cupo della nostra civilta’, in un medioevo senza speranza.
Il voto della Lega e' un voto di protesta, uno sfogo di una esigenza comune di cambiare le cose che nell'immaginario collettivo trova sbocco e realizzazione solo votando un partito che potra' realizzare queste esigenze. Quando si accorgeranno che questo non e' possibile e che le iniziative vanno condotte personalmente mettendosi in gioco allora le cose cambieranno.
Ci vuole piu' comunita', comunione degli intenti, uno sforzo comune. Forme di aggregazione finalizzati ad obiettivi comuni. E’ tempo di convogliare le energie delle persone nel perseguimento di un obiettivo strategico comune. Che le coscienze si sveglino e prendano in mano la situazione.
Ci possiamo salvare solo se la ricerca verra’ sovvenzionata, i nuovi ricchi dovrebbero interpretare il ruolo di mecenati per liberare le loro risorse economiche a vantaggio dello sviluppo e dell'innovazione per il futuro dell'umanita'. Ci vuole un risveglio di tutte le maggiori arti per ritornare allo splendore, una rivellione contro ogni autorita’ sia religiosa che politica per introdurre di notevoli cambiamenti culturali, caratterizzati dall’esaltazione di idee laiche e principi razionali e scientifici, nell'ottica di una progressiva e totale emancipazione dell'uomo dalle tenebre in cui e’ tenuto tenuto oppresso dalla religione, dalla politica centralizzata e sovranazionale e dalla disinformazione di regime.
La dittatura del sistema capitalistico glogale ha fallito generando solo parassitismo, assistenzalismo, sprechi e corruzione, tanto varrebbe piombare sotto una dittatura ufficiale.

Ministero dell'Economia: nella Relazione generale sulla situazione economica del paese 2007 si dice che i prezzi corrono piu' velocemente dei consumi. Il conto della spesa delle famiglie italiane ha superato nel 2007 quota 900 miliardi di euro con un aumento rispetto al 2006 del 3,6%. Tra le voci che hanno registrato maggiori rincari ci sono la casa, le bollette e le spese per gli alimentari. Questi aumenti hanno sensibilmente ridimensionato i consumi dall'1,5% del 2006 allo 0,1% del 2007.
Una strategia di Austerity collettiva forse farebbe cambiare le cose introducendo quel livello di crisi economica necessaria a far percepire lo stato di tenebra e fellimento in cui siamo arrivati.

Rifiuti in Campania : Conviene cominciare a contare. Da oggi al 5 luglio mancano 69 giorni. Soltanto 69 giorni per precipitare nel pieno dell'estate, del calore, di una nuova, tragica e teatrale "emergenza rifiuti" e quindi in una crisi urbana, in una catastrofe sociale che potrebbe non risparmiare, questa volta, patologie infettive degne di altri secoli. I napoletani fanno gli scongiuri, certo. Sono superstiziosi e la superstizione è la speranza del tutto irrazionale di un incantesimo benigno. Si illudono che gli dèi alla fine li leveranno dai guai con una magia. Nessuna magia. Tra 69 giorni, l'immondizia seppellirà di nuovo le strade dell'area metropolitana tra Napoli e Caserta, i duecento comuni del territorio già più inquinato d'Europa. I numeri non lasciano spazio alla fiducia in un miracolo. Il nuovo governo Berlusconi dovra’ affrontare ed eliminare un sistema di interessi che, dall'emergenza, ricava profitti, finanziamenti, occupazione, utili politici.
Due nuovi impianti a Savignano Irpino (apertura prevista, il 20 maggio) e a Sant'Arcangelo Trimonte (pronto il 5 luglio) dovrebbero consentire di tirare in lungo fino a quando non sarà allestito il "Grande Buco" che inghiottirà tutta l'immondizia della regione, la chiamano la "piattaforma plurifunzionale", dove scaricare e trattare due, tre milioni di tonnellate (ma c'è chi, sottovoce, sussurra di capacità fino a 13 milioni) di "rifiuti speciali solidi, liquidi, fangosi, pericolosi, non pericolosi". La "piattaforma" dovrebbe essere preparata in Alta Irpinia nel pianoro di Formicoso tra i borghi agricoli di Vallata, Bisaccia, Lacedonia, Andretta, Vallesaccarda, al centro di un territorio di 286 chilometri quadrati con una densità di 61 abitanti per chilometro. Anche chi non è un addetto ha compreso ormai qual è "la filiera" che consente alle città di non soffocare tra i rifiuti trasformando quel servizio pubblico in una redditizia - oltre che indispensabile - attività industriale. Riduzione del volume dei rifiuti e raccolta differenziata. Un sistema di impianti industriali in grado di offrire canali diversificati: dal riciclaggio al recupero energetico; dal downcycling (recupero in attività secondarie) al trattamento. La discarica, il "buco", è soltanto una soluzione residuale, buona per accogliere gli scarti stabilizzati e inerti, in modo da minimizzarne l'impatto e azzerare l'urgenza di aprirne di nuove. L'impresa non è impossibile. C'è molto denaro a disposizione. Ci sono le tecnologie adeguate. Il denaro, le leggi, le decisioni non bastano, allora. Occorre quel che si dice "capitale sociale". Le scelte in materia di rifiuti sono impegnative - spiega Antonio Massarutto, economista del gruppo lavoce.info - richiedono il consenso e la collaborazione attiva delle popolazioni e dei vari livelli di governo, tutte cose che si ottengono soltanto con un paziente e continuo lavoro, alimentando un circuito virtuoso di risultati positivi. È proprio il capitale sociale che, con tutta evidenza, è stato sciaguratamente dissipato in Campania. È poco realistico pensare che si possa prescindere da un forte radicamento nel territorio, ma anche dal ruolo della politica, unica possibile garante del "patto territoriale" che sta alla base delle legittimazione all'insediamento degli impianti. La gestione dei rifiuti è condannata a fallire se continua a operare in una logica emergenziale, tirando a campare fino al deflagrare della crisi".
(http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/rifiuti-7/rifiuti-7/rifiuti-7.html)

sabato 26 aprile 2008

Diario politico Italiano, pagina 6

25/04/2008
Italia:

I timori di Napolitano: 63esimo anniversario della Lotta di Liberazione ha detto che: «i giovani di oggi sono chiamati a contrastare i nuovi autoritarismi e integralismi che rappresentano la negazione dei principi e dei valori che ispirarono la lotta per la liberazione». «I nostri padri - ha aggiunto il Capo dello Stato - hanno realizzato il sogno del'Italia unita, la nostra generazione ha sconfitto il nazifascismo e gettato le basi dell'Europa unita fino al superamento della lunga stagione della guerra fredda con l'abbattimento del muro di Berlino. Ai giovani di oggi toccano questi altri compiti».
Nel subconscio del nostro presidente, come forse nel subconscio collettivo aleggia un timore di eventi eversivi e atteggiamenti totalitari.
Giulio Tremonti: L'abolizione dell'Ici a cui sta lavorando il futuro ministro dell'Economia Giulio Tremonti non riguarderà ville e case di lusso. Lo riferiscono a Radiocor i partecipanti all'incontro di oggi tra l'Anci e lo stesso Tremonti. Per Massimo Garavaglia (Lega), che conferma questa impostazione e stima un'operazione da 1,7-2 miliardi, si può pensare a una compensazione delle minori entrate per i Comuni con un aumento della compartecipazione Irpef, che sarebbe anche in linea con un ottica di federalismo fiscale. Tremonti, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, si è detto pronto a un tavolo istituzionale e ha rassicurato i Comuni sulla totale copertura dell'intervento. Tremonti ha anche espresso cautela e ha detto di voler verificare lo stato dell'arte al suo arrivo a Via XX Settembre.
Ferrovie dello Stato: Ricavi in crescita e riduzione dei costi: Ferrovie dello Stato chiude il bilancio 2007 con una riduzione delle perdite dell'80% a 409 milioni. Passa in positivo (a 463 milioni) il margine operativo lordo, che nel 2006 era di -650 milioni. I ricavi sono passati a 7,685 miliardi dai 6,703 miliardi del 2006 e la riduzione dei costi è stata di 131 milioni. Alla positiva inversione di tendenza hanno contribuito - spiega Fs in una nota -un maggior fatturato nel traffico viaggiatori, una politica di adeguamento dei prezzi e una razionalizzazione dell'offerta commerciale; l'aumento dei ricavi del traffico internazionale, grazie allo sviluppo dell'offerta mirata soprattutto al corridoio centrale europeo; un maggior fatturato del traffico merci; l'incremento dei ricavi dai contratti di servizio pubblico e da servizi di infrastruttura. Un altro fattore che ha contribuito positivamente al miglioramento dei conti è stato il contenimento della spesa per il personale, il cui costo è rimasto invariato rispetto all'esercizio precedente, nonostante l'incremento delle retribuzioni unitarie, per effetto dell'inflazione e dei rinnovi contrattuali. Un miglioramento - si legge nella nota - si è registrato nella parte straordinaria del conto economico, grazie al riconoscimento delle somme dovute per i servizi di trasporto prestati fino al 2003 e in presenza di accantonamenti straordinari effettuati nel passato esercizio e non presenti nel bilancio 2007.Infine, per quanto riguarda l'andamento delle due società più importanti del gruppo, RFI (Rete Ferroviaria Italiana) consolida la situazione di equilibrio già raggiunta negli esercizi precedenti, mentre Trenitalia inverte il trend negativo e migliora i ricavi di 595 milioni, ma, soprattutto, diminuisce fortemente i costi operativi di 223 milioni. La società di trasporto del gruppo consegue così un miglioramento di ben 818 milioni del margine operativo lordo che ritorna, nel 2007, ad essere positivo per 245 milioni.
Stupefacente, mi sarei aspettato quest’anno un risultato negative se non pessimo, ci deve essere qualcosa di strano sotto.
Fiat : I ricavi del gruppo Fiat, nel primo trimestre 2008, hanno superato i 15 miliardi di euro (circa il 10% in più rispetto al 2007), il più alto livello per un primo trimestre nella storia del gruppo torinese. Al risultato hanno contribuito tutti i business. Il risultato della gestione ordinaria del gruppo Fiat ha raggiunto, nel primo trimestre 2008, i 766 milioni di euro (193 milioni per l’Auto), in aumento di 171 milioni di euro (+28,7%) rispetto al 2007, con un margine sui ricavi in miglioramento dal 4,4% al 5,1%.
Il risultato netto (utile netto) del gruppo Fiat nel primo trimestre è pari a 427 milioni di euro a fronte dei 376 milioni dell'analogo periodo 2007. Il risultato ante imposte è aumentato di 62 milioni di euro raggiungendo i 636 milioni di euro: la significativa crescita della performance operativa è stata parzialmente ridotta da un peggioramento di 154 milioni di euro, derivante dalla valutazione a valori di mercato di due equity swap relativi a piani di stock option.
Il Gruppo Fiat ha chiuso il primo trimestre con un indebitamento netto industriale di 1,1 miliardi di euro determinato da una crescita stagionale del capitale di funzionamento per 1,3 miliardi di euro, acquisizioni per 0,1 miliardi di euro e acquisti di azioni proprie per 0,2 miliardi di euro. La liquidità rimane forte a 4,8 miliardi di euro.
In Borsa il risultato positivo ha fatto segnare alle azioni Fiat un prezzo in crescita del 3,96% a 14,08 euro dovuto a un boom di scambi in Piazza Affari dal momento che sono passate di mano oltre 156 milioni di pezzi, pari al 14,3% del capitale.Nel primo trimestre del 2008 i business dell'automobile hanno realizzato ricavi per 7,4 miliardi di euro, con una crescita dell'8,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Inoltre le consegne complessive di Fiat Group Automobiles, pari a 563.600 unità, hanno fatto registrare un aumento del 4,1% rispetto al primo trimestre del 2007. Le consegne sono diminuite in Italia (-11,7%), mentre il settore ha registrato una performance migliore del mercato nel resto dell'Europa Occidentale, con significativi incrementi in Francia (+27,3%) e in Germania (+15,3%). Tutti i target del gruppo Fiat per il 2008 sono confermati, compresa la disponibilità netta industriale a fine anno di 1,5 miliardi euro, malgrado nel corso del trimestre il contesto economico per alcuni segmenti di mercato e aree geografiche si sia indebolito - spiega la Fiat - in particolare riguardo alla domanda di automobili in Europa Occidentale (specie in Spagna) e di macchine per le costruzioni in Nord America.
Presto pero’ potrebbe andare in porto anche l’acquisto, dal governo serbo con cui Fiat ha in corso contatti, di Zastava. L’unico costruttore locale di auto nel mirino anche di Volkswagen. Una fabbrica «strategica» per Torino, in cui Fiat investirebbe fino a 300 milioni per produrre il segmento A. E destinata «col tempo e la cura necessaria a diventare la seconda Tichy», l’impianto polacco tra i primi siti produttivi di Fiat. Intanto, nonostante gli incidenti di percorso - il mercato europeo dell’auto «bruttino», per dirla alla Marchionne e quello italiano «orribile», la chiusura per due mesi di Pomigliano (costata 40 milioni in termini di assorbimento di costi fissi) e lo stop di alcuni giorni alla produzione di auto con motori 1.3 Multijet - il Lingotto ha consegnato ieri al mercato numeri trimestrali con rialzi a due cifre.
In FIAT si parla di aumentare la capacità produttiva. Quella in Brasile può far fronte alla domanda del 2008 - 2,4 milioni di auto - ma poi andrà aumentata. «Non sappiamo dove, forse potrebbe rientrare nel progetto di ritorno di Alfa Romeo in Nordamerica». Intanto, già dal secondo trimestre, salirà a 190 mila unità la capacità produttiva della 500 (195 mila ordini dal lancio a ieri). Il modello più glamour d’Europa, per l’Economist che oggi si occupa del miracolo Fiat, della svolta industriale e finanziaria del Lingotto e della performance del titolo migliore di quella dei rivali. E definisce la rinascita del Lingotto un caso che «verrà studiato nelle business school». A inizio giugno sarà presentata la nuova Delta. E nel 2009 le nuove Panda, Punto, Ypsilon, la 147 e la 500 Cabrio. Per ora, ha ribadito Marchionne in conference call con gli analisti «niente scorporo dell’auto, che deve essere capace di autofinanziarsi», da considerarsi solo quando «i mercati rinsaviranno».
Meraviglia delle meraviglie, la FIAT sembra sana nel 2008 e il suo sguardo si posa su prospettive floride, possibile che sia l’unica azienda italiana che in questo 2008 vive una realta’ parallela? Forse tutto va ancora bene perche’ FIAT punta sul mercato estero e in particolare sul mercato dell’europa dell’est che vorrebbe sfruttare non solo come mercato di consumi ma anche per delocalizzare la produzione.
Fiat come Telecom Italia e come Ferrovie dello Stato sono le mi sorvegliate preferite e voglio vedere come chiuderanno questo 2008. Il mio pensiero e’ che avranno tutte e tre dei problemi di bilancio. Societa’ molto piu’ competitive a livello internazionale deflazioneranno i nostri campioni nazionali.
Unicredit: Significative svalutazioni nel primo trimestre 2008, e il titolo Unicredit crolla in Borsa (isteria delle vendite). Pare che siano circa 650 milioni di nuove svalutazioni su cartolarizzazioni e 350 milioni su altri bond, che non impediscono pero’ al gruppo di chiudere in utile di circa un miliardo. Anche le maggiori banche europee – da Ubs a Royal Bank of Scotland a Deutsche Bank – sono state costrette a svalutare in bilancio crediti e titoli obbligazionari per importi miliardari a causa della crisi finanziaria nata dai mutui subprime americani. L'amministratore delegato Alessandro Profumo aveva comunicato al mercato che il gruppo UniCredit ha in portafoglio asset-backed securities (cioè obbligazioni derivate da cartolarizzazioni) per un totale di 15,8 miliardi di euro. Successivamente, però, questa "montagna" è diminuita a 14,8 miliardi di euro, grazie alle vendite e ai rimborsi. Quello che ha quindi comunicato UniCredit e’ che il suo portafoglio di asset-backed securities ha perso 650 milioni di euro di valore nel trimestre. Ha poi annunciato che altri titoli obbligazionari (per esempio i bond di altre banche) in portafoglio hanno perso 350 milioni di euro di valore. Morale: nel primo trimestre le svalutazioni ammonteranno a un miliardo di euro nella divisione Markets & Investment Banking. Sembra pero’ che le altre attività sui mercati hanno registrato plusvalenze di 325 milioni di euro, per cui le perdite da trading ammonteranno a 675 milioni di euro. Non solo: le buone performance delle altre attività del gruppo (per esempio la banca commerciale o le controllate nell'Est Europa) hanno compensato queste perdite. Così il gruppo – si legge nel comunicato stampa – chiuderà con un utile consolidato trimestrale di circa un miliardo. E’ stato stimato che il settore dell'investment banking produce solo l'11% dei ricavi totali. Già oggi Profumo potrà dare qualche spiegazione in più, dato che andrà a Tokyo e Singapore ad incontrare alcuni investitori.
Confindustria: Subito la riforma delle relazioni industriali e sull'assetto contrattuale una riforma della contrattazione verso l'azienda e il merito personale. L’esigenza di confindustria e’ quello di coniugare l'aumento della produttività e quello dei salari. Si chiede un forte alleggerimento economico e normativo del contratto nazionale e un cambiamento degli assetti contrattuali con l'obiettivo di puntare sulla contrattazione di secondo livello in modo da premiare il merito. Tra i 4 punti per la modernizzazione proposti da confindustria ne sottolineo due, che non verranno mai implementati, l'investimento in capitale umano e l'elaborazione di una strategia che contemperi le esigenze di crescita con i vincoli energetici e ambientali.
In buona sostanza con il ricatto della crescita e della modernizzazione confindustria chiede la ridefinizione delle relazioni sindacali e delle regole del mercato del lavoro in modo da incrementare la produttivita’. Nuove regole per “liberare” il mercato del lavoro in modo da rendere piu’ semplici le assunzioni e l’impiego del capitale. Ulteriore flessibilita’ con il decentramento della contrattazione in modo da utilizzare un nuovo strumento da parte di confindustria verso giovani donne ed anziani. La Marcegaglia si sofferma a parlare anche del Mezzogiorno dove lamenta la mancanza di legalita’, il cattivo funzionamento dell’amministrazione, l’inadeguatezza di infrastrutture, la mancanza di condizioni minime di corretto funzionamento del mercato, di selezione delle persone, persino di civile convivenza. L'emergenza rifiuti in Campania ha messo in luce un difetto di governo e di classe dirigente di gravità inaudita. E inoltre come non sottolineare la dispersione in mille rivoli clientelari dei miliardi di fondi strutturali che per il periodo 2007-2013 saranno pari a 100.
Riguardo alla sicurezza sul lavoro, per la Marcegaglia l'inasprimento delle sanzioni fatto dal governo Prodi è stata «una scelta profondamente sbagliata». La soluzione deve essere trovata nella diffusione della cultura della sicurezza. Necessario, dunque, promuovere «corsi di formazione aziendale innanzitutto per responsabilizzare imprenditori e controparti sindacali». Serve un salto di qualità per dare concretezza «agli sforzi intrapresi nella qualità degli interventi e della formazione e nel coinvolgimento delle strutture associative per la sensibilizzazione dei territori e la piena applicazione delle norme». Anche confindustria si dimostra favorevole al Federalismo fiscale, ma quello vero basato sulla responsabilità di ogni livello di governo, per le proprie entrate e per i servizi prestati, con un serio meccanismo di controllo della spesa e con meccanismi di responsabilita’ verso gli elettori. Per le infrastrutture ritardi pesantissimi sono stati accumulati dall'Italia sul fronte di infrastrutture di trasporto e logistica. Il presidente designato di Confindustria chiede al nuovo Governo di rilanciare un progetto per la logistica e di attuare un protocollo per decidere e realizzare in tempi «accettabili» le infrastrutture. Per quanto riguarda la Ricerca bisogna migliorare le norme introdotte di recente, a partire dal credito d'imposta per ricerca e innovazione, fino all'attivazione di grandi progetti intersettoriali, con lo scopo di migliorare la governance della ricerca, che attualmente rappresenta l'anello debole del sistema. Sì, poi, alla valorizzazione di competenze ed eccellenze, introducendo sistemi di selezione di ricercatori e progetti, basati su merito e qualità. Confindustria finalmente apre gli occhi e si accorge che la conoscenza è il fattore decisivo per mantenere la capacità di competere e buoni livelli di reddito anche perche’ le produzioni a basso contenuto di conoscenza in un mondo globalizzato tendono inevitabilmente a migrare altrove. Confindustria poi si lancia su un’analisi sociologica del paese definendolo un paese pieno di realta’ frammentate, un po’ litigiosi, poco inclini al lavoro di gruppo, abbiamo istituzioni politiche e sindacali resistenti, conservatrici, più lente della società in cui operano. E’ come se una intera classe dirigente fosse complessivamente incapace di offrire prospettive di miglioramento economico e sociale a milioni di cittadini, e una speranza nel futuro per i giovani. Infine Confindustria si impegna in una missione per l’Italia e cioe’ quella di indicare al paese una visione, una prospettiva di sviluppo credibile, ragionevole e praticabile.
Intanto la Marcegaglia incontra Berlusconi e parla di crescita, debito pubblico, infrastrutture e nell’immediato detassazione degli straordinari e dei premi di produttività.
Non so se pensare bene o pensare male sul maldestro tentativo di Confindustria di cavalcare il vento di destra che ha spazzato via la sinistra per cercare di ridurre al silenzio i sindacati liberandosi quindi di questo enorme e rigido freno per portare la contrattazione col mondo del lavoro a una contrattazione individuale basata su fantomatici meriti personali e sulla produttivita’. Un ingenuo tentativo di far valere la meritocrazia e la produttivita’ coniugata ai salari. La detassazione degli straordinari e dei premi di produzione e’ anche esso un mezzo indiretto per estromettere i sindacati e contrattare direttamente col lavoratore incrementi di produttivita’ a fronte di un relativo premio. Forse si supera il lassismo e l’abitudine all’assistenzialismo con il quale il lavoratore italiano si e’ sempre coperto le spalle, chissa? Il problema fondamentale e’ perche’ non parlano anche di Formazione e Riqualificazione del capitale umano?
Alitalia: Dopo Marco Tronchetti Provera, si fa avanti anche Salvatore Ligresti. Il presidente onorario di Fondiaria-Sai e di Premafin, parlando con i giornalisti a margine dell'assemblea di Fondiaria-Sai a Firenze ha affermato che «una mano bisogna darla» rispondendo ai giornalisti che lo interpellano sull'eventuale cordata italiana per Alitalia. Lo schema a cui sta lavorando da qualche settimana Bruno Ermolli, il consulente incaricato dal Cavaliere di sondare alcuni investitori per un eventuale intervento in Alitalia, in realtà è molto semplice. Le risorse complessive da mettere in campo sono stimate tra 700 milioni e un miliardo di euro da suddividersi in tre diverse categorie di investitori. Un terzo dovrebbe spettare a Carlo Toto, il patron di AirOne che potrebbe conferire la sua compagnia aerea, dotata di preziose opzioni su nuovi aerei, in cambio di una partecipazione azionaria importante ma non maggioritaria; un altro terzo delle risorse verrebbe versato dalle banche e l'ultimo terzo da una cordata di imprenditori privati. Una volta costituito questo "nocciolone" di investitori tutti battenti bandiera italiana si avrebbe la base sufficiente per negoziare una partnership con una importante compagnia straniera, da posizioni di forza e senza essere costretti ad accettare proposte irricevibili come quella sollecitata ad Air France-Klm. Ma prima bisogna conoscere il reale stato di salute dell'azienda. Gli ultimi numeri disponibili risalgono infatti all'autunno 2007 e nessuno, a parte Air France, ha potuto condurre una due diligence sui libri contabili. Tutto ciò per evitare che si scivoli verso il commissariamento: una soluzione che non dispiacerebbe ai potenziali investitori ma che Berlusconi vorrebbe evitare a tutti i costi in quanto politicamente poco edificante. Il futuro premier ieri ha parlato di sacrifici da fare sul fronte del personale della compagnia di bandiera, ma allo stesso tempo ha assicurato che il governo non lascerà nessuno per strada. Sembra che anche Lufthansa sia coinvolta nella trattativa, nello schema di Ermolli ai tedeschi spetterà il compito di disegnare il piano industriale, ritagliando una spazio forte per Malpensa - che potrebbe diventare un hub per le merci - e definire rotte e progetti di sviluppo. Ecco la rassicurazione verso gli investitori del nocciolo duro tricolore, perche’ i tedeschi intendono avere una quota di minoranza nell’azionariato ma, viste le competenze, vogliono avere la guida tecnica: saranno, insomma, il partner industriale. Un’altra ipotesi di lavoro e’ quella che prevede che il “nocciolo duro” tricolore compia un salto di qualità, entrando nell’azionariato di Lufthansa, che a sua volta controllerebbe Alitalia. A fianco degli imprenditori dovrebbero schierarsi - in una operazione per il Sistema-Paese - le Fondazioni bancarie. Quest’ultime non andrebbero quindi ad impiegare risorse nel salvataggio di Alitalia, ma investirebbero direttamente nel ”colosso” tedesco, il quale, come noto, genera profitti ed è ben gestito. Un coinvolgimento quindi nell’interesse generale del Paese e con un ritorno economico. D’altra parte le Fondazioni garantirebbero - proprio con l’ingresso nel capitale di Lufthansa - una presenza importante nella “stanza dei bottoni” e la tutela degli interessi italiani e del nostro mercato turistico. Il fatto di entrare in un network dei cieli di rilevanza mondiale dovrebbe essere accolto bene dagli azionisti. I sondaggi informali con alcune Fondazioni sarebbero stati positivi. Certamente il coinvolgimento - ed è una condizione decisiva - è legato alla individuazione di garanzie concrete sul piano industriale e al ”sì“ degli azionisti tedeschi maggiori, Axa in testa. Accanto alle Fondazioni, nell’azionariato di Lufthansa potrebbero entrare anche Eni e Finmeccanica, così come immaginato da Berlusconi. Si tratterebbe di investimenti non finanziari, ma in grado di attivare, si pensi ad Alenia che produce parti di aerei, anche sinergie industriali. Un puzzle complesso che Colonia e Roma proveranno a comporre nei prossimi giorni, tra incognite e molte variabili.
Eccoli tutti riuniti a spartirsi i pezzi di un’azienda italiana all’insegna delle fusioni il piu’ complicate e intricate possibili, in barba alla concorrenza e spinti solo dal tornaconto personale. Come dire, noi ti leviamo di mezzo la concorrenza che Alitalia puo’ fare a te Lufthansa ma tu ci garantisci la nostra quota parte di introiti e profitti e tutti insieme partecipiamo a questo monopolio dei cieli ricco di ricavi.
Eni : La societa’ conferma le previsioni positive sull'andamento della gestione 2008. E lo fa nella nota con cui il gruppo illustra i conti del primo trimestre chiuso con un utile netto a 3,32 miliardi (+28,3%), indebitamento in calo di 736 milioni su dicembre 2007, produzione di idrocarburi salita del 3,6% a 1,796 milioni di barili al giorno, vendite di gas in crescita del 9,3% a 30,91 miliardi di metri cubi, cash flow a 4,76 miliardi. E per fine 2008 Eni prevede una produzione giornaliera in crescita «anche in presenza di prezzi elevati del petrolio», con oltre 1,8 milioni di barili al giorno.In termini di vendite di gas a livello mondiale Eni stima un aumento intorno al 4% sui 98,96 miliardi di metri cubi del 2007 per effetto del clima e della crescita nelle richieste internazionali. Confermata anche la crescita di vendite di prodotti petroliferi, stimata al 2% sul risultato 2007 (11,8 milioni di tonnellate escluse le vendite in penisola iberica).Nel 2008 il gruppo si attende infine investimenti tecnici per circa 13,3 miliardi (più 25% sui 10,59 di un anno fa). In base agli esborsi programmati, tra cui l'acquisto dell'inglese Burren Energy e lo scenario rivisto di prezzo del Brent per il 2008 a 88 dollari al barile, Eni «senza considerare altre operazioni straordinarie, prevede a fine anno un leverage in linea con il 2007 (0,38) o inferiore nel caso di esercizio da parte di Gazprom delle opzioni d'acquisto sugli asset russi (20% di Oao Gazprom Neft e 51% delle tre società gas)».Eni sta intanto negoziando proprio con Gazprom la cessione a quest’ultima di metà della quota detenuta nel campo a olio libico denominato Elephant, di cui il gruppo detiene circa il 33%, mentre il 50% è controllato dalla compagnia di stato libica. Lo ha affermato Stefano Cao, responsabile esplorazione e divisione Eni, in una conference call con gli analisti. «I negoziati sono in corso e quando avremo raggiunto un accordo ci muoveremo su quella base», ha spiegato Cao. Il gruppo ha inoltre proposto a Suez una «lista di asset» in cambio del controllo di Distrigaz. La risposta è attesa «a giugno». Suez deve cedere la quota in suo possesso della società belga (57,25%) secondo quanto chiesto dall'Antitrust europeo per il via libera alla fusione con Gas de France.
Padre Pio: e’ finito anche il rispetto dei morti. In questa societa’ priva di valori e di prospettive per il futuro ci si attacca alla religione, all’irreale, alla fede e alle reliquie e i cimeli della fede, non fa differenza che siano le spoglie di un morto. Questo culto della morte e’ macabro e perverso. E’ durata un paio d'ore a San Giovanni Rotondo, davanti a 15mila fedeli, la cerimonia eucaristica presieduta dal cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della congregazione delle cause dei santi, in occasione dell'ostensione del corpo di Padre Pio. Ed ecco anche il lato feticista : “Il volto di San Pio è stato ricoperto con una maschera di silicone, mentre l'abito che indossa è stato confezionato dalle suore clarisse di clausura del Monastero della Risurrezione di San Giovanni Rotondo. I mezzi guanti e le calze sono quelli che Padre Pio aveva nell'armadio a muro nella cella in cui è morto, tra gli indumenti non ancora utilizzati. La stola è di una foggia precedente il Concilio Ecumenico Vaticano II ed è strutturata come una «broccatura» su pura seta di colore bianco ghiaccio. La stoffa (cinque metri) è stata tessuta negli anni Sessanta, fu acquistata nel 1987 e conservata in vista di eventi eccezionali. Il ricamo evidenzia i particolari dei melograni (simbolo della fecondità ministeriale nella Chiesa) e dell'uva (simbolo della gloria della vita eterna). La stola è arricchita da 312 pietre di cristallo di rocca fumee e sferule d'oro. La frangia, molto ricca, è interamente stata realizzata alternando elementi gemmati in canutiglia e fiocchi d'oro.”
Forse e’ vero quello che ha detto in una intervista Paolo Villaggio che l’evento delle spoglie di Padre Pio non sono altro che la dimostrazione di una fede che non c’e’ e che viene cercata disperatamente.Un po’ come quando nella bibbia mose’ va sul monte a parlare con Dio e gli ebrei iniziano a credere ai “falsi dei” perche’ abbandonati dal loro punto di riferimento.
Mutui-subprime: Secondo l'Fmi le perdite legate direttamente ai mutui e all'edilizia residenziale sarebbero di circa 565 miliardi, più 240 miliardi di perdite per titoli legati all'edilizia commerciale, 120 miliardi verrebbero poi dai corporate loans e da altri crediti alle imprese che non è stato possibile collocare se non in perdita, e 20 miliardi da crediti al consumo (carte di credito soprattutto) non più esigibili. Tutto e’ nato dal mercato immobiliare americano e ha coinvolto il sistema bancario e finanziario europeo che ha acquistato titoli Usa cartolarizzati come Mbs, Cdo e altre forme di ingegneria finanziaria. Il mercato finanziario europeo ha già dichiarato perdite per circa 80 miliardi e deve prevederne per altri 43 miliardi, secondo l'Fmi. Ora tutti aspettano i mutuatari subprime sperando che possano reggere al colpo della seconda tranche di pagamenti, che scatta secondo i casi uno, tre, cinque o sette anni dopo l'apertura del mutuo, e che è spesso decisamente più cara della prima tranche. Tra un paio di mesi c'è un alto numero di mutui con la prima tranche in scadenza. E occorre tempo per vedere quanti continueranno a pagare, e quanti getteranno la spugna.
Il mercato dei mutui americani ha varie categorie. Dai cosiddetti agency che sono i mutui concessi dalle due agenzie semipubbliche Fanni Mae e Freddie Mack e sono tutti o quasi di tipo prime, cioè con clienti in genere solidi, poi ci sono i più rischiosi jumbo per case di lusso, gli alt A più a rischio, ai subprime, concessi a clienti con garanzie finanziarie sotto gli standard. Il mercato dei mutui è negli Stati Uniti di circa 10mila miliardi di dollari. I subprime ammontano a circa 1.600 miliardi, pari a circa il 16% del totale. Il basso costo del denaro e la "certezza" del continuo aumento dei valori immobiliari li hanno moltiplicati. Le Mbs, o mortgage backed securities da cartolarizzazione di mutui subprime, erano pari a 18,5 miliardi nel 95 e a 507,9 a fine 2005. Nel 2008 questo mercato si è chiuso del tutto, da due mesi senza più nuove emissioni. I subprime non sono i soli a tasso variabile, ma lo sono all'80% secondo le stime di Susan Watcher dell'Università di Pennsylvania, assai più delle altre categorie. E tra il gennaio 2007 e oggi rappresentano il 90% o poco meno dei mutui a tasso variabile che hanno la prima tranche in scadenza. La prima tranche è stata tenuta da molte banche e finanziarie volutamente bassa per attirare clienti. Oppure, sempre per "invogliare", la prima tranche paga gli interessi e solo con la seconda si incomincia a rimborsare anche il capitale. Un esempio: un mutuo interest only da 150mila dollari al 6% può avere una prima tranche di cinque anni a 750 mensili di rata; ma la seconda rata, anche se si è fortunati abbastanza da mantenere il 6%, sale a 966 dollari, e se si arriva al 7% passa a 1060 dollari al mese. Contando mutui rinegoziati o differiti si vede chiaramente come solo con l'estate 2008 si arriverà a una cifra cumulativa consistente, e come solo dal tasso di insolvenza definitiva registrato a fine anno si potrà avere un'indicazione attendibile, una stima migliore cioè, dell'entità della perdita. Al momento è scaduta la prima tranche su un totale di 400 miliardi di mutui, erano 200 miliardi a dicembre 2007, e solo a dicembre 2008 verranno superati i mille. La perdita massima teorica, se nessuno dovesse pagare, sarebbe di 1.600 miliardi di dollari, nel luglio 2010. Ma non tutti sono insolventi: il tasso di insolvenza attuale è tra il 20 e il 25% ed era del 16% fra i subprime a tasso variabile a ottobre secondo la Fed. C'è poi, passaggio cruciale, il possibile varo entro luglio di un piano di aiuti del Congresso per sostenere i pagamenti e aiutare gli istituti di credito.
Unione europea : Berlusconi dichiara : Su Alitalia e il prestito ponte l'Ue non crei difficoltà. Questo perche’ la Commissione Europea ha le sue perplessita’ sulla natura delle misure prese dal governo per salvare la compagnia di bandiera. «Quella del prestito - spiega il leader del Pdl - è l'unica cosa da fare. Alitalia non si poteva far assorbire dai francesi». Berlusconi dice di non essere preoccupato e sottolinea che l'Unione europea deve aiutare le cose giuste e non fare difficoltà. Il portavoce della Commissione Europea non ha replicato alle affermazioni di Berlusconi.
Prima deprimente figura palese per il nostro grande statista che si mette a fare il maestrino dispensatore di consigli. Quando finalmente ci portera’ fuori dell’Europa gli presenteremo anche questo conto.
FMI: Il Fondo monetario internazionale indica la strada all'Italia: «Azioni rapide» dal punto di vista fiscale, per «salvaguardare» i livelli raggiunti nel 2007 e diminuire del deficit, oltre a riforme strutturali per rilanciare l'economia.
Secondo il responsabile del Fondo, le cose stanno andando invece meno bene nel 2008, anno in cui il debito continuerà a crescere. «Noi suggeriamo rapide azioni» come «la liberalizzazione delle riforme strutturali per rilanciare l'economia».
Materie Prime: Il riso sfonda i 25 dollari e tocca il nuovo record sulla piazza di Chicago. Le quotazioni hanno infatti raggiunto i 25,07 dollari per hundredweight (100 libbre, poco più di mezzo quintale) nelle contrattazioni elettroniche al Chicago Board of Trade. Il prezzo del riso in aprile è aumentato del 27%, archiviando il nono mese consecutivo di rialzi, sulla spinta dei timori per il ridimensionamento delle esportazioni da parte dei Paesi produttori. Ora anche il Brasile potrebbe decidere di ridurre le proprie esportazioni dopo che Cina, Vietnam e India hanno tagliato l'export per garantirsi le scorte necessarie al fabbisogno interno.La crisi dei cereali non interessa solo i Paesi in via di sviluppo, ma ha gettato nel panico anche gli americani: il Sam's Club, divisione della catena Wal-mart che vende al dettaglio a prezzi da ingrosso, ha deciso di limitare le vendite delle buste da 9 chili di riso a quattro sacche per cliente per evitare di rimanere senza scorte. Una decisione presa in seguito agli spropositati accaparramenti di riso e farina, registrati in catene concorrenti come Costco, in alcune parti della California. La restrizione riguarda in particolare le varietà di riso jasmine, basmati e il riso a chicco lungo. Il prezzo del riso, scrive il «Guardian», è aumentato del 68% dall'inizio dell'anno, ma negli Stati Uniti è raddoppiato nel giro di poche settimane. Gli esperti sostengono che non ci sono reali motivi di preoccupazione, ma i proprietari di ristoranti e piccoli negozi fanno incetta di riso perché temono altri rialzi dei prezzi e molti residenti filippini negli States comprano riso in più da spedire alle loro famiglie nelle Filippine, dove la penuria del prezioso cereale sta preoccupando sempre di più.Il costo complessivo dell'alimentazione di tutto il mondo ha toccato un rialzo del 40% per cento a causa della spirale dei costi alimentari e dei prezzi del petrolio. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, parla di «crisi globale» e chiede misure immediate. Anche il Giappone risente dell'emergenza alimentare. C'è ad esempio carenza di burro vista l'impennata dei prezzi del mangime per le mucche e il taglio delle importazioni di latte provenineti dall'Australia. Problemi anche con l'approvvigionamento di grano che in un anno è aumentato del 130% e che ha costretto Tokyo a erogare un finanziamento straordinario di 55 miliardi di yen (330 milioni di euro). La questione delle importazioni colpisce particolarmente un paese come il Giappone che nel 2006 ha coperto solo per il 39% il fabbisogno interno, scendendo per la prima volta dal 1960 sotto la soglia del 40%. La crisi è avvertita dalla popolazione. Secondo un sondaggio commissionato dal governo l'80% teme «per la scarsità di cibo nel prossimo futuro». Un recente studio dell'International Food Policy Research Institute ha confermato la tesi, attribuendo ai biocarburanti da un terzo a un quarto dell'attuale aumento dei prezzi del cibo. Basti pensare che, da soli, i consumi delle auto che sfrecciano sulle strade americane alimentate con la benzina verde bruciano tanto mais quanto basterebbe a coprire il fabbisogno interno di 82 paesi poveri.
L’aumento dei costi alimentari mette a rischio-fame oltre 100 milioni di persone nel mondo e può provocare instabilità politiche e possibilità di nuove guerre civili. Inoltre i prezzi troppo alti attrano le speculazioni che sono gia’ sicuramente in atto, infatti la crisi dei Subprime e quindi la perdita di ingenti capitali da parte di banche americane e inglesi ha provocato crisi di liquidità, aumento dei tassi di interessi sui mutui e perdite per cui beni come derrate alimentari e petrolio sono diventati beni rifuggio. In europa inoltre gli incentivi a non coltivare la terra per non aumentare la produzione hanno fatto il resto. Chi manovra l'economia mondiale sta dando una secca virata.

mercoledì 23 aprile 2008

Diario politico Italiano, pagina 5

23/04/2008
Italia:

Alitalia: prestito ponte varato dal Governo di 300 milioni di euro da restituire entro il 31 Dicembre 2008. il valore iniziale del prestito era di 100 milioni di euro ma su richiesta di Silvio Berlusconi sono stati aumentati a 300 per avere più tempo per risolvere la vicenda Alitalia. Il prestito ha «caratteristiche di mercato a brevissimo termine» maggiorato «di un tasso di interesse nella misura prevista dalla specifica disciplina comunitaria». Berlusconi assicura che “ci saranno meccanismi di assistenza da parte dello Stato per chi perderà il lavoro”
L’azione criminale di Berlusconi e dei sindacati hanno fatto ritirare Air-France dal tavolo delle trattative e ora sono cazzi amari. Siamo sempre piu’ vicini al commissariamento e alla liquidazione, in ogni caso i licenziamenti saranno inevitabili. Comunque complimenti a Padoa-Schioppa per l’ottima operazione di cosmesi per mascherare un aiuto di stato in un “prestito di ultima istanza”.

Wind-Telecomunicazioni: Naguib Sawiris il padrone egiziano di Wind e’ pressato da 11 miliardi di euro di debiti e deve pagare a breve un miliardo di euro all'Enel (come saldo per l'acquisto del 26% di Weather, la holding che ha il 100% di Wind) che prendera’ dalla liquidita’ di cassa di ORASCOM. Sawiris sta recuperando liquidita’ dal buy back e ai dividendi di Orascom e dalla trattativa coi fondi (private equity) per la vendita di un pacchetto di Weather, vendita aperta da tempo e "congelata" dopo la bufera giudiziaria scoppiata sulla vendita di Wind (per la quale Sawiris è indagato dalla magistratura di Roma) e l'attacco legale sferrato dal finanziere Alessandro Benedetti (anch'egli finito sotto indagine). Dalle due operazioni Sawiris potrebbe complessivamente incassare oltre un miliardo di euro, una cifra tale da mettere al sicuro Sawiris dall'impegno verso l'Enel (che vendendo a fine 2006 la quota che possedeva in Weather è uscita del tutto dalle tlc). Attualmente Orascom ha un eccesso di liquidità, spiegano alcune fonti societarie, dovuta alla cessione del 3% in Hutchison Asia (joint-venture con Li Ka-shing) e alla compagnia che gestiva le licenze mobili in Irak. Così la compagnia ha deciso di avviare un piano di buy back da 1,6 miliardi di dollari sul 10% del capitale, tramite un'offerta sul mercato. Ieri Weather ha annunciato di voler cedere un pacchetto in offerta e, poiché l'acquisto di titoli avverrà pro-quota, Sawiris (che detiene il 50% più un azione di Orascom) potrebbe incassare circa 800 milioni di dollari e non si diluirà. Tecnicamente l'incasso del buy back finirà nella lussemburghese Weather Capital, ossia due livelli più sotto della Weather Investment II, la società che fisicamente ha contratto il debito con l'Enel. Ma far risalire liquidità ai piani alti non sarebbe difficile. Agli introiti del buy back, per l'imprenditore si aggiungono poi anche i dividendi di Orascom, rimpolpati quest'anno a 19 centesimi di dollaro (+33%). fondi sono interessati a una quota di minoranza di Weather e secondo indiscrezioni non confermate, la cessione interesserebbe il 15% di Weather a un valore di circa 800 milioni di euro. In pista ci sono Apax Partners, il fondo guidato da Giancarlo Aliberti, e il private equity americano Ta Associates: quest'ultimo, specializzato in partecipazioni di minoranza, viene descritto in pole position. Il condizionale è però d'obbligo visto che Sawiris ha intavolato colloqui fin dallo scorso agosto e più volte la trattativa si è arenata. conti fatti, se tutto andrà in porto, la doppia partita potrebbe fruttare a Sawiris 1,1 miliardi di euro (circa 350 milioni, al cambio attuale euro-dollaro, dal buy back di Orascom, più altri 800 dall'eventuale vendita al private equity).
Come al solito fanno acquisti oltre le loro possibilita’ e poi per ripagare i debiti rivendono a pezzi quello che hanno acquistato. Semplice epura speculazione sulle spalle dei lavoratori.

Gabbie Salariali: Scrive Fabrizio Galimberti sul Sole24ore: “L'abolizione delle gabbie salariali creò le gabbie salariali. Non è un gioco di parole ma il significato profondo di quella "grande vittoria" del movimento operaio che in quel convulso 1969 portò all'abolizione dei differenziali salariali fra Nord e Sud.”
E’ un fatto che c’e’ un diverso livello del costo della vita nelle diverse regioni e bisogna tenerne conto quando si parla di salari. Il potere d’acquisto dei salari dipende dalla zona geografica perche’ il costo della vita cambia nelle diverse aree del paese. Infatti l’Istat pubblica oggi delle statistiche a riguardo in una ricerca fatta in ambito nazionale su 1737 prodotti tra alimentari, arredamento, abbigliamento e calzature di cui 1337 sono alimentari. Carne e frutta a Milano costano il 50% in piu’ che a Napoli ed e’ la citta’ piu’ cara in Italia insieme a Bolzano per gli alimentari con prezzi superiori alla media nazionale del 10%. Napoli e Bari sono le meno care sugli alimentari, in generale da Roma in giu’ si spende di meno sugli alimentari. Le variazioni maggiori si hanno su carne e pesce fresco e sugli ortaggi e la frutta. Invece sui cibi confezionati la forbice si restringe. Per quanto riguarda poi i prezzi delle case e degli affitti, aumentano man mano che si va a Nord con la sola eccezione della Capitale. Se l’affitto di una casa costa il 10% del reddito di una famiglia tipo in media, a Milano costa il 43%, mentre a Roma arriva a pesare il 53% sul reddito. Aumentano quindi i morosi e gli sfratti per morosita’, aumentano le aste immobiliari. Anche in fatto di costo della vita non esiste piu’ un parametro medio globale che ci da il polso della situazione ma le differenze e le forbici si fanno sempre piu’ ampie in ambito locale, a dimostrazione che pensare che vi sia uniformita’ nei territori e a livello europeo e’ una semplificazione fantastica e anche pretendere che un controllo centrale dell’inflazione possa essere efficace su realta’ che cambiano drasticamente spostandoci da un luogo ad un altro. Ci sono divari quasi incolmabili che richiedono politiche di intervento specifiche e localizzate, le autorita’ centrali di monitoraggio e di intervento sono completamente inefficaci e inefficienti.
Anche un programma nazionale di recupero di competitivita’ e di produttivita’ per intraprendere un sentiero di crescita economica e’ un’impresa titanica. Anche il mantenimento della retta via sui conti pubblici non e’ un obiettivo realizzabile vista la frammentazione delle realta’ locali e infatti le spinte federaliste trovano uno sbocco naturale e fisiologico nell’azione politica. Scrive a riguardo Galimberti: “i dati territoriali sul costo della vita forniscono una importante base conoscitiva per la riforma della contrattazione. Anche se è vero che il salario deve per prima cosa corrispondere alla produttività, è anche vero che, in un sistema a contrattazione fortemente centralizzata come quello italiano, questi dati sono un elemento utile. E sono ancora più utili per la contrattazione pubblica, dove il concetto di produttività è più sfumato e le mansioni più omogenee: dare lo stesso stipendio a un postino a Milano e a Potenza rappresenta davvero una gabbia salariale.”Se questi dati rilevati dall’Istat mostrano questa disparita’ di fenomenologie geografiche figuriamoco cosa possono aver capito i soggetti internazionali che utilizzano metodologie di confronti completamente starate dalla realta’. In ogni caso proporre le gabbie salariali e’ una follia, per evitare la spirale prezzi-salari che probabilmente si innescherebbe e’ necessario invece agire sui prezzi magari razionalizzando la catena di distribuzione tra produttore e consumatore che e’ troppo lunga e parassitaria.
Mercato Immobiliare: L'influsso della crisi estiva dei mutui subprime americani, il caro-mutui degli ultimi mesi e i prezzi delle case sempre alle stelle stanno mettendo alla prova il mercato immobiliare, anche italiano. Non si può parlare ancora di crollo ma certo di un deciso ridimensionamento.A fare una fotografia alla situazione del settore è oggi l'Agenzia del Territorio, che nell'Osservatorio 2007 registra compravendite totali in calo del 7,1% (contro il +1,3% del 2006 e l'aumento del 5,4% registrato nel 2005). Dall'Agenzia fanno notare che sul comparto pesano «fattori strutturali legati al ciclo immobiliare, che è evidentemente arrivato alla sua fase conclusiva. Tra questi i tassi di interesse per i mutui, passati mediamente dal 3,5% del 2003 al 5,3% del 2007, e il livello raggiunto dal prezzo degli immobili». Su quest'ultimo punto dall'Agenzia sottolineano che i prezzi del residenziale sono saliti nei grandi Comuni in media del 35% negli ultimi tre anni.Il consuntivo dell'anno 2007 evidenzia che nel segmento residenziale le compravendite sono scese del 4,6% e la discesa è più marcata nell'ultima parte dell'anno con un -5,8%. Il calo più consistente si è registrato al Sud (-5,2%), seguito dal Nord (-4,7%) mentre la discesa è stata più contenuta al Centro (-3,5%). «Negli ultimi anni si è assistito a un sensibile spostamento delle compravendite dalle città maggiori ai Comuni minori - recita l'Osservatorio -. Nel 2007, invece, pur confermandosi una miglior tenuta del mercato nei Comuni minori, si verifica, per la prima volta dal 2001, un sensibile calo delle compravendite, pari al -5,8%, anche nei Comuni non capoluogo».
Nomisma prevedeva solo una leggera discesa rispetto ai livelli record raggiunti nel 2006.I cali più consistenti nel numero di compravendite si sono registrati a Napoli (-16,2%), Milano (-11,8% a livello annuale, con una discesa ridimensionata rispetto al -13,5% del primo semestre dell'anno) e Palermo (-12,4%). Secondo l'Agenzia del Territorio il prezzo medio al mq è pari a 1.557 euro (+2,6% rispetto al semestre precedente e +5,5% su base annua), con una crescita però dei prezzi rallentata rispetto a quella registrata nel semestre precedente.
A mio modesto parere c’e’ ancora spazio per ulteriori cali. Gia’ sulle nuove costruzioni si registrano cali dei prezzi dovuti al fatto che molti appartamenti rimangono per molto tempo invenduti. Inoltre la situazione inflazione e tassi di riferimento portera’ a una restrizione di credito con conseguenze anche sul mercato immobiliare.

BCE: La BCE annuncia che se sara’ necessario per imbrigliare l'inflazione, che galoppa ben oltre il limite fissato del 2% a causa dei prezzi del greggio e dei cereali, sara’ disposta ad aumentare i tassi di interesse. Prospettiva che non può che spaventare milioni di famiglie impegnate in onerosi piani di ammortamento dei mutui casa. E l'euro fisiologicamente hainfranto la barriera psicologica degli 1,60 dollari, forte anche di un mercato della case Usa sempre più fiacco, con le vendite dell'esistente in calo del 2% a marzo. Il biglietto verde invece ha perso terreno su tutti i fronti, a 102,79 yen (103,37), a 1,0009 franchi (1,0116) e a 1,9979 per una sterlina (1,9801). La BCE inoltre suggerisce alle parti sociali di intraprendere la moderazione salariale, ma ha anche lanciato un monito alle imprese affinché dimostrino altrettanta moderazione sui prezzi. «Avvertiamo tutti i capi d'azienda che non devono far evolvere i salari, i margini come se l'inflazione dovesse restare al 3,5% bisogna allinearsi al nostro obiettivo, che è inferiore al 2%».

Berlino: da una statistica in germania dell’est il 56% dei tedeschi non si riconosce nei valori della democrazia e solo il 30% di loro crede nell’economia di mercato.
A dimostrazione che chi e’ venuto dal regime “comunista” dirigista e pianificatore ha trovato un universo consumistico e libertario che li ha fatti sprofondare nell’incertezza e nell’insicurezza. Dovremmo imparare da loro per capire in che incubo stiamo vivendo. E’ per questo che sostengo che presto o tardi ritorneremo sotto un regime anche noi.

WWF: da un’anticipazione del Living Planet Report del WWF scopriamo che la Terra e’ un pianeta in affanno. Il 20-30% delle specie sono a rischio di estinzione a causa del cambiamento climatico, inoltre le emissioni di CO2 stanno avendo impatti pesanti anche sull’uomo. Le grandi emergenze di questo secolo sono l’ENERGIA, il CIBO e l’ACQUA. Putroppo non c’e’ ancora entrata nella menta l’idea della buona gestione del pianeta che per noi e’ la principale risorsa a disposizione. Entro il 2050 la popolazione umana raggiungera’ un ritmo di consumi paria due volte la capacita’ del pianeta, e cio’ sara’ insostenibile visto che la Terra e’ un sistema biologico chiuso. Nel rapporto si misura la nostra Impronta Ecologica e cioe’ la nostra pressione sulle risorse naturali, il peso dell’impatto umano sulla terra che e’ piu’ che triplicato nel periodo tra il 1961 e il 2003. Consumiamo risorse piu’ velocemente di quanto la Terra sia capacie di rigenerarle e di metabolizzare i nostri scarti. Inoltre le ultime evoluzioni sui biocarburanti per cui intere coltivazioni di cereali e canna da zucchero sono state dedicate alla produzione di bioetanolo non fanno altro che impoverire il terzo mondo perche’ diminuiscono le risorse alimentari disponibili aumentandone il costo, ma di contro ingrassano le tasche degli azionisti che investono in queste aziende e aumentano i profitti di chi vende questi carburanti. Gia’ ci sono state rivolte nei Caraibi, in Asia e in Africa per un pezzo di pane, la prosperita’ del mondo e’ minacciata da rivolte sociali e dalla morte per fame o per guerre. D’altra parte l’aumento degli alimentari e’ anche causato dalla crescita del prezzo del petrolio e dei carburanti il che crea un cortocircuito davvero perverso.
Intanto il clima diventa sempre piu’ bizzarro e in India un’ondata di caldo improvviso ha causato 25 morti con temperature che hanno sfiorato i 44 gradi, a Roma ci sono state scosse di terremoto del terzo grado e la temperatura ogni giorno compie degli sbalzi impressionanti passando da autunno a primavera anche nell’arco della stessa giornata.

Agridecalogo: Scegliere prodotti locali per non far viaggiare i prodotti da un continente a un altro riducendo cosi’ l’emissione di CO2 e lo spreco di carburanti, ridurre al minimo gli imballaggi, riciclare le buste della spesa con quelle biodegradaili, ottimizzare il consumo di energia conservando e preparando i cibi, fare la raccolta differenziata
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Austerity: perche' nessuno pronuncia piu' questa parola?

martedì 22 aprile 2008

Diario politico Italiano, pagina 4

22/04/2008
Italia:

Alitalia: C'est fini!, è finita la trattativa tra Air FranceKlm e Alitalia per l’acquisto (piu’ precisamente offerta pubblica di scambio) di quest’ultima. La decisione pare legata all'ulteriore deterioramento della situazione finanziaria della compagnia italiana in seguito al vertiginoso aumento del prezzo del carburante.
La situazione politica, con la vittoria netta di Berlusconi e della Lega, ha peggiorato le cose per quanto riguarda la disponibilita’ a siglare l'accordo?
Mucchetti [1] scrive sul corriere della sera: con l'autorappresentazione liberale e liberista del Pdl, Silvio Berlusconi ha fatto della difesa dell'italianità di Alitalia contro l'annessione francese un argomento vincente con gli elettori. Ha capito anche lui che siamo in un nuovo stato totalitario dirigista anche rinominato patriottismo economico.
Le nostre inefficienze sono sempre da ricercare in “manager imbelli, sindacati corporativi e partiti clientelari”.
Mucchetti inoltre riporta che :Giulio Tremonti è il padre della nuova Cassa depositi e prestiti (CdP), dove ha fatto trasferire quote azionarie strategiche di Eni, Enel, Terna, StMicroelectronics per consentire al governo di incassare senza privatizzare proprio perché in caso di vendita di queste societa’ a comprare sarebbe alla fine una potenza economica estera. E oggi Tremonti è tra quelli che guardano con sospetto all'attivismo dei fondi sovrani di governi non democratici, quelli di Cina, Russia, Singapore e Paesi Opec, sui mercati finanziari occidentali.
Nel quinquennio dell'Ulivo, Finmeccanica è stata consegnata al Tesoro per statuto e a protezione di Telecom, Eni ed Enel si è introdotta la golden share. Il secondo governo Prodi, lungi dal toccare la Cassa depositi e prestiti, l'ha addirittura affiancata con il fondo d'investimento infrastrutturale F2i, dove lo Stato, pur avendo solo il 14%, ha giocato il ruolo del promotore con l'aiuto delle fondazioni bancarie secondo lo schema tremontiano della Cdp. Prodi, inoltre, ha fatto fallire la fusione tra Autostrade e Abertis per trattenere in Italia il controllo di una grande impresa, e il relativo cash flow, e ha fatto balenare lo scorporo della rete Telecom per difendere la radice nazionale e aumentare la propensione all'investimento dell'azienda abbassando, attraverso l'ultima Finanziaria, l'onere fiscale dell'eventuale ristrutturazione.In questo modo non c’e’ una vera politica industriale ma una semplice difesa degli asset azionari, e allora quando ci sara’ una vera modernizzazione del Paese? Ci troviamo sempre di fronte a uno Stato che in un modo o nell’altro da contributi a fondo perduto per far sopravvivere un sistema parassitario di clientele.
Riferimento:
[1]
http://www.corriere.it/economia/08_aprile_22/alitalia_mucchetti_5d2b3cba-102d-11dd-8bce-00144f486ba6.shtml

Federalismo: presto avremo la legge sul federalismo fiscale. Questo consentira’ sviluppo e modernizzazione dell’Italia? Per esempio la domanda del Sud di livelli e qualità nei servizi pubblici potra’ essere soddisfatta dalla semplice gestione finanziaria della fiscalita’ locale? I trasferimenti addizionali dallo Stato a scopo di sviluppo—garantiti dall’articolo 119 della Costituzione —concessi in base a un sacrosanto principio di solidarietà nazionale, verranno aboliti?

Camorra: Scoperta una mega truffa ai danni della società Telecom Italia per un valore superiore ai 50 milioni di euro Da dicembre 2006, con un programma in grado di decodificare le password dei computer del centro direzionale di Napoli, alcuni appartenenti alla ditta di pulizie Quaserpul con accesso ai locali sono riusciti ad accedere ai pc del call center, da cui si possono disporre le ricariche per i cellulari. Ogni giorno, secondo gli inquirenti, diverse schede Sim prepagate venivano ricaricate per centinaia di euro (da 500 a 100 euro). Complessivamente sono state ricaricate con questo sistema circa 35mila schede, molte di queste intestate a cittadini extracomunitari o a persone inesistenti. Grazie ad apposite strumentazioni capaci di scaricare i bonus telefonici, il credito veniva poi deviato verso numeri ad alta tariffazione, appartenenti a società riconducibili al clan camorristico, e quindi riscosso in denaro.
Dato che si parla di PIL e crescita economica non posso non citare la piu’ grande impresa italiana sul territorio.

Foggia: Sette oleifici e 25 mila litri di olio sequestrati. Trentanove persone in manette per associazione a delinquere finalizzata alla produzione e commercializzazione di olio extravergine di oliva sofisticato. L'indagine è stata condotta dai Nas di Bari e coordinata dalla procura della Repubblica di Foggia ed è in atto su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle province di Foggia, Milano, Napoli, Brindisi, Campobasso, Latina, Salerno, Bari e Varese. La frode avveniva, secondo l'accusa, mediante l'impiego di olio di semi di soia, anche geneticamente modificata, e di girasole, addizionati con betacarotene e clorofilla industriale. Questi prodotti, imbottigliati con etichette di fantasia riferite ad aziende inesistenti e accompagnati da falsi documenti commerciali e di trasporto, venivano successivamente commercializzati sul mercato nazionale ma anche estero.
Non c’e’ limite alle vie che il profitto puo’ far intraprendere alle persone a scapito della gente. La solita socializzazione dei costi.

Enel: Enel medita di cedere la rete di distribuzione del gas naturale e ridurre così i 55,8 miliardi di euro di debito accumulato per finanziare acquisizioni di centrali elettriche in Spagna e Russia. L'amministratore delegato della gruppo, Fulvio Conti, dichiara che l’azienda sta gestendo il debito non solo con i flussi di cassa ma anche con le dismissioni. La dismissione della rete gas potrebbe fruttare un massimo di 2 miliardi di euro con i 30 mila chilometri di rete per la distribuzione del gas di Enel che raggiungono 1.205 comuni in tutta Italia. I clienti del gas di Enel sono 2,3 milioni, pari ad una quota del 12 percento del mercato italiano. L'indebitamento di Enel è lievitato dopo che la maggiore utility italiana si è alleata con Acciona SA per acquistare la spagnola Endesa SA lo scorso ottobre, per 42,5 miliardi di euro. La società romana, il cui indebitamento nel 2006 ammontava a 11,7 miliardi di euro, ha poi acquistato anche la russa OAO OGK- 5. Ora Enel si vuole dedicare unicamente al suo core business che e’ l’energia elettrica.

Roberto Maroni: propone l’idea delle ronde di cittadini con finalita’ di prevenzione e sicurezza per il monitoraggio volontario del territorio. L’azione dovrebbe essere a scopo preventivo e deterrente ai fini del controllo del terittorio utilizzando il volontariato.
Molto intelligente utilizzare i cittadini per riappropriarsi del territorio e della gestione dello stesso come emanazione di un’azione politica centrale. Fortifica il radicamento territoriale e il legame con il partito.
Fortuna: Boom di scommesse per gli Italiani. In questo mese sono aumentate del 40% rispetto allo stesso periodo del 2007. Il totale delle puntate a fine aprile arriva a 360 milioni di euro in scommesse.
Ecco un altro segnale della profonda crisi economica in Italia.
Mondo Globalizzato:

Cina: In Campania spedivano rifiuti tossici, fatti passare per materiale plastico, in Cina, dove le industrie locali li utilizzavano per produrre merci destinate al mercato euroeo. Un traffico che violava le direttive che impongono la trasformazione dei rifiuti pericolosi prima della loro esportazione a fini industriali. Un traffico che è stato scoperto dai carabinieri del Noe. Tredici le persone coinvolte: cinque in carcere, sei agli arresti domiciliari e due obblighi di firma. Tra le persone finite in carcere, ci sono i due cinesi accusati di avere fatto da intermediari con le industrie della Cina. Coinvolti anche alcuni imprenditori campani che operano nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Complessivamente 2.648 tonnellate i rifiuti sequestrati che invece di essere trasformati dalle imprese, venivano spediti in Cina allo stato originario. E una volta giunti a destinazione venivano utilizzati per produrre plastica, metalli e carta. Un traffico che violava sia le direttive dell'Unione europea che quelle nazionali che impongono la trasformazione dei rifiuti pericolosi prima della loro esportazione a fini industriali.
Come al solito non abbiamo capito niente di come sfruttare le nostre risorse mentre i Cinesi si. Mentre noi proponiamo di incenerire i rifiuti e quindi di sprecare distruggendo le materie prime, qualcun’altro le utilizza per fare profitto. Molto probabilmente le pressioni per costruire Inceneritori in Italia sono molto forti e radicate e il loro scopo e’ quello di deviare l’attenzione da un mercato di smercio dei rifiuti che frutta miliardi di euro.


FMI: crisi sub-prime, aumento del prezzo del petrolio e delle principali materie prime (come gli alimentari) sottrarranno un intero punto all'espansione globale del 2008, costituiscono a tutti gli effetti una forza destabilizzate per l'economia globale. Si tratta di un problema mondiale che richiede una risposta mondiale.
A far salire il greggio ultimamente sono stati gli acquisti speculativi legati ai problemi di produzione incontrati in Nigeria e la decisa fermezza dell'Opec a non aumentare la produzione.

BCE: Pareggio di bilancio e riduzione del deficit strutturale sembrerebbero possibili visti gli eccezionali gettiti fiscali robusti. Invece nel rapporto BCE si dice che l'Italia, come anche Irlanda, Grecia e Francia, a centrare l'obiettivo di medio termine del pareggio di bilancio nel 2010 e non taglierà, come anche, Belgio Francia e Austria, il deficit strutturale dello 0,5% nel 2008. Sulla base dei programmi di stabilità aggiornati, tuttavia, l'aderenza agli impegni assunti nel quadro del Patto di stabilità e di crescita «appare limitata» e, ammonisce la Bce, «non soddisfare i requisiti del Patto e gli impegni assunti di recente a livello politico mettono a serio rischio la credibilità del braccio preventivo del Patto».
La Bce denuncia che nel 2008 si fermerà il processo di consolidamento dei conti pubblici partito nel 2004 e che il rapporto complessivo deficit/pil risalirà lievemente nell'area allo 0,9% (0,8% nel 2007 e 1,5% nel 2006). E questo in un momento in cui diversi Paesi, compresa l'Italia, non ha ancora raggiunto «una solida posizione di bilancio».A proposito della crisi dei mercati innescata dai mutui subprime americani e le relative ripercussioni sull'economia globale, il 2007 è stato caratterizzato per l'Eurozona da continui rischi per la stabilità dei prezzi nel medio termine e solo la necessità di avere più informazioni sulla crisi dei mercati finanziari e sul suo impatto sull'economia reale ha spinto il Consiglio direttivo della Bce a mantenere invariati i tassi nella seconda parte dell'anno. Il che si potrebbe tradurre nella possibilità di un rialzo dei tassi nel caso in cui nei mesi a venire si prospettasse una tendenza consolidata della corsa al rialzo dei prezzi. Le pressioni sui prezzi si sono fatte sentire soprattutto nell'energia e, a partire dal quarto trimestre, sui prodotti alimentari lavorati che hanno fatto accelerare il tasso d'inflazione annuo al 3,1% in novembre e dicembre. Si è fatto sentire anche l'aumento del 3% dell'Iva in Germania, partito nel gennaio 2007, mentre i costi del lavoro non hanno mostrato accelerazioni almeno fino al terzo trimestre 2007. Il contributo principale all'inflazione è venuto nell'ultima parte dell'anno dai prezzi dei beni alimentari lavorati, cresciuti del 4,5% nel quarto trimestre, l'incremento più ampio dall'avvio dell'Uem nel 1999 dovuto, dice la Bce, a fattori «temporanei e strutturali».
La preoccupazione è che le istituzioni finanziarie europee debbano ancora rivelare ulteriori 43 miliardi di euro di perdite originate dalla ripercussione della crisi dei mutui come stima il Fondo monetario internazionale nel sul rapporto sulle prospettive economiche per l'Europa. Intanto l’euro continua a salire, a innescare gli acquisti sono state le parole di Klaus Liebscher, un alto ufficiale della Banca centrale europea, secondo cui i prezzi petroliferi record stanno cominciando a far salire i salari. Se ciò fosse confermato si avvererebbe lo scenario peggiore fra quelli prefigurati dalla Bce, e cioè l'innescarsi degli effetti inflazionistici a cascata in cui l'inflazione fa salire i salari, spingendo così le imprese a ritoccare all'insù i prezzi in una spirale viziosa che impedirebbe di allentare il costo del denaro.
Il meccanismo europeo incomincia a scricchiolare.

Banca D’Inghilterra: la Banca d'Inghilterra ha annunciato la maggiore operazione di emergenza della sua storia per ridare liquidita' al settore bancario. La Bank of England (BoE) mette da oggi a disposizione delle banche almeno 50 miliardi di sterline (circa 65 miliardi di euro) di obbligazioni garantite dallo Stato in cambio di crediti immobiliari per allentare le condizioni del mercato del credito. Si tratta di uno swap tra titoli di Stato a un anno, rinnovabili fino a un massimo di tre anni, offerti dalla BoE in cambio di crediti immobiliari e altri asset fino ad ora ritenuti scadenti. Gli swap sono disponibili solo su asset con rating "AAA" acquisiti prima di fine 2007 e non possono essere usati per finanziare nuovi crediti. Le banche non dovranno pagare tassi d'interesse punitivi ma solo il Libor, il tasso interbancario a tre mesi. Lo hanno chiamato Special Liquidity Scheme, ma non si discosta molto dall’aiuto di Stato, ed è stato studiato per migliorare la liquidità del sistema bancario e aumentare la fiducia nei mercati finanziari assicurando al tempo stesso che le banche continuino ad accollarsi i rischi di perdite sui crediti concessi e per evitare che il settore pubblico si assuma il rischio di eventuali perdite, le banche dovranno dare come garanzia alla BoE asset di valore molto superiore dei titoli di Stato che ricevono. Di fatto anche la Banca d’Inghilterra che prima considerava gli aiuti al sistema finanziario delle banche un fatto non etico si e’ adeguata alla politica di aiuti applicata dalla Fed e dalla BCE con le iniezioni di liquidita’. Anche la BoE ha ammesso che i mercati finanziari non stanno operando normalmente e senza un intervento questo avrà un impatto sull'economia causando probabilmente un credit crunch e la mancanza di fiducia nel settore (gli effetti infatti si sono visti dato che i crediti interbancari si sono congelati e di conseguenza si sono impennati i tassi, nonostante il calo dei tassi d'interesse ufficiali). Tutte le banche hanno ridotto la disponibilità di credito sia alle imprese che ai privati e ridotto la gamma di mutui disponibili, chiedendo depositi piu' elevati e maggiori garanzie ai richiedenti. L'erogazione di mutui ha subito un brusco calo.

lunedì 21 aprile 2008

Diario politico Italiano, pagina 3

21/04/2008

Italia:

Aumentano le bollette di luce e Gas e le aste di BOT fanno il pieno con una domanda di buoni del Tesoro che ammontava a oltre 26 miliardi, a fronte dei 12 miliardi offerti dal Ministero dell'Economia. L'avversione al rischio, la fuga dalla Borsa e dunque l'aumento di appeal nei confronti di BoT, BTp e verso le altre tipologie di emissioni governative a brevissima scadenza sono tendenze che hanno caratterizzato quasi tutto lo scorso anno, grazie ai rendimenti che erano tornati a gravitare al di sopra del 4%. E’ da considerarsi un'iniezione di fiducia che assume un doppio significato, dato quanto accaduto invece in febbraio, vale a dire la fuga degli investitori internazionali dai titoli del debito pubblico, resa palese dall'allargamento a oltre 70 punti dello spread (differenziale di rendimento) tra il BTp, decennale del Tesoro italiano e il Bund, cioè il corrispettivo del governo tedesco (l'ampliamento dello spread implica un aumento del "rischio Paese"). Ora lo spread sembra essere tornato su livelli più accettabili e viaggia intorno ai 50/53 punti. Ci sono particolari segnali da cogliere, anche alla luce del fatto che questi risultati sono emersi a ridosso (cioè immediatamente prima e immediatamente dopo) del risultato elettorale?
Aspettative internazionali sulla nuova conduzione di governo. Ma mentre si decidono ancora la squadra di governo pressioni dall’alto arrivano sulla scricchiolante struttura europea.

Comunita’ Europea:
Rincaro petrolio e alimentari aumentano l’inflazione tale aumento condiziona la domanda sia interna che esterna compromettendo la crescita del PIL. Sulla crescita pesano anche le turbolenze dei mercati finanziari. Frenano i consumi e gli investimenti e si affacciano spinte protezionistiche legate agli squilibri mondiali. E’ necessario il consolidamento dei conti pubblici in quei paesi che presentano squilibri.

FMI outlook 2008:
La crisi dei mutui subprime Usa secondo il Fondo Monetario Internazionale portera’ perdite per 43 miliardi di dollari alle istituzioni finanziarie europee. l'Fmi suggerisce alla Bce di abbassare il livello dei tassi di interesse alla luce del deterioramento dell'outlook economico. Il sistema finanziario cosi’ fiaccato sara’ la causa di una crescita del PIL rachitica, un rallentamento globale. C’e’ la minaccia di un ulteriore apprezzamento dell’euro e dell’effetto “credit crunch” che potrebbe diventare una assenza globale di liquidita’.
Il Fondo suggerisce anche un metodo per ripristinare la fiducia nel sistema finanziario e minimizzare l'impatto della crisi sull'economia reale, mantenendo credibilità anche sul fronte dell'inflazione e delle politiche di sostenibilità di bilancio. Secondo il Fondo se da una parte le banche centrali hanno il compito di prevenire l'insorgere dell'inflazione e degli effetti secondari sui salari, i governi devono invece agire sulla politica fiscale.
Pressioni sui tassi di interessi e sulla politica fiscale dei governi abbastanza inquietanti, invece di promuovere l’austerita’ favoriscono l’espansione monetaria per attenuare la bolla finanziaria.

Crisi Finanziaria:

Utili in calo del 77% per Bank of America, la seconda banca statunitense, che ha registrato un netto calo dei profitti nel primo trimestre dell'anno a causa delle perdite e svalutazioni legate alla crisi dei mutui subprime. Gli utili netti sono scesi a 1,21 miliardi di dollari, corrispondenti a 23 centesimi per azione, contro i 5,26 miliardi (1,16 dollari per azione) del medesimo periodo del 2007. La performance è peggiore delle stime degli analisti, secondo cui gli utili sarebbero stati pari a 45 cent per azione. Lo stato di salute dei consumatori e’ pessimo a causa della prolungata crisi immobiliare, delle problematiche relative ai mutui subprime, dello stato dell'occupazione e dell'incremento dei prezzi degli alimenti e della benzina.
In questa situazione l’abolizione dell’ICI diventa assai problematica. In ogni caso viste la maggior parte delle rendite catastali che non rispettano il vero valore dell’immobile e le case non dichiarate al catasto per abuso edilizio l’abolizione dell’ICI non comportera’ grossi stravolgimenti perche’ attualmente non pesa affatto sulle tasche degli italiani.

Diario politico Italiano, pagina 2

20/04/2008
Italia:
Due stupri a Milano e Roma, nel giro di 48 ore, in cui vittime e violentatori sono stranieri. riaccendono le polemiche sulla sicurezza nelle nostre città.
Roberto Caselli: «Fermiano i barbari»

Roberto Calderoni: «Entro due mesi dall'insediamento del governo risposte definitive in materia di sicurezza e di clandestinità attraverso la conversione di un decreto legge per espulsione degli stranieri pericolosi».

Inizia il programma del partito-nazione di costruzione di un’identita’ nazionale italiana contro il nemico “straniero”. Il primato della politica come un faro a illuminare la notte buia. La lega rappresenta la politica radicata nel territorio, vicina ai problemi reali, anti-casta, anti centralismo burocratico, anti corporativismo, per il federalismo fiscale e a favore del municipalismo, protezionista verso i territori esposti alla competizione internazionale, per la sicurezza e i controlli all’immigrazione. Ecco la prima contraddizione di questa politica conservatrice e reazionaria, da una parte il comandante supremo e dall’altra il potere dei territori.

21/04/2008
Maroni e’ ministro degli Interni, Bossi e’ ministro delle riforme e un altro della lega Luca Zaia e’ ministro dell’agricoltura.
La lega agira’ quindi sulle politiche di sicurezza e dell’immigrazione, sul federalismo e sull’agricoltura. Aumenta in questo modo il loro consenso, a questo punto solo loro possono autodistruggersi.






Diario Politico Italiano, pagina 1

15/04/2008
Italia:
Berlusconi vince le elezioni politiche, ecco l’agenda:
· la crisi internazionale costringerà il governo ad adottare misure impopolari.
· potere d’acquisto di salari e pensioni, conti pubblici, liberalizzazioni e crescita
· sicurezza e immigrazione
· federalismo fiscale
· nell’immediato ci sono anche Alitalia e i rifiuti in Campania
Nasce il partito-nazione guidato da un comandante supremo. Culto della personalità, slogan e canzoni-inno introducono ritualismi e simbologie aggreganti. L’arma del cambiamento viene utilizzata per indirizzare l’azione giovani e classi povere contro i poteri forti e la classe politica attuale. L’avanzata di Mao e’ iniziata, presto verra’ anche la rivoluzione culturale.
La Sinistra e la Destra radicale sono uscite dal parlamento. Ora e’ a tutti gli effetti una forza politica extra-parlamentare.
In un clima di malessere e incertezza come e’ quello attuale in Italia e’ facile che formazioni politiche estreme extra-parlamentari promuovano la loro protesta con l’opposizione sociale e anche con la violenza. C’e’ il fondato pericolo che nasca una forma di antagonismo di minoranza di stampo terroristico: la frustrazione per la sconfitta e la sensazione di essere isolati, portare avanti una scelta in opposizione alla maggioranza degli italiani con la convinzione di essere nel giusto, puri e duri pronti al martirio contro tutti. In pratica la nascita di una forza (come e’ stato negli anni ’70) che e’ esattamente su posizioni opposte al governo attuale ma che nelle convinzioni e negli obiettivi agisce come il governo, e cioe’ per la salvezza dell’Italia: una forza uguale e contraria.

Il candidato repubblicano alla Casa Bianca il senatore John McCain ha telefonato a Silvio Berlusconi per congratularsi per la sua vittoria alle elezioni italiane. Il Papa e’ in viaggio in America.
Ho la netta impressione che vinceranno i repubblicani.

Vladimir Putin impegnato in due giorni di colloqui con Silvio Berlusconi parla di Alitalia e della possibilità di avere un tavolo trattative con Aeroflot. Berlusconi parla di un decreto del governo per un prestito ponte per Alitalia e di voler mantenere Alitalia compagnia di bandiera. Si parla anche di accordi tra Eni e Gazprom nell’upstream con l’obiettivo di lavorare insieme in Libia, del corridoio di Kaliningrad, del rapporto tra Russia e Unione Europea.

L’imperatore di tutte le Russie e il dictator italiano pianificano il futuro . Culto della personalita’, primato della politica del leader maximo come grande pianificatore dirigista. Predica il liberismo per poi far calare l’ala protettrice dello Stato sull’incerta e spaventata Italia. Il messaggio e’ chiaro, ogni trattativa sul territorio italiano deve passare al suo vaglio.

Berlusconi ha dichiarato che «Non ci sarà assolutamente alcun cambiamento: resteremo in Libano con gli altri alleati». E’ sull’Afghanistan il Pdl sembra propenso ad un impegno più militare, in sostegno all’azione e alle richieste di rafforzamento pervenute da Usa e Nato per irrobustire la lotta contro i talebani. In sostanza si ipotizzano zone di impiego più “calde”, e dunque un più rischioso e libero uso delle armi.

Giulio Tremonti si dichiara contro la globalizzazione senza controllo ed e’ scettico sul piano contro le crisi finanziarie elaborato dal Financial stability forum. « È finito il pensiero unico, bisogna passare alla fase politica. Le iniezioni di liquidità, i salvataggi e gli aiuti di Stato, le nazionalizzazioni sono vecchi strumenti. La crisi e’ non solo economica ma anche sociale, con l’impoverimento del ceto medio, e aumentano tensioni geopolitiche. »
Per stimolare la crescita vuole rendere piu’ flessibili i parametri di Maastricht e una BCE che non difenda solo i cambi ma promuova i consumi e la produzione abbandonando la politica di monetarismo rigido. Difesa quindi dei prodotti europei dalla concorrenza sleale cinese, non con dazi o con una politica protezionistica ma con azioni comuni tra Ue e Cina.
Il conservatore Tremonti ripudia l’ingerenza delle strutture sovranazionali e delle organizzazioni internazionali, e cerca di piegarle ai suoi obiettivi.
Debito Pubblico: L'Italia ha chiuso il 2007 con un rapporto deficit-Pil dell' 1,9% e con un debito pubblico del 104%. E' quanto indica Eurostat. L'Italia conserva sempre il primo posto come paese piu' indebitato dell'area euro, nonostante esso registri nel 2007 un sensibile calo, essendo sceso dal 106,5 al 104% del Pil.
Mondo Globalizzato:
Comunita’ Europea: Energia. Qui Germania e Francia divergono nelle analisi e dunque nella strategia mentre la Gran Bretagna è molto attiva, spinge per le energie rinnovabili e per quella solare ma le ritiene insufficienti alla bisogna e vede come soluzione inevitabile un potenziamento del nucleare.

Inflazione: aumentano prezzo del petrolio e degli alimentari, mentre il prezzo dei prodotti industriali aumenta di meno. L’effetto dell’aumento del petrolio incide anche sul prezzo degli alimenti che in Italia per esempio compiono mediamente 2000 chilometri prima di giungere sulle tavole, con l’86% delle merci che viaggia su strada.
Spesso l’inflazione ha origini monetarie e per queste ragioni le banche centrali godono di indipendenza dai Governi nella gestione dei tassi dell’interesse (ossia del costo del danaro) e della quantità di moneta creata. In questo caso l’inflazione proviene dalla rigidità nell’offerta a fronte di una aumentata esigenza delle popolazioni (la cosa ha dato vita anche a una ingente speculazione sui mercati che dai prodotti finanziari si sono riversati sui beni rifugio delle materie prime). Volontà dei Paesi produttori di petrolio di difendere il loro potere d’acquisto svilito dalla svalutazione del dollaro, incremento dei prezzi degli alimentari a causa dall’accresciuta domanda dei Paesi emergenti a seguito del loro aumentato benessere e per gli alimentari di base hanno contato anche il maggior uso per produrre nuove fonti di energia.Poiché la maggior parte delle popolazioni del mondo vive di un reddito prossimo al livello di sussistenza, l’aumento dei prezzi crea problemi di sopravvivenza e, con essi, problemi di stabilità sociale. Sembra la profezia di Malthus che si avvera. Alle industrie conviene di piu’ produrre beni industriali piuttosto che agricoli e quindi il mercato non è in condizioni di scegliere la composizione dell’offerta sulla base delle necessità delle popolazioni, ma dei vantaggi di impresa, del profitto. Sono le autorità che devono governare la distribuzione della produzione e del reddito in funzione del benessere sociale, mentre il compito del mercato è guidare l’uso più efficiente delle risorse, ossia produrre a costi minimi. Ecco perche’ in Europa l’agricoltura e’ stata protetta con i sussidi, questo ha generato delle rendite pero’ l’offerta ha sempre soddisfatto la domanda. Il problema oggi e’ la Cina che dovrebbe cambiare oggi la struttura della produzione per avere una maggiore offerta di beni alimentari e questo richiede tempo e impegno politico e non puo’ essere fatta improvvisamente perche’ si tratta di spostare parti intere del PIL nazionale. Non e’ sicuramente il mercato che puo’ aggiustare l’offerta alimentare riducendo i prezzi.
Mi chiedo se sia in atto un sottile programma di sterminio di massa delle popolazioni povere.
Petrolio: L’Eni firma un accordo per la fornitura di petrolio e gas con il Quatar e pensa all’Iraq.
Probabilmente sta finendo il picco del prezzo del petrolio, si apriranno le concessioni in Iraq e l’obiettivo finale della guerra in Iraq verra’ raggiunto.
Cina: Mentre in Italia c'è chi invoca un nuovo protezionismo fuori tempo massimo contro "l'invasione" cinese, l'Africa ha deciso che sarà proprio la Cina a risolvere una volta per tutte i suoi problemi. Pechino ha deciso ormai da anni di fare dell'Africa il suo continente di riferimento. Ha deciso che per sostenere la sua crescita vorticosa, e per soddisfare la sua "fame" spropositata di materie prime - non solo petrolio e gas, ma anche grano e frumento - l'Africa è il partner ideale. Loro ci mettono i capitali, le tecnologie e il know how, gli africani un costo del lavoro ancora più basso di quello asiatico, immense risorse minerarie, petrolifere ed agrarie, e un mercato potenzialmente sterminato. Colossi industriali cinesi come la Sinopec ha in Sudan una joint-venture, la Greater Nile Petroleum Operating Company, che garantira’ il 9% dell’intero import petrolifero cinese. I minerali verranno da Algeria, Angola, Nigeria e Sudan. Le materie prime agricole dalla Guinea dove la Cina sta finanziando una seria riforma agricola. Investimenti in infrastrutture come la rete ferroviaria in Botswana, il tessile in Zambia, il cemento in Zimbawe. Inoltre lo Zimbawe non ricorrera’ piu’ agli aiuti del FMI ma direttamente alla Banca Centrale Cinese, che ha anche azzerato il debito con molti paesi africani. Pechino e’ diventata l’autorita’ “prestatrice di ultima istanza” scalzando FMI e Banca Mondiale.
Stiamo per essere tagliati fuori dal grande deflattore Cina-Africa che innondera’ il mercato mondiale senza controllo perche’ anche le nostre autorita’ sovranazionali mondiali stanno uscendo dalla scena finanziaria e politica. Queste sovrastrutture mondiali, come l’FMI e la Banca Mondiale, hanno tenuto per le palle i paesi emergenti e diretto l’economia mondiale, ora e’ un po’ di tempo che incontrano ostacoli difficili da superare come per esempio le restituzioni dei debiti contratti dai paesi emergenti e come gli aiuti cinesi in africa, tutto questo li destituisce completamente lasciando mano libera alla globalizzazione e al mercato folle.
La Cina completera' nel 2009 una nuova stazione di ricerca per analizzare i ghiacci in Antartide risalenti a 1,2 milioni di anni fa. L'Antartide e' protetta da un trattato che ne impedisce lo sfruttamento, ma alcuni stati vorrebbero rivedere quel trattato.
Si conferma la strategia e la eccezionale dinamicita' della vorace Cina nel procacciarsi risorse in tutto il mondo.

Iran: Mahmoud Ahmadinejad non e’ soddisfatto dell'attuale prezzo-record del barile di petrolioche supera quota 115 dollari presso la borsa di New York, e dice che neppure la soglia dei 115 dollari rispecchia quello che lui considera essere «il prezzo reale» dell'oro nero. Il presidente iraniano e’ contro «l'arroganza e l'egoismo» dei Paesi occidentali che intascano sul petrolio profitti maggiori di quelli dei Paesi produttori e contro la debolezza ormai cronica della valuta americana propone, esercitando pressioni sugli altri Paesi esportatori (OPEC), l'abbandono, come fatto da Teheran dalla fine del 2007, del dollaro a favore dell'euro nelle proprie transazioni petrolifere internazionali. L'Iran attualmente non è in grado di raffinare la totalità del combustibile necessario per i consumi interni, un fatto che ha costretto il governo di Teheran a introdurre il razionamento della benzina l'estate scorsa, ma si sta attrezzando per raggiungere l’autonomia.Le dichiarazioni infuocate di Ahmadinejad saranno probabilmente al centro dell'attenzione dei lavori dell'International Energy Forum 2008, il più importante convegno del settore su scala mondiale dove si incontrano i capi dei dicasteri energetici dei principali produttori, incluso il ministro del Petrolio iraniano Nozari, e i massimi dirigenti delle società petrolifere occidentali, e sono chiamati a far fronte a un aumento senza sosta dei prezzi al consumo dei prodotti da loro importati o raffinati. Da tempo l'Iran fa parte dello schieramento dei "falchi" all'interno dell'Opec, il cartello che raggruppa la maggior parte dei principali produttori di petrolio al mondo e che ha il compito di sancire in maniera collegiale le quantità di greggio prodotta da ogni membro. Facendo tesoro della stretta alleanza politica con il Venezuela di Hugo Chavez, Ahmadinejad ha ripetutamente tentato, sinora senza successo, di annullare il veto del blocco capeggiato dall'Arabia Saudita sulla diminuzione della produzione complessiva di petrolio, il cui recente modesto aumento ha contributo a evitare un ulteriore incremento esorbitante del prezzo del greggio.
Credo che siamo in vista di una guerra.
Crisi Finanziaria: La Gran Bretagna è sempre più stretta nella morsa della crisi economica e la Bank of England vara un intervento straordinario per cercare di salvare i mercati dalla paventata recessione. Come annunciato ieri dalla Bbc la prossima settimana la banca centrale immetterà liquidità nel sistema bancario scambiando 50 miliardi di sterline (63 miliardi di euro) in titoli di stato a un anno (rinnovabili fino a 3) con crediti immobiliari (sub-prime). Un’operazione che è stata definita «la più grande iniziativa in campo monetario mai presa nel Paese» e che punta a vivacizzare i mercati agonizzanti e ad allentare le condizioni per le concessioni dei mutui che stanno strangolando migliaia di famiglie. Secondo Jp Morgan quarantamila posti di lavoro saranno tagliati entro l’anno (duemila si sono già dissolti). E per le famiglie inglesi il Daily Telegraph parla di «austerity». I costi sono aumentati di 1.800 sterline all’anno (2.300 euro) per un nucleo medio, i consumi sono scivolati dell’1,6% e sono crollati soprattutto i comparti dell’abbigliamento, dei mobili per la casa e dei gadget elettronici. Ma anche il cibo fa la sua parte. Soffrono i negozi da gourmet e fanno affari soprattutto le catene di supermercati spartani e ultra economici. E molti inglesi questa estate, vista anche la forza dell’euro, rinunceranno alle vacanze. UBS banca svizzera, prima banca europea per asset, scrive Bloomberg, è una delle grandi banche più colpite dalla crisi dei mutui americani, che finora ha provocato perdite complessive per 100 miliardi di dollari, di cui 18,4 solo a Ubs. La Federal Reserve intanto cura il proprio circuito bancario all’asciutto con iniezioni di miliardi di dollari e abbassando i tassi di interesse.
E’ una crisi finanziaria che sta colpendo indirettamente anche l’economia reale e nessuno ne e’ immune.