Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

giovedì 31 gennaio 2008

Collusi con i propri interessi

Siamo l'Italia delle mazzette, dei collusi, delle clientele, ma sopratutto dell'interesse privato su tutto. Queste persone non solo stanno rovinando l'Italia ma l'effetto emulazione ha portato a un decadimento di tutte le regole civili e morali che rappresentano l'anello fondamentale di congiunzione tra il diritto scritto ed applicato e la vita di tutti i giorni. Tutto questo con l'aggravante che l'acaparramento di soldi, posizioni sociali e le sacche di inefficienza diventano costi enormi che vengono scaricati sulla societa' civile che a testa bassa lavora per portare avanti il paese.
A Reggio Calabria la clinica privata "Villa Anya" di proprieta' della famiglia di Domenico Crea, consigliere regionale, viene accreditata, pur non avendone i requisiti, presso l'ASL locale (notoriamente in deficit ed in passivol alla chiusura di ogni esercizio) che storno' a favore di questa 500 mila euro dalle somme destinate alla spesa farmacautica. Si configura un intreccio politico mafioso nella sanita' calabrese per spartirsi la torta che ha portato all'uccisione del precedente consigliere regionale, Fortugno, perche' ostacolo agli interessi di questo sistema. il Crea era l'elemento cardine del sistema di controllo degli appalti e dei servizi pubblici di sanita', ed era entrato in consiglio regionale dopo l'omicidio Fortugno. Il delitto suddetto probabilmente e' stato voluto dalle cosche per ripristinare il sistema clientelare. Si fa l'ipotesi che la 'ndrangheta aveva messo le mani sulla sanita' attraverso Crea che e' legato a Giuseppe Pansera genero di Giuseppe Morabito, e controllava assessori e dirigenti sanitari tutti membri di quella "borghesia mafiosa" che tutela is suoi "interessi privati". Questo meccanismo determinava anche le assunzioni avendo come conseguenza diretta il controllo del territorio in termini di migliaia di voti da spendere nelle elezioni. Dalle intercettazioni si ha un'idea del giro di affari, dice il Crea al telefono: "con la sanita' hai 3 miliardi e 360 milioni di euro l'anno. Poi ora con i contributi del 2007 si entra nei servizi sociali e ti prendi un'altra bella fetta di conti". Tutto questo ha generato inefficienza e incompetenza che possono riassumersi in una negata sanita' per i cittadini.
A Bergamo nella sede centrale della Calcestruzzi S.p.A., la piu' grande impresa italiana nella fornitura di materiale per l'edilizia controllata dall'Italcementi, finiscono in manette alti dirigenti e anche Mario Colombini, amministratore delegato della societa'. I capi d'accusa sono truffa, intestazione fittizia di beni, e favoreggiamento della mafia. La societa' attraverso una doppia fatturazione avrebbe creato fondi neri giocando sulla produzione di calcestruzzo scadente da impiegare negli appalti pubblici. Da qui la preoccupazione del GIP che ha ordinato il sequestro del porto di Gela e del tratto autostradale A20 Palermo-Messina costruiti con calcestruzzo depotenziato. A quanto si legge dall'ordinanza di arresto, alla quale sono seguiti sequestri di impianti e stabilimenti di betonaggio e cave, uomini di Cosa nostra avrebbero attinto in Sicilia, dove grazie alla mafia la Calcestruzzi ha il monopolio degli appalti, da questi fondi neri. La commissione antimafia grida all'intreccio infame tra economia e mafia che ha generato un disegno criminale che avrebbe potuto provocare delle vere stragi.
A Milano e' partita un'inchiesta, poi allargata a tutta Italia, che ipotizza un raggiro di 500 milioni di metri cubi di gas pagati dagli utenti e mai erogati. Questa truffa sarebbe stata giocata sui contatori troppo vecchi che non vengono sostituiti perche' non esiste nessuna legge che lo imponga ai distributori. I contatori vecchi conteggiano all'utente un volume di gas maggiore di quello effettivamente erogato a volte toccando punte del 15%. Sotto accusa sono l'Eni, divisa in Snam rete gas e Italgas, Aem e Arcalgas per i quali si ipotizza il dolo consapevole e condiviso fra i tre soggetti che avrebbero cosi' dato vita a un'associazione a delinquere.
In piccolo anche nella vita di tutti i giorni adottiamo per emulazione gli stessi comportamenti dando vita a una guerra tra poveri per l'acaparramento delle risorse, e dove prendiamo togliamo da un'altra parte. E' forse un disperato tentativo di recuperare il mal tolto?

Prezzi e potere d'acquisto

Finalmente qualcuno si sta accorgendo che il problema del potere d'acquisto degli stipendi dei dipendenti pubblici e privati non e' minato dalle aliquote fiscali ma dal fatto che i prezzi dei beni e le tariffe stanno prendendo una deriva al rialzo senza limiti. Si e' registrata una diminuzione degli acquisti familiari di carne suina e dei salumi ridotti nel 2007 del 2,3%, questo secondo Coldiretti secondo cui il prezzo dei salumi per i cittadini e' aumentato del 2,7%. Finalmente sono sotto il riflettore i rincari dalla produzione al consumo, l'effetto dei passaggi commerciali, anche detta filiera, stanno facendo impennare il caro-vita. Forse l'istituzione di Mr Prezzi e' stata a tutti gli effetti una azione per risolvere il vero problema, ho sempre di piu' l'impressione che "qualcuno" facendo cadere il prrecedente governo ci abbia fatto perdere la possibilita' di aggiustare le cose per davvero. Andiamo a vedere anche gli aumenti delle tariffe su energia elettrica, caselli autostradali, bolletta telefonica e similia. Sono giustificati? Ci vuole piu' controllo sui mercati per evitare che si formino fenomeni speculativi su beni di prima necessita'.

L'Asia l'ha finalmente capito: la concorrenza non e' di questo mondo

Se ci stavamo chiedendo quali sono i programmi a lungo termine delle cosi' dette economie in via di sviluppo ora possiamo dire quali sono e che sono abbastanza solidi. Procedono le trattative tra Tata e Ford per l'acquisizione da parte della casa automobilistica indiana dei marchi di lusso britannici Jaguar e Land Rover. Strategia opposta quella di Volkswagen, che ha deciso di produrre direttamente in India modelli Audi, sia per i costi piu' bassi sia per le prospettive di avere un mercato florido in India.
La Citigroup la piu' grande merchant bank statunitense dovrebbe ricevere 14 miliardi di dollari di investimenti dai fondi sovrani del Medio Oriente (principe saudita Alwaleed) e di Pechino (China Development Bank) che costituiranno il nuovo piano di soccorso, somme necessarie per rafforzare le finanze scosse dalle ingenti perdite sul mercato immobiliare e del credito. Probabilmente lo stumento finanziario utilizzato sara' una sottoscrizione di un prestito convertibile (in quote azionarie). Loscorso mese Alwaleed è stato scalzato nell'azionariato dalla holding di Abu Dabhi che per 7,5 miliardi ha comparto il 4,9% del capitale del gruppo bancario Usa.
Per quanto riguarda l'Europa l'unico mercato dove espandersi resta chiaramente quello dell'Europa dell'est che rimane terra di conquista perche' in pieno sviluppo e dove ancora esistono le condizioni di accaparrarsi grosse fette di mercato e acquisire posizioni dominanti. Questa alternativa impedisce all'Europa di essere inglobata dall'India la Cina e l'Arabia Saudita, ancora per poco.
C'e' come si dice un consolidamento degli asset, un accrescimento degli asset in conto capitale. In parole povere gli ingenti profitti guadagnati dai paesi emergenti vengono reinvestiti nei mercati concorrenti acquistando partecipazioni negli asset. Come dire prima che il dollaro si svaluti fino a non valere nulla e' meglio utilizzarlo per comprarmi assets possibilmente di attivita' concorrenti o nelle quali voglio investire. Presto gran parte delle societa' Americane ed Europee saranno di proprieta' dei paesi emergenti, saranno loro le nuove multinazionali. Quale miglior modo di diversificare se non quello di appropriarsi direttamente delle maggiori aziende e multinazionali che operano in quei settori. Lo scenario globale sta portando alla luce un nuovo schieramento, un fronte orientale.

martedì 29 gennaio 2008

I bilanci italiani delle famiglie italiane del 2006

Cito il titolo del supplemento al bollettino statistico (indagine campionaria) pubblicato da Banca Italia. Io traggo le mie conclusioni da semplice impiegato dipendente, e cioe' che mentre i salari e le aliquote dal 2000 sono rimasti pressoche' fermi al contrario i prezzi e quindi l'inflazione reale e' aumentata nel tempo. E' inutile parlare di tassi alti applicati dalla BCE o di situazioni economiche contingenti, la verita' e' che i prezzi dei beni e dei servizi sono aumentati nel tempo lasciandosi dietro gli stipendi degli impiegati dipendenti. Il fatto che i costi delle case, o dei prodotti alimentari sono aumentati e' una deriva speculativa che questi settori hanno preso contribuendo all'innalzarsi dell'inflazione, mentre gli stipendi sono rimasti fermi. In generale reddito delle famiglie e reddito dei singoli e' rimasto invariato per contro il reddito da lavoro dipendente si e' rivalutato contrastando l'erosione dell'inflazione. C'e' da pensare quindi che le aziende abbiano tenuto fermi i salari o che non abbiano saputo ridistribuire equamente i profitti tra i dipendenti in modo da dare una spinta all'economia interna. Al contrario i liberi professionisti hanno saputo rivedersi bene sul mercato rivalutando le loro prestazioni professionali. C'e' stata quindi una tendenza alla svalutazione, io direi anche allo sfruttamento, del lavoro salariato dipendente. Andiamo quindi a cercare i colpevoli non nella BCE, nella situazione contingente internazionale o nel governo, perche' i colpevoli sono da un'altra parte.

Centralita' del potere

Forse il problema principale delle nostre societa', indipendentemente dalle ideologie dominanti (sia essa comunismo o capitalismo o teocratismo), e' la concentrazione del potere e dei processi decisionali in mani di pochi. Parto da questa considerazione che sembra banale ma che per questo e' stata dimenticata e non presa nella dovuta considerazione. Nel mondo moderno ogni processo produttivo si appoggia su capitale finanziario, anche perche' ogni azienda o industria realizza un prodotto che poi vendera' a piu' persone indipendentemente da un'esigenza nata dalla necessita' del prodotto stesso ma semplicemente per trarne del profitto. L'economia che studia la distribuzione delle risorse scarse e che quindi dovrebbe osservare processi virtuosi di utilizzo efficiente ed efficace delle risorse a disposizione in realta' studia meccanismi complessi in cui l'unica esigenza necessaria sono i soldi, non piu' i beni o i servizi, per cui si accumula e paradossalmente c'e' una domanda di moneta che condiziona la domanda di beni e servizi. Oggi la gran parte delle risorse finanziare mondiale sono concentrate nelle mani di poche strutture bancarie anche internazionali che concentrano a se tutto il potere di decidere di queste risorse. E' evidente che in un sistema siffatto non puo' esistere una gestione efficiente delle risorse perche' andrebbe a scapito dell'interesse particolare di quei pochi che gestiscono l'affare. Anche il potere politico, e quindi la possibilita' di amministrare la vita di milioni di persone, e' concentrato nella maggior parte dei paesi del mondo in mano a pochi che devono decidere dell'interesse dei molti. Questo per dimostrare che e' praticamente impossibile gestire risorse scarse da ridistribuire su milioni di persone. Anche il fatto che patrimoni finanziari enormi siano posseduti da poche persone nel mondo e' la dimostrazione di un sistema che tende alla sperequazione estrema. La ragione di tutto questo a mio parere sta nell'esistenza di sistemi accentratori quando invece probabilmente la parola chiave per risolvere le questioni economiche sarebbe la decentralizzazione. Piu' i sistemi diventano complessi e piu' si scopre che i meccanismi di gestione e regolazione di questi sistemi sono centralizzati. Le strutture distribuite invece sono piu' semplici ed efficienti da gestire e si rinnovano e si autoriproducono piu' facilmente, basta guardare il fenomeno di Internet il cui scopo era quello della comunicazione e della diffusione dell'informazione e che oggi ha raggiunto il suo obiettivo pienamente anche con le sue contraddizoni. Se Internet fosse stata una struttura gerarchica tendente a un centro dominante molto probabilmente si sarebbe rallentata, incagliata e arruginita nei suoi meccanismi diventando un pesante pachiderma completamente inutile. Per questo motivo considero sbagliati sia il comunismo che il capitalismo, il primo perche' alla fine concentra il potere economico e decisionale nelle mani dell'apparato statale e delle istituzioni e il secondo perche' invece perche' concentra il potere nelle mani di pochi che gestiscono solo il proprio tornaconto personale. In fondo l'idea della libera concorrenza non e' del tutto sbagliata se si riflette sul fatto che un mercato perfettamente concorrente significa al limite un'infinita' di produttori che rispondono a un'infinita' di consumatori, e quindi una struttura distribuita dell'offerta per rispondere a una struttura distribuita della domanda.

lunedì 28 gennaio 2008

Esasperazioni inevitabili dei meccanismi corrotti della finanza

Tutto si muove intorno al profitto. Il profitto e' diventato fine a se stesso, si fanno soldi per fare soldi e questo ha portato ad accorciare i tempi delle operazioni finanziarie. Gli investitori vogliono tutto e subito, risultati immediati e molto positivi. L'intero settore produttivo si trova oggi a rispondere alle pressanti richieste della finanza che succhia via dal mercato fiumi di risorse per accumularle in modo inefficiente. Un caso eclatante dopo lo scandalo della banca di lodi e' quello oggi della Banca d'affari Italease. All'interno della banca ha operato una vera e propria associazione a delinquere guidata dall'ex amministratore delegato Massimo Faenza. Una stretta rete di collaboratori e procacciatori d'affari all'interno della banca operando sui derivati favoriva con operazioni studiate solo alcuni clienti facendo invece perdere soldi alla banca. Da queste operazioni uscivano fuori forti commissioni per gli intermediari complici e grossi guadagni per i clienti. Le enormi perdite causate dall'operatività in derivati di Banca Italease sono per oltre il 50% dovute ai contratti conclusi con appena 12 clienti, quasi tutti immobiliaristi di Roma. Le modalità operative adottate per la conclusione e gestione dei contratti derivati, senza dubbio erano tese a fare guadagnare i clienti, ad avvantaggiare i procacciatori e a scaricare sulla banca gli effetti economici dei rischi assunti. Insomma, solo i soci di Italease hanno perso i soldi con lo scandalo dei derivati, mentre per i 12 grandi sottoscrittori e per gli intermediari quei contratti hanno generato guadagni. Le perdite secondo la perizia si aggirano intorno a oltre 665 milioni di euro. Caso simile ma forse piu' controverso e' quello che e' stato scoperto in Francia nella Societe' Generale. Falso, frode e violazione degli obblighi fiduciari sono le accuse mosse nei confronti di un dipendente di suddetta banca che ha provocato un maxi buco di 4,9 miliardi di euro. In questo caso pero' vista la situazione della tempesta mutui sub-prime sulle banche che hanno dichiarato perdite considerevoli e vista l'entita' delle perdite dichiarate dalla Societe' Generale sembra strano che l'impiegato possa avere fatto tutto da solo, o che adirittura non sia altro che un capro espiatorio. Infatti qualcuno vocifera che lo stesso presidente della repubblica Sarkozy vedrebbe favorevolmente l'uscita del numero uno della banca.
Putroppo nei punti dove si accumulano grosse risorse finanziarie e che rispondono a meccanismi di profitto nel brevissimo tempo e' inevitabile che vengano sprecati fiumi di soldi. E' un meccanismo parassitario e improduttivo che sta minando l'intero sistema economico mondiale come un cancro.

venerdì 25 gennaio 2008

Quando ci sara' una nuova Italia?

Per quelli che manifestano solidarieta' in piazza per Mastella io provo vergogna, provo vergogna per come abbiamo ridotto all'ignoranza il tessuto sociale italiano. Quando si giustificano dicendo che il compito di un politico e' di mettersi a disposizione dei cittadini non gli passa neanche per l'anticamera della testa che i favori che Mastella elargisce li paga con i soldi di tutti i cittadini e che si incanalano nel suo finto giornale, nella sua pensione da giornalista, nelle sue indennita' di parlamentare, insomma sono tutti soldi nostri. Perche' non vengono a chiedere a ognuno di noi se ci piace pagare la gente di Ceppaloni per occupare posti indegnamente consegnati a loro. Perche' non capiscono che stanno vivendo una condizione di parassitismo sulle spalle di tutti gli italiani? Finche' permetteremo a questi personaggi di distribuire caramelle pagate con i soldi nostri ai suoi affiliati e sodali, queste sacche di inefficienza e sottocultura caratterizzeranno il nostro tessuto sociale. Non riescono a rendersi conto di essere trattati come degli schiavi entrando in un giro di legami e di forzati scambi di favori in cui si svende anche l'ultimo briciolo di moralita' e di coerenza. Il problema della politica e' che offrono semplicemente quello che il mercato richiede e cioe' sottocultura, corruzione, favoritismi e amoralita'. Il problema sono gli italiani e il loro concetto del senso civico, della morale. E' vero che si meritano quello che hanno se non hanno piu' la voglia e il coraggio di cambiare loro stessi. Tutto questo puo' sfociare solo in un'esplosione cieca di violenza per esasperazione figlia della stupidita' e della sottocultura oppure verso una rassegnazione profonda di breve termine prima di abbraccire la via della violenza. Siamo un paese rimasto chiuso in una bolla temporale, si ripetono in continuazione come in una spirale viziosa gli stessi eventi che ci portiamo dietro dal lontano 1969, le stesse forme di corruzione, le stesse lobby, le stesse persone al governo e nella politica e se non le stesse con la stessa mentalita', il tempo si e' fermato decretando il nostro isolamento dallo sviluppo e dalla civilta'. Non abbiamo piu' Craxi ma al suo posto abbiamo Berlusconi che ne ripercorre i passi ispirandosi al loro vecchio maestro che fece la marcia su Roma, non abbiamo piu' la DC ma abbiamo il Papa che ne ha preso il posto, non abbiamo piu' la destra ma al loro posto abbiamo le squadre punitive e violente che girano per le strade e si autoproclamano portavoci delle richieste di tutto il popolo (come si permettono di farsi interpreti di quello che mi passa per la testa senza neanche avermi interpellato?). Provo una grande vergogna per le troppe cose che ho visto fare agli italiani che sto perdendo la fiducia che qualcosa possa cambiare. Per quanto riguarda i politici non sono altro che grandi burattinai che tengono per i loro fili le coscienze della gente, essi rappresentano semplicemente la vera faccia degli italiani e provo per loro la stessa vergogna.

giovedì 24 gennaio 2008

Rifiuti: articolo interessante

Posto questo link che mi sembra molto ma molto interessante nell'ambito dello smaltimento dei rifiuti urbani.
Devo verificare se tutto quello che si afferma sull'articolo sia la verita'.

mercoledì 23 gennaio 2008

Rifiuti: la mia proposta per la raccolta #2

Voglio completare la proposta per il miglioramento sulla raccolta rifiuti esposta nel precedente post
con una aggiunta doverosa.
La questione dell'"etichetta ecologica" (la voglio chiamare cosi') non serve molto se poi chi fattivamente opera per la raccolta dei rifiuti (ditte private, municipali, ..) non fanno corrispondere lo stesso standard negli strumenti che offrono, come cassonetti, secchi dell'immondizia e altro. La tendenza dovrebbe essere quella di uno standard comune per rendere banale e non faticosa lo smaltimento dei rifiuti urbani. In questo modo l'utente puo' sapere con facilita' in quale specifico cassonetto buttare lo specifico rifiuto. Possiamo aiutarci anche con dei colori, le etichette e i cassonetti dello stesso colore a indicare la specificita' merciologica del rifiuto. Ci sono fior fior di studi sull'impatto dei colori sulla psiche umana, forse questo potrebbe essere uno dei casi in cui l'applicazione puo' tornare utile.

martedì 22 gennaio 2008

Mercato Immobiliare Italiano: aggiornamento n#1

Incominciano ad uscire i primi rapporti dei "centri studi" delle agenzie immobiliari che operano sul territorio italiano, e come al solito stanno cercando di dare una visione distorta del mercato nel tentativo di pilotarlo. Prima di tutto vediamo quali sono le attivita' di queste agenzie immobiliari. Oltre all'intermediazione immobiliare si occupano di intermediazione finanziaria (concedono o intercedono per la concessione dei prestiti), costruiscono case, offrono servizi tecnici per la gestione e valorizzazione dell'immobile e sopratutto sono delle societa' per azioni con investitori. Tra i vari rapporti sull'andamento del mercato immobiliare pubblicati forse il piu' serio e' quello Gabetti che ha piu' interesse ad essere onesta per poi non dover fare figuracce con i suoi azionisti, Tecnocasa invece dice stupidaggini. La situazione reale e' questa. I prezzi delle nuove costruzioni si stanno abbassando, anche quelli finanziati dalle societa' immobiliari. La crisi finanziaria americana ha reso nervoso il sistema bancario internazionale e si profila una stretta creditizia e quindi difficolta' lato accesso al mutuo. L'indebitamento delle famiglie che hanno acquistato casa sta aumentando dai dati in possesso, anche se non di molto. C'e' una tendenza al risparmio piuttosto che all'investimento. L'ufficio studi Gabetti onestamente ipotizza un calo medio dei prezzi degli immobili in citta' del 3%. Il numero di compravendite e' diminuito e si e' allungato il tempo che intercorre tra la messa in vendita di un immobile e la vendita dello stesso. Le famiglie si stanno spostando sempre di piu' verso la periferia. Sta ritornando a piena forza il mercato dell'edilizia popolare, per cui fa capolino l'investimento a lungo termine. Ma sopratutto l'inflazione sta tornando a livelli pericolosi. Con un calo dei consumi interni come si e' avuto e si avra' quest'anno l'unica cosa che manca ancora alla lista dei segnali e' la decisione sui tassi da parte della BCE. Per quest'ultimo punto attendiamo fiduciosi. Vista l'ultima mossa degli USA dove sono stati abbassati "pesantemente" confermando i timori di recessione, quello che ci si puo' aspettare qui in Europa e' che vengano mantenuti tali o meglio vengano aumentati. Nell'ipotesi che anche questo dato si allinei alla previsione i prezzi degli immobili diminuiranno. Nella malaugurata ipotesi che vengano abbassati i tassi di interesse, allora prenotatevi la vostra scialuppa di salvataggio perche' e' finita per davvero.

Coscienza di classe

Una parola oramai scomparsa, eppure forse l'unico strumento che avevamo per costituire una lobby che lotta per il riconoscimento dei propri interessi. Oggi il termine andrebbe esteso a tutta la gente che lavora. C'e' una nuova classe che si va formando in italia e che non ha ancora coscienza di se', e' la classe dei disgraziati. E' una classe di gente che lavora anche in condizioni di precarieta', che riceve uno stipendio da fame, che magari ha anche famiglia e che a testa bassa lavora e non protesta. E' una classe di persone che sopporta la corruzione nella politica e nella vita di tutti i giorni, che volge la testa dall'altra parte e che pensa solo al suo orticello, uno contro tutti a rosicchiare quello che rimane della torta. E' una classe che "magari la raccomandazione ci fosse l'accetterei senza fare domande". E' una classe che non ha piu' la forza di indignarsi di fronte a nulla e che preferisce guardare la TV per non pensare. Fa bene Grillo a cercare di riunirli in uno spazio comune per cercare di svegliare le loro coscienze, e dovrebbero anche capire di stare tutti sulla stessa barca e dovrebbero unire le loro forze per portare avanti in comune le loro proposte. Guardate cosa ha fatto Mastella, sfruttando gli strumenti corrotti dell'apparato istituzionale democratico ha portato avanti gli interessi della sua lobby anche a scapito dell'intera comunita', perche' non fare allo stesso modo cercando di proporre un sistema piu' equo per tutti e non a vantaggio di pochi?
E' inutile fare vuota polemica sul fatto che tutto va male e oramai non c'e' rimedio, rimbocchiamoci le maniche e mandiamoli tutti a fanculo.

lunedì 21 gennaio 2008

Tempo da "Orsi" in Borsa

Impossibile non riportare quello che e' stato definito il lunedi' nero dell'inizio 2008 per la borsa. La crisi dei mercati sta arrivando come conseguenza di una crisi economica in america che vede tutti i fondamentali a ribasso. Non convince i mercati il piano da 140 miliardi di dollari di aiuti fiscali presentato dal presidente Usa George W. Bush, oramai e' RECESSIONE anunciata, e si teme anche una nuova ondata della crisi dei mutui subprime. Come conseguenza vanno giu' le borse americane e quelle asiatiche, spettacolo simile si era visto solo dopo l'11 Settembre 2001. La furia ribassista, anche detta panic selling, si e' scatenata. La borsa di Tokyo perde il 3,9% e il made in Japan rischia di essere il più penalizzato da un'eventuale recessione americana perché lo yen continua a rafforzarsi sul dollaro e in questo modo, i beni prodotti in Giappone diventano sempre più cari sul mercato americano, che oggi assorbe circa il 25% dell'export nipponico. La congiuntura e' internazionale e l'indice di fiducia dei consumatori e' ai minimi storici. Anche in Cina, nonostante la crescita economica a due cifre le indiscrezioni di stampa citano circa 8 miliardi di dollari di perdite accusati da Bank of China nell'ultimo trimestre 2007 sui mutui subprime americani che hanno certamente amplificato la caduta degli indici del Dragone. Il problema, si mormora a Shanghai e a Hong Kong, è che Bank of China potrebbe essere solo la prima delle Big Four del credito cinese a tirare fuori gli scheletri dall'armadio. in Europa anche con questa eccessiva colatilita' assicurano che i fondamentali sono solidi e il rallentamento dell'economia Usa non avrà «conseguenze dirette» sull'economia della zona euro. Pero' le borse europee di Parigi e Londra perdono quasi 6 punti percentuali mentre Madrid e Francoforte ne perdono 7. Il Mibtel ha toccato quota -5%. C'e' chi sostiene che a innescare il lunedì nero sono stati i listini asiatici, colpiti da maxi-ribassi sui timori di una recessione americana e dell'allargamento degli effetti della crisi dei mutui subprime alla Bank of China e ad altre grandi banche cinesi. Anche la Citigroup, la piu' grande banca americana che ultimamente sta dichiarando perdite astronomiche, dichiara che sara' recessione lenta e prolungata nel tempo, e si aspetta una crescita ridotta. Si prevede un aumento del tasso di disoccupazione in america dal 4 al 6% e una riduzione drastica degli utili delle aziende quotate nello S&P500. A peggiorare la situazione c'e' la paura per le difficoltà in cui sono incorsi gli assicuratori americani di bond, Mbia e Ambac: il rischio di insolvenza delle aziende europee è salito ai massimi sul timore di declassamenti delle società assicuratrici di bond possano innescare un'ondata di vendite e peggiorare la crisi nei mercati del credito. I credit default swap dell'indice Markit iTraxx Europe, che comprende 125 aziende con rating idonei all'investimento, sono balzati di 7,25 punti base, impennandosi a 79,5, secondo JPMorgan Chase & Co., massimo da quando è stato avviato questo indice, nel 2004. Contando che in america non ci sono state contrattazioni a Wall Street per la festività del Martin Luther King Day, tra i settori maggiormente colpiti dalle vendite ci sono le banche (Stoxx -4,8%) e le assicurazioni (Stoxx -5,3%), le auto (Stoxx -1,8%) e le telecomunicazioni (Stoxx -2,99%). Sul valutario l' euro è sceso rapidamente a 1,448 dollari, in netto ribasso dagli 1,4609 dollari della chiusura di venerdì. C'e' chi sostiene che quest' anno il tasso di crescita nell'Eurozona potrebbe scendere all' 1,5%, alimentando le preoccupazioni sulla tenuta dell' economia del vecchio Continente, fino ad oggi mai messa in discussione dalla banca centrale europea. Il dato sui prezzi alla produzione tedeschi a dicembre, -0,1% su base mensile contro +0,8% del mese precedente, ha rappresentato una ulteriore conferma della frenata in atto anche in Europa. Non da ultimo c'e' da far notare il piano di risanamento della Northern Rock in Inghilterra, la banca inglese di credito ipotecario tenuta in vita da una linea di credito da 25 miliardi di sterline della Banca d'Inghilterra. Il Governo inglese ha infatti annunciato oggi lunedì mattina, 21 gennaio, l'atteso piano, che attende ora il vaglio delle autorità Ue e degli enti regolamentari britannici, secondo cui i prestiti erogati dalla Bank of England verranno convertiti in bond (obbligazioni) garantiti dal Tesoro e cioé dai contribuenti. Se entro il 4 febbraio le cordate che sono attualmente in pista non avranno presentato una proposta dettagliata e soddisfacente in linea con il nuovo progetto, il Governo potrebbe allora "temporaneamente" nazionalizzare Northern Rock in vista di un suo ricollocamento sul mercato in tempi successivi. Dopo l'annuncio Northern Rock è subito andata controcorrente alla Borsa di Londra, guadagnando (alle 13, ora italiana) quasi il 38% , mentre lo Stoxx delle banche perde il 3,84 per cento. Come a dire, dovenon funziona il mercato e i suoi meccanismi perversi, interviene lo Stato con i soldi del cittadino a risanare.

Rifiuti: la mia proposta per la raccolta differenziata


Abbiamo capito che il modo piu' virtuoso di risolvere il problema rifiuti e' iniziare da una raccolta differenziata, e' cioe' fare pressione sulla moralita' del cittadino perche' prenda coscienza delle sue azioni e se ne attribuisca la piena responsabilita'. E' in definitiva il concetto di senso civico che in una sana convivenza dovrebbe essere parte integrante della nostra cultura. Ora pero' nessuno si fa una domanda molto elementare: come puo' un cittadino fare la raccolta differenziata in modo semplice? Esistono materiali, composti, confezioni di dubbia destinazione per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, neanche gli esperti sanno bene se debbano essere classificati come rifiuti organici, inorganici, da CDR o altro. E quindi in quale sacchetto lo butto quel rifiuto? Abbiamo fatto un polverone per mettere sulle etichette dei prodotti la composizione e la provenienza a garanzia del consumatore, ora adoperiamoci per metterci anche una classificazione da rifiuto a garanzia del produttore di rifiuti per eccellenza che e' sempre il consumatore. (Poi dovremo passare a classificare i rifiuti industriali e la loro destinazione perche' anche quello deve essere fatto e sara' sicuramente piu' complicato). La mia proposta e' quindi molto semplice, sull'etichetta a caratteri possibilmente cubitali deve essere messa una classifica di rifiuto che va ad indicare al consumatore a quale categoria appartiene il prodotto, in modo che possa gettarlo nell'apposito cassonetto. Perche' nessuno ci ha pensato fin'ora? Con tutte le leggi inutili che esistono in questo stato non se ne potrebbe fare una utile che imponga questa aggiunta alle etichette?

Le nuove armi di distrazione di massa

Si fa un tanto parlare in questi giorni del mancato discorso del Papa all'inaugurazione dell'anno accademico all'Universita' di Roma per la contrarieta' di alcuni professori e studenti. Mi ero fatto l'idea che la figura del Papa e i secoli di pensiero cristiano e dottrinale che la chiesa si porta appresso fossero un fatto squisitamente personale, intimo e spirituale per i credenti. Una crescita interiore e una scoperta che gli e' stata rivelata ed e' stata digerita col tempo, un qualcosa dunque che riguarda il proprio intimo, l'anima o lo spirito. Invece ne hanno fatto un caso mediatico e politico, e appresso stanno trascinando inconsapevoli credenti e laici. Credo ci siano problemi ben piu' gravi e "immediati" di cui discutere e per cui indignarsi veramente rispetto a questi insignificanti avvenimenti. Dico insignificanti perche' ritengo che una manifestazione del genere per un cristiano non dovrebbe avere alcun peso dato che la fede e il messaggio cattolico sono un fatto di scelta personale che arricchiscono chi ne comprende il significato e lo accetta e impoveriscono chi lo rifiuta: questo a prescindere da chi poi materialmente si fa carico di esportare questo messaggio. Per il laico ortodosso poi e' un atto talmente coerente e prevedibile da non poter generare alcuna meraviglia. E allora perche' c'e' tutto questo casino per un insignificante manifestazione di liberta' intellettuale? Perche' ci stanno distraendo dai veri problemi, quelli di tutti i giorni, quelli dell'incompetenza e corruzione della classe politica, quelli della perdita dei valori civici e di convivenza, quelli del nostro non agire. E ricordatevi che se intorno a noi le cose vanno male, la vita e' degradata, le condizioni sono pessime e' impossibile trovare la serenita' per una riflessione interiore. Non rendetevi complici di questa messa in scena patetica di distrazione di massa, parlate alla vostra coscienza e decidete di agire per vostra iniziativa e mandate "a fanculo" tutti questi buffoni.

venerdì 18 gennaio 2008

La Febbre dell'ORO

Questo post e' liberamente tratto da un articolo di Federico Rampini su Repubblica intotolato "L'eta' dell'ORO" .

Nel 2008 l'oro tocca per la prima volta nella storia il prezzo record di 900 dollari l'oncia. Il famoso lord Keynes defini' negli anni sessanta l'oro una "barbara reliquia" ma stranamente le banche centrali seguitano a riempire i loro forzieri di metallo giallo. Non andando lontano nel tempo ricordiamo che nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods tutte le nazioni del mondo con l'eccezione del blocco sovietico passano al gold-exchange standard, e di fatto accettano il dollaro come strumento del commercio mondiale e degli investimenti. Fino al 1971 quando ancora il sistema monetario internazionale era fondato sul gold-exchange standardc ioe' sulla convertibilita' in oro del dollaro garangito dalle riserve aurifere di Fort Nox, l'oro era quotato35 dollari. Da allora l'oro e' rimasto svincolato dal suo ruolo nei pagamenti tra stati ma ancora ben presentenei forzieri delle banche centrali. E' diventato un termometro sensibile delle congiunture geopolitiche mondiali per cui tensioni militari o pericoli inflazionistici hanno sempre riacceso la febbre del lingotto fra gli investitori in cercadi bene rifugio.
Nel 1980 l'oro tocco0 quota 850 dollari l'oncia, un prezzo che tuttora insuperato in termini reali e cioe' al netto dell'inflazione: era infatti l'anno della rivoluzione khomeinista in Iran e l'URSS aveva invaso l'Afganistan. Non vi ricorda nulla l'Afganistan e l'Iran ripensando ai giorni nostri? Anche se oggi le forze che spingono il suo prezzo verso l'alto sono sopratutto economiche, come la recessione che avanza in America, la crisi disfiucia del sistema bancario, l'inflazione delle derrate agricole e delle materie prima e la fame di oro dei nuovi ricchi dei paesi emergenti come l'India, in realta' la situazione geopolitica non e' cambiata di molto.
L'economista Larry Summers che ga studiato le fluttuazioni dell'oro dal 1730 ha formulato la "legge di Summers" che dice che la voglia di metallo giallo e' inversamente proporzionale ai rendimenti che si possono ottenere dagli investimenti industriali e finanziari. E cioe' piu' l'economia reale va a picco e le borse sono in preda al pessimismo e piu' il lingotto torna di moda.
Nel lontano periodo che va dal 1500 al 1650 la Spagna con le sue conquiste in america centrale e in Brasile e' invasa dal metallo prezioso a tal punto da essere stremata dall'inflazione. Questa maledizione aurifera sara' la causa dell'impoverimento dell'impero spagnolo che rimane ai margini della rivoluzione industriale che avviene in Inghilterra. E' l'inflazione aurifera, che di solito coincide con un altro fenomeno che e' la pressione dello sviluppo economico sulle risorse naturali. Tra il XV e il XVI secolol'Europa e' tormentata dal caro vita perche' i terreni coltivabili non bastano a soddisfare il boom demografico.
Ritornando a tempi piu' recenti si e' detto che la fiducia del dollaro era assicurata dalla convertibilita' in ogni momento in oro ad opera delle autorita' americane. Ma col passare del tempo aumenta la massa di dollari in circolazione anche per effetto della guerra del Vietnam e dei deficit americani e la convertibilita diventa una garanzia insostenibile tanto che piu' volte la Francia gollista minaccia Washington di vendere dollari chiedendo una massiccia conversione di dollari in lingotti. Oggi questo scenario sarebbe catastrofico con il dollaro in picchiata verso l'abisso, in realta' tutto questo non avviene perche' Nixon nel 1971 abolisce il gold-exchange standard per manifesta insostenibilita'. Il mondo precipita in un'era di instabilita' monetaria, l'inflazione dilaga e le parita' tra valute oscillano paurosamente e l'oro perde il suo status e sembra avviato a tramontare.
In generale i suoi svantaggi sono che non frutta ne' gli interessi di un BOT ne' i dividendi di un'azione ne' l'affitto di un immobile, anzi bisogna pagare per tenerlo in custodia. Ma oggi con i nuovi strumenti finanziari non si e' obbligati a comprarne quantita' fisiche, con i contratti futures si acquistano promesse di acquisto o vendita scommettendo sulla possibile futura fluttuazione del suo prezzo. Tutto questo aumenta la possibilita' di speculazione sul metallo prezioso che ne aumenta inevitabilmente il prezzo nei periodi di crisi economica. Inoltre le nuove potenze asiatiche come Cina e India con il boom economico di questi ultimi anni hanno visto aumentare il potere d'acquisto del ceto medio il quale si porta dietro come tradizione il mito dell'oro come deposito di risparmio, e quindi lo compra e lo accumula per se stessi levandolo quindi dal mercato. Di fatto l'annoscorso la sola India ha impotato 800 milioni di tonnellate di oro che e' pari al 20% di tutto il consumo mondiale. Cosi' la corsa all'oro e' alimentata da una parte da centinaia di milioni di acquirenti che lo vogliono possedere fisicamente e dall'altra gli Hedge founds specializzati in metalli preziosi che dirottano i soldi della loro ricca clientela occidentale su ifutures auriferi o sulle societa' minerarie come protezione quando spira vento di tempesta su tutti gli altri investimenti finanziari. E intanto anche l'indistra della lavorazione dei metalli preziosi si arricchisce.
E' interessante notare che le risesrve aurifere della Banca d'Italia, che guadagnano valore a vista d'occhio in questo periodo, sono state stimate ultimamente pari a circa mille miliardi di dollari. C'e' pero' un accordo fra le banche centrali che limita la quantita' di riserveaurifere che possono vendere sul mercato. E inoltre la commissione europea e la BCE non consentono che il ricavato di queste venditesia usato per ridurre il nostro debito pubblico (il Trattato europeo vieta il finanziamento degli stati da parte delle banche centrali).
Al momento la distribuzione di oro nei forzieri di tutto il mondo e' cosi' composta, il 6% in Asia, il 6% in altri paesi Europei,l'1% nei forzieri dell'FMI-BRI, il 12% nel resto del mondo, il 26% in USA e il 39% nell'area Euro.

martedì 15 gennaio 2008

Si alza la Tempesta

Lenta e inesorabile si alza la tempesta, il suo fronte d'onda viene da occidente e la sua potenza devastatrice aumenta sempre di piu'. Lo scenario che si presenta è caratterizzato da un’elevata incertezza.

- evoluzione della crisi originatasi nel mercato dei mutui sub-prime americani ancora in corso la valutazione per le conseguenze sul sistema finanziario, in particolare banche statunitensi ed europee. A rischio le condizioni di finanziamento e credito per le famiglie e le imprese .

  • - brusca frenata della domanda e perdita di potere d’acquisto connessa con il recente rialzo dell’inflazione. Aumento dei prezzi del petrolio e di alcune materie prime alimentari, in particolare cereali, carne e latticini.

- peggioramento delle condizioni nel settore immobiliare statunitense e revisioni al ribasso del rating di strumenti connessi con i mutui ipotecari e di altri prodotti di finanza strutturata; le ingenti svalutazioni di tali strumenti annunciate o iscritte a bilancio dagli intermediari finanziari e le conseguenti preoccupazioni per le loro condizioni patrimoniali.

- La consistenza di carta commerciale garantita da attività reali e finanziarie (asset backed commercial paper) sul mercato statunitense ha subito un drastico calo.

- La ricomposizione dei portafogli verso attività più liquide e meno rischiose ha contribuito ad accentuare il calo dei rendimenti delle obbligazioni pubbliche a lungo termine emesse dai paesi industriali.

- i tassi d’interesse sui principali mercati interbancari sono risaliti marcatamente, riflettendo
l’accresciuta percezione del rischio di controparte e il tentativo delle banche di minimizzare la propria esposizione in vista della compilazione dei bilanci di fine anno.

- la FED, la BCE e la Banca d’Inghilterra hanno annunciato, e successivamente avviato, una serie di operazioni di rifinanziamento con scadenze più lunghe di quelle usuali e tali da coprire la fine dell’anno.

- le perdite nel settore degli intermediari finaziari portera' a un calo dei coefficienti patrimoniali, maggiore difficoltà per le banche, nelle attuali condizioni di mercato, di cartolarizzare nuovi crediti o di finanziarsi a medio e lungo termine; aumento del costo dell’approvvigionamento a breve termine e necessità di detenere liquidità per motivi precauzionali.

- rallentamento della crescita dei consumi e dell’occupazione, rallentamento degli investimenti e un ulteriore deterioramento nel settore delle costruzioni e nel mercato delle abitazioni in USA. Inflazione in aumento e bilancia dei pagamenti con l'estero in peggioramento.

-anche in inghilterra si è registrata una repentina inversione di tendenza dei prezzi delle abitazioni, un aumento dell'inflazione, la sterlina si e' deprezzata del 7% e la Banca centrale ha diminuito il tasso di sconto.

Non sono solo a gridare alla crisi, ora ci si mette pure la Banca d'Italia.
Riferimenti:

lunedì 14 gennaio 2008

Italia un paese in svendita

E' ora che ce ne facciamo una ragione, l'Italia e' un paese in svendita oramai da molti anni e non e' piu' possibile riaverlo indietro. E' un paese svenduto agli americani e alle potenze occidentali dai tempi del dopo guerra, questo ha permesso la diffusione del modello americano che ha cambiato il nostro stile di vita e spazzato via le tradizioni, e ci ha diviso trasformandoci in sorridenti consumatori. E' un paese in svendita da quando gli stranieri si sono trasformati da turisti in acquirenti, perche' si sono accorti dei meravigliosi paesaggi, della natura e del cibo italiano. Se ne sono innamorati e se lo sono comprati, svenduti a poco prezzo. E' un paese in svendita perche' se un tempo avevamo delle attivita' produttive anche di avanguardia, col passare degli anni per nostra inettitudine e incapacita' le abbiamo tutte svendute e continuiamo a farlo. E' un paese in svendita perche' interi settori di territorio, di attivita' politica, di attivita' economica li abbiamo lasciati gratuitamente alla mafia e alla malavita che continuano la loro attivita' di sfruttamento e di corruzione. E' un paese in vendita perche' e' l'interesse e il profitto che governano ogni nostra azione e ci siamo fatti corrompere tutti per pochi soldi per voltarci dall'altra parte quando qualcosa succede, tanto succede sempre agli altri. E' un paese in vendita perche' abbiamo svenduto i territori del sud per farne delle discariche a cielo aperto e ora non ci interessa neanche tanto trovare i colpevoli, perche' nel profondo sappiamo che e' sempre la solita storia di corruzione, connivenze e interessi particolari. E' un paese in vendita perche' abbiamo svenduto settori produttivi importanti che avrebbero dovuto godere di un mercato libero e liberalizzato a piccole famigliole che hanno fatto e fanno il brutto e il cattivo tempo in Italia, e una di queste ancora rimane attaccata alle nostre chiappe come una zecca ed e' l'Impregilo. E' un paese in svendita perche' abbiamo permesso che comprassero la dignita' umana e la moralita' di paesi in via di sviluppo in modo da sfruttare le loro genti, e ora ci troviamo invasi da extracomunitari che reclamano giustamente cio' che gli e' dovuto. E' un paese in svendita perche' ci siamo fatti comprare quel poco di dignita' e di moralita' che avevamo un tempo per acquistare con quei soldi un nuovo elettrodomestico, un abbonamento o un'altra amenita' simile. E' un paese in svendita perche' ci hanno comprato offrendoci qualunque surrogato possibile anche la voglia di vivere. Soffriamo un po' tutti del male di vivere e non vogliamo ammetterlo e non riusciamo piu' a trovare uno scopo importante nella nostra vita, l'unica cosa che sappiamo fare e' cercare di fare piu' soldi possibile. E' un paese in svendita perche' abbiamo venduto la nostra giovinezza non assicurando un obiettivo e un futuro ai nostri giovani, lasciandoli in un oblio fatto di eccessi, di droga, di sesso senza amore, di falsi ideali e di noia. E' un paese in svendita perche' lo abbiamo dato in mano per anni a piazzisti fanfaroni che come in un vecchio film del selvaggio west ci hanno venduto in cambio l'elisir di lunga vita, la cura di tutti i malanni mentre invece era solo acqua zuccherata. E' un paese in vendita perche' abbiamo ceduto le nostre anime spaurite e confuse al fondamentalismo e al perbenismo di religioni sempre piu' impantanate nelle gerarchie, nella disciplina e nell'osservanza della dottrina piuttosto che impegnate nella cura e nella consolazione dello spirito. E' un paese in svendita perche' tutto si compra, tutto ha un prezzo. Se rivogliamo indietro il nostro paese, la nostra dignita', la nostra moralita' iniziamo a dare un prezzo alla nostra persona, ai compromessi che affrontiamo, alle nostre scelte e alle conseguenze delle nostre azioni, ma sopratutto alla nostra coscienza politica. Forse potremmo scoprire che tutto questo non ha piu' un prezzo.

domenica 13 gennaio 2008

La resistenza al cambiamento caratteristica tutta Italiana?

Ora che siamo entrati a regime nella comunita' europea veniamo messi sotto la lente di ingrandimento e ci spiegano anche quali sono i nostri problemi, perche' la nostra macchina produttiva stenta a prendere il volo. Da un'intervista su repubblica al nostro rappresentante nel board della BCE vengono delineati i quattro punti fondamentali che dovranno essere portati avanti dalla politica italiana. La riduzione del carico fiscale, il taglio della spesa pubblica, le liberalizzazioni e la produttivita'. Partiamo dai piu' semplici e realizzabili. Per quanto riguarda la riduzione del carico fiscale se ne parla per aumentare il potere d'acquisto dei lavoratori e alimentare quindi la domanda interna. Ma la situazione economica congiunturale indica un aumento dei prezzi delle materie prime e una turbolenza finanziaria globale che ancora deve terminare i suoi effetti. Gli effetti della crisi dei mercati finanziari dovra' portare a regime a una ricognizione di quelle che sono le reali perdite di bilancio, dove sono coinvolte banche, aziende e pubbliche amministrazione e piccoli risparmiatori, dopo di che' e' probabile che ci sia una stretta creditizia e un rallentamento del credito alle famiglie e alle imprese. Politiche di rilancio della domanda quindi senza un'opportuna politica di rilancio dell'offerta non funzionano e al contrario accelerano la strada per maggiore inflazione e disoccupazione. Diminuire quindi il carico fiscale sul lavoro senza tenere conto della situazione economica reale rischia solo una rincorsa tra prezzi e salari. Ecco perche' si parla di una decisa manovra di riduzione della spesa pubblica a fronte di una riduzione del carico fiscale, questo perche' in una situazione economica di rallentamento congiunturale rischieremmo di aumentare il deficit e il buco di bilancio. Le liberalizzazioni in teoria servono per ridurre i prezzi con l'introduzione di maggiore concorrenza sopratutto in quei settori che in Italia sono oramai conclamati monopoli non esposti alla concorrenza internazionale. L'ultimo punto su cui focalizzare l'azione politica ed economica e' la produttivita' ed e' forse il punto piu' interessante e piu' complesso da realizzare: la produttivita'. La BCE sottolinea che i salari in italia sono in media circa il 90% dek salario medio europeo ma il costo del lavoro per unita' di prodotto e' superiore alla media a causa della minore produttivita' e maggiore tassazione. Ma quali sono i settori presi in esame per misurare la produttivita'? Si fa l'esempio del settore manifatturiero, ma e' significativo per l'economia italiana? Andando a leggere il rapporto della BCE sul 2006 sulla produttivita' si parla della necessita' di riforme strutturali. Vediamo il dettaglio riportando direttamente le parole del rapporto:
"La produttività del lavoro è definita come prodotto reale per unità di input di lavoro; l’input di lavoro è misurato sia in termini di ore lavorate totali sia come numero di persone occupate. Il rallentamento della produttività del lavoro nell’area dell’euro è in parte dovuto a un maggiore impiego del fattore lavoro.
Quest’ultimo è riconducibile alle riforme del mercato del lavoro realizzate in alcuni paesi dell’area, quali la riduzione del cuneo fiscale e il trattamento più sfavorevole dei pensionamenti anticipati. Tutto questo ha avuto un effetto positivo sui tassi di occupazione ma non sulla produttivita'. Pochi sanno che l'economia Europea per grandezze in gioco e' paragonabile a quella Americana. La più rapida crescita della produttività negli Stati Uniti rispetto all’area dell’euro è riconducibile anche al più forte incremento dell’intensità di capitale (ossia crescita dei servizi da capitale per ore lavorate). Esso rispecchia i più consistenti investimenti in tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), in particolare nel comparto dei servizi. Le caratteristiche strutturali dell’economia statunitense (un mercato del lavoro più flessibile, un maggiore grado di concorrenza nel mercato dei beni, minori barriere all’ingresso di nuove imprese e un mercato dei capitali più efficiente) erano evidentemente più favorevoli a uno sfruttamento delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. I progressi tecnologici richiedono una riallocazione del lavoro verso manodopera molto qualificata attraverso un processo di “distruzione creativa”. Pertanto, le misure volte a favorire lo sviluppo delle competenze e la formazione permanente contribuiscono all’innovazione e agevolano l’utilizzo di tecnologie avanzate. Finora, gli investimenti in capitale umano in Europa sono stati inadeguati per un’economia “ad alta intensità di conoscenze”
."
In definitiva cosa possiamo capire da tutto questo. Considerato che i settori produttivi dell'economia reale europea sono per il 27% manifatturiero, per il 3% agricolo e per il 70% servizi, se la produttivita' e' bassa significa solamente che il settore servizi nel complesso non fa innovazione e ricerca e come conseguenza il mercato del lavoro che richiederebbe profili professionali altamente qualificati non presenta tutta questa offerta. Siamo al paradosso che c'e' molta piu' offerta di manodopera molto qualificata quando il mercato ha una domanda molto piu' bassa. E' inutile quindi che si agisca nel campo dell'educazione e dell'istruzione perche' ci sono piu' laureati a spasso di quanti se ne possa immaginare, il mercato del lavoro e' chiuso, saturo e non riesce piu' ad assorbirli. Il problema e' profondamente strutturale, c'e' una resistenza al cambiamento che sta ingessando tutti i settori produttivi.
Riferimenti:

venerdì 11 gennaio 2008

Roma capitale in emergenza

E' giusto che ognuno dia il suo ontributo per migliorare le cose e ho apprezzato molto il contributo del Papa ieri che nell'incontro con gli amministratori del Lazio e di Roma li ha bacchettati sulla situazione di degrado sociale in cui e' calata la capitale. Tra sorrisi e strette di mano di convenienza il Papa ha sottolineato indirettamente come sono stati spesi male i soldi pubblici. Non e' stato fatto nulla per garantire la sicurezza dei cittadini e di assicurare a tutti, in particolare agli immigrati, almeno il minimo indispensabile per una vita onesta e dignitosa. Non e' stato fatto nulla per prevenire un'emergenza che si sta aggravando a Roma e nel Lazio che è quella della «povertà». La povertà si sta allargando a «situazioni che sembravano esserne al riparo», ha osservato Benedetto XVI. «I prezzi degli alloggi, le sacche persistenti di mancanza di lavoro, e anche i salari e le pensioni spesso inadeguati rendono davvero difficili le condizioni di vita di tante persone e famiglie», ha aggiunto. Aggiungiamo poi la situazione pessima dei servizi sanitari, servizi di trasporto pubblico e delle pubbliche amministrazioni. I romani sono diventati diffidenti, si occupano solo dei fatti loro, sono infastiditi da tutto e da tutti, preferiscono la via dell'indifferenza e della disillusione a quella dell'impegno politico e sociale e vivono male il rapporto con il prossimo. Se per sbaglio si ritrovano a parlare di Roma e' sempre nel loro cuore ma come era un tempo non come e' diventata adesso e non vedono l'ora di scappare oppure aspettano il periodo estivo quando si svuotano le strade. Forse questi sono problemi troppo difficili da risolvere, meglio distrarre le masse con spettacoli pirotecnici e altisonanti manifestazioni dando una parvenza di benessere a cui aggrapparsi.

giovedì 10 gennaio 2008

Prime rivelazioni dei timori della classe politica

Leggevo per caso ieri un articolo sull'Espresso di Giampaolo Pansa dal titolo "Uomo forte cercasi". Nell'articolo si afferma che oramai la convinzione generale e' che con questi partiti non si puo' piu' andare avanti e si deve intervenire con qualcuno di diverso dai soliti politicanti, un uomo deciso, forte e capace di prendere in mano lo sfacelo della repubblica e provae a metterci una pezza. Non e' interessante il fatto che in questo articolo trovano conferma tutte le mie ipotesi che espongo su questo blog da tempom, ma la cosa piu' interessante e' l'esternazione di Padoa Schioppa che l'articolo cita. Il ministro dell'economia in un intervista al corriede della sera scritta da Sergio Rizzo ha messo in guardia contro un rischio pericolosissimo che l'Italia sta correndo senza rendersene conto. Nella sua tenera ingenuita' il ministro non ha capito che tutti gli italiani se ne rendono conto benissimo anzi se lo augurano dal profondo del cuore, e le sue esternazioni non fanno altro che confermare il fatto che i politici sanno di questo rischio da molto tempo e stanno lavorando unicamente per sopprimere queste tendenze. Il ministro ha paura dell'avvento di un governo forte che potrebbe portare l'Italia sulla strada della svolta autoritaria. Credo che abbia parlato fuori dalle righe, ma tanto nessuno se n'e' accorto, l'avete sentito voi riportato nei telegiornali?

Tenetevi alla larga dai mercati

Avviso ai piccoli risparmiatori. Anche il mercato sta dando i sui segnali e in dicazioni di profonda crisi. Il prezzo dell'oro e' salito a quota 20 euro al grammo e il petrolio sta arrivando a quota 100 dollari al barile. Se e' vero che il mercato sconta tutto e quindi gioca d'anticipo su quello che prevede accadra', quello che ci sta dicendo e' che e' tempo di orientarsi verso i beni rifugio e la speculazione quest'anno e' veramente ad altissimo rischio. Se siete bravi operate pure in borsa, se non lo siete investite in beni rifugio.

mercoledì 9 gennaio 2008

Il mondo e' a rischio!

Qualcuno se ne sta accorgendo. Dopo mesi di parole gridate su questo blog c'e' il risveglio degli esperti. Gli esperti del World Economic Forum in vista del tradizionale summit economico mondiale di Davos hanno diffuso il rapporto "global Risks 2008". Questo rapporto si basa sulle opinioni di 100 tra i piu' autorevoli manager, uomini politici e scienziati del pianeta. Si sono accorti che l'imposizione del libero commercio a livello mondiale (globalizzazione) ha aumentato la vulnerabilita' del sistema (per il complesso intreccio di dipendenze che si e' generato). Quindi la crisi di liquidita' negli USA (mutui sub-prime e indebitamento dei consumatori e conseguente insolvenza e sofferenza finanziaria) portera' nei prossimi 12 mesi a una recessione in America che a catena colpira' anche l'Europa. Viva Dio se ne sono accorti anche loro! Gia' all'inizio di Gennaio scrivevo su questo blog che questo 2008 sarebbe stato un anno di crisi profonda il cui epicentro si sarebbe concentrato in USA. L'altra cosa interessante di cui ci fanno partecipi e' la simpatica notizia che la vera emergenza globale dei prossimi 10 anni sara' la doppia crisi energetica e alimentare. Per quanto riguarda la crisi energetica gli americani stanno reagendo come possono dandosi da fare nello stretto di Hormuz (vedi post precedente), per quanto riguarda la crisi alimentare ci dicono che le riserve di cibo mondiali sono ai minimi da 25 anni. I prezzi degli alimenti e dei prodotti stanno amuentando e continueranno su questo andamento e quindi dovremo aspettarci un aumento dell'inflazione costante nel tempo, e questo e' confermato anche dall'ultimo rapporto economico di ISAE, Insee e Ifo secondo cui i prezzi al consumo aumenteranno del 3% a causa del prezzo del petrolio e della scarsita' di materie prime. Servira' una seria programmazione economica, quella che qualcuno chiama col termine "comunista" pianificazione economica. Un tempo girava questo slogan "ha da torna' baffone" e serviva come deterrente nella campagna elettorale tra democristiani e comunisti, oggi e' uno slogan che e' ancora valido questa volta e' un presagio della venuta di tempi duri. Qualcuno teme rivolte e contestazioni e spinte eversive. Diciamo che questi eventi saranno diversi a seconda della composizione sociale e del livello di sviluppo dei diversi paesi. Nei paesi poveri e in via di sviluppo forse si potranno verificare rivolte e manifestazioni anche violente, nei paesi sviluppati probabilmente ci saranno piu' possiilita' per spinte eversive e orientamenti autoritari. Le parole d'ordine saranno austerita', crisi e "ha da torna' baffone".

Inevitabile non parlarne: la monnezza

Qualcuno accorto e intelligente si potrebbe porre la domanda "perche' tante cose negative stanno succedendo tutte insieme?". Perche' c'e' stata la crisi dei mutui sub-prime, perche' l'inflazione aumenta a grandi passi, perche' c'e' l'emergenza rifiuti, perche' le economie asiatiche stanno affossando quelle occidentali, perche' si sono inaspriti gli scontri religiosi, politici ed economici, perche' si fa sempre piu' pressante il problema ecologico? Perche' tutto insieme? La risposta e' una sola, in un'economia globale interdipendente capitalistica in cui lo spreco e la sovraproduzione hanno abituato i cittadini consumatori mondiali ad avere tutto e subito e anche il superfluo un costo per tutto questo qualcuno lo doveva pagare. E il conto dei costi di questo andamento ora ci vengono presentati a saldo di quest'anno tutti assieme. Il nostro stile di vita da cavallette inconsapevoli sta oggi registrando le sue conseguenze. Il problema dei rifiuti in campania e' solo una piccola goccia di una politica economica e di una sensibilita' civica sconsiderata prottratta nel tempo. E oggi l'unico rimedio e' il pugno di ferro e l'austerita'. E' un ciclo, dopo anni di lassismo e consumo sfrenato e' tempo che si ritorni all'austerita', al contenimento dei rifiuti e alla disciplina. Questo e' un altro segnale di quei venti di destra di cui ho gia' parlato in precedenza che si rivelano in tutta la loro forza. I politici lo sanno e sono alla disperata ricerca della persona, dell'uomo autorevole che si prenda carico dei problemi irrisolti lasciati marcire per anni. E la risposta piu' semplice a questa domanda e' quella di nominare e delegare completa responsabilita' a un militare. Non a caso nei paesi in profonda crisi la classe militare diventa il punto di riferimento a cui aggrapparsi. Il problema piu' grave in questa situazione e' il fatto che nulla si sta facendo per cercare il dialogo e il coinvolgimento della popolazione, segno di devianza da quelle che sono i principi base della democrazia. E quando le regole piovono dall'alto senza nessuna mediazione ci sono tutti i presupposti di un colpo di stato "soft" che potrebbe instillare nelle menti della nostra gerarchia militare l'insana idea di chiamarsi in causa per prendere le redini del paese, dio ce ne scampi. I problemi non si risolvono senza la collaborazione fattiva della gente, e oggi abbiamo molto bisogno di rieducare la gente ai principi civici di buona convivenza e di responsabilita' che nel tempo si sono persi, colpa anche di una cultura individualista e consumistica che abbiamo ereditato da altri. L'unica soluzione e' la condivisione delle responsabilita' politiche con ogni cittadino e inevitabilmente una figura autorevole che ci guidi verso prospettive migliori. Figure autorevoli non ce ne sono in circolazioni, al massimo solo autoritarie come questo "superpoliziotto", la responsabilita' politica e' lontana anni luce dalle coscienze dei cittadini, non riesco ancora a vedere la luce in questo cammino verso il precipizio.

martedì 8 gennaio 2008

Stretto di Hormuz ultima frontiera

Forse gli americani si sono accorti di incominciare a sprofondare nella crisi profonda della recessione economica, ecco perche' il bisogno di una nuova guerra. Ieri e oggi i giornali riportano dell'incidente sullo stretto di Hormuz come di una provocazione iraniana verso gli stati uniti d'america. Quello che non vogliono riportare e' che in realta' gli americani si stanno procurando battaglia in quel di Hormuz. Lo stretto di Hormuz e' una zona strategica di passaggio delle petroliere ed e' tra l'Arabia Esaudita e l'Iran. Caso strano il prezzo del petrolio e' arrivato ai 100 dollari al barile ed e' necessario incrementare la produzione annua di barili per calmierare il prezzo, e ancora casualmente l'Iran e' tra i ppiu' grandi fornitori di petrolio ma sfortunatamente non ha ancora subito l'esportazione democratica e quindi e' un interlocutore difficile da sottomettere. I giornali riportano, e guarda caso riportano fonti militari americane, che alcune imbarcazioni della guaria rivoluzionaria sono arrivate fino a 200 metri dalle navi americane. La marina USA e' stata sul punto di aprire il fuoco con i suoi cannoni. Un'occasione cosi' ghiotta per gli stati uniti non si poteva presentare in momento migliore. Oramai e' storia che la politica estera americana si e' sempre risolta con il coinvolgimento dell'apparato militare, e quindi non mi stupisce che le informazioni su questi accadimenti arrivino direttamente da loro e vengano confermate dal Pentagono. Ancora una volta la favolosa macchina da guerra esportatrice di democrazia sta entrando in funzione per rpocacciarsi le risorse necessarie a far vivere un tranquillo sogno americano di sviluppo a tutti i suoi cittadini. Presto anche l'ultimo confine sara' distrutto, quella che un tempo era considerata la frontiera americana che separava i territori dei bianchi da quelli popolati dagli indiani si e' da tempo allargata a l'intero pianeta la differenza e' che al di la' della frontiera da una parte ci sono gli esportatori di democrazia e dall'altra parte i "barbari" e i terroristi.

Situazione Economica mondiale: la curva e' in discesa

Ci siamo. Finalmente iniziano a circolare le prime parole concrete che danno il senso della situazione economica mondiale: recessione. L'intero sistema capitalistico mondiale inizia a scricchiolare. Questa grande mucca alle cui mammelle si sono attaccati tutti i consumatori del mondo incomincia a mancare di latte. Le dinamiche economiche sono diventate col tempo sempre piu' complicate e sempre piu' piene di falle da cui sgorgano a pieni fiotti gli sprechi di risorse. La dipendenza dei cittadini dal sistema capitalistico e' diventata totale, ogni consumatore e' finalmente regredito alla situazione di cucciolo in tutto e per tutto dipendente dal sistema-mamma. Il sistema-mamma si trova a dover fronteggiare problemi generali sempre piu' complicati, sempre piu' sprechi, sempre piu' connivenze e interessi particolari e a dover rispondere di servizi e azioni che oramai vengono percepite come dovute. E' come se le parti si fossero paradossalmente invertite, ora e' il sistema che e' schiavo dei consumatori e deve ogni giorno imboccarli senza potersi tirare indietro. Oggi tutti i problemi economici e civili non sono piu' responsabilita' della comunita' e dei singoli cittadini ma delle istutuzioni statali e delle imprese che volenti o non volenti si dovranno prendere carico di questo peso impossibile da sostenere. Ed e' cosi che la situazione dei rifiuti in campania che stanno innondando la citta' e' un problema solo dell'amministrazione statale, il cittadino vuole solo che sia risolto. A Londra nasce la proposta di pagare i cittadini per accettare un deposito di scorie nucleari nella loro citta' (contea di Cumbria). Il petrolio vola a quota 100 euro al barile e l'america trova nuove fonti di approvvigionamento andando a innescare la guerra con l'Iran nello stretto di Hormuz. L'inflazione mondiale inizia a crescere inevitabilmente, i primi pesanti focolai partono dall'America, e si cerca di correre ai ripari aumentando il potere di acquisto dei consumatori-cittadini e andando quindi a sostenere un sistema che oramai e' in pieno declino. Tutto viene valutato in base al prodotto interno lordo e cioe' in pratica a quanto consumano le famiglie. Se le famiglie smettono di consumare l'America si ferma, e cosi' l'Italia e cosi' la Cina e cosi' l'India e via di seguito. Questo sistema di interdipendenze mondiali e' il secondo livello di quella che e' la dinamica di parassitismo dell'intero sistema che si e' strutturato in modo che se un piccolo ingranaggio viene toccato tutto il sistema crolla. Una grossa catena di montaggio con grossi sprechi che produce oltre il necessario e che e' invischiata inesorabilmente nel meccanismo da non poterne piu' uscire. Quest'anno sara' un anno difficile, inizieremo con la grossa crisi recessiva americana che si ripercuotera' in Cina e in India e parallelamente avremo recessione e inflazione anche in Europa. La liquidita' mondiale diminuira' e i tassi verranno alzati, forse ci saranno anche molti fallimenti, si alzera' la protesta delle persone e forse si ritornera' a un po' di austerita'.