Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

venerdì 6 marzo 2009

Considerazioni sulla crisi economica del 2009

A mio parere e' tempo di fare qualche considerazione sul modello capitalistico che fino ad oggi ha caratterizzato le economie occidentali e le imitazioni di queste come e' successo in Cina e India. Se guardiamo a quello che e' successo possiamo innanzitutto fare una considerazione iniziale, e cioe' che il fenomeno della globalizzazione era inevitabile. Le economie capitalistiche con i loro ritmi produttivi e le loro bolle speculative non hanno altra ambizione che quella di cercare incessantemente nuovi mercati dove piazzare i loro prodotti. Questo fenomeno potrebbe anche farci riflettere sulla necessita' o meno di tutto questo livello di produzione e sulla sua effettiva utilita'. Sia per gli effetti devastanti che ha sull'ambiente sia perche' fin'ora non ha risolto il problema della poverta' e del sottosviluppo mondiale. Energie malamente incanalate e sovrastruttate. Tutto questo perche' la ragione ultima di tutto questo movimento e' il profitto, il denaro, non un bene materiale ma la possibilita' di migliori condizioni di vita, la promessa di accedere a beni e servizi, perche' il denaro e' una promessa e la sovrastima di questa promessa crea un dislivello tra quello che e' il valore intrinseco di beni e servizi e il loro valore in moneta. La globalizzazione ha dato un naturale sfogo a tutte le bolle che fisiologicamente si creano nelle economie nazionali capitalistiche. Cosi' e' per il costo delle case, dei beni di lusso, per i beni tecnologici e cosi' via. E non e' neanche tanto vero che la globalizzazione come dicono alcuni sarebbe stata indolore se gestita nei tempi, perche' l'economia di mercato e del profitto non puo' essere gestita si autoalimenta ed e' sempre in cerca di nuovi territori di espansione, sarebbe stato cosi' anche se avessimo avuto la possibilita' di tornare indietro nel tempo. Tutto questo lascia il tempo ad alcune considerazioni da fare che investono il settore economico e quello sociale. Oramai ogni sistema nazionale si regge sull'economia e in ultima analisi sul lavoro. L'organizzazione sociale e l'intero meccanismo statale si basa sul lavoro e sopratutto sulla disponibilita' di lavoro e la bassa disoccupazione. L'elemento uomo e' un semplice meccanismo nel complesso di un sistema che che una volta attivato in teoria funziona da solo, ma e' un meccanismo delicato e a volte ci si domanda come possa funzionare con tutte le inefficienze che presenta. Non esistono cure per i malanni del sistema e dato che ogni individuo che lo compone dipende in modo assoluto dal suo funzionamento in tutto e per tutto, le malattie sono eventi devastanti. La liberta' e la creativita' dell'essere umano oramai sono stati asserviti al sistema creando una dipendenza parassitaria, l'individuo senza il sistema non sopravvive e viceversa. Inevitabile e' anche il fatto che un sistema come questo sia centralizzato, ogni meccanismo complesso il cui funzionamento generale sfugge alle logiche elementari e' sempre governato da un organo centrale. Ecco perche' i governi delle economie capitalistiche hanno tutti un governo centrale, istituzioni centrali al di sopra dei cittadini comuni. Tutto questo enorme leviatano e' diventato sempre piu' complicato, sempre piu' ramificato e quindi sempre piu' vulnerabile e malaticcio. Quando qualcosa non va l'individuo privato dell'invisibile mano assistenziale del sistema e' perduto e pretende che tutto torni come prima. Il grosso legame tra individuo e societa' civile e' il lavoro. Il patto di convivenza in comunita' e' garantito solo dal lavoro e oggi il lavoro e' spersonalizzato, con l'unico obiettivo del profitto e molto spesso senza scopo. Una societa' capitalistica non investe sull'individuo e sulle sue capacita' ma sul profitto che va ai pochi ricchi che si nascondono dietro l'impersonalita' delle istituzioni e dei governi e di tutti quei soggetti economici che governano la vita di tutti i giorni. Questa crisi finanziario economica ha messo in luce chiaramente l'inutilita' del modello, la sovraproduzione, la sopravvalutazione dei beni e dell'economia reale, la speculazione spinta, tutta l'effimerita' di questa struttura economica ingovernalbile. Ora siamo invasi da un'ondata di liquidita', moneta priva di valore che va svalutandosi giorno dopo giorno mentre scompaiono le fondamenta dell'economia reale con l'innalzamento dei tassi di disoccupazione. Stiamo andando a sbriciolare anche il significato del vivere in societa', della convivenza civile, viene da domandarsi se convenga ancora economicamente parlando vivere in comunita' all'interno del sistema sobbarcandosi dei costi di questa impalcatura istituzionalizzata capace solo di creare costi, inflazione e sperperi che vengono sistematicamente ribaltati sulla societa' civile. Credo che presto, questione economica a parte, le fondamenta del quieto vivere civile verranno intaccate. Questo e' il tempo di nuovi conflitti sociali, di tempi troppo lunghi per riflettere sullo scopo della nostra vita. Per troppo tempo abbiamo vissuto il sonno della ragione affidandoci alla mamma sistema. Bisogna ripartire dall'individuo e dalle sue potenzialita', dalla tecnologia e dalle scoperte scientifiche, insomma dall'attivita' della ragione. La ragione contro i sensi, e' una battaglia di civilta' e di progresso. Il timore e' che si finisca nella spirale del declino con una nuova ondata di estremismo di destra e nuovi regimi dittatoriali che altro non sono che l'altra faccia della medaglia di questa civilta' capitalistica e liberista.