Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

mercoledì 19 dicembre 2007

Cosa ci manca?

E' facile la risposta, e' qualcosa che ho sempre saputo ma non riuscivo ad esprimere. Quando ti si fa un groppo alla gola perche' ripensi a come eri un tempo e a cosa sei diventato adesso. Quando pensi a cosa volevi fare da grande e a come eri spensierato. Quando pensi che anche la persona piu' tranquilla nasconde nel profondo chissa' quali perversioni. Quando fai qualcosa solo se ti torna utile. Quando vedi un mendicante per strada e pensi solo che ci sta speculando e tu invece sei costretto ad alzarti tutte le mattine presto per andare a svolgere un lavoro che neanche ti piace. Quando guardi uno dei tanti pagliacci in giacca e cravatta che come te sta in fila nel traffico per andare a raccontare balle in uno squallido uffico e si sta provando guardandosi nello specchietto retrovisore la maschera che indossera' una volta varcata la soglia dell'ufficio. Quando pensi alla stessa maschera che dovrai indossare te per proteggere quel profondo di intimita' che non concederai mai a nessuno. Quando pensi che gli altri non sono individui dotati di intelligenza ma automi che movono ogni azione solo per inerzia, zombi lobotomizzati che svolgono il loro compito e che ogni tanto danno di matto. Quando pensi che il problema della societa' moderna non sono la poverta', la corruzione o la criminalita' ma la pazzia e la paranoia che sta contaminando ognuno di noi. Quando sei sotto il peso di tutto questo lo capisci bene cosa ti manca, perche' l'hai perso per strada, ti manca la magia. Il mondo e' meno banale con un po' di magia. Senza magia uno scenziato e' un ottuso calcolatore elettronico, senza magia un economista e' un banale ragioniere, senza magia un politico e' un imbonitore di folle, senza magia la vita e' priva di significato.

quell'indefinibile voglia di destra

Oggi la conferma che non sono una voce solitaria a gridare che si e' alzato un vento di destra. Ieri scrivevo, come gia' scrivo da un po' di tempo, che i tempi sono maturi per l'ingresso nella vita politica di una figura carismatica ed autoritaria. E proprio ieri il TIME ha riportato in copertina Vladimir Putin il nuovo ZAR della Russia, e lo elegge uomo dell'anno. Secondo la famosa rivista la Russia ha il suon nuovo Zar, il suo nuovo DICTATOR, e il popolo lo ama e ha fiducia in lui per la sua capacita' di aver riportato in vita la Russia dal caos che la stava soffocando. E' solo uno dei tanti segnali che si respirano nell'aria, forse il piu' manifesto. Ma se tendete l'orecchio e cercate di ascoltare con piu' attenzione le notizie vi accorgerete che alcuni nomi sono sulla bocca di tutti e sono portati ad esempio. I vecchi leader perdono il passo e si mettono a gridare in modo sguaiato per attirare l'attenzione ma le loro parole vuote, i loro visi tumefatti ci fanno solo venire la nausea. La stampa e gli intellettuali occidentali con le loro critiche vuote e accondiscententi stanno cercando di coprire ogni traccia di questo nuovo orientamento, e quindi ci fanno passare un'immagine del nuovo Zar come di un freddo, cinico dittatore che sta soggiogando il popolo russo. Possono dire quello che vogliono ma la sostanza non cambia e presto il velo di false congetture cadra' sotto il peso della cruda realta'. A nulla servono piu' tutti gli strumenti di controllo di massa perche' anche essi oramai, forse ingenuamente, pubblicano rapporti agghiaccianti su quella che e' la situazione economica e sopratutto sociale dell'Italia.
Il nuovo avanza a passi da gigante e si porta dietro con se un'aria di rigore e fermezza. La gente vuole qualcuno che si faccia carico seriamente della situazione di declino in cui siamo impantanati e nel profondo sanno che sara' chiesto loro un grande sacrificio, se dall'altra parte non ci sara' una persona ferma ed autoritaria dalle spalle forti la rabbia della gente potra' solo aumentare.

martedì 18 dicembre 2007

l'inevitabile movimento di deriva delle societa' moderne

Sono sempre piu' convinto che la realta' delle cose e' ben peggiore di quel che si possa pensare. Sto parlando nello specifico delle societa' moderne, e prendo come esempio l'Italia, e dei comportamenti degli individui all'interno delle dinamiche sociali. A mio modo di vedere parlare di tessuto sociale oggi significa essere lontani anni luce dalla verita'. Oggi la societa' non e' compatta, non ha un'identita' comune e una voce comune ma e' la composizione piu' o meno coatta di tanti piccoli e isolati universi individuali. Inesorabilmente gli individui stanno andando alla deriva e si sentono costretti all'interno di un meccanismo fatto di regole oramai insostenibili anche interiormente. Non sopportiamo i nostri vicini di casa, siamo costretti a scambiarci umori ed odori in metropolitane scomode ed affollate, non riusciamo piu' a capire il senso del nostro lavoro se non quello di ricevere piu' soldi e forse riconoscimenti. La comunita' non esiste piu' come concetto ma al suo posto c'e' piu' una convivenza coatta fatta di sopportazioni e privazioni. Ognuno per se e dio per tutti. Vediamo un sopruso in ogni atteggiamento e una discriminazione o privazione di quelli che riteniamo diritti acquisiti. E come se non bastasse quando alziamo gli occhi alla ricerca di una guida che ci traghetti verso il futuro vediamo le facce della nostra gerontocrazia: i politici. Ma non esiste un ospizio anche per loro? Continuero' a ripetermi ma ci sono tutte le premesse per l'ascesa di un dictator, come e' sempre successo in tutte le grandi societa' in declino. Fin'ora nessuno e' all'altezza di sostenerne l'incarico e l'autorevolezza richiesta. L'unico prodotto di questa societa' corrotta e in declino sono solo mezze calzette e uomini mediocri.

martedì 11 dicembre 2007

il segnale d'allarme del Censis

Non dobbiamo prendere sotto gamba il rapporto annuale redatto dal Censis sullo stato sociale del nostro paese. Per quanto mi riguarda sono convinto che questo sia uno dei tanti segnali, forse il piu' evidente, di un cambiamento radicale all'orizzonte. I nostri politici e la chiesa se ne sono accorti in anticipo e stanno cercando di mettere le mani avanti per calmare le acque, vedremo se avranno successo. Cosa ci dice il Censis? La societa' italiana e i suoi individui sono disillusi dalla politica e dalle istituzioni, e continuano a perdere l'identità collettiva. La societa' si frammenta sempre più e, mossa da pulsioni ed emozioni individuali, si ritrova ad essere una "poltiglia di massa", inconcludente e senza sguardo al futuro. L'Italia poi sta diventando il paese dei telefonini: il loro numero, infatti, sta superando quello dei televisori. E' inoltre un'Italia a due velocita', da una parte lo sviluppo economico sembra positivo, dall'altra una società che non rispecchia lo stesso trend ma anzi se ne distacca. Lo sviluppo economico si muove, infatti, su dinamiche di minoranza (come quella industriale che "non sprigiona le energie necessarie per uscire dallo stallo") che non filtrano fra la gente, non si traducono in processo sociale, insomma le aziende lavorano per fare il loro profitto mentre la gente non vede le aziende con orgoglio e senso di appartenenza. Le persone sono diventate piu' litigiose e aggressive, si va verso la degenerazione antropologica, e ne sono teatro gli stadi e le famiglie. In casa aumentano violenze e separazioni. Aumenta la percezione di poverta' e di scarsi mezzi economici e si fanno strada sentimenti xenofobi e di rivalsa. La criminalita' e' in aumento ed e' forte l'esigenza di sicurezza e la solidarieta' e' diventata selettiva, per il 69% degli italiani in caso del bisogno si può contare sull'aiuto degli altri mentre la partecipazione dei cittadini ai problemi della comunità si diffonde con organizzioni spontanee con altri per un obiettivo comune. Soprattutto sulla sicurezza nei confronti degli immigrati. Forse chi ci comanda gia' l'ha capito, la societa' e' in cerca di una guida, un riferimento solido e che dia sicurezza di prospettive future, chiamano a gran voce un Dictator. Ecco spiegato perche' e' potuto andare al governo uno sconosciuto e insignificante signore, un po' come quando in una lontana Germania vessata dai pagameti dei tributi di guerra e devastata dell'inflazione sali' al potere un mediocre imbianchino follemente ispirato da una visione di un futuro di grandezza. La chiesa dal canto suo serra i ranghi, rafforza la dottrina e declama i valori "imprenscindibili" unico forte legame con una societa' oramai allo sbando. Ma i fili del burattinaio tedesco diffusore di dottrina sono molto sottili. La politica si difende con l'unica arma che ha, la percezione di cambiamento, perche' in politica piu' di ogni altra cosa e' necessario cambiare perche' nulla cambi. E cosi' spuntano i leader di riferimento, i fari nella nebbia, e nascono i grandi partiti per rendere piu' semplice la scelta. Non e' piu' l'ideologia, svuotata di ogni valenza, a guidare le scelte delle masse ma deve essere proposto un nome, una figura di riferimento, qualcuno da seguire. Ma anche questo non basta perche' le scelte che questa guida deve prendere sono difficili e impopolari e non ci sono al momento uomini forti ed autorevoli solo spauriti pupazzi in balia del caos. Quando la societa' sta in queste condizioni o trova un riferimento a cui aggrapparsi oppure si organizza in gruppi con obiettivi comuni, il rischio della deriva e' alto e nessuno, compreso il presidente della repubblica (ah Pertini se ci fossi ancora tu), puo' fermare gli eventi.
Riferimenti:
http://www.censis.it/277/280/339/6366/cover.asp

lunedì 10 dicembre 2007

Dulcis in fundo: qualita' della vita

Dopo aver parlato di inflazione, reddito nazionale, potere d'acquisto e poverta' parliamo della qualita' della vita nelle nostre citta'. E' uscito il noto rapporto sulla qualita' della vita che fotografa le condizione delle 103 provincie italiane. Dalla classifica esce fuori un dato globale, il Centro-Nord e' attivo e dinamico mentre il Sud annaspa. In generale comunque peggiora la qualita' della vita e la vivibilita' delle metropoli con Milano al 29° e Roma al 58°, dato quest'ultimo che non fa che confermare le ie convinzioni su quello che Roma e' diventata in questi ultimi 10 anni: un cesso ricolmo di merda fino all'orlo. Mantova e' il cuore verde dell'Italia con lunghe piste ciclabili (cazzo esistono ancora posti dove si puo' andare in bicicletta!!!) e grandi parchi e severi divieti di circolazione nei centri storici (a Roma anche il capo della polizia municipale si fa' passare per handicappato pur di arrivare al centro in macchina e parcheggiare, Roma e' una citta' in svendita). A Catanzaro invece non esiste verde. In tema di sicurezza la citta' piu' vivibile e' Matera con pochissime rapine, omicidi e furti (ci credo che cosa vuoi mai che rubino?) mentre Savona, Bologna e Genova sono le piu' pericolose e anche Roma, Milano, Bari, Torino e Firenze non stanno meglio. Per quanto riguarda gli affari e il lavoro i cuneesi vedono il lavoro non solo come un dovere ma anche come un valore (vallo a dire a tutti i dipendenti pubblici e privati di Roma che se riesci a trovarli al posto di lavoro e' un miracolo, parlamentari inclusi). Cuneo con tutte le sue piccole imprese e' risultata la citta' piu' produttiva d'Italia!!! All'opposto di Cuneo c'e' prevedibilmente Napoli con il piu' elevato livello di protesta per abitante e un elevata percentuale di fallimenti (forse l'unico mezzo che hanno trovato per fare soldi senza fatica'). In quanto a tenore di vita e servizi gli italiani piu' ricchi vivono a Trieste i piu' poveri ad Agrigento, a trieste l'economia e' praticamente tutta terziario. In fine dal punto di vista del tempo libero la citta' dei "balocchi" e' Rimini e a seguire Bologna e Firenze. All'opposto c'e' Caserta dove c'e' ben poco da vedere e da fare e questo la posiziona all'ultimo posto nella classifica del divertimento. Se ora vi state chiedendo perche' un povero disgraziato deve spendere tutti gli anni della sua vita (l'unica che ha a disposizione) per caricarsi di un mutuo che estinguera' solo dopo anni dalla sua morte per comprare una casa in una citta' come per esempio Roma per poi vivere immerso nella merda, allora siete sulla strada giusta per cambiare. Se invece volete far partecipare della vostra gioia del nido domestico galleggiante nella merda anche i vostri innocenti pargoli che nasceranno gia' fradici nelle ossa, con malattie e debolezze polmonari e con un debito sulla testa allora mettetevi in fila con gli altri mutuatari presso un qualunque sportello bancario.

Aumento dei prezzi e inflazione

L'inflazione e' una brutta bestia, primo perche' misura la diminuzione del nostro potere d'acquisto ed e' qualcosa su cui il singolo non puo' in alcun modo porre rimedio, secondo perche' e' un fenomeno strisciante, cumulativo che cambia la qualita' della vita e sopratutto di difficile previsione visto poi l'impossibilita' di poter controllare un sistema cosi' complesso come le nostre dinamiche economiche capitalistiche. Oramai pochi se ne sono accorti ma questa separazione netta tra quello che e' di competenza dello Stato e quello che e' di competenza del mercato ha fatto si che il Ministero dell'Economia e' diventato un semplice ufficio di ragioneria dello Stato dove si pensa solo a far quadrare i conti e dall'altra parte troviamo un mercato sempre piu' in difficolta' e imbrigliato dall'interesse del profitto che scarica immensi costi sulla societa' in modo indiretto. E' cosi' che inevitabilmente l'inflazione programmata, cioe' quella prevista dal governo per inizio anno, e' sempre minore di quella reale che registra il reale aumento dei prezzi dei beni e servizi. Purtroppo l'incremento dei salari si calcola sull'inflazione programmata, questo meccanismo fallato porta al fenomeno del fiscal drag che blocca la crescita delle retribuzioni vere. Il fiscal drag, o drenaggio fiscale, consiste nell’aumento della pressione fiscale (cioè del rapporto tra imposte dirette e prodotto interno lordo di un paese ), originato dall'espansione inflazionistica dei redditi in presenza di aliquote fiscali crescenti. L’inflazione spinge ogni percettore di reddito entro scaglioni via via superiori proprio per l'azione di recupero sull'inflazione stabilita dagli aumenti contrattuali (contratti collettivi) e di conseguenza, il reddito “disponibile” risulta inferiore. Tutto questo circolo vizioso nasce perche' le aliquote di non tassazione vengono spostate in relazione all'inflazione programmata e non quella reale e tutto cio' comporta maggiore tassazione in termini ralativi rispetto all'inflazione reale. Purtroppo l'aumento dei prezzi dei beni e servizi e' un fenomeno che e' impossibile da controllare con gli strumenti a disposizione perche' e' il sintomo inevitabile dell'incremento delle materie prime dovuto a diversi fattori endogeni di respiro globale ed e' anche sintomo una scelta di un consumo non intelligente da parte dei cittadini. La tanto decantata specializzazione del mercato capitalistico globale che dovrebbe offrire i migliori prodotti ai migliori prezzi non riesce piu' a sostenere la domanda globale e il meccanismo di sovraproduzione e di sprechi ora non e' piu' sostenibile. E' tempo che si ritorni all'austerita' e al risparmio, unica medicina nei periodi di crisi profonda e di recessione.

Reddito Nazionale Italiano

Ecco uno dei tanti indici che tiene sotto controllo le complesse dinamiche economiche della nostra societa' capitalistica. Uno fra i piu' interessanti indici e' forse il reddito nazionale anche se come tutte le rilevazioni sconta i soliti errori come la significativita' del campione e il non dichiarato come il lavoro nero e i redditi sottratti al fisco. Il reddito nazionale lordo rivela il reddito dei residenti in uno Stato. Infatti mentre il Pil misura il valore della produzione finale complessiva realizzata in un determinato periodo all'interno del Paese, indipendentemente dalla "nazionalità" dei fattori produttivi, il reddito nazionale lordo dà la misura della ricchezza prodotta dalle sole forze nazionali (persone fisiche e giuridiche italiane). Non rileva quindi dove hanno avuto luogo i processi produttivi che hanno generato il reddito, ma la nazionalità di chi vi ha partecipato. Quello che ci rivelano oggi i dati e' il seguente, nel 1981 il 71% di tutto il reddito nazionale era costituito dalle buste paga, oggi gli stipendi arrivano a coprire solo il 62%. Questo significa che in proporzione i lavoratori dipendenti sono diventati piu' poveri. Questo indice viene rilevato dall'ISTAT il quale piu' in generale si occupa di rilevare la contabilità economica nazionale. La contabilita' economica nazionale può essere definita come la descrizione quantitativa dell'attività economica di un Paese sotto forma di flussi economici e finanziari e delle consistenze dei beni reali e finanziari. Per attività economica si intende il risultato di una combinazione di differenti risorse, quali attrezzature, lavoro, tecniche di lavorazione, prodotti, che dà luogo alla produzione di specifici beni o servizi. Poiché i flussi ruotano intorno al concetto di reddito nazionale e le consistenze dei beni intorno a quello di ricchezza nazionale, si parla anche di contabilità nazionale come dell'insieme delle statistiche del reddito e della ricchezza.
Riferimenti:

mercoledì 5 dicembre 2007

Burocrazia: un mostro cieco, sordo ma dalla voce tuonante

E' di oggi la notizia di un avvocato perseguitato da una societa' concessionaria del comune di Roma la GERIT per il pagamento di una multa che lo stesso ha gia' pagato nel lontano 1999. La GERIT e' stata incaricata dal comune di Roma di riscuotere le contravvenzioni per tutta la provincia di Roma e nel caso specifico ha continuato a chiedere il pagamento di questa multa per anni tanto che l'avvocato spazientito l'ha denunciata per atteggiamento vessatorio e reiterato. Nel 2002 la banca di questo avvocato gli aveva notificato l'avviso di pagamento di una multa, l'avvocato comunico' al Comune l'avvenuto pagamento nel 1999. Ma visto il silenzio dell'amministrazione l'avvocato ricorse al giudice di pace che annullo' la cartella di pagamento impugnata. Ora la GERIT si e' ripresentata ma questa volta intimando l'esecuzione forzata in caso di mancato pagamento. Tutto questo ha fatto scattare la deuncia-querela per truffa contro ignoti. La cosa buffa di tutta questa storia e' che se volessimo far finta che in tutto questo non c'e' mai stato dolo dovremmo pensare che oramai questi apparati burocratici che sono l'unico mezzo, come articolazione sul territorio, per la politica di avvicinare il cittadino sono lontani anni luci dal cittadino stesso. I cittadini/consumatori sono solo numeri e l'apparato burocratico si presenta di fronte a loro come una montagna insormontabile senza nessun appiglio a cui afferrarsi, non un viso, non una persona responsabile a cui far arrivare le nostre rimostranze. Un essere trascendente che sbraita contro di noi ma che non ci vede ne ci sente. Ma un punto debole c'e', se si superano le logiche del profitto che stanno sempre dietro ogni iniziativa si scopre che questi apparati sono composti di persone come noi e se ci fosse piu' cooperazione e senso della comunita' le cose si risolverebbero velocemente. Ma purtroppo la gestione della cosa comune e' accentratrice, pochi gestiscono molti, il potere non e' distribuito ma concentrato e questo aumenta la complessita' della cosa e la impossibilita' di essere efficaci ed efficienti.

Forse mangiamo troppo?

Ecco un'altra analisi che viene dall'alto. Come extraterrestri che analizzano i comportamenti della razza umana ecco che cade dall'alto il rapporto dell'International Food Policy Research Institute. La conclusione del rapporto e' che la popolazione mondiale mangia piu' di quanto produce, sono aumentate le bocche da sfamare e sono invece diminuite le braccia per l'agricoltura: infatti siamo circondati da sempre piu' gente che e' stata strappata all'agrigoltura e magari fa il manager da qualche parte. Ah quante braccia utili sono state sacrificate per mestieri non affini alla naturale indole di alcuni individui che oramai li bollano inevitabilmente come parassiti della societa'. I cambiamenti climatici, l'agricoltura finalizzata ai biocarburanti e l'aumento della domanda di generi alimentari ci puo' portare in futuro a un aumento dei prezzi dei generi alimentari e a una drastica diminuzione delle scorte. Gia' il prezzo del mais e' aumentato e in piu' le scorte globali di cereali che costituiscono lo strumento base per combattere le carestie di tutto il mondo sono a libelli minimi dagli anni '80 a causa di una diminuzione delle piantagioni e delle condizioni atmosferiche. La storia e' davvero un ciclo senza fine, vedrai che presto la vecchia terra diventera' un bene rifugio di valore e possederne un po' di ettari sara' indice di ricchezza. Ritorneremo come nel medioevo ai feudatari e ai latifondisti e alla loro corte di servi della gleba. Neanche nei peggiori film di fantascienza si prefigura un futuro cosi' ridicolo.
Riferimenti:

Geopolitica ridisegnata lungo le vie del petrolio

Se vi stavate chiedendo come si stanno configurando i nuovi assetti geopolitici date un'occhiata a questa immagine, le spiegazioni sono state descritte magistralmente nell'articolo di Beppe Grillo.





A volte queste agenzie internazionali che ci osservano dall'alto e dalla dubbia utilita' fanno uscire delle notizie, forse per sbaglio, che possono tornare utili per capire cosa sta succedendo nel mondo.

lunedì 3 dicembre 2007

Ambiente: come possiamo salvarlo?

Come non parlare dell'ambiente oggi? Dopo tutte le mistificazioni e l'indifferenza dei governi e dei loro fiancheggiatori si continua a parlare di ambiente con insistenza e premura e si cerca di dare una risposta ad una situazione oramai troppo complessa e irreversibile. Quali sono oggi le parole chiave sulle quali dobbiamo riflettere tutti? Sono poche ma molto pesanti, efficienza energetica, fonti rinnovabili, biocarburanti, carbon tax, limiti di emissioni CO2, nucleare, geoingegneria e idrogeno. Obiettivo della XIII Conferenza delle Nazioni Unite sul cambio climatico che si svolgera' a Bali e' quello di raggiungere un accordo globale su come operare il cambiamento di rotta. I ghiacci si stanno ritirando, si alza il livello del mare, la siccita' erode la terra coltivabile, aumentano fenomeni estremi come innondazioni, pioggie torrenziali e uragani, cioe' le catastrofi naturali. Secondo il WWF il 2007 e' stato un anno di catastrofi senza precedenti, segno che il clima sta cambiando radicalmente e la natura sta reagendo e si ribella. Un po' di dati, nell'Antartico sono scomparsi piu' di due milioni di chilometri quadrati di banchisa, la siccita' ha colpito l'Australia, l'Asia, l'Africa, l'Europa del Sud e gli Stati Uniti provocando penuria di acqua e incendi boschivi come e' successo in Grecia questa estate e recentemente in California. Ad alte altitudini ci sono state innondazioni come successo in Inghilterra, in Indonesia ci sono state piogge torrenziali che hanno provocato la peggiore alluvione della storia del paese. Da un rapporto pubblicato su Nature Geoscience risulta che negli ultimi 25 anni la regione equatoriale classificata come tropicale si e' espansa di circa 270 chilometri lasciando dietro se la scomparsa di acqua e agricoltura. In tutto questo USA e Cina non vogliono freni al loro sviluppo e sopratutto non vogliono cambiare il loro stile di vita. In un'economia che pensa solo al profitto vale la logica della coperta corta e cioe' per sostenere stili di vita occidentali di agiatezza e consumo sfrenato sottraiamo risorse ai paesi poveri e all'intero globo terrestre in modo indiscriminato senza interessarci delle conseguenze e cioe' dei costi che altri sostengono e sosterranno per noi. Sono d'accordo con chi dice che l'unico modo per cambiare e' quello che succeda una grossa crisi, la fine dei combustibili a basso costo, l'esplosione di una centrale nucleare, un black-out prolungato, e solo cadendo molto in basso ci si potra' rendere conto che si deve adottare un'altra via. Non e' facile cambiare le abitudini della gente e oramai siamo stati abituati a pensare agli interessi individuali e a soddisfare i bisogni del momento piuttosto che a pensare al futuro dei nostri figli e dei nostri simili e a fare sacrifici in tal senso. Forse le condizioni per una grossa crisi si stanno prospettando, il prezzo del greggio nei mercati globali continua ad aumentare e nei prossimi decenni si arriverà sicuramente a un picco e contemporaneamente l'aumento delle emissioni di biossido di carbonio derivanti dalla combustione dei combustibili fossili sta facendo salire la temperatura della Terra. Stiamo entrando in un periodo che molti definiscono "crepuscolare", nel quale i costi complessivi della nostra dipendenza dai combustibili fossili iniziano ad agire da freno e ostacolo per l'economia mondiale. In quest'era crepuscolare l'unica azione posta in atto dagli stti e' quella di adoperandosi in ogni modo possibile (anche con le guerre) per assicurarsi che le restanti scorte di combustibili fossili entrino in loro possesso. Un piccolo spazio voglio darlo ad un autore che apprezzo molto, Jeremy Rifkin, che parla del futuro e dell'importanza dell'idrogeno. Il punto importante sul quale Rifkin si sofferma è che una società che si basa sull'energia rinnovabile è un obiettivo possibile nella misura in cui parte di quell'energia prodotta da fonti rinnovabili può essere immagazzinata sotto forma di idrogeno. Questo perché le energie rinnovabili sono intermittenti: il sole non splende sempre, così come il vento non soffia sempre, l'acqua non scorre sempre se c'è siccità, e i raccolti agricoli possono variare per una molteplicità di fattori. Quando le energie rinnovabili non sono disponibili, non si può generare elettricità e le attività economiche rischiano di subire una frenata e fermarsi. Ma se l'elettricità generata allorché l'energia rinnovabile è abbondante, può essere utilizzata per estrarre idrogeno dall'acqua, che potrà essere conservato per essere utilizzato in seguito, a quel punto la società disporrà di un rifornimento continuo di energia elettrica. L'idrogeno può essere estratto anche dalle biomasse e immagazzinato nello stesso modo. Altra innovazione importante per armonizzare questo cambiamento sarebbe la riconfigurazione della rete elettrica di trasporto che dovrebbe essere, similmente a quella di Internet, in grado di permettere ad aziende e proprietari di casa di produrre l'energia che serve loro e di condividerla con gli altri. Nella teoria proposta da Rifkin c'e' anche l'aspetto sociale e politico perche' i combustibili fossili e l'energia nucleare sono per loro stessa natura energie d'élite, rappresentano il vecchio approccio centralizzato dall'alto verso il basso per la gestione delle risorse, così tipico del XIX e del XX secolo. Poiché possono essere reperiti soltanto in alcuni luoghi, il carbone, il petrolio, il gas naturale e l'uranio hanno spesso richiesto ingenti investimenti militari per essere messi in sicurezza e altrettanto ingenti investimenti di capitale per lavorarli e commercializzarli. Le fonti di energia rinnovabile, invece, sono distribuite ovunque sulla Terra. I raggi solari, il vento, l'acqua, la geotermia, le onde oceaniche, i residui dell'agricoltura e delle foreste, la spazzatura comunale sono tutte accessibili in tutto il mondo. Se raccolta e immagazzinata sotto forma di idrogeno, se distribuita sotto forma di elettricità per mezzo di reti elettriche intelligenti, l'energia rinnovabile ha il potenziale di poter essere condivisa da pari a pari con una modalità di distribuzione simile a quella che oggi utilizziamo per comunicare e informarci su Internet. Tutto cio' puo' quindi essere visto anche come una ridistribuzione capillare del potere.

Euribor e il potere delle banche

Non scordiamoci mai che le banche sono enti di profitto e tutto quello che fanno lo fanno per il proprio tornaconto. C'e' chi ha detto che la crisi dei mutui subprime e' passata, e infatti se ne parla sempre di meno, evidentemente non e' passata affatto. L'Euribor (acronimo di EURo Inter Bank Offered Rate, tasso interbancario di offerta in euro) è un tasso di riferimento, calcolato giornalmente, che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee (fonte wikipedia). La nascita dell'Euribor è avvenuta, contestualmente a quella dell'Euro. Attualmente viene determinato ("fissato") dalla European Banking Federation (EBF) intorno alle ore 11, come media dei tassi di deposito interbancario tra un insieme di banche, oltre 50. Non c'è un solo tasso Euribor: vengono infatti definiti tassi per durate di tempo differenti, che variano tra una settimana e un anno. L'Euribor è un indicatore molto affidabile del costo del denaro a breve termine, e quindi è spesso usato come tasso base per calcolare interessi variabili, come quello dei mutui: ad esempio, un mutuo può essere offerto con cedola semestrale al tasso "euribor a sei mesi più uno spread dell'1.5%". Oggi il tasso euribor relativo ai prestiti interbancari sulla scadenza a un mese, che oggi per la prima volta porta valuta sul nuovo anno, e' stato fissato in rialzo di 64 punti base rispetto al fix di ieri quando aveva ancora valuta sul 31 dicembre: e' quindi a 4,809%, il massimo da inizio 2001, dal 4,169% ieri. La scadenza a due mesi e' stata fissata a 4,781% da 4,739% e il tre mesi a 4,776 da 4,743%. Ancora una volta i rischi delle banche scaricati sui consumatori, infatti e' vero che l'euribor tiene conto del costo del denaro ma che questo costo debba per forza scontare le esposizioni delle banche verso gli strumenti finanziari derivati questo non e' corretto. A parte tutte le rassicurazioni non è ancora chiaro quante banche e per quale ammontare siano esposte ai prodotti derivati agganciati ai mutui spazzatura di matrice americana. Questo ha fatto crescere la sfiducia nel settore del credito, quindi, le banche hanno alzato la posta (i tassi) prima di concedere prestiti ad altre banche. Si stanno creando una copertura economica dall'imminente rischio di perdite che si riversa pari pari sui consumatori in ultima istanza. Quello che e' deprimente e' la considerazione che la Banca Centrale poco potra' fare per tentare di abbassare questo tasso anche perche' i dati dell'inflazione non sono molto incoraggianti e dovra' scegliere quindi tra l'incudine e il martello. Forse fara' la scelta giusta e aumentera' i tassi di riferimento generando una stretta creditizia da tempi di austerita', con ricadute inevitabili sui consumi, sulla fiducia, sulla produzione ma che sara' utile per sgonfiare l'andamento dei prezzi. Di norma in periodi di crisi recessiva gli indici borsistici sprofondano e la gente si focalizza sui beni rifugio quindi le case subiranno un rallentamento dei prezzi ma non una caduta cosi' repentina. In questi periodi e' cruciale l'intervento dello Stato, perche' l'economia capitalistica non funziona e sopratutto e' ciclica e fisiologicamente vive periodi di crisi. E' vero anche che fin'ora non si e' mai finito di speculare sull'euro e i prezzi di qualunque bene sono sempre aumentati senza ragione, e' venuto il tempo di sgonfiare questo fenomeno e una stretta creditizia e' forse il miglior companatico che si possa offrire. Faccio solo una considerazione su chi oggi ritiene che il potere sia nelle mani della politica e degli industriali, il vero potere che e' quello finanziario e' nelle mani degli istituti bancari che decidono di innondare il mercato di soldi e di aumentare l'esposizione finanziaria dei cittadini e poi tirano i fili per recuperare i crediti socializzando le perdite sugli stessi cittadini. Non c'e' regola di vera economia delle risorse se queste sono interamente sotto il controllo delle banche che da queste ne traggono immensi profitti, prevarranno sempre logiche di profitto a logiche di economia.

mercoledì 28 novembre 2007

L'analisi sul mercato delle TLC in Italia

Il mercato delle Telecomunicazioni come ogni mercato in regime capitalistico sta vivendo la sua fase di saturazione oramai conclamata e meccanismi anti-mercato si stanno attivando per invertire la tendenza. Questo perche' ogni mercato in artificiose condizioni di concorrenza con alla spalle enormi investimenti in infrastrutture e di conseguenza produzioni di scala prima o poi lascia cadere il velo di una finta condizione di mercato per dichiarare apertamente la realta' dei fatti: oligopolio. Dovunque sia necessario l'intervento di autorita' regolamentatorie non ci sono i presupposti per la libera concorrenza. Ma come potrebbe d'altra parte essere in un mercato che vende un servizio oramai cosi' necessario quasi da essere considerato a tutto tondo alla stregua di un servizio universale. Ecco allora che le dinamiche e gli agenti subiscono un inevitabile cambiamento, un'evoluzione verso il rafforzamento di posizioni dominanti. Tutto sta iniziando, o per meglio dire era gia' iniziato, con Telecom Italia. La paventata separazione della rete infrastrutturale d'accesso sta diventando realta'. I costi vivi di manutenzione delle infrastrutture di rete degli operatori presenti sul mercato italiano sommati ai costi per investimenti per tenere il passo con l'evoluzione tecnologica non sono piu' sostenibili di fronte a una concorrenza fatta solo di sconti sulle tariffe telefoniche. La trasformazione che si sta prospettando sara' devastante anche per i fornitori e tutto l'indotto che prospera sul mercato dei telefoni. Se Telecom societarizzera' la sua rete si sgravera' di una notevole fetta di costi vivi ed e' impensabile che gli altri operatori stiano li' a guardare. Per adeguarsi scattera' un meccanismo di emulazione, cosa che gia' sta avvenendo sotto diverse forme come l'iniziativa intrapresa da Wind e H3G di unire le loro risorse radio sotto una nuova societa' che razionalizzera' la rete d'accesso e fornira' un servizio di copertura GSM/UMTS di migliore qualita'. Contemporaneamente pero' si sgraveranno di un costo economico e sociale non indifferente. Lato fornitori il mercato li costringe a stringere la cinghia e se prima i maggiori margini erano fatti sui prodotti e in misura meno rilevante sui servizi, perche' portano con se grossi costi fissi, oggi la strategia deve cambiare. Gia' grosse aziende come Alcatel e Nortel hanno perso circa il 50% di valore per la perdita di fette considerevoli di mercato. Nokia ha invece puntato piu' sulla vendita di telefonini che sulla vendita di infrastrutture attuando anche profonde trasformazioni all'interno della sua organizzazione. Inoltre in anticipo rispetto alla controparte e' iniziato lato fornitori quel processo di fusione che e' l'unica alternativa possibile alla perdita di competitivita' sul mercato, processo inevitabile perche' come dicevamo all'inizio e' impossibile avere concorrenza in un mercato dove i giocatori sono pochi e per lo piu' dotati di economie di scala. La prospettiva qual'e' quindi in definitiva. I fornitori tradizionali di tecnologia dovranno tagliare i costi anche perche' mercati emergenti come quello della Cina stanno innondando il mercato di prodotti dai costi ridottissimi, e se il periodo delle fusioni e' terminato vedremo molto probabilmente una specializzazione dei vari attori in settori tecnologici separati in modo da conservare il primato verso gli operatori: e qui chi ha iniziato prima a intraprendere la sua strada si guadagnera' una posizione sicura. I fornitori quindi sposteranno il loro obiettivo verso la fornitura di servizi con probabile razionalizazione del proprio organico. Al contrario se invece riusciranno a "catturare" il regolatore (Autority) potranno accaparrarsi la gestione delle reti con l'in-sourcing delle risorse umane (i cosi' detti managed services) e a quel punto dovranno industriarsi per gestire al meglio nuove strutture di costi che andranno a lievitare.
Gli operatori inizieranno un periodo di fusioni che portera' probabilmente alla nascita di una societa' unica per la gestione della rete che si prendera' carico anche di tutta la fetta piu' consistente dei costi fissi, mentre ci sara' un'innondazione di nuovi servizi e nuove grandi e piccole compagnie telefoniche tutte rigorosamente quotate in borsa (per recuperare i capitali di investimento) che con molta probabilita' si spartiranno il territorio, o come nel caso di Poste Italiane si occuperanno di fornire servizi legati alla specifica missione aziendale e quindi un mercato di monopolio. Per quanto riguarda lato operatori nello specifico le attuali grandi realta' nazionali, e' prevedibile che dovranno inoltre spostare i loro obiettivi dal mercato domestico a quello globale incrementando ulterioriormente i processi di aggregazione.

lunedì 26 novembre 2007

Visioni allucinate

Il vento impetuoso della protesta sta salendo
porta con se la rabbia di ogni singolo individuo.
Coloro, tutti che fin'ora sono stati lasciati soli, isolati,
che hanno creduto di vivere nella modernita' hanno
provato solo indifferenza e opportunismo.
La pieta' e' scomparsa dai nostri gesti quotidiani
e siamo spinti solo dall'istinto di conservazione.
I poveri sono sempre piu' poveri ed affamati di cibo
i ricchi sono sempre piu' ricchi ed affamati di spirito.
Nella lotta per placare questa fame sempre piu' crescente
strappiamo dalla bocca del vicino il nutrimento.
Come animali ciechi e sordi ci muoviamo a tastoni
in un ambiente che non ci appartiene e ci e' ostile,
completamente isolati e lasciati soli.
Il potere e i potenti sono le nostre nuove divinita'
sempre piu' trascendenti e inafferrabili.
La corruzione e la disperazione come virus vengono
inoculati fin dalla giovane eta', e cosi' e' andata persa
anche l'ultima goccia di energia vitale.
Presto verra' qualcuno che chiamera' a raccolta
questa moltitudine di inconsapevoli reietti
e li portera' a reclamare il giusto risarcimento
e il riscatto da questo cupo futuro e dall'incertezza.
O capitano o mio capitano, mio Tiranno guidami
portami a scardinare, distruggere e gridare,
portami alla rivoluzione.
E cosi' il vento impetuoso della protesta sta salendo
porta con se la rabbia di ogni singolo individuo.

martedì 20 novembre 2007

Analisi sulla bolla Petrolio

Per poter pensare di analizzare le cause che hanno generato un aumento del prezzo del petrolio bisogna analizzare i dati tecnici del settore, la storia delle crisi legate al petrolio, le partite commerciali correnti, i fondamentali americani, l’attuale quadro internazionale e il sentimento del mercato. In fine bisogna domandarsi chi ne trae vantaggio.

Iniziamo dai dati tecnici del settore.
Esistono diverse qualità di petrolio estraibili che richiedono una lavorazione particolare, quindi richiedono strutture apposite, tempo e costi da sostenere. Lato raffinerie attualmente in maggior parte non adatte alla raffinazione dei petroli medi e pesanti perche' richiedono molta energia per raffinarli e quindi costi alti. Attualmente vi è una abbondante offerta di petrolio medio-pesante e una scarsa capacità di raffinazione di tali petroli mentre vi è una scarsa offerta di petroli leggeri e una esuberante capacità di raffinarli. La qualita' del paniere OPEC e' medio-pesante a differenza dell’Iraq che ha un petrolio di migliore qualita’, mentre il Wti americano e il Brent del mare del Nord sono di qualita' alta.
Per quel che riguarda le scoperte di giacimenti nel passato vi e' stato un picco tra il 1950-1970 mentre dal 1980 circa si sta vivendo al di sopra delle possibilità petrolifere del pianeta poiche' diminuisce il petrolio contenuto nei giacimenti e non è compensato da nuove scoperte.
Per quanto riguarda le scorte dei paesi energivori si sa che stanno diminuendo mentre paesi come India (1 miliardo di persone) e Cina (1,3 miliardi) incrementano di anno in anno il proprio consumo di materie prime tra cui il petrolio, questo perché stanno diventando forti produttori di manufatti e grossi consumatori di energia. La deindustrializzazione dell’America ha solo spostato la produzione manifatturiera in una altro paese, la Cina, ma questo non ha diminuito la richiesta di petrolio.
La raffinerie in questo periodo utilizzano le scorte di petrolio acquistate in passato a minor prezzo senza aumentare quindi la domanda verso i paesi produttori. In questo modo possono speculare al rialzo sui prezzi ottenendo margini elevati. Anche i paesi produttori come L’OPEC non hanno interesse ad aumentare il ritmo di produzione, almeno non nell’immediato, con tutto che dichiarino di avere a disposizione grosse riserve, questo per trarre vantaggi nel breve termine sull’aumento dei prezzi: infatti tenere l’offerta bassa non significa sottrarre petrolio alla domanda perche’ questa viene soddisfatta ancora, produrre di piu’ significherebbe andare a riempire le scorte delle raffinerie con nessun guadagno sostanziale.
Da una stima fatta dall’Agenzia Internazionale per l’Energia risulta che per rispondere alla spaventosa impennata dei consumi mondiali bisogna investire altri 22 mila miliardi di dollari nelle infrastrutture per l'approvvigionamento: tutti costi che verranno scaricati sull'utente finale, il consumatore (storicamente infatti quando furono scoperti i primi pozzi petroliferi in Texas il prezzo del petrolio era alto perche’ era composto in larga parte dai costi di trasporto e infatti la prima societa’ petrolifera in America e’ stata la societa’ delle ferrovie).

Diamo ora un’occhiata alla storia.
Con la guerra dello Yom Kippur dell’ottobre 1973 prende il via il quarto conflitto arabo-israeliano e il conseguente embargo arabo (dei paesi aderenti all'OPEC) selettivo sulle esportazioni petrolifere verso i paesi che stavano appoggiando Israele (il primo shock petrolifero). Il secondo shock petrolifero provocato dalle sette sorelle si verifichera' nel 1980 e verra' registrato il picco massimo del prezzo del petrolio. Con la salita al potere dell'ayatollah Khomeini in Iran, di Saddam Hussein in Iraq e con la Libia di Gheddafi la produzione di petrolio inizierà a non rispettare più i limiti fissati dall'Opec e inizierà una vendita fuori dai mercati tradizionali. Da registrare anche la nascita nel 1980 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) il cui scopo sarebbe stato da li’ in futuro quello di contrastare le azioni di cartello dell’OPEC garantendo i diritti dei paesi consumatori. Questa stessa agenzia e’ oggi la fonte primaria di dati riguardanti la disponibilita’ di petrolio nel mondo e ci avverte che entro il 2030, cioè in soli 23 anni, i cinesi avranno sette volte più automobili di oggi (270 milioni), il loro consumo di energia sarà più che raddoppiato. Già fra tre anni la Cina avrà superato gli Stati Uniti per il consumo di petrolio: appena due anni fa, la domanda americana era ancora superiore di un terzo. L'India segue dappresso la Cina, la sua domanda di energia sarà più che raddoppiata entro il 2030, e la maggior parte di quel fabbisogno aggiuntivo dovrà essere importato. A causa di Cina e India, "i giganti emergenti dell'economia mondiale e dei mercati internazionali dell'energia", l'Aie ci avverte che i consumi di petrolio, gas e carbone in un ventennio cresceranno oltre il 50% rispetto ai livelli odierni. Inoltre nei primi anni ’70 l’America era impegnata nella guerra in Vietnam e in programmi per il rilancio dell’economia sovvenzionati dallo stato. La spesa di queste iniziative era pero’ in deficit perche’ non veniva compensata da un adeguato livello di tassazione dato che l’amministrazione Kennedy aveva diminuito la pressione fiscale. Questo livello eccessivo di spese fece saltare i cambi e porto’ l’amministrazione Nixon ad abolire gli accordi di cambi “fissi” basati sul dollaro (Bretton Woods) e ad intraprendere una politica protezionista conseguenza della quale porto’ ad una pesante svalutazione del dollaro. Da quel momento in poi il dollaro ha sempre oscillato nel tentativo di stabilizzare gli squilibri dei conti con l’estero delle partite correnti.

Guardiamo al deficit commerciale dei pagamenti con l’estero dell’America.
Come sappiamo Cina, Giappone, Arabia Saudita ed altri paesi hanno immense quantita’ di dollari nelle loro riserve che derivano dalle spese del commercio con l’estero che l’America sostiene con questi paesi. Questi paesi a loro volta acquistano buoni del tesoro americano investendo quindi nel valore di questa moneta e sulla solidita’ dei fondamentali dell’economia americana. Ma la tendenza si sta invertendo perche’ le riserve stanno pian piano per essere alleggerite da vendite del dollaro.
Il crollo del dollaro è il risultato di anni in cui l'America è vissuta al di sopra dei suoi mezzi, accumulando deficit commerciali verso l'Asia. Il peso dei debiti americani è la mina vagante che genera un'instabilità finanziaria mondiale. La banca centrale cinese è il più grosso creditore di Washington, con 1.500 miliardi di dollari di riserve investiti in larga parte in BoT americani. Mentre cascano come birilli tutti i capi delle grandi banche americane travolti dagli scandali dei mutui subprime, la Federal Reserve deve curare il malato lasciando scivolare i tassi e il dollaro. L’idea semplificata e’ che mentre i Cinesi producono gli Americani consumano ma se i consumi diminuiscono perche’ col dollaro debole lo spettro dell’inflazione si fa sempre piu’ incombente e si profila uno scenario di stagflazione anche la Cina e il resto del mondo ne risentiranno. Per questo motivo oggi i prezzi del petrolio potranno arrivare fino a un prezzo detto di "sofferenza" superato il quale scattera' un contenimento dei consumi. Per la maggior parte dei cittadini la "recessione" si avrà in dipendenza del proprio reddito che probabilmente si attestera' quando il prezzo tocchera' quota 100$ al barile. Se cala la domanda di consumi, sopratutto quella americana, si porta appresso un periodo di recessione anche per la Cina e per l'Europa.

I fondamentali americani.
La spesa in deficit per le partite commerciali con l’estero, l’indebitamento dei consumatori americani, l’inflazione che cresce spinta da la crisi della produzione che ha portato alla crisi dei mutui subprime, tutto questo porta sempre piu’ in basso il valore del dollaro non da ultimo la decisione della FED di abbassare i tassi di interesse. Il calo del prezzo del dollaro ha favorito la crescita del prezzo del petrolio anche perche’ la speculazione finanziaria si e’ spostata da la borsa verso i beni rifugio e il petrolio, verso cioe’ i mercati a termine su cui di norma investono gli Hedge Founds. Segnali di un economia in calo. Intanto le Banche dichiarano perdite senza soluzione di continuita’ e gli investitori stanno spostando i loro interessi altrove e le banche stesse cercano di recuperare i crediti aperti e restringono le condizioni di accesso al credito, contrariamente a quello che la FED si sarebbe aspettata diminuendo i tassi. Se l’economia americana da segni di cedimento l’aumento del prezzo del petrolio da il colpo di grazia perche’ porta con se costi di produzione piu’ alti e quindi rallentamento della ripresa.

Il mercato cosa sta scontando?
Il mercato ha arrestato il suo trend rialzista e si sta spostando dal comparto azionario a quello a termine sulle materie prime, neanche l’obbligazionario e’ un’attrattiva visto che il rischio e’ alto visti i fondamentali il premio richiesto dal mercato deve essere adeguato. E’ il momento della speculazione. Inoltre le notizie sul petrolio che arrivano da varie fonti, come abbiamo visto sopra, danno un’indicazione chiara al mercato di quello che sara’ il futuro prossimo e il mercato ne tiene conto nei suoi movimenti al rialzo sul prezzo del petrolio. Sa infatti che i consumi e quindi la domanda e’ superiore all’offerta, quindi alla produzione di barili, e anche se per il momento non si e’ in difficolta’ presto sara’ un dato di fatto. Per quanto riguarda i biocarburanti il gioco non vale ancora la candela e anzi sono settori dove si puo’ iniziare a speculare. Inoltre siamo sotto periodo natalizio dove spese per regali e per riscaldamento e viaggi aumentano notevolmente quindi e’ presumibile che il prezzo del petrolio avra’ ancora delle oscillazioni di tenuta intorno a prezzi alti. Se invece tutte le posizioni speculative aperte sul mercato finanziario e quindi sul prezzo del petrolio verranno liquidate monetizzando subito allora ci sara’ un brusco calo del prezzo.

Il quadro internazionale.
Le guerre in Afganistan e in Iraq sono servite per dare uno sperato sospiro di sollievo alla domanda di petrolio americano ma i tempi della messa in regime sono lunghi e tortuosi. Dall’altra parte Russia e Iran mantengono la loro posizione lato offerta facendo pesare la loro posizione dominante lato mercato e a poco servono le operazioni saudite di concerto con gli Americani. Lato paesi energivori l’India ma sopratutto la Cina stanno investendo in Africa che e’ ricca di materie prime e si stanno ritagliando grosse fette di mercato perche’ stanno introducendo anche meccanismi di modernita’ che aiutano la crescita di queste economie. Lato america del sud gli accordi Mercosud stanno prefigurando una nuova posizione di mercato sul lato della fornitura di petrolio con il Venezuela in testa che si e’ slegata dalla sua sudditanza americana con i nuovi venti di rivolta contro l’imperialismo americano, basta guardare l’Equador, la Bolivia il Venezuela. Inoltre in Brasile si stanno scoprendo nuovi giacimenti petroliferi di capacita’ tali da essere paragonati alle riserve presenti in Kazakistan. La Cina stessa sta investendo in Brasile contendendo all’occidente le stesse fonti di approvvigionamento da cui dipendiamo. D'altra parte la nuova ricchezza finanziaria generata dalla penuria energetica andrà a concentrarsi in zone come il Golfo Persico dove il fondamentalismo islamico è terreno di coltura del terrorismo. Gli equilibri geopolitici, la sicurezza interna dei nostri paesi, la stabilità e la pace sono minacciate dal nascere di nuovi rapporti di forza che da un lato vedono Cina, India e Russia e dall’altro vede in pratica i paesi della Nato.
A tutto questo si affianca una consapevolezza e un allarme per le conseguenze che l’inquinamento sta generando sull’ambiente con cambiamenti climatici. Secondo la Banca mondiale 16 tra le 20 metropoli più inquinate del pianeta sono in Asia. In Cina le morti premature dovute allo smog sono 750.000 ogni anno. L'aumento delle temperature scioglie i ghiacciai dell'Himalaya che alimentano i grandi fiumi d'Oriente. Desertificazione, diminuzione delle terre coltivabili, penuria d'acqua, aprono scenari di crisi alimentari che possono sfociare su conflitti armati, in zone ad alta densità di eserciti e testate nucleari. E in un mondo globalizzato nessuno e’ al riparo. Quindi anche per sottrarsi dalla dipendenza e pressioni da parte dei paesi produttori di petrolio, visto che le guerre non hanno portato ancora a grossi risultati, e’ prevedibile che i paesi occidentali e anche l’America si muoveranno verso la ricerca di nuove fonti di energia, ed e’ in questo scenario che interpreto la mossa dell’OPEC che si e’ impegnata a combattere il riscaldemento del pianeta stanziando l’Arabia Saudita 300 milioni di dollari e il Kwait 150 milioni di dollari, per l’individuazione di soluzioni alternative. C’e’ chi dice che questa nostra epoca e’ detta il secolo della transizione in cui come dice il termine ci stiamo avvicinando a una nuova forma di energia. La sensazione e’ che bisogna muoversi verso trasformazioni tecnologiche e interventi di efficienza e conservazione dell’energia, si parla anche di sviluppo del nucleare e fonti rinnovabili e carbone pulito.

Conclusioni.
Data una visione di insieme dell’intero scenario e fatte le opportune valutazioni, la mia opinione a riguardo e’ che l’aumento del prezzo del petrolio allo stato attuale sia un fenomeno squisitamente speculativo, una piccola bolla. La speculazione opera sulla base di uno scenario reale anche se in questo caso e’ uno scenario futuribile. Questo probabilmente portera’ il prezzo del petrolio ad una tenuta verso prezzi alti con oscillazioni che potranno essere brusche solo nel caso che le posizioni aperte sui mercati a termine vengano chiuse tutte contemporaneamente, poi in seguito credo che sia prevedibile una diminuzione del prezzo. Dal lato dell’economia Americana che e’ legata a questo fenomeno per il fatto che il prezzo del petrolio si lega al dollaro ci troviamo in una situazione simile a quella che si era presentata nei primi anni ’70 con Nixson e si respira aria di protezionismo vista la disastrosa caduta del dollaro, probabilmente su questo andamento di perdita di valore del dollaro si sta giocando molta della speculazione in atto sul petrolio. Non credo quindi che le cause dell’aumento del prezzo del petrolio siano da imputare a cause strutturali (almeno non per il momento, forse in futuro sara’ cosi’) ma a cause congiunturali.

venerdì 16 novembre 2007

Cartolarizzazioni, lo strumento del deficit pubblico

Avevo conservato un articoletto del 28 Luglio 2006 che parlava della Sanita' pubblica e delle associazioni farmaciste nel Lazio. Il defici sanitario dell'azienda sanitaria laziale e' oneroso e i principali creditori sono i farmacisti con le ricette che la regione deve rimorsargli e con le forniture che non sono state ancora pagate. Dato che di norma le farmacie sono aziende che anticipano i costi per l'acquisto materiale hanno bisogno che questi vengano ricoperti nel piu' breve tempo possibile. Da qui la mirabolante soluzione della Regione che in accordo con i farmacisti creditori di cartolarizzare, ovvero cedere i propri crediti ad una società appositamente costituita, in questo caso Nomura e Mediobanca che hanno creato una societa' veicolo chiamata Kimono Finance. Questi crediti sanitari sono stati accumulati da parte delle Asl locali nei confronti delle farmacie laziali. In altre parole, le farmacie continuano a subire da parte delle strutture sanitarie ritardi nei pagamenti degli importi dovuti per i farmaci erogati ai cittadini. Grazie a questa formula, le farmacie avranno la garanzia di vedere subito liquidati i pagamenti accumulati in passato e quelli che matureranno in futuro perche' glieli versera' direttamente la Kimono Finance che in cambio si prendera' il debito della regione lazio che si fara' ripagare dalla stessa in forma di rate a cui applichera' gli interessi che riterra' piu' "opportuni". La Kimono Finance puo' fare questo perche' primo ha soldi da investire e secondo perche' lo stato nelle sue articolazioni non puo' mai fallire. Stiamo parlando di un portafoglio è costituito da crediti pregressi per circa 500 milioni di euro accumulati fino a maggio 2005 e già acquistati dalle banche e crediti che sono destinati a maturare entro giugno 2008 e che hanno un ammontare previsto di circa 1,3 miliardi di euro. Come fa la Kimono Finance ad avere tanti soldi da investire, presto detto a sua volta la Kimono Finance si finanzierà attraverso l'emissione sul mercato di titoli (di solito obbligazioni) per un importo di 1,8 miliardi di euro circa divisi in due tranche, una a valere sui crediti pregressi e l'altra emessa a fronte dei crediti che devono ancora maturare: andra' quindi a cercare i capitali dai consumatori sempre che i suoi titoli non vadano a riempire pacchetti strutturati di strumenti finanziari. In questo modo ora l'amministrazione pubblica paghera' molto di piu' del debito acquisito perche' sara' come se avesse acceso un mutuo e se poi queste obbligazioni che si portano dietro questo debito verranno fatte acquistare come investimento ai cittadini italiani, magari anche alle pubbliche amministrazioni per rivalutare i loro capitali sarebbe veramente una spirale diabolica di indebitamento.

mercoledì 14 novembre 2007

Decostruire come processo di secolarizzazione

Nel proporre nuove alternative di politica economica e nuove prospettive si puo' incappare in due impedimenti fondamentali. Il primo riguarda l'aspetto ideologico della proposta e con questo intedo il fatto che per quanto innovativa potrebbe per questo essere irrealizzabile e quindi rappresentare solo un mero ideale. Il secondo aspetto riguarda la critica della proposta che se applicata con strumenti sbagliati puo' sopprimere l'iniziativa sul nascere. La critica per essere costruttiva deve sganciarsi da quello che e' il contesto attuale e decontestualizzarsi, solo in questo modo puo' giudicare se un'idea e' innovativa oppure no. Per innovare bisogna scardinare le attuali strutture statiche dei valori, delle abitudini e delle consuetudini modificandoli con un processo di secolarizzazione o meglio di decostruzione. La vita deve essere dinamismo e non staticita', le persone si abituano ad uno stile di vita, a delle istituzioni e si chiudono in un quadro d'insieme conservatrice che non potra' mai portare all'innovazione e all'evoluzione. Non ci sara' mai un "nuovo uomo" senza una spinta a decostruire a sconvolgere tutti i meccanismi ora in atto. Questa spinta deve venire dalle persone con un risveglio di coscienza e dal torpore di finta sicurezza in cui vivono. Se vogliamo ottenere di piu' dalla vita dobbiamo cambiare, evolvere, decostruire e ricostruire nuovamente.

La legge e' sempre piu' lontana

Cittadini e legge sono sempre piu' lontani, due mondi paralleli. Oggi e' apparsa la notizia su un giornale che ha dell'assurdo. Un pensionato 75enne di Milano ha ridipinto di fuxia la facciata della sua villa che si trova nel parco nazionale delle Cinque Terre. L'uomo non sapeva di violare un decreto legislativo che regola la manutenzione ordinaria in zone paesaggistiche. Questo per dimostrare che le regole che servono per una piu' giusta convivenza civile sono sempre piu' lontane dal cittadino e semprep piu' spesso decise a sua insaputa e senza la sua partecipazione diretta. La cosa paradossale e' che questo avviene anche quando l'amministrazione e' locale e quindi in teoria piu' vicina al cittadino. Figuriamoci cosa succede per le regole decise dall'amministrazione centrale. Sembra di vivere in un oceano di regole e di contro questo oceano non ammette ignoranza se non sai da cosa e' popolato meriti di morire affogato. Dovremmo seguire le emanazioni delle leggi, decreti e regolamenti costantemente tanto quanto seguiamo i risultati delle partite di calcio e le classifiche delle serie calcistiche. La legge si autoalimente di se stessa e tende all'autoreferenzialismo garantendo posizioni di privilegio e potere a chi la genera e la amministra. A me sembra un mondo assurdo.

martedì 13 novembre 2007

Considerazioni sulla concorrenza in Italia

Partiamo dall'assunto che la concorrenza perfetta non funziona e non e' praticata quasi in nessun posto del mondo ma al contrario e' praticato il coporativismo, le fusioni e le lobby di interessi. La concorrenza in questo contesto deviato ha quindi assunto un significato negativo e viene ormai intesa come strumento di sopraffazione e di speculazione. In un mondo perfetto ci dovrebbe essere la possibilita' di poter esprimere nel limite del possibile le nostre aspirazioni individuali e la nostra creativita'. Ognuno dovrebbe avere la possibilita' di scegliere cosa fare nella vita e come rendersi utile alla comunita'. Oggi in Italia la concorrenza che dovrebbe garantire un miglior prodotto e migliori condizioni per i consumatori e' solo applicata in condizioni di mercato nero, lavoro sommerso e comportamenti sleali. Chi fa concorrenza al mercato e' il sommerso che si scarica dei costi delle tasse e dei contributi allo Stato. Tutto fatto in nome dell'interesse individuale e del denaro. E' anche vero che in Italia il regime fiscale sopratutto quello applicato al lavoro dipendente, e quindi coercitivo, crea una barriera all'iniziativa economica e alla concorrenza che sommato all'azione della burocrazia ci mette in condizioni di deviare, frodare e speculare. Probabilmente un sistema che non da libero spazio all'iniziativa e pone di fronte una serie di barriere insormontabili sia dal punto di vista economico che dal punto di vista della complicazione burocratica non riuscira' mai a veder realizzati gli assunti economici di base. Anche il concetto di posto fisso e di datore di lavoro hanno ingessato la societa' trasformandola da una parte e dall'altra. Nasce in questo modo un meccanismo perverso di dipendenza per cui i cuccioli non riescono piu' a staccarsi dalle mammelle della mamma. Per ovviare a questa imperfezione nascono enti terzi che tentano di regolamentare gli scambi economici e non fanno altro che aumentare il numero di regole che gia' affogano il panorama legislativo-amministrativo. Per dare una scossa al sistema io propongo due filoni d'azione. Il primo deve investire il pubblico impiego riformandolo profondamente. Io dico che il pubblico impiego deve essere reso accessibile a tutti i cittadini sopratutto in giovane eta', per questo deve essere istituito un servizio civile che inizi fin dalla scuola media superiore che permetta a i giovani di avvicinarsi al pubblico impiego. Come succede per il servizio civile per la leva militare cosi' deve avvenire per le pubbliche amministrazioni che devono accogliere i giovani nelle loro strutture e fargli vivere da vicino la routine amministrativa. Lo si puo' chiamare doposcuola perche' impegnera' alcuni pomeriggi dei giovani in attivita' burocratiche. La seconda iniziativa deve investire il regime fiscale. Io propongo una aliquota fissa di tasse per tutti che vada a contribuire alle spese per l'ordinaria amministrazione e i servizi necesari (come ad esempio la sanita', la scuola) piu' una quota volontaria dichiarativa che in piena trasparenza venga dirottata verso particolari servizi pubblici come per esempio le pensioni, l'assistenza sociale, la sanita' specialistica ed altro. La quota variabile dichiarativa da diritto tramite codice fiscale che attesa l'avvenuto pagamento a quei servizi di cui sopra, chi non ha contribuito vuol dire che ha intenzione di procurarsi quei servizi in modo autonomo. Anche per la quota fissa si applica automaticamente la trasparenza perche' sara' evidente dove questi fondi dovranno essere dirottati.

Petrolio: previsioni

Per cercare di dare delle previsioni sensate su quello che sara' l'andamento del prezzo del petrolio e' necessario tornare indietro nel passato. Guardando la serie storica del prezzo del petrolio attualizzato (e cioe’ i prezzi scontano gia’ l’inflazione, nei limiti di individuazione esatta del livello di inflazione in quei periodi). Negli anni che vanno dal 1950 al 1970 il prezzo si era mantenuto costante a 10$ al barile per via del fatto che nascevano i primi pozzi petroliferi e il settore faceva proseliti e quindi sovraproduzione e prezzi bassi: salivano al potere personaggi come Rockfeller e nascevano i primi modelli della Ford. Con la guerra dello Yom Kippur dell’ottobre 1973 prende il via il quarto conflitto arabo-israeliano e il conseguente embargo arabo (dei paesi aderenti all'OPEC) selettivo sulle esportazioni petrolifere verso i paesi che stavano appoggiando Israele (il primo shock petrolifero). Il secondo shock petrolifero provocato dalle sette sorelle si verifichera' nel 1980 e verra' registrato il picco massimo del prezzo del petrolio. Con la salita al potere dell'ayatollah Khomeini in Iran, di Saddam Hussein in Iraq e con la Libia di Gheddafi la produzione di petrolio inizierà a non rispettare più i limiti fissati dall'Opec e inizierà una vendita fuori dai mercati tradizionali, una vendita a spot, che porterà ben presto ad uno sfasamento del mercato fino al cosiddetto contro-shock del 1986 che vedrà la caduta dei prezzi del petrolio e la fine dell'egemonia dell'Opec. Le recenti guerre scatenate dall'America (Afganistan, Iraq) sembrano non aver risolto il problema petrolio anche se era nelle loro intenzioni.
Ma guardiamo ai dati tecnici, come sappiamo esistono diverse qualità di petrolio estraibili che richiedono una lavorazione particolare, quindi richiedono strutture apposite, tempo e costi da sostenere. Lato raffinerie attualmente in maggior parte non adatte alla raffinazione dei petroli medi e pesanti perche' richiedono molta energia per raffinarli e quindi costi alti. Attualmente vi è una abbondante offerta di petrolio medio-pesante e una scarsa capacità di raffinazione di tali petroli mentre vi è una scarsa offerta di petroli leggeri e una esuberante capacità di raffinarli. La qualita' del paniere OPEC e' medio-pesante, mentre il Wti americano e il Brent del mare del Nord sono di qualita' alta. Inoltre per quel che riguarda le scoperte di giacimenti nel passato vi e' stato un picco tra il 1950-1970 mentre dal 1980 circa si sta vivendo al di sopra delle possibilità petrolifere del pianeta poiche' diminuisce il petrolio contenuto nei giacimenti e non è compensato da nuove scoperte. Inoltre le scorte dei paesi energivori stanno diminuendo. Inoltre India (1 miliardo di persone) e Cina (1,3 miliardi) incrementano di anno in anno il proprio consumo di materie prime tra cui il petrolio, questo perché stanno diventando forti produttori di manufatti e grossi consumatori di energia.
Oggi i prezzi del petrolio di diverse qualita' si stanno eguagliando in salita fino a quello che viene definito prezzo di "sofferenza" superato il quale scattera' un contenimento dei consumi. Per la maggior parte dei cittadini la "recessione" si avrà in dipendenza del proprio reddito che probabilmente si attestera' quando il prezzo tocchera' quota 100$ al barile. Se cala la domanda di consumi, sopratutto quella americana, si porta appresso un periodo di recessione anche per la Cina e per l'Europa. Credo che prima della diminuzione dei consumi il prezzo del petrolio salira' notevolmente in modo da dare il tempo ai settori di raffinazione ed estrazione per investire in modernizzazione degli impianti e gestire quindi un successivo abbassamento dei prezzi.


mercoledì 7 novembre 2007

La forza segreta della Moltitudine


Ci stanno nascondendo la verita' abbassando i toni e ovattando le grida di ribellione. Finche' ci terranno isolati, relegati a un destino individuale, a combattere contro tutti e contro la sorte avversa, loro potranno campare sui nostri bisogni e le nostre aspettative. Le persone non si sono ancora rese conto di far parte di una omogenea moltitudine che ha oramai gli strumenti e la maturita' per cambiare il corso degli eventi. Quello che manca, punto fondamentale per la svolta definitiva, e' la coscienza e l'identita' di comunita'. Siamo tutti nella stessa barca. Uniti rappresentiamo una forza politica, una lobby che sposta il consenso e non da ultimo un agente economico che se unito nelle sue scelte puo' condizionare i rapporti di produzione e la proprieta' degli stessi mezzi di produzione. Se vogliamo riprenderci questa vita nella mani e' necessaria una presa di coscienza. Altrimenti l'unica prospettiva possibile e' quella del "paese dei balocchi" che ci viene propinato da i nostri ammaestratori di circo fino a quando non avranno spento anche l'ultima fiammella di intelligenza umana e saremo tutti dei perfetti "ciuchini".

martedì 6 novembre 2007

Verso un mondo migliore

Una specie di artificiosa legge di darwin pervade ogni ritmo della vita cittadina. Solo se esci da quella che e' considerata una vita mediocre e ti riconosci negli stereotopi di successo costruiti dalle menti malate della societa' moderna, acquisisci l'artificioso consenso della massa e il suo incondizionato riconoscimento. La meta ultima, lo scopo finale, la realizzazione e' la carriera e il successo che ci strappa da una vita di merda. Il traffico, i ritmi impossibili, la competizione, la mancanza di spazi verdi, l'assenza delle pause d'ozio e la solitudine sono il pane quotidiano. Le citta' sono le nuove colture artificiali dei nuovi mali e malesseri dell'uomo moderno, l'uomo consumatore. La depressione, la schizofrenia e la paranoia sono le nuove malattie "patologiche" che ci invadono la psiche, mentre il cancro ci invade il corpo. Ci avete mai fatto caso alle faccie paffute e vitali dei vecchi che vivono nei piccoli paesini rispetto ai visi smorti e gli occhi vitrei dei vecchi di citta'? Le donne in citta' sono le piu' soggette a depressione, mentre i vecchi a demenza senile. E dato che si vive di piu' immaginiamo cosa potranno diventare le nostre citta' future metropoli. Ora qualcuno dice che chiaccherare, socializzare fa bene alla nostra salute emotiva, alla nostra memoria e al nostro rendimento intelletivo, ma la socializzazione non fa parte delle consuetudini della modernita'.

mercoledì 31 ottobre 2007

Il lavoro produttivo non esiste

Guardiamo le rivelazioni ISTAT sulla partecipazione al mercato del lavoro della popolazione residente in Italia per il secondo trimestre 2007. Su 58,8 milioni di persone residenti circa 23,2 milioni sono occupati, di cui 17,1 milioni sono dipendenti e 6,1 sono indipendenti. Di questi 7,9 milioni sono occupati in agricoltura, industria in senso stretto e costruzioni e quindi producono beni utili. Altri 7,9 milioni sono nel commercio, alberghi e ristoranti e quindi producono servizi che vivono delle spese dei lavoratori da produzione. Altri 1,2 milioni sono nelle comunicazioni e trasporti e offrono servizi utili che come sopra vivono delle spese dei lavoratori da produzione. Altri 4,9 milioni sono nella pubblica amministrazione e offrono servizi pubblici come l'istruzione, la sanita' e la normale amministrazione dello stato e quindi come sopra vivono delle spese dei lavoratori da produzione (sotto forma di tasse). Restano 1,2 milioni in servizi vari. Se andiamo a tirare le somme Su 7,9 milioni di "operai" ci sono circa 15,2 milioni che offrono servizi. In un mondo perfetto se bastano 7,9 milioni di "operai" per soddisfare i bisogni primari di 58,8 milioni di persone, il settore dei servizi potrebbe essere gestito con costi e impegni dal punto di vista della produttivita' sempre minori. Inoltre se meno della meta' delle persone riesce a far andare avanti l'economia di 58 milioni di persone le ipotesi sono due, o questi sfortunati sono sfruttati all'estremo oppure visti gli indici di produttivita' in Italia che sono bassi esistono ancora dei margini di inefficienza che consentirebbero di diminuire la popolazione lavorativa. Contando poi la percentuale di ruoli decisionali che vengono pagati profumatamente, ci sono ampi margini per la riduzione dell'orario lavorativo e per il recupero di ricchezza in termini di soldi diminuendo gli stipendi degli alti dirigenti. Dato poi che e' un sistema che si autoalimenta perche' per la maggior parte il lavoro e' composto di servizi, e' facile pensare come rapidamente possano scomparire se solo si decidesse di non usufruirne piu' o di autoprodurli molti servizi, se cambiasse cioe' la miusura della loro utilita' economica. In definitiva in una societa' moderna e organizzata il lavoro e' unicamente uno strumento di controllo sociale e niente piu'.

martedì 30 ottobre 2007

Alla ricerca dello stile perduto


Nel disperato tentativo di migliorare e di trovare lungo il cammino un mio stile di scrittura faccio mio un commento ricevuto da un mio caro amico. Il commento e' molto pertinente e azzeccato e rispecchia quello che in realta' sto cercando da sempre nello stile di scrittura che utilizzo per esprimere le mie opinioni. Io per natura cerco di semplificare, ti paragonare, di sintetizzare. Ma visti gli argomenti che tratto e la mia construenda competenza in tali argomenti e' difficile essere sempre chiaro. Tornando al commento fattomi (Simone lo sto che stai leggendo!) mi impegno ad essere piu' sintetico ed efficace.

giovedì 25 ottobre 2007

Legge e civilta' inversamente legate tra loro


"La Legge sono IO!"

[Dredd Judge]


Se qualcuno volesse fare uno studio scientifico sull'indicatore della civilta' di un popolo in relazione al volume della giurisprudenza e dottrina presente forse troverebbe una relazione non sempre direttamente proporzionale. Quando parliamo di civilta' parliamo anche di liberta' e alcune organizzazioni per la promozione e ricerca delle liberta' nel mondo basano le loro rilevazioni su indicatori come i diritti politici e le liberta' civili. Per diritti politici si intendono quelle prerogative che permettono agli individui di partecipare in piena liberta' al processo politico come per esempio poter votare liberamente per distinte alternative, competere per cariche pubbliche, unirsi a partiti politici, etc.. Per liberta' civili si intende la liberta' di esprimersi e di credere, il diritto di associarsi o organizzarsi, leggi e regolamenti, l'autonomia personale che non interferisca con lo Stato. Secondo me quando si parla di leggi e regolamenti come indicatori della liberta' civile bisogna stare attenti a come li si maneggia. Prendiamo l'esempio dell'Italia e quello dell'Inghilterra. In Inghilterra l'ordinamento giuridico e' fondato su leggi non scritte e sviluppatosi attraverso i precedenti delle decisioni giurisprudenziali. In questo sistema il ruolo della dottrina giuridica e' limitato e non esiste la codificazione delle leggi. In Italia vale il retaggio del diritto romano che ha portato alla codificazione delle leggi e al prolificare della dottrina che spesso influenza la giurisprudenza. In questo quadro d'insieme in Italia il Parlamento stesso diventa agente attivo nella fabbricazione continua di legge che spesso ha l'apparenza di dottrina e speculazione pura e altre volta ha l'aspetto di ottusa restrizione dei diritti dei cittadini. La legge non ha anima, non e' umana, non si pone questioni morali o di coscienza, la legge viene semplicemente applicata e nei casi peggiori utilizzata a proprio vantaggio, tutto questo perche' e' scritta e quindi e' assoluta. Io sostengo che in un paese dove il numero di leggi, regolamenti, dottrina e giurisprudenza aumentano esponenzialmente ogni anno andando a regolamentare anche i piu' piccoli e infinitesimali comportamenti umani, quel paese imbocca la strada dell'incivilta' andando verso una dittatura ottusa della parola scritta. E' facile vadere oggi come oggi personaggi a dir poco osceni che applicano la legge e le loro prerogative scritte solo per opportunita' e interesse personale, dal punto di vista formale sono inappellabili. Questa e' la dimostrazione di come la burocrazia si autogenera e prolifica e ramifica in tutta la societa', e per burocrazia non intendo solo l'attuale apparato amministrativo, intendo invece la mentalita' burocratica che piano piano incomincia a far parte di ognuno di noi e che ci trasforma in scheggie impazite che operano all'interno di un quadro normativo invasivo. Per me l'Italia e' indubbiamente un paese incivile, anche perche' faccio una piccola e banale considerazione. Se in Italia vale il detto fatta la legge trovato l'inganno questo significa che ogni legge che viene fatta serve in teoria per regolamentare un comportamento sbagliato, ma paradossalmente la legge stessa da vita ad altri e piu' sofisticati comportamenti illegali. Per cui il proloficare della legge potrebbe essere infinito e invece al contrario, non so se per questioni di interessi personali o per semplice stupidita', la legge si sta trasformando in quello che dovrebbe combattere. Non estite piu' la legge scritta che istituzionalizza per cosi' dire un comportamento usuale e consuetudinario della societa' civile, oggi esiste la legge che tenta forzosamente di imporre comportamenti "civili". Ecco perche' viviamo sotto una dittatura della legge che chiaramente ha portato nel tempo alla scomparsa della moralita' e del senso civico nella gente perche' la legge stessa ha invaso quel confine ponendosi di fronte al cittadino come valida alternativa. Ma non potra' mai essere una valida alternativa allla coscienza e al senso di moralita', potra' invece solamente contribuire a farli scopoarire del tutto.

La riscossa del movimento geriatrico

Aggiungo questo post a quello precedente per riportare un articolo segnalato dal blog di Beppe Grillo che fa delle considerazioni sui nostri anziani governanti bacchettati dal Times in occasione della legge scempio Levi-Prodi sulla riorganizzazione dell'editoria. Partendo da presupposti diversi, dato che il mio post veniva da altri presupposti, facciamo entrambe la stessa considerazione. L'articolo del Times e' spettacolare e viene ripreso da Paola Monti nel suo. Si parla dell'assalto geriatrico ai blogges italiani, si parla di una nazione di legislatori ottuagenari eletti da settantenni, i pensionati, si parla di arzilli "sessantottenni” che non sembrano capaci di adattarsi al mondo moderno, si parla di una lotta per il potere di dimensioni geriatriche in cui vince il piu' vecchio sul meno vecchio (Prodi vs Berlusconi).
Qualunque siano i presupposti le considerazioni sulla nostra situazione porta ad una nostra comune immaginazione sociologica verso le stesse, identiche considerazioni: gerontocrazia.

La rivincita degli anziani



Un tempo erano considerati un valore perche' la loro esperienza di vita li aveva portati a diventare piu' saggi col tempo. Oggi li ritroviamo un po' dappertutto al governo degli stati moderni. Cosa e' cambiato negli anziani governanti? E' cambiato che la vicinanza col potere e con i mali della societa' li ha resi di molto meno saggi. In gioventu' si e' sicuramente piu' ottimisti perche' prevale la parte istintuale, emotiva, spensierata e anche un po' ingenua dell'atteggiamento umano. Per cui possiamo trovare giovani che perseguono comportamenti e obiettivi di un certo tipo ed arrivati in eta' piu' matura fanno un passo indietro e dietrofront cambiano drasticamente atteggiamento. Oggi persone che un tempo avevano creduto negli ideali di sinistra, superata una certa eta' stanno abbracciando atteggiamenti di destra e il cambiamento e' da un estremo a un altro senza mediazione. Anche coloro che si spacciano per mediatori, nel profondo preferirebbero essere piu' estremisti. Qualcuno diceva che da giovani siamo piu' propensi alle idee di sinistra, poi crescendo con l'eta' abbracciamo senza timori idee di destra. Non e' dato di sapere se questo sia un segno di maturita' o un crescente disprezzo per il prossimo e la convivenza civile. Come puo' essere innovativo o proiettato verso il futuro uno stato governato da anziani? Un anziano ha ormai perso ogni speranza di cambiare il mondo e preferisce scendere a compromessi. Un anziano e' scettico sulla possibilita' di migliorare la situazione attuale e preferisce adeguarsi con il minor coinvolgimento possibile. Un anziano crede che i giovani siano solo un concentrato di energia mal utilizzata e sprecata, troppo idealisti e fuori dalla realta', sognatori e ingenui. Se poi quegli stessi anziani si adeguano, o peggio ancora si adagiano, su mal costumi come la corruzione, l'opportunismo e il disprezzo del prossimo, allora abbiamo il quadro di quello che ci sta accaadendo intorno da anni. Il giovane deve fare, l'anziano deve consigliare. Oggi invece l'anziano fa non facendo e il giovane subisce senza consigliare.

mercoledì 24 ottobre 2007

Come stiamo distruggendo la natura


Se pensavamo che uccidere gli animali fosse l'unica causa che li porta prima o poi all'estinzione ci sbagliavamo e peccavamo di ingenuita'. La notizia che e' uscita oggi sui giornali ci porta a considerare che ogni azione o intervento umano sulla natura porta a sconvolgimenti tali da innescare una catena di conseguenze disastrose. Il leopardo di Amur, di cui restano in natura 24 esemplari, soffre di soffio al cuore. La patologia si e' sviluppata in seguito ad accoppiamenti tra parenti stretti della razza che ha dato vita a malformazioni genetiche della specie. La specie si sta autodistruggendo da sola dopo che il meccanismo e' stato avviato, nella peggiore delle ipotesi nascera' una nuova specie generata dall'azione umana, e chissa' quante ne stanno nascendo ora che cambieranno l'ambiente in cui vive l'uomo per portarlo prima o poi all'estinzione anche lui oppure alla mutazione genetica.

Bolla immobiliare italiana

Continua l’analisi del mercato immobiliare Italiano con i nuovi dati che ci forniscono l’Osservatorio del mercato immobiliare (pubblicati dall’agenzia del territorio) e i vari centri studi delle agenzie immobiliari. A quanto risulta dai loro dati i prezzi degli immobili sono aumentati dal 2004 a oggi di un quarto anche in presenza di un mercato con vendite in calo. Anche le varie agenzie immobiliari ammettono che ci stiamo allontanando dai periodi “dinamici” degli anni passati. Aggiungo io, periodi in cui le agenzie immobiliari si sono moltiplicate sul territorio e hanno portato i prezzi degli immobili alle stelle nella disperata ricerca di sempre piu’ alti profitti nell’unico settore dell’economia dove gli italiani sono costretti prima o poi a investire. Ora le societa’ immobiliari sono costrette ad ammettere che siamo in presenza di segnali significativi di contrazione della domanda a fronte di una sempre maggiore offerta di immobili sopratutto nelle citta’. Non possono piu’ promettere vendite da capogiro ai proprietari di casa e quindi iniziano a dichiarare pubblicamente che i prezzi devono scendere, informano il mercato e in qualche modo lo orientano. Ma e’ il mercato stesso a costringerli a fare marcia indietro. Il comportamento del compratore e’ cambiato, preferisce spostarsi nell’hinterland dove puo’ trovare prezzi piu’ convenienti e dove la qualita’ della vita e’ migliore e magari le case sono nuove e “indipendenti”. E’ anche vero che insieme ai cittadini anche gli immigrati si stanno spostando in grande quantita’ verso le periferie e questo sta rendendo meno appetibile alcune zone. Chiaramente anche i prezzi in periferia si stanno alzando di conseguenza. Cosa ci ha portati a questa bolla immobiliare che ha innalzato cosi’ tanto i prezzi delle case? In primis l’accesso facile al credito alimentato sopratutto dalla certezza dell’investimento e non tanto dalle credenziali dell’investitore. Le banche hanno tenuto conto che l’asset casa era un asset in veloce rivalutazione nel tempo e hanno investito in quello piuttosto che nelle garanzie di chi chiedeva l’accensione di un mutuo. Questo perche’ in un mercato dinamico e sempre in ascesa (effetto bolla) la possibilita’ di mettere all’asta le case per non avvenuto pagamento avrebbe garantito il recupero del credito senza rischio e anzi visti i prezzi sul mercato sicuramente i prezzi alle aste alla fine si sarebbero allineati e quindi sarebbero stati sovrastimati. Questo perche’ l’asta sarebbe stata solo l’esca del “buon affare”, che poi avrebbe portato innumerevoli persone a concorrere per l’acquisto riportando quindi il prezzo a valori di mercato, e quindi drogati. Ora la contrazione di domanda rischia di abbassare i prezzi anche delle aste in fase di aggiudicazione per cui le banche stesse stanno correndo ai ripari infliltrandosi nei tribunali fallimentari e cercando di pilotare le aste in due modi: primo diffondendo le informazioni di quando si svolgeranno tutte le aste (sopratutto quelle a cui sono interessati derivanti da pignoramenti di immobili di creditori insolventi) e secondo facendo valutare gli immobili da periti compiacenti che fisseranno la base d’asta a un prezzo molto vicino a quello voluto. La seconda causa dell’aumento dei prezzi delle case e’ sicuramente l’effetto euro che ha trascinato ogni settore verso una deriva speculativa drogata, per cui chiunque avesse qualcosa da vendere l’ha rifilata al mercato al prezzo doppio. Un’altra causa dell’aumento dei prezzi, anche se in minima parte e’ stata quella della partecipazione degli immigrati nell’acquisto di case facendo aumentare la domanda, ma io credo che questo effetto sia stato minimo. Non da ultimo il fatto che la casa per un certo periodo ti tempo e’ stato visto come bene-rifugio e sopratutto come investimento e sopratutto in citta’ molti si sono impegnati con le banche per acquistare case al solo scopo di affittarle a studenti o immigrati, se visto nel lungo termine questo modo di investire e’ comunque fruttuoso perche’ levati i costi delle rate del mutuo l’asset su cui si e’ investito si rivaluta anno dopo anno per cui puo’ essere venduto con un ricavo sicuro, ma se i prezzi si abbassano? Non dobbiamo poi sottovalutare l’aspetto sociologico in tutto questo e cioe’ dobbiamo domandarci chi deve comprare casa oggi? Chi la vuole comprare solo per farne un investimento si deve scontrare con un tasso di interesse alto che incide sulle rate del mutuo, con le tasse da seconda casa (sempre che la intesti a lui medesimo) e col prezzo delle case che prima o poi diminuira’. Dall’altra parte c’e’ chi ha veramente bisogno di un tetto sopra la testa e questi di solito sono i novelli sposini e gli immigrati e poi a seguire vengono quelli che cambiano casa. Queste categorie oggi stanno in attesa, magari rimandano il matrimonio, magari rimangono single a casa dei genitori finche’ possono, oppure meglio cercano casa in periferia. C’e’ un atteggiamento attendista in attesa della discesa dei prezzi. Se nei primi sei mesi i prezzi delle case sono sempre stati in salita fino ad arrivare a +6,6% rispetto all’anno precedente, le compravendite nel settore residenziale sono scese del 3,4%. A Milano e Napoli le compravendite sono diminuite del 13-14%. Chi vuole vendere oggi deve abbassare i prezzi o aspettare tempi lunghissimi. Anche se ho la netta impressione che questa bolla immobiliare sia ancora lontana da esplordere perche’ ci sono troppi fattori evidenti e nascosti che la stanno sostenendo (prime fra tutti le banche) ho speranza che l’iniziativa delle cooperative immobiliari e le iniziative per l’edilizia popolare che il governo ha intenzione di attuare potranno condizionare pesantemente l’orientamento del mercato. Se introduciamo poi nel contesto dell’analisi la situazione occupazionale e i livelli salariali, e dall’altro lato l’inflazione che sta crescendo senza sosta il “sentiment” che si respira nell’aria e’ quello di una austerity indotta. Forse c’e’ un ritorno alla cultura del risparmio di cui si prende coscienza non appena si incomincia ad affrontare il mondo del lavoro con le sue condizioni di precarieta’ e incertezza, i costi dell’inflazione e la mancanza di una visione positiva del futuro.
In conclusione prevedo che i prezzi si abbasseranno, sul quando non so dare una risposta precisa ma non mi aspetto un 2008 favoloso anche per cause esogene al nostro piccolo microsistema italiano (vedi l’America e la Cina e le varie guerre attuali e possibili) e questa sara’ una condizione pesante da mettere sulla bilancia.

Le Banche, gli Immobili e i mutui



Oramai l'abbiamo capito benissimo chi sta contribuendo a drogare il mercato immobiliare. Oltre alle spudorate e parassitarie agenzie immobiliari circondate dai mediatori creditizi o finanziarie che dir si voglia in prima linea ci sono le banche. La loro azione e' votata sopratutto alla salvaguardia dell'asset, cioe' al mantenimento del suo valore nel tempo, e questo asset e' l'immobile. La Banca e' il posto dove le persone chiedono in prestito i soldi per comprarsi la casa accendendo dei mutui. Quindi nell'immediato la banca guadagna di interessi e commissioni una buona percentuale non facendo altro che prestare soldi non suoi ma dei cittadini ad altri cittadini, un intermediario appunto. Ma il suo lavoro non finisce qui perche' l'unica garanzia che ha, oltre allo stipendio del malcapitato, e' l'immobile che rappresenta un valore, un asset. Quindi l'importante e' cercare di non far svalutare quell'asset sul mercato perche' in caso di insolvenza del mutuatario la banca puo' sempre rifarsi ipotecando l'immobile e recuperando il credito. Ma se l'immobile si svaluta? Per impedire che ci sia un ribasso dei prezzi agli immobili le banche si stanno insinuando all'interno dei tribunali delle aste fallimentari. Oltre ad essersi insinuati tramite i mediatori creditizi nelle agenzie immobiliari portando al rialzo il costo degli appartamenti, con la loro opera che definiscono di "trasparenza sul mercato e di informazione" rendono pubbliche le aste immobiliari ai cittadini e partecipano alle perizie per decidere la base d'asta. In questo modo evitano che parecchie aste vadano deserte, con conseguente abbassamento della base d'asta per la successiva seduta, o che gli immobili vengano svenduti sul mercato. In questo modo sono sicuri di poter recuperare i loro soldi. La conseguenza pero' per il mercato e' un aumento delle insolvenze sul pagamento delle rate dei mutui, una diminuzione delle compravendite tra privati di immobili, e una galoppante restrizione del credito dovuta all'aumento dei tassi di interessi e delle sempre minori garanzie che i pretendenti mutuatari offrono. E' facile prestare soldi per chi acquista casa perche' tanto il prezzo dell'immobile e' garanzia di recupero del credito, e quindi non stupisce che le societa' che distribuiscono prestiti stanno iniziando a prolificare investendo in un mercato dove i ritorni in termini di interessi sul capitale sono alti e in caso di insolvenza il recupero del patrimonio e' garantito. Non stupisce quindi che vengano anche concessi mutui che coprono il 100% del costo dell'investimento, ma la curva della domanda sta cambiando andamento e si sta registrando una leggera stretta a fronte di un'offerta straripante.
Questa bolla immobiliare che ha fatto salire cosi' tanto i prezzi delle case forse sta per scoppiare, ma questo vorrebbe dire grosse perdite di profitti per chi ci sta speculando da anni sopra non so se lo permetteranno. D'altronde il campo dove si investe la maggior parte dei soldi dei risparmiatori e' proprio quello delle case, per cui troppi parassiti nel corso del tempo si sono avventati su questo mercato per succhiarne il piu' possibile aumentando di conseguenza i prezzi oltre ogni limite razionale.