Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

lunedì 13 luglio 2009

Diario Politico Italiano: nuova era pagina 1

Forse inizia a spirare aria di cambiamento in casa nostra. Mentre i vari partiti e le piccole lobby di interesse continuavano a tessere le loro trame e ad ingannare la gente con false promesse e show cabarettistici qualcosa andava piano piano radicandosi nelle forze giovani e riformiste del vecchio popolo italiano. Mentre il paese invecchiava velocemente e l'occhio interessato dei partiti andava a puntare sulla forza geriatrica elettorale e sulla loro lobotomizzazione, qualcun'altro puntava sui giovani, sulle idee e su un sogno di un mondo migliore. Che soddisfazione sarebbe schiacciarli come scarafaggi e levargli tutti i loro privilegi e le loro ricchezze che sono le nostre. E cosi' di punto in bianco arriva la notizia della candidatura di Beppe Grillo alle primarie del PD. Notizia esplosiva e carica di significati. Fin'ora nessuno aveva mai usato disturbare la sacra liturgia autoreferenziale dei partitoni scampati alla strage di mani pulite. A parte l'indiscusso consenso che Beppe ha tra i giovani e tra chi ancora ha la capacita' di pensare con la propria capoccia e prende le informazioni da Internet pittosto che da Porta a Porta, io spero che si sia consultato con il suo team di lavoro. Credo che riuscira' a superare tutte le barriere burocratiche e che potra' scardinare e radere al suolo quell'accozzaglia di decrepiti con tutti i loro interessi. Io tifo per lui.

giovedì 7 maggio 2009

Diario politico italiano: pagina finale

Chiude qui la cronaca dei fatti politici ed economici del nostro paese. La chiusura e' voluta sia per la sua valenza metaforica sia perche' la dura realta' dei fatti mi porta a concludere che oramai in Italia la politica e' finita. La politica lascia definitivamente il posto al conclamato nepotismo con il plauso della massa adorante, felice di essere serva e compiacente, felice di pagare i privilegi di altri, felice di poter approfittare nel suo piccolo delle malefatte di ogni giorno. Posso anche concedermi il lusso di parlare di colui che sta uccidendo la politica facendo nomi e cognomi sicuro, o quasi, di non peccare di mania persecutoria anche perche' su ogni giornale e televisione non si parle che di lui a indicare che tutto il resto e' niente. Come diceva il marchese del grillo "perche' io so io, e voi non siete un cazzo", e allora parliamo di questo marchese del grillo. Oggi quello che rimane della politica gira intorno alle squallide storielle, alle battute di cattivo gusto, alle sfrontatezze, ai deliri di onnipotenza di una singola persona: Silvio Berlusconi. Un uomo piccolo, in tutti i sensi, come piccoli, gretti, ignoranti e totalmente passivi sono gli italiani stessi, oramai ridotti a massa informe priva di un'opinione e liberati finalmente da ogni costrizione morale ed etica: allo sbando completo. Un uomo che deve essere anche profondamente solo, che non riesce piu' a parlare con la moglie se non tramite giornali e che deve farsi consolare da una minorenne che chiama appositamente con il consenso del padre. Una contraddizione vivente di un uomo profondamente solo e alienato che compensa con un atteggiamento quasi ossessivo compulsivo immergendosi nelle folle di gente per sentire i loro apprezzamenti alla ricerca disperata del riconoscimento della sua autorita' e leadership, dall'altra parte un popolino informe e senza personalita' prono e che pende dalle sue labbra: deve anche avere una bassissima considerazione di questi miserevoli esseri senza personalita' e senza spirito critico ma solo automi festanti e adoranti. Uccidigli la madre, prendili in giro, nutrili di beni di consumo ma non toccargli il portafoglio se no sono guai. Ecco cosa sono gli italiani, e il bello e' che il portafoglio non gli viene toccato, almeno questo e' quello che credono loro. Quando vedranno che il debito pubblico salira' alle stelle e l'intera nostra economia sara' in uno stato comatoso prossimo alla bancarotta allora qualcuno tocchera' le loro tasche. Tutta questa massa di roncoglioniti non riescono a vedere cosa gli viene sottratto, perche' quello che lo stato paga per gli stipendi, le raccomandazioni, le regalie, i posti inventati nella pubblica amministrazione e nello stato, li paga pantalone e non il cittadino direttamente: ma chi e' pantalone?. Governati come plebe sotto un re giullaresco, greve, volgare e impertinente e circondato da lacche' e leccapiedi accondiscendenti per opportunita' e interesse e da una fila interminabile di mendicanti che chiedono la questua, un favore, uno sguardo verso la loro condizione miserevole. Un popolo di "piagnoni" che mendicano favori e si lamentano sempre, il cui obiettivo ultimo e' la raccomandazione: e' un fatto di moda, e il conformismo e' un valore saldo e intramontabile. Da oggi i cattivi sono le persone per bene, gli onesti, gli studenti che usano la loro giovinezza per formarsi e studiare, nessun futuro li aspetta ma una semplice vita da signor nessuno sballottati qua e la nel mare della precarieta'. Oggi bisogna diventare calciatori o al piu' politici, veline o al piu' politici, comici o al piu' politici. La politica e' vista come una branca dello spettacolo, la possibilita' di avere una evidenza pubblica e quindi successo, televisione, pubblico, applausi in definitiva essere famosi. Al diavolo le responsabilita', le idee, la prospettiva di un futuro migliore, il bene comune cose troppo grandi ed effimere, intangibili e incomprensibili. Oggi l'Italia e' una nazione di vecchi privi di saggezza e di una coscienza perche' preoccupati di sopravvivere con una pensione ridicola, bombardati dalla pubblicita', raggirati da banche e commercianti e abbandonati dai propri cari. In quanto ai giovani, vivono in un mondo a parte fatto di vestiti alla moda, di calcio, di discoteche di veline e di tronisti e di sogni di carriera nel mondo dello spettacolo. Rimangono i falsi giovani, la generazione dei 30-40 enni che si ritrovano la scomoda responsabilita' di fare i moralisti, di parlare come un tempo parlavano i loro nonni o i loro genitori e che non avevano mai approvato i loro punti di vista perche' troppo conservatori. Un Italia senza stimoli, che non cambia anzi e' avversa al cambiamento, un'Italia delle vie facili e veloci della raccomandazione e dei concorsi truccati, delle piccole ruberie e malefatte per il proprio tornaconto, un'Italia che ha gia' perso la gare per il futuro incancrenita nei suoi peggiori vizi oramai invasa dalla metastasi. Ecco perche' chiudo questa sequenza di posts, non ha piu' senso parlare del nulla, recensire questo squallido teatrino da corte dei miracoli. Sono schifato di tutto questo squallore e di essere soffocato da questa massa di coscienze spente, non c'e' piu' niente che puo' scuoterli tranne la rabbia cieca.

giovedì 23 aprile 2009

Diario politico italiano : pagna 43

La crisi e' finita!
L'annuncio della Confindustria rompe il cupo silenzio della fosca sistuazione economica mondiale e quindi anche italiana. La previsione di schiarita all'orizzonte e' un azzardato volo pindarico ancora meno generico di una previsione astrologica. Con molta probabilita' le concessioni dei sindacati con la firma del nuovo accordo sulla contrattazione di secondo livello e l'innondazione di concessioni per le domande di cassa integrazione e mobilita' hanno dato il loro effetto. Ora si passa alla campagna propagandistica per orientare la percezione della gente, per ricoprire tutto di una patina di tranquillita'. Fuori la tempesta si sta preparando. La maggior parte delle grandi banche americane sono virtualmente insolventi, le banche giapponesi stanno valutando di richiedere aiuti allo stato, la banca centrale Europea sta pensando di abbassare ancora i tassi di riferimento e l'Euribor minaccia ancora di risollevare il capo. Le borse non hanno ancora finito di spennare i polli che con incoscienza stanno provando a trarre profitto dalla situazione disastrata della maggior parte delle societa' quotate, nella disperata ricerca di recuperare tutto il profitti fittizi creati nel tempo. Intanto aumentano i disoccupati in tutto il mondo, in Francia il clima e' sempre piu' teso e le rivolte violente dei lavoratori contro i manager delle aziende in cui lavorano si fanno sempre piu' numerosi. La cassa integrazione aumenta con percentuali da capogiro e gli ultimi rapporti dell'ISTAT stimano che circa il 4% della popolazione italiana (due milioni e mezzo di persone) sono in uno stato di poverta' assoluta. Superfluo poi parlare di debito e deficit perche' stanno aumentando ovunque alla velocita' della luce. L'FMI dice che in Italia il PIL si ridurra' di 4 punti percentuali quest'anno e di -0,4 nel 2010 ma sopratutto il deficit di quest'anno salirà a livelli molto superiori rispetto a quelli richiesti dal trattato di Maastrich (5,4%) per poi salire ancora al 5,9% l'anno prossimo. Importanti anche le ricadute sul debito pubblico che, in rapporto al Pil, cresce dal 105,8% del 2008 al 115,3% per poi salire ancora al 121,1% nel 2010 e al 129,4% nel 2014. Notizie nere anche per il lavoro con un forte aumento del tasso di disoccupazione che dal 6,8% della forza lavoro del 2008 salirà quest'anno all'8,9% per passare al 10,5% nel 2010.
Un intero pianeta che invece di lasciare che la bolla si sgonfi, che falliscano chi deve fallire sta continuando a gonfiare. Intanto l'FMI ha stimato che esiste una cifra pari a 4000 miliardi di dollari di svalutazioni di asset globali, cioe' di valore fittizio creato e non reale. Il mondo si sta facendo sempre piu' piccolo e angusto e solo i piu' forti potranno ancora viverci. La Cina si e' accorta che la sua stabilita' economica e sociale e' in pericolo visto che l'eta' media si sta alzando e ora ci sono piu' anziani rispetto alla popolazione di lavoratori e per garantire risorse alimentari in tempo di crisi inviera' 1 milione di contadini cinesi in vari paesi dell'africa a coltivare la terra per rifornire la patria di sufficienti scorte alimentari. Anche altri paesi hanno investito acquistando nel 2008 terreni all'estero. Tutti si muovono verso il "prodotto autarchico" alla ricerca di una virtuale indipendenza di mezzi e risorse, si prepara un mondo di barriere economiche e di battaglie economiche se non vere e proprie guerre. E' una questione di sopravvivenza. L'indipendenza contro la dipendenza, l'autarchia contro la globalizzazione. C'e' chi si prepara investendo in economia reale e chi invece crea denaro e gonfia i debiti per sostenere ancora tutto il sistema farlocco: chi ha piu' probabilita' di sopravvivere?
Riferimenti:

venerdì 6 marzo 2009

Considerazioni sulla crisi economica del 2009

A mio parere e' tempo di fare qualche considerazione sul modello capitalistico che fino ad oggi ha caratterizzato le economie occidentali e le imitazioni di queste come e' successo in Cina e India. Se guardiamo a quello che e' successo possiamo innanzitutto fare una considerazione iniziale, e cioe' che il fenomeno della globalizzazione era inevitabile. Le economie capitalistiche con i loro ritmi produttivi e le loro bolle speculative non hanno altra ambizione che quella di cercare incessantemente nuovi mercati dove piazzare i loro prodotti. Questo fenomeno potrebbe anche farci riflettere sulla necessita' o meno di tutto questo livello di produzione e sulla sua effettiva utilita'. Sia per gli effetti devastanti che ha sull'ambiente sia perche' fin'ora non ha risolto il problema della poverta' e del sottosviluppo mondiale. Energie malamente incanalate e sovrastruttate. Tutto questo perche' la ragione ultima di tutto questo movimento e' il profitto, il denaro, non un bene materiale ma la possibilita' di migliori condizioni di vita, la promessa di accedere a beni e servizi, perche' il denaro e' una promessa e la sovrastima di questa promessa crea un dislivello tra quello che e' il valore intrinseco di beni e servizi e il loro valore in moneta. La globalizzazione ha dato un naturale sfogo a tutte le bolle che fisiologicamente si creano nelle economie nazionali capitalistiche. Cosi' e' per il costo delle case, dei beni di lusso, per i beni tecnologici e cosi' via. E non e' neanche tanto vero che la globalizzazione come dicono alcuni sarebbe stata indolore se gestita nei tempi, perche' l'economia di mercato e del profitto non puo' essere gestita si autoalimenta ed e' sempre in cerca di nuovi territori di espansione, sarebbe stato cosi' anche se avessimo avuto la possibilita' di tornare indietro nel tempo. Tutto questo lascia il tempo ad alcune considerazioni da fare che investono il settore economico e quello sociale. Oramai ogni sistema nazionale si regge sull'economia e in ultima analisi sul lavoro. L'organizzazione sociale e l'intero meccanismo statale si basa sul lavoro e sopratutto sulla disponibilita' di lavoro e la bassa disoccupazione. L'elemento uomo e' un semplice meccanismo nel complesso di un sistema che che una volta attivato in teoria funziona da solo, ma e' un meccanismo delicato e a volte ci si domanda come possa funzionare con tutte le inefficienze che presenta. Non esistono cure per i malanni del sistema e dato che ogni individuo che lo compone dipende in modo assoluto dal suo funzionamento in tutto e per tutto, le malattie sono eventi devastanti. La liberta' e la creativita' dell'essere umano oramai sono stati asserviti al sistema creando una dipendenza parassitaria, l'individuo senza il sistema non sopravvive e viceversa. Inevitabile e' anche il fatto che un sistema come questo sia centralizzato, ogni meccanismo complesso il cui funzionamento generale sfugge alle logiche elementari e' sempre governato da un organo centrale. Ecco perche' i governi delle economie capitalistiche hanno tutti un governo centrale, istituzioni centrali al di sopra dei cittadini comuni. Tutto questo enorme leviatano e' diventato sempre piu' complicato, sempre piu' ramificato e quindi sempre piu' vulnerabile e malaticcio. Quando qualcosa non va l'individuo privato dell'invisibile mano assistenziale del sistema e' perduto e pretende che tutto torni come prima. Il grosso legame tra individuo e societa' civile e' il lavoro. Il patto di convivenza in comunita' e' garantito solo dal lavoro e oggi il lavoro e' spersonalizzato, con l'unico obiettivo del profitto e molto spesso senza scopo. Una societa' capitalistica non investe sull'individuo e sulle sue capacita' ma sul profitto che va ai pochi ricchi che si nascondono dietro l'impersonalita' delle istituzioni e dei governi e di tutti quei soggetti economici che governano la vita di tutti i giorni. Questa crisi finanziario economica ha messo in luce chiaramente l'inutilita' del modello, la sovraproduzione, la sopravvalutazione dei beni e dell'economia reale, la speculazione spinta, tutta l'effimerita' di questa struttura economica ingovernalbile. Ora siamo invasi da un'ondata di liquidita', moneta priva di valore che va svalutandosi giorno dopo giorno mentre scompaiono le fondamenta dell'economia reale con l'innalzamento dei tassi di disoccupazione. Stiamo andando a sbriciolare anche il significato del vivere in societa', della convivenza civile, viene da domandarsi se convenga ancora economicamente parlando vivere in comunita' all'interno del sistema sobbarcandosi dei costi di questa impalcatura istituzionalizzata capace solo di creare costi, inflazione e sperperi che vengono sistematicamente ribaltati sulla societa' civile. Credo che presto, questione economica a parte, le fondamenta del quieto vivere civile verranno intaccate. Questo e' il tempo di nuovi conflitti sociali, di tempi troppo lunghi per riflettere sullo scopo della nostra vita. Per troppo tempo abbiamo vissuto il sonno della ragione affidandoci alla mamma sistema. Bisogna ripartire dall'individuo e dalle sue potenzialita', dalla tecnologia e dalle scoperte scientifiche, insomma dall'attivita' della ragione. La ragione contro i sensi, e' una battaglia di civilta' e di progresso. Il timore e' che si finisca nella spirale del declino con una nuova ondata di estremismo di destra e nuovi regimi dittatoriali che altro non sono che l'altra faccia della medaglia di questa civilta' capitalistica e liberista.

martedì 24 febbraio 2009

Uno sguardo agli sviluppi futuri

Si sta delineando in rapide tappe un quadro politico economico molto importante. Innanzitutto il virus della crisi finanziaria ha invaso definitivamente l'economia reale e il mercato e' alla disperata ricerca di nuovi settori di business, nella mia piccola previsione prevedo tempi duri per l'universo di Internet e per le tecnologie ecologiche. Fin'ora le gigantesche possibilita' di drenare denaro da questi due settori e' passato inosservato, presto o tardi nuove regolamentazioni di questi mercati ancora in fieri metteranno il freno alla liberta' di cui godono questi settori. Ma la crisi finaziaria sta avendo i suoi effetti devastanti sull'economia mondiale. I tassi di disoccupazione stanno aumentando in tutti i paesi e le borse mondiali stanno vivendo una volatilita' di tutti i listini a dir poco eccezionale. La conseguente stretta creditizia nei mercati interni del mondo sta bloccando le iniziative produttive, molte aziende chiudono e si abbassano i prezzi delle materie prime e i volumi delle esportazioni. La conseguenza immediata e' un innalzamento della poverta' in tutto il mondo e l'aumento della sperequazione tra ricchi e poveri si fa sempre piu' ampia. I problemi migratori che stiamo vivendo in questo periodo sono poca cosa rispetto a quelle che saranno le conseguenze dell'immediato futuro. L'ONU ha lanciato l'allarme profughi Africa, l'ente ha calcolato che solo all'interno della somalia ci sono 1,3 milioni di sfollati e il fenomeno migratorio puo' rappresentare una vera e propria catastrofe umanitaria. Si intensificano anche i piccoli conflitti internazionali corroborati da una situazione di poverta' e vessazione che imperversa in tutti i paesi in via di sviluppo bloccati da quesa crisi finanziaria dell'occidente. Inoltre gli stessi paesi occidentali subiranno un processo migratorio che portera' la gente dalle campagne e dalle zone industriali periferiche verso le citta' a causa della perdita del lavoro. Le citta' saranno sempre piu' vessate da fenomeni di criminalita'. Il clima che si respirera' sara' quello di protesta e ci saranno possibilita' di scontri tra la popolazione civile. Di pari passo l'inflazione aumentera' e saranno inutli i tentativi delle banche centrali di abbassare i tassi di interesse, prova provata e' il fatto che sia in USA che in Europa si sta pensando di intervenire nel capitale delle banche con i soldi pubblici in un tentativo di riesumazione di nazionalizzazione di stampo comunista dirigista. Ecco perche' sta circolando la paura di una possibile chiusura dei mercati globalizzati e di protezionismo, aleggia su tutto il mercato un vento rosso di stampo comunista dirigista dove l'autorita' in questo caso e' rappresentata sia a livello nazionale che a livello internazionale. Con molta probabilita' sara' il periodo in cui gli stati occidentali si indebiteranno fino al collo per ripianare l'onda distruttiva del mercato finanziario e verranno introdotte misure di assistenza e di ammortazzatori sociali. Tutto questo andra' a scapito dei soliti paesi in via di sviluppo che pagheranno i costi di questa manovra mondiale. Ecco perche' questa tensione mondiale che si verra' a creare potrebbe essere il terreno fertile per una prossima guerra o per un intensificarsi e un moltiplicarsi dei conflitti mondiali. Restiamo sintonizzati per vedere come la situazione evolvera'.
Riferimenti:

martedì 27 gennaio 2009

Diario politico italiano: pagina 42

Oramai e' chiara la situazione italiana, ci stiamo avvicinando a grandi passi verso il periodo di stagnazione che ha devastato il Giappone e che ci portera' a differenza del Giappone vicini al default come e' successo in Argentina.
Al momento e' evidente che stiamo in recessione, aumentano i fallimenti si sussegono gli annunci di tagli di personale, si incrementano gli indici di disoccupazione, aumentano le domande di ammortizzatori sociali, chiudono le imprese. A un passo c'e' la fase di depressione.
l’Economist arriva a definire una depressione come una riduzione dell’attività economica pari almeno al 10% del PIL e di durata non inferiore a tre anni. Le stime dell'FMI non parlano ancora di queste cifre perche' si attestano intorno a una riduzione del 3% del PIL ma sono solo previsioni, la realta' potrebbe andare oltre ogni aspettativa. Quella degli anni 1929-1933, in America, fu senza dubbio una Grande Depressione, dato che durò ben 43 mesi con un crollo del PIL del 30% circa. All'aumento della disoccupazione e dei fallimenti ci sara' una riduzione delle imposte che si accompagna al calo dell’attività economica e l’aumento della spesa per sussidi di disoccupazione offrira' il minimo sostegno ai redditi. Dall'altro lato c'e' la banche centrale che tenta di perseguire politiche anticicliche, riversando liquidità nel sistema economico ogni qualvolta lo ritenga opportuno e nella misura desiderata. Infine, si è capito quanto sia essenziale sostenere il sistema creditizio, impedendo i fallimenti a catena di istituti bancari, che negli anni ’30 misero in ginocchio l’economia americana, ma il risultato e' parziale perche' non si riesce in ogni caso a sbloccare il credito.
Nel corso degli anni novanta, stagnazione economica e politiche di bilancio espansive hanno prodotto una forte crescita del debito pubblico giapponese che, nell'estate 2002, ha raggiunto il livello record di 670mila miliardi di yen pari al 134% del prodotto interno lordo. L'entità del debito accumulato è tale da creare serie preoccupazioni in merito alla sostenibilità del debito stesso, alle modalità di finanziamento e agli elevati costi economici e sociali di politiche che ne consentano la riduzione. In particolare, molti economisti sottolineano come il rapido invecchiamento della popolazione giapponese renda ancora più complessa la gestione del debito, rischiando di provocare tensioni e conflitti intergenerazionali. Comparando il caso del Giappone con quello del nostro paese, la relazione proposta intende analizzare e discutere alcune tesi riguardanti gli effetti e la sostenibilità del debito pubblico. A tal fine si esaminano le cause, la dinamica e le caratteristiche del debito giapponese che, a giudizio del relatore, in realtà non rappresenta il problema principale dell'economia giapponese. Avvalendosi dell'ampia e aggiornata documentazione statistica disponibile, la relazione analizza anche gli effetti della deflazione sul valore reale del debito pubblico, sottolineando come la diminuzione dei prezzi contribuisca ad aggravare il problema. Infine, sulla base di una lettura critica delle numerose pubblicazioni in lingua giapponese sull'argomento, si discuteranno le politiche di rientro proposte negli ultimi anni, sottolineandone le possibili conseguenze ed eventuali incongruenze.
Lo spettacolare peggioramento dell’economia giapponese negli anni 90 è paradossalmente derivato anche dal successo che essa aveva conseguito nelle ristrutturazioni effettuate negli anni 80. Grazie alla compartecipazione dei lavoratori e dei sindacati, le grandi imprese hanno accresciuto la loro capacità competitiva sul mercato mondiale attraverso l’introduzione di tecnologie informatiche e di un’automazione sempre più sofisticata da una parte e l’uso di numero sempre maggiore di lavoratori irregolari, a part time e di ogni genere possibile di lavoro segmentato ai costi più bassi dall’altra. I salari reali (in termini di potere d’acquisto) sono così rimasti invariati a partire dalla metà degli anni 70 in poi. Dall'altro lato il capitale delle grandi imprese giapponesi accumulato come denaro prese a venire riversato nelle attività speculative del mercato degli immobili e nella borsa di Tokyo. Anche le banche giapponesi e le altre istituzioni finanziarie spostarono, direttamente o indirettamente, le loro capacità di concedere crediti in maniera flessibile verso la speculazione sui mercati immobiliare e azionario. Così, a partire dal 1986 fino alla fine degli anni 80 si assistette allo sviluppo di una enorme bolla sia nel settore immobiliare giapponese sia nel mercato finanziario, bolla collassata proprio all’inizio degli anni 90. Poiché verso la fine degli anni 80 la prosperità economica del Giappone si trovava a dipendere dalla continua crescita della bolla speculativa che forniva la base dell’espansione della domanda di beni di consumo e di investimento, l’esplosione della bolla stessa ha provocato un calo della domanda effettiva attraverso la dissoluzione dei valori dei patrimoni azionari, obbligazionari e fondiari. Per stimolare la domanda interna e alleviare le difficoltà del sistema bancario, la Banca del Giappone ha via via ridotto il tasso di interesse ufficiale dal 6% nel 1990 all’1,75 nel 1993, continuando ad abbassarlo ulteriormente fino al minimo storico dello 0,5% nel settembre del 1995, superato poi dallo 0,1% del settembre 2001. Ma le banche non sono riuscite ad usare le facilitazioni di credito offerte della Banca del Giappone per espandere le capacità di prestito dato che il valore del loro capitale continuava a diminuire. Dato che negli anni precedenti i clienti più importanti delle banche giapponesi erano diventate le medie e piccole imprese, le agenzie immobiliari e le imprese di costruzioni, le continue difficoltà delle banche e la conseguente restrizione del credito hanno trasmesso una forte tendenza depressiva a tutte queste attivitá, tanto che il numero dei fallimenti annuali delle imprese è rimasto sempre elevato. Essendo più dei due terzi dei lavoratori giapponesi occupati nelle piccole e medie imprese, le tendenze depressive con l’alto numero di fallimenti sono diventate la causa principale dell’aggravamento delle condizioni del mercato del lavoro, caratterizzato da una disoccupazione costantemente in crescita.
Sembra quasi evidente quale sara' il nostro percorso economico. Al momento su tutto il mercato italiano l'unico investimento sicuro e' quello nel campo degli immobili ma presto questo unico cardine su cui si regge l'intera domanda interna crollera', e crollera' quando gli ultimi italiani con ancora dei risparmi consistenti spenderanno questi soldi per metterli nel rifugio immobiliare. Passato quel momento i prezzi delle case inizieranno a calare e a seguito di questo il resto dell'economia e della domanda interna iniziera' ad accartocciarsi su se stessa portandosi dietro l'intero comparto industriale italiano. Il nostro debito incomincera' a schizzare alle stelle e la banca centrale europea dovra' invertire la rotta rialzando i tassi di interesse per il sopraggiungere di una gigantesca onda inflattiva che ci portera' dritti dritti in un periodo di depressione.
Riferimenti:

venerdì 9 gennaio 2009

Sguardo alla situazione mondiale per il 2009

Da quel poco che posso vedere la situazione non e' affatto incoraggiante. Avevo lasciato il 2008 con delle previsioni ma non pensavo che si sarebbero avverate cosi' presto. In ogni caso e' solo la punta dell'iceberg. Il fantastico 2009 si apre con una guerra, una vera guerra in medio oriente nella striscia di Gaza. In un mondo in cui le condizioni di vita vanno sempre piu' peggiorando e impoverito per di piu' dalla catastrofe finanziaria che ancora infetta i mercati occidentali e' inevitabile che si acuiscano sempre le differenze tra ricchi e poveri del mondo e diventano il problema centrale da cui nascono i conflitti armati. Quindi aspettiamoci altri conflitti. Del tutto naturale anche la diatriba per i condotti del gas che riforniscono dalla Russia tutta l'Europa nata tra Russia e Ucraina. Finito il potere del denaro si iniza a lottare per il possesso delle risorse materiali, in prima fila le materie prime. In un mondo le cui esigenze di consumo energetico aumentano di anno in anno non basta la richiesta di ridurre i consumi del 20% per il 2020 perche' questo obiettivo non verra' mai raggiunto, c'e' invece la necessita' di ridurre la domanda, magari soffocando le richieste con le armi. Ma cosa mi fa pensare che la situazione sta peggiorando un po' dappertutto? Riassumo di seguito i miei indicatori:

1) Aumenta la disoccupazione in Europa, Islanda, Cina e USA il che fa crescere la poverta' in tutto il mondo e il malcontento. L'ultimo rapporto OCSE (13 Gennaio 2009) parla di un tasso di disoccupazione europeo salito a novembre del 2008 al 6,5%. In italia la cassa integragione e' da record raggiungendo un aumento del 110%.

2) Aumenta la sfiducia negli stati dimostrata dalla quasi scomparsa degli investitori istituzionali dal mercato dei titoli di stato. Le aste di titoli italiani sono andate quasi deserte tanto e' vero che una e' stata anche annullata e anche l'asta di Gennaio dei bund tedeschi, considerati i titoli piu' sicuri e facilmente scambiabili, e' andata deserta. Diminuiscono quindi le possibilita' di andare a credito degli stati che con quei soldi avrebbero ripagato le ingenti perdite degli istituti bancari che stanno nell'occhio del ciclone finanziario. L'ultima asta di titoli di stato Italiano ha registrato un rendimento a dir poco ridicolo pari all'1,84%, e le aste trovano solo gli stessi italiani come acquirenti.

3) Aumenta il debito pubblico degli stati, tralasciando la situazione americana in cui oramai siamo arrivati a valori del tutto irrazionali che hanno ridotto il valore del dollaro a carta igienica, anche in europa e sopratutto in Italia il deficit schizza alle stelle. In Italia si toccano le vette record di un debito salito a 1670 miliardi di euro toccando il massimo di sempre e superando il precedente picco avuto in Agosto di 1666 miliardi: la Banca d'Italia e' preoccupata.

4) In Kosovo la situazione rimane critica, in Zimbawe 1700 morti di colera e 2600 contagi, in Congo si e' scatenata l'ebola e in Somalia si riaccendono gli scontri con gli insorti islamici, mentre in Sri Lanka si infuoca la guerra tra truppe tamil e governo locale.

5) La Russia blocca l'invio di forniture di gas a tutta europa tramite i condotti che passano per l'Ucraina perche' accusa quest'ultima di rubare il gas, mentre l'Ucraina protesta per mancati pagamenti da parte di Gazprom. E cosi' la dipendenza cronica dell'occidente industrializzato dalle materie prime entra in crisi perche' i rubinetti del gas vengono chiusi. L'Italia dipende per il gas dalla Russia e dall'Algeria e in piccola parte dalla Libia e il gas copre il 38% del fabbisogno energetico complessivo annuale. Per quanto riguarda lo specifico della produzione elettrica in Italia il metano rappresenta il 60% delle fonti utilizzate perche' la maggiorparte delle centrali termoelettriche di Terna sono alimentate a gas.

6) Le aziende italiane iniziano a limitare le assunzioni, a tagliare i costi, a diminuire l'attenzione sulla motivazione del personale tagliando gli incentivi e diminuisce anche la comunicazione interna. In alcuni casi si arriva anche ad adottare una politica di riduzione dei salari.
7) La guerra nella striscia di Gaza sta facendo salire il numero delle vittime civili palestinesi a quasi 1000 e non da segni di finire. Le truppe di terra israeliane con i carri armati stanno mettendo sotto assedio le principali citta' nella striscia e presto avranno il controllo dell'intero territorio, a Gaza city sono gia' entrati. Questo conflitto e' il preludio ad altri conflitti che si riaccederanno o nasceranno da zero in tutto il mondo.
8) I conflitti in Afganistan e in Iraq non danno segno di voler terminare e anzi al contrario se possibile sta aumentando la loro virulenza e presto a tardi prenderanno il sopravvento e riporteranno la situazione e come era prima della guerra e anzi peggio di prima. Da rilevare che sono stati aumentati gli stanziamenti per le missioni militari italiane all'estero con 242,4 milioni di euro per l'Afganistan (Prodi ne stanzio' 168,8), 115,4 milioni peri Balcani (Prodi ne stanzio' 92,5) e 192,1 milioni (Prodi ne stanzio' 186) per il Libano: tutti soldi che vanno a incidere sul debito pubblico italiano.
9) In Italia aumentano gli incidenti sul lavoro, gli incidenti stradali che vedono coinvolti sempre piu' giovani, indice di una vita fatta di eccessi e priva di prospettive concrete. Da studi fatti e' stato dimostrato che la maggior parte dei giovani vede con profonda incertezza il proprio futuro lavorativo e sogna il posto fisso mentre le famiglie con figli a carico stanno attraversando un periodo di grosse tensioni destinate ad aumentare a causa della scarsita' di risorse e dell'insicurezza generale, per cui la crisi di coppia e' una certezza. Senza contare l'aumento delle violenze casalinghe che nella maggior parte dei casi porta all'omicidio del coniuge. Aumenta l'uso di droghe e l'uso di alcool. Un profondo disagio sociale sta investendo le societa' capitalistiche. Si incominciano a incrinare i capisaldi della societa' come la famiglia e i giovani.
10) A Tokyo si e' eseguito il classico rito scintoista della torta di riso. Viene preparata una torta di riso di 50 centimetri che viene bruciata e se si formano crepe il presagio e' negativo. Quest'anno si sono evidenziate delle grosse crepe per cui il 2009 sara' un anno funesto. Direte voi futile motivazione. Dico io abbiamo creduto per secoli che un tizio e' risorto dalle sue carni morte dopo essere stato crocifisso e si e' dichiarato figlio divino, perche' non dovrei credere al responso della torta di riso gigante?
11) Secondo uno studio apparso su "Science" tre miliardi di persone alla fine del secolo potrebbero rischiare la crisi alimentare. Il sistema agricolo globale non si adattera' ai cambiamenti climatici in atto e la crisi non riguardera' solo i paesi poveri ma anche il sud degli USA e l'Australia.
12) l'Euribor arriva a toccare cifre pari a 2,76% in netto calo, indice della perdita di valore della moneta ma non necessariamente di un accesso piu' facilitato al credito. Segno quindi di un'economia in profonda svalutazione.
13) Il settore auto e' in crisi in tutto il mondo, crollano le immatricolazioni e solo l'usato tiene.
14) La Dell, il secondo colosso mondiale produttore di computer ha annunciato tagli per 1900 posti di lavoro in Irlando e spostera' le sue attivita' in Polonia per ridurre i costi. Altri colossi industriali come Sony e Kawasaki hanno annunciato tagli del personale e riduzione dei costi.
15) I leader di Germania e Francia, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, hanno lanciato con l'ex primo ministro britannico Tony Blair un appello a una governance mondiale dell'economia, pressando Washington a unirsi pienamente ai loro sforzi. Hanno dichiarato «Abbiamo bisogno che la Cina porti la sua forza addestratrice, che il Brasile dica la sua parte di verità, che l'Africa sia coinvolta in quello che andremo a costruire, e che noi insieme ribattezziamo un sistema internazionale». Tutto questo e' segno evidente che il controllo dell'economia e' sfuggito di mano oramai da tempo e che la mano invisibile ha fatto piu' danni che bene in un'economia globale.
16) Il 2008 si è chiuso con riscatti che ammontano a 140 miliardi di euro e un patrimonio complessivo investito in fondi aperti pari a 409 miliardi. Lo comunica Assogestioni, dando una prima stima provvisoria dell'anno appena concluso per il risparmio gestito. I I fondi di liquidità e le obbligazioni sono i piu' colpiti.
17) Trichet dichiara che la banca centrale europea sta considerando la possibilità di rafforzare il suo ruolo di supervisione del sistema bancario! Questo e' l'ulteriore segno di una economia malata di finanza che pensa solo al guadagno alto nell'immediato e dello smisurato potere che le banche esercitano sulle economie degli stati mondiali. Con molta probabilita' sono le stesse banche la rovina dell'economia capitalistica.

18) Se prendiamo in prestito l'analisi delle superfici di Kondratieff per l'analisi dei cicli economici il ciclo K e' scomponibile in 4 fasi, cui corrispondono diversi “umori psicologici” e quindi comportamenti diversi da parte degli individui e sono la crescita (primavera), la recessione primaria (estate), il periodo di stabilità (autunno) e la depressione secondaria (inverno). La prima fase dura circa 25 anni e’ la fase migliore, quella della prosperità e della crescita economica. Qui l’inflazione gioca un ruolo importante, ed accompagna la crescita. Segue una fase di rallentamento dove l’inflazione inzia a “mangiare” il benessere prima generato e da qui rinasce l’euforia, una nuova fase rialzista che porterà a nascita di bolle finanziarie. E’ il preludio ad una nuova fase di crisi. La crisi che è necessaria per “depurare” il sistema di tutti i suoi eccessi. La durata? In media l’economista russo parla di circa 15 anni. Oggi siamo in pieno inverno secondo le K-waves, vedi riferimento [6].

19) L’istituto di credito Intesa Sanpaolo ha annunciato la cartolarizzazione di un portafoglio di mutui fondiari residenziali in bonis da circa 13 miliardi di euro. E’ la terza operazione di cartolarizzazione effettuata dal gruppo nelle ultime due settimane portando il conto complessivo a circa 20 miliardi di euro. Intesa Sanpaolo ha scelto come veicolo finanziario la società Adriano Finance 2 che fa sempre parte del gruppo Intesa Sanpaolo. L’obiettivo principale della cartolarizzazione, come dichiarato da Intesa Sanpaolo in una nota dell’11 novembre 2008, è quello di espandere il portafoglio di titoli attivi impiegabili nei rifinanziamenti presso le banche centrali, poichè le banche europee per ottenere dei finanziamenti dalla BCE devono consegnarle titoli obbligazionari. Il gruppo Intesa Sanpaolo, dunque, una volta emissi i titoli li ha successivamente acquistati. Classica operazione di finanza creativa in cui una banca vende crediti a se stessa ricevendo in cambio altri crediti che pero' in questo caso sono spendibili presso la banca centrale a causa della particolare disponibilita' di quest'ultima a rifinanziare gli istituti di credito ricevendo in cambio non solo titoli di stato ma anche titoli di credito qualunque come le obbligazioni che molto spesso non hanno garanzie di piena solvibilita'.

Bastano le motivazioni? Presto questo governo in Italia cadra' sotto i colpi della crisi mondiale e della conseguente crisi italiana, io resto ad osservare.

Riferimenti:

[2]http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/01/istat-deficit-pil.shtml?uuid=6de02884-de2e-11dd-bf23-02be3858684d&DocRulesView=Libero

[3]http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/01/fondi-riscatti-2008-annus.shtml?uuid=959d5622-dd8d-11dd-b013-bb37ed44c11d&DocRulesView=Libero

[4]http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/01/trichet-intervento.shtml?uuid=a6d55384-de34-11dd-bf23-02be3858684d&DocRulesView=Libero

[5]http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Kippur

[6]http://intermarketandmore.investireoggi.it/supercicli-di-kondratieff-sara-ancora-crisi-3460.html

[7]http://www.finanzalive.com/mutui/intesa-sanpaolo-cartolizzazione-mutui/

[8]http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/01/gas-osservatori-kiev.shtml?uuid=9ede37ba-de41-11dd-bf23-02be3858684d&DocRulesView=Libero