Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

venerdì 4 luglio 2008

Diario politico italiano, pagina 23

L'S&P500 continua a calare raggiungendo al momento quota 1263, sembra un crollo. Siamo alla socializzazione delle perdite? Questi sono i risultati di un sistema che vive di eccessi e prima o poi fa il botto. In USA il tasso di disoccupazione e' confermato al 5,5%, nel settore dei servizi che conta per circa l'80 % del mercato del lavoro americano è in crisi, con l'ISM sceso al 48,2 %, i prezzi sono schizzati alle stelle e di conseguenza anche l'inflazione, non c'e' un solo settore che non sia in rapida contrazione. I sussidi di disoccupazione arrivano a superare le 400 000 unita'. Un'economia basata unicamente sui consumi si sta velocemente sgretolando, gli ordini si contraggono, si gonfiano gli inventari, la spesa in consumi scende, i prezzi delle case continuano a flettere verso il basso, si prepara la strada per il boom delle insolvenze sia da parte del mondo industriale che da quello dei consumatori. La stretta sul credito bancario si fa sentire anche perche' le varie istituzioni bancarie stanno cercando di recuperare le perdite sul lato investimenti finanziari ricoprendo i loro debiti ma l'economia reale e' indebitata fino al collo. Neanche le banche possono sfuggire alla debolezza dell'economia reale. Le grandi iniezioni di capitale perpretate dalle banche centrali nel corso di questi mesi hanno messo una pezza all'instabilita' del sistema ma non hanno fatto altro che ritardare lo scoppio. Si e' registrato anche un calo del ricorso alla leva finanziaria e di fatto le banche stanno puntando sul cash, sul recupero di capitali piuttosto che sulla speculazione. Anche perche' e' probabile che alcune istituzioni finanziarie abbiano non solo problemi di liquidità ma anche di solvibilità con il deterioramento dell’economia e quindi ulteriori svalutazioni. Ma Gli aumenti di capitale sono diventati sempre piu' difficili. Cosi' se da un lato si registra una netta fragilita' del sistema industriale dall'altro lato la speculazione si rifa' delle perdite gonfiando il mercato delle materie prime trasferendo ricchezza verso pochi. Se il petrolio continuera' a salire cosi' tanto l'america per ridurre il debito dovra' svalutare ancora di piu' il dollaro per sostenere anche l'export. In questo caso chi sara' ancora disponibile a importare inflazione dagli USA attraverso l'acquisto di una moneta senza valore?
Sul fronte Europeo e quindi Italiano le cose non sono migliori. All'indomani della decisione della Bce di alzare i tassi di Eurolandia al 4,25%, per le imprese è allarme debito. L'esposizione verso il sistema bancario si attesta intorno ai 779 miliardi di euro. Dal 2000 al 2007 i finanziamenti concessi alle imprese, considerando il complesso dei crediti rilevati da via Nazionale, sono aumentati del 72,4% (48,6% in termini reali al netto degli effetti inflazionistici) con un incremento notevole nell'ultimo anno (+10,6%).

Quanto ai flussi degli investimenti le imprese italiane chiedono gran parte dei finanziamenti in campo edile o delle costruzioni, e in effetti negli ultimi anni il settore immobiliare ha conosciuto una forte espansione mentre ora è in decisa frenata per effetto del credit crunch seguito alla crisi dei mutui ipotecari subprime americani. Viene destinato, infatti, a questo segmento produttivo, l'edilizia appunto, in media il 46,4% degli impieghi totali concessi. Il 24,4% invece si riferisce ad investimenti di tipo strettamente immobiliare; in questo caso le risorse vengono utilizzate o per l'acquisto degli spazi dove realizzare la produzione o la gestione, ovvero per mero interesse speculativo. Infine, quote inferiori vengono destinate all'acquisto di attrezzature e mezzi di trasporto (17,2%) o ad investimenti di tipo finanziario (12%). Con l'aumento del tasso di sconto da parte della Bce per le imprese italiane si prospetta una stagione molto difficile. A queste condizioni il rischio di insolvenza si fa più elevato. Questo non solo a causa dei maggiori tassi di interesse che renderanno maggiormente oneroso il costo del debito pregresso e l'accesso a nuovo credito, ma soprattutto a causa del calo generalizzato dei consumi delle famiglie e dell'aumento delle materie prime che comporteranno ad una contrazione dei profitti aziendali se non a delle vere e proprie perdite.
Inoltre e' oramai appurato sulla pelle dei consumatori da anni che in Italia gli operatori economici ricercano l'incremento della crescita attraverso il rialzo dei prezzi. Questa dinamica di assenza di crescita e, al tempo stesso, di forte dinamica inflattiva determina la riduzione del potere di acquisto degli individui e delle famiglie prospettando un futuro di medio lungo termine di stampo stagflattivo.
A questo punto 'indicizzazione dei salari sarebbe inutile e forse scatenerebbe la temuta rspirale prezzi salari, ci vorrebbero politiche che favoriscano la concorrenza nella distribuzione, nei servizi pubblici locali e nei grandi settori a rete, ci vorrebbe una riduzione del divario tra costo del lavoro lordo e remunerazione netta attraverso una riduzione del cuneo contributivo fondata sullo sviluppo di un pilastro pensionistico complementare, ci vorrebbe una modernizzazione del sistema di welfare potenziando quegli istituti capaci di sostenere l'aumento dei tassi di occupazione giovanile e femminile oltre all'incremento dei livelli di efficienza e di produttività della spesa pubblica e della pubblica amministrazione. Messi a confronto i duei sistemi e' possibile notare come il primo, quello americano, e' piu' avanti nella corsa verso la crisi mentre quello Italiano lo tallona da dietro ma entrambi stanno percorrendo gli stessi passi.

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