Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

martedì 12 agosto 2008

Intermezzo internazionale: economia pronta ad esplodere

Queste notizie non potevo certo perdermele per l'ironia con cui involontarieamente sono impregnate. Incomincia a calare la tempesta speculativa avida di profitti che si era scatenata sul petrolio che torna a cifre intorno a 112 dollari seguita da un'inquietante ribasso dell'oro e un quanto meno stupefacente balzo del dollaro che tocca vette neanche immaginabili dal piu' ingenuo di questo mondo. E' in atto qualcosa di strano sui mercati mondiali, una grossa nube che impedisce la vista delle tempeste all'orizzonte. Intanto qualcosa si intravede, piccoli scricchiolii all'orizzonte. La siccita' di liquidita' che sta investendo il mercato e' piu' devastante del deserto del Sahara. Freddie and Fannie iniziano a dichiarare perdite ad ogni trimestrale, ad ogni scandenza di pagamento delle rate dei mutui, JP Morgan ha preannunciato per il terzo trimestre altri 1,5 miliardi di dollari di perdite a causa dei minori livelli di liquidità e delle esposizioni ai mutui subprime, Wachovia, ha alzato a 9,11 miliardi di dollari le perdite per il secondo trimestre comunicate a luglio e ha annunciato che taglierà un maggior numero di posti di lavoro (ha deciso di mandare a casa 6.950 dipendenti) a causa del deterioramento del mercato immobiliare. Chiaramente l'ammissione del loro stato disastrato verso il mercato e le azioni correttive di tagli hanno non poco emozionato i listini azionari facendo balzare il valore delle azioni.
Ubs ha deciso di non vendere ma nel corso della conference sui risultati semestrali ha spiegato che le tre divisioni della banca avranno d'ora in avanti più grande autonomia per accrescere la «flessibilità strategica». L'amministratore delegato Marcel Rohner ha annunciato per la banca europea più colpita dalla crisi dei mutui subprime un ritorno all'utile nel 2009. Almeno per il secondo semestre, infatti, non si prevede un miglioramento del quadro economico. Il colosso elvetico ha chiuso il secondo trimestre con una nuova perdita - la quarta consecutiva - di 358 milioni di franchi contro un utile di 5,6 miliardi nello stesso periodo del 2007. Decisiva la cattiva performance dell'investment banking (con una perdita lorda di 5,2 miliardi contro un utile di 1,7 miliardi l'anno scorso) che ha zavorrato anche la roccaforte del wealth management, la gestione patrimoniale, in passivo per la prima volta in otto anni. La banca aveva indicato a inizio luglio di stimare un risultato stabile o lievemente negativo nel trimestre grazie ad un credito d'imposta di 3 miliardi di franchi. L'istituto ha operato nuove svalutazioni per 5,1 miliardi di dollari. Dall'inizio della crisi finanziaria internazionale, la banca svizzera ha svalutato attivi per 42,5 miliardi di dollari. Il gruppo ha quindi annunciato la scissione dei tre divisioni in entità autonome: banca d'affari, private banking e gestioni mettendo fine al modello di banca integrata. Scelta apprezzata dal mercato, visto che il titolo a Zurigo si è messo subito in evidenza segnando un incremento del 2,7% a metà seduta. In Italia si incomincia a intravedere qualche crepa nel settore immobiliare, dopo anni di crescita dei posti di lavoro nel settore, le società quotate italiane stanno tagliando i costi e con loro i dipendenti. Sulla base degli ultimi risultati societari trimestrali e semestrali emergono tagli fino al 15 per cento. Il taglio dei posti di lavoro è uno degli effetti collaterali della crisi del settore che, stretto fra riduzione delle valutazioni degli immobili e mancanza di liquidità, sta correndo ai ripari per uscire dalle difficoltà. Pirelli Re ha annunciato che entro fine anno 200 dipendenti lasceranno il gruppo, Gabetti ha gia' avviato dalla metà del 2007 un dimagrimento della forza lavoro. Intanto l'inflazione galoppa verso il superamento del 4,1% e sono in previsioni aumenti di tutte le tariffe legate all'energia. E come se non bastasse in Italia parte una manovra che leghera' le risorse dello stato per tre anni di seguito con l'aggravante che i cordoni della borsa statale verranno sempre piu' stretti da giganteschi tagli sulla spesa pubblica. Se c'era un momento opportuno dove reimmettere nuova liquidita' nel mercato italiano oramai asfittico era proprio questo dove le condizioni internazionali e la competizione mondiale stanno schiacciando la nostra industria e la piccola impresa.
Qualcuno sostiene che forse le condizioni di mercato si siano «sostanzialmente deteriorate», viva Dio qualcuno c'e' arrivato finalmente. Non vedo niente di buono all'orizzonte e con la campagna di propaganda che si sta orchestrando da qui a fine anno ne sapremo sempre di meno.

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