Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

lunedì 6 ottobre 2008

Diario politico italiano: pagina 32

L'ombra della crisi del '29.
Diciamolo con tutta franchezza la paura che la crisi tocchi anche l'Italia e' concreta e gia' si ravvisano i primi scossoni. Ma cosa del contagio della crisi finanziaria mondiale fa piu' paura? Sappiamo che il nostro sistema bancario e' giudicato solido e non ha ancora dato segni di cedimento evidenti come e' gia' successo in Svizzera o in Belgio/Olanda, il nostro paese puo' ancora contare su un nutrito numero di risparmiatori che non sono stati ancora falcidiati dall'inflazione e dal lavoro precario. Quindi i soldi ci sono, e sono depositati nelle banche e allora di cosa si ha paura. Perche' il presidente del Consiglio, quello dell'Economia, il governatore della Banca d'Italia e l'amministratore delegato di Unicredit si stanno dando tanto da fare di concerto con i maggiori organi di informazione per rasserenare gli animi, di cosa hanno veramente paura? La risposta e' banale per quanto e' semplice. Hanno paura dell'effetto psicologico della crisi e delle conseguenti reazioni emotive dettate dalla follia, euforia in caso di crescita e follia in caso di crisi. Qualunque istituto bancario, anche il piu' sano, ha un'unica paura, spauracchio ancestrale, che non puo' fronteggiare in alcun modo e che non dipende dal suo operato, e cioe' la corsa agli sportelli. Come e' successo gia' in Inghilterra per la Northern Rock c'e' il timore che i correntisti si ammassino agli sportelli per ritirare tutti i loro soldi dai conti correnti. Ad una richiesta improvvisa e di ampio volume nessun istituto di credito puo' far fronte e il fallimento e' una conseguenza inevitabile. Senza contare poi l'effetto a catena che si genera per cui non ci sarebbe un fallimento ma molti a distanza ravvicinata causando cosi' l'implosione dell'intero sistema paese. Loro lo sanno bene e stanno cercando i tutti i modi di porre un freno a questa possibile ondata di isteria. Se non riescono in questa impresa sara' il crack. Mai come ora mi sono trovato a sperare che questo insignificante e dannoso governo riesca a rassicurare gli animi dei cittadini italiani.

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