Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

domenica 5 ottobre 2008

Il ricatto mondiale: vivere al di sopra delle nostre possibilita'

Non c'e' niente da fare oramai siamo sotto ricatto mondiale nel vano tentativo di sostenere la nostra qualita' di vita. Il capitalismo si e' oramai diffuso come un virus anche ai paesi emergenti e incomincia a reclamare la sua fame di risorse e i suoi sprechi. Per capire quanto ormai stiamo lottando per la sopravvivenza di uno stile di vita, di un'epoca basta guardare cosa sta succedendo in Occidente. La crisi dei mutui sta spezzando definitivamente quella crescita insensata della ricchezza fatta solo di carta straccia e di promesse future che hanno gonfiato i mercati internazionali di moneta americana fino ad annegarci dentro. E nel momento della crisi, dove la moneta e' stata messa a confronto con i beni materiali l'intero mondo occidentale e' cascato col culo per terra. Un dollaro debole reso ancora piu' debole dalle promesse di ricavi futuri sulle rate che pesavano sui consumatori americani ha fatto crollare il castello di carta dello spostamento nel tempo del debito. Cosi' le materie prime sono salite di prezzo diventando lo strumento ideale per l'esportazione di inflazione dall'America al resto del mondo, compresa l'Europa. Tutto in Europa e' stato fatto per sobbarcarsi del bubbone americano. Sono stati innondati i mercati di liquidita' per coprire le insolvenze e i debiti a leva e quando questo non e' bastato e' stato dato un segnale forte. Lehman Brothers e' stata lasciata fallire per far ricadere sul resto del mondo il debito e la svalutazione degli asset materiali degli altri istituti finanziari e a quel punto e' scattato il piano mondiale di salvataggio. Da un lato gli USA con una nazionalizzazione senza precedenti degli istituti finanziari e assicurativi maggiori e lato Europa con interventi per il rafforzamento del dollaro sui mercati e con piani di salvataggio per gli istituti europei. Ma tutto questo non basta, la particolare fase di sfiducia e incertezza economica ha registrato una forte caduta dei consumi, una caduta delle esportazioni e una ancor piu' forte restrizione del credito generata in primis dalle banche che hanno alzato i tassi per l'accesso al credito. L'economia nel totale e' in fase recessiva, i PIL dei paesi occidentali e' in calo e tutto cio' ha conseguenze anche sulla macchina produttiva dei paesi emergenti come Cina e India mentre l'Africa che ancora non si muove sulle sue gambe risente del prezzo delle materie prime alimentari. Le imponenti azioni monetarie che si stanno mettendo in atto di concerto fra USA e Europa non risolveranno la crisi ma semplicemente attutiranno le conseguenze lasciando che le cose peggiorino. E' necessario che la bolla si sgonfi, che si ritorni alla produzione materiale e reale di beni e su alcuni settori e' necessario che i prezzi ritornino a valori sostenibili o che vengano completamente abbandonati. E parlo del settore immobiliare, di quello automobilistico, di quello delle grandi infrastrutture. C'e' il pericolo che la produzione si concentri ora su quelli che sono i beni materiali fondamentali dei quali il consumatore non puo' fare a meno, come l'acqua e i beni alimentari in generale. Mai come adesso la tecnologia e l'innovazione sono necessari per migliorare la qualita' della vita e dare una svolta epocale nel campo della produzione agricola e in generale nell'ambito dei servizi. Continuiamo a sfruttare le capacita' intellettuali umane pochissimo immobilizzando le persone in lavori ripetitivi, lvori senza la ricerca e l'innovazione, lavori sempre meno qualificati e qualificanti. Rendiamo l'accesso alle professioni e all'informazione sempre piu' difficile e sfruttiamo cosi' le capacita' dell'individuo sempre meno. La scuola e' sempre meno di qualita' e la politica e' sempre meno percepita dal cittadino comune come suo strumento personale per migliorare le cose. In un mondo governato da pochi e in cui regna l'individualismo e l'interesse personale e' evidente che i pochi fortunati si arrocchino nelle loro posizioni di potere mentre il resto si arrangera' a rubare al prossimo il piu' possibile accontentandosi di quello che gli arriva dal sistema. E' necessario stabilire se in ballo c'e' la sopravvivenza della comunita' o del singolo individuo, a quel punto concetti come concorrenza e libero mercato che sempre sono rimasti una utopia non avranno piu' senso di esistere.

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