Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

mercoledì 29 ottobre 2008

La quiete prima della tempesta

Avete mai avuto quella sgradevole sensazione che stia per accadere qualcosa di brutto?
Mentre la finanza internazionale registra un periodo di altissima volatilita' che va spurgandosi delle supervalutazioni e speculazioni che hanno gonfiato a dismisura la bolla, l'economia reale ancora non fa sentire la sua voce. I consumi stanno crollando e i redditi non si sono scostati da anni dai loro bassi valori, aggiunto al pericolo che ci sia una stretta creditizia dovuta principalmente al fatto che le banche hanno la necessita' di recuperare la maggior liquidita' possibile e di diminuire il rischio a zero, lo scenario e' da brivido. Quando i maggiori attori del mondo finanziario stanno cercando disperatamente di recuperare le loro perdite questo significa che la liquidita' in circolazione va sempre piu' diminuendo, posso solo immaginare le piccole aziende come le grandi aziende che per lavorare hanno necessita' di mantenere un cospiquo cash flow in che situazione si troveranno quando andranno in cerca di finanziamenti. Tempo fa scrivevo di essere positivamente stupito dei fantastici risultati annunciati da FIAT in contro tendenza a quella che era la mia aspettativa. Oggi invece mi siedo lungo la riva del fiume e aspetto di veder passare i cadaveri di FIAT, Telecom Italia, Ferrovie dello Stato e Alitalia. L'indice che salira' a fine anno non sara' piu' quello dell'inflazione ma quello di disoccupazione. Non c'e' un piano di sviluppo economico nazionale, ma solo salvataggi a spese dello Stato di decrepite aziende e banche e programmi per sfruttare tecnologie vecchie e pericolose. Presto il governo si accorgera' quanto e' complicata la situazione economica del paese e di quanto e' pericoloso il giocattolino che hanno tra le mani.

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