Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

martedì 11 dicembre 2007

il segnale d'allarme del Censis

Non dobbiamo prendere sotto gamba il rapporto annuale redatto dal Censis sullo stato sociale del nostro paese. Per quanto mi riguarda sono convinto che questo sia uno dei tanti segnali, forse il piu' evidente, di un cambiamento radicale all'orizzonte. I nostri politici e la chiesa se ne sono accorti in anticipo e stanno cercando di mettere le mani avanti per calmare le acque, vedremo se avranno successo. Cosa ci dice il Censis? La societa' italiana e i suoi individui sono disillusi dalla politica e dalle istituzioni, e continuano a perdere l'identità collettiva. La societa' si frammenta sempre più e, mossa da pulsioni ed emozioni individuali, si ritrova ad essere una "poltiglia di massa", inconcludente e senza sguardo al futuro. L'Italia poi sta diventando il paese dei telefonini: il loro numero, infatti, sta superando quello dei televisori. E' inoltre un'Italia a due velocita', da una parte lo sviluppo economico sembra positivo, dall'altra una società che non rispecchia lo stesso trend ma anzi se ne distacca. Lo sviluppo economico si muove, infatti, su dinamiche di minoranza (come quella industriale che "non sprigiona le energie necessarie per uscire dallo stallo") che non filtrano fra la gente, non si traducono in processo sociale, insomma le aziende lavorano per fare il loro profitto mentre la gente non vede le aziende con orgoglio e senso di appartenenza. Le persone sono diventate piu' litigiose e aggressive, si va verso la degenerazione antropologica, e ne sono teatro gli stadi e le famiglie. In casa aumentano violenze e separazioni. Aumenta la percezione di poverta' e di scarsi mezzi economici e si fanno strada sentimenti xenofobi e di rivalsa. La criminalita' e' in aumento ed e' forte l'esigenza di sicurezza e la solidarieta' e' diventata selettiva, per il 69% degli italiani in caso del bisogno si può contare sull'aiuto degli altri mentre la partecipazione dei cittadini ai problemi della comunità si diffonde con organizzioni spontanee con altri per un obiettivo comune. Soprattutto sulla sicurezza nei confronti degli immigrati. Forse chi ci comanda gia' l'ha capito, la societa' e' in cerca di una guida, un riferimento solido e che dia sicurezza di prospettive future, chiamano a gran voce un Dictator. Ecco spiegato perche' e' potuto andare al governo uno sconosciuto e insignificante signore, un po' come quando in una lontana Germania vessata dai pagameti dei tributi di guerra e devastata dell'inflazione sali' al potere un mediocre imbianchino follemente ispirato da una visione di un futuro di grandezza. La chiesa dal canto suo serra i ranghi, rafforza la dottrina e declama i valori "imprenscindibili" unico forte legame con una societa' oramai allo sbando. Ma i fili del burattinaio tedesco diffusore di dottrina sono molto sottili. La politica si difende con l'unica arma che ha, la percezione di cambiamento, perche' in politica piu' di ogni altra cosa e' necessario cambiare perche' nulla cambi. E cosi' spuntano i leader di riferimento, i fari nella nebbia, e nascono i grandi partiti per rendere piu' semplice la scelta. Non e' piu' l'ideologia, svuotata di ogni valenza, a guidare le scelte delle masse ma deve essere proposto un nome, una figura di riferimento, qualcuno da seguire. Ma anche questo non basta perche' le scelte che questa guida deve prendere sono difficili e impopolari e non ci sono al momento uomini forti ed autorevoli solo spauriti pupazzi in balia del caos. Quando la societa' sta in queste condizioni o trova un riferimento a cui aggrapparsi oppure si organizza in gruppi con obiettivi comuni, il rischio della deriva e' alto e nessuno, compreso il presidente della repubblica (ah Pertini se ci fossi ancora tu), puo' fermare gli eventi.
Riferimenti:
http://www.censis.it/277/280/339/6366/cover.asp

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