Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

lunedì 3 dicembre 2007

Ambiente: come possiamo salvarlo?

Come non parlare dell'ambiente oggi? Dopo tutte le mistificazioni e l'indifferenza dei governi e dei loro fiancheggiatori si continua a parlare di ambiente con insistenza e premura e si cerca di dare una risposta ad una situazione oramai troppo complessa e irreversibile. Quali sono oggi le parole chiave sulle quali dobbiamo riflettere tutti? Sono poche ma molto pesanti, efficienza energetica, fonti rinnovabili, biocarburanti, carbon tax, limiti di emissioni CO2, nucleare, geoingegneria e idrogeno. Obiettivo della XIII Conferenza delle Nazioni Unite sul cambio climatico che si svolgera' a Bali e' quello di raggiungere un accordo globale su come operare il cambiamento di rotta. I ghiacci si stanno ritirando, si alza il livello del mare, la siccita' erode la terra coltivabile, aumentano fenomeni estremi come innondazioni, pioggie torrenziali e uragani, cioe' le catastrofi naturali. Secondo il WWF il 2007 e' stato un anno di catastrofi senza precedenti, segno che il clima sta cambiando radicalmente e la natura sta reagendo e si ribella. Un po' di dati, nell'Antartico sono scomparsi piu' di due milioni di chilometri quadrati di banchisa, la siccita' ha colpito l'Australia, l'Asia, l'Africa, l'Europa del Sud e gli Stati Uniti provocando penuria di acqua e incendi boschivi come e' successo in Grecia questa estate e recentemente in California. Ad alte altitudini ci sono state innondazioni come successo in Inghilterra, in Indonesia ci sono state piogge torrenziali che hanno provocato la peggiore alluvione della storia del paese. Da un rapporto pubblicato su Nature Geoscience risulta che negli ultimi 25 anni la regione equatoriale classificata come tropicale si e' espansa di circa 270 chilometri lasciando dietro se la scomparsa di acqua e agricoltura. In tutto questo USA e Cina non vogliono freni al loro sviluppo e sopratutto non vogliono cambiare il loro stile di vita. In un'economia che pensa solo al profitto vale la logica della coperta corta e cioe' per sostenere stili di vita occidentali di agiatezza e consumo sfrenato sottraiamo risorse ai paesi poveri e all'intero globo terrestre in modo indiscriminato senza interessarci delle conseguenze e cioe' dei costi che altri sostengono e sosterranno per noi. Sono d'accordo con chi dice che l'unico modo per cambiare e' quello che succeda una grossa crisi, la fine dei combustibili a basso costo, l'esplosione di una centrale nucleare, un black-out prolungato, e solo cadendo molto in basso ci si potra' rendere conto che si deve adottare un'altra via. Non e' facile cambiare le abitudini della gente e oramai siamo stati abituati a pensare agli interessi individuali e a soddisfare i bisogni del momento piuttosto che a pensare al futuro dei nostri figli e dei nostri simili e a fare sacrifici in tal senso. Forse le condizioni per una grossa crisi si stanno prospettando, il prezzo del greggio nei mercati globali continua ad aumentare e nei prossimi decenni si arriverà sicuramente a un picco e contemporaneamente l'aumento delle emissioni di biossido di carbonio derivanti dalla combustione dei combustibili fossili sta facendo salire la temperatura della Terra. Stiamo entrando in un periodo che molti definiscono "crepuscolare", nel quale i costi complessivi della nostra dipendenza dai combustibili fossili iniziano ad agire da freno e ostacolo per l'economia mondiale. In quest'era crepuscolare l'unica azione posta in atto dagli stti e' quella di adoperandosi in ogni modo possibile (anche con le guerre) per assicurarsi che le restanti scorte di combustibili fossili entrino in loro possesso. Un piccolo spazio voglio darlo ad un autore che apprezzo molto, Jeremy Rifkin, che parla del futuro e dell'importanza dell'idrogeno. Il punto importante sul quale Rifkin si sofferma è che una società che si basa sull'energia rinnovabile è un obiettivo possibile nella misura in cui parte di quell'energia prodotta da fonti rinnovabili può essere immagazzinata sotto forma di idrogeno. Questo perché le energie rinnovabili sono intermittenti: il sole non splende sempre, così come il vento non soffia sempre, l'acqua non scorre sempre se c'è siccità, e i raccolti agricoli possono variare per una molteplicità di fattori. Quando le energie rinnovabili non sono disponibili, non si può generare elettricità e le attività economiche rischiano di subire una frenata e fermarsi. Ma se l'elettricità generata allorché l'energia rinnovabile è abbondante, può essere utilizzata per estrarre idrogeno dall'acqua, che potrà essere conservato per essere utilizzato in seguito, a quel punto la società disporrà di un rifornimento continuo di energia elettrica. L'idrogeno può essere estratto anche dalle biomasse e immagazzinato nello stesso modo. Altra innovazione importante per armonizzare questo cambiamento sarebbe la riconfigurazione della rete elettrica di trasporto che dovrebbe essere, similmente a quella di Internet, in grado di permettere ad aziende e proprietari di casa di produrre l'energia che serve loro e di condividerla con gli altri. Nella teoria proposta da Rifkin c'e' anche l'aspetto sociale e politico perche' i combustibili fossili e l'energia nucleare sono per loro stessa natura energie d'élite, rappresentano il vecchio approccio centralizzato dall'alto verso il basso per la gestione delle risorse, così tipico del XIX e del XX secolo. Poiché possono essere reperiti soltanto in alcuni luoghi, il carbone, il petrolio, il gas naturale e l'uranio hanno spesso richiesto ingenti investimenti militari per essere messi in sicurezza e altrettanto ingenti investimenti di capitale per lavorarli e commercializzarli. Le fonti di energia rinnovabile, invece, sono distribuite ovunque sulla Terra. I raggi solari, il vento, l'acqua, la geotermia, le onde oceaniche, i residui dell'agricoltura e delle foreste, la spazzatura comunale sono tutte accessibili in tutto il mondo. Se raccolta e immagazzinata sotto forma di idrogeno, se distribuita sotto forma di elettricità per mezzo di reti elettriche intelligenti, l'energia rinnovabile ha il potenziale di poter essere condivisa da pari a pari con una modalità di distribuzione simile a quella che oggi utilizziamo per comunicare e informarci su Internet. Tutto cio' puo' quindi essere visto anche come una ridistribuzione capillare del potere.

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