Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

lunedì 10 dicembre 2007

Aumento dei prezzi e inflazione

L'inflazione e' una brutta bestia, primo perche' misura la diminuzione del nostro potere d'acquisto ed e' qualcosa su cui il singolo non puo' in alcun modo porre rimedio, secondo perche' e' un fenomeno strisciante, cumulativo che cambia la qualita' della vita e sopratutto di difficile previsione visto poi l'impossibilita' di poter controllare un sistema cosi' complesso come le nostre dinamiche economiche capitalistiche. Oramai pochi se ne sono accorti ma questa separazione netta tra quello che e' di competenza dello Stato e quello che e' di competenza del mercato ha fatto si che il Ministero dell'Economia e' diventato un semplice ufficio di ragioneria dello Stato dove si pensa solo a far quadrare i conti e dall'altra parte troviamo un mercato sempre piu' in difficolta' e imbrigliato dall'interesse del profitto che scarica immensi costi sulla societa' in modo indiretto. E' cosi' che inevitabilmente l'inflazione programmata, cioe' quella prevista dal governo per inizio anno, e' sempre minore di quella reale che registra il reale aumento dei prezzi dei beni e servizi. Purtroppo l'incremento dei salari si calcola sull'inflazione programmata, questo meccanismo fallato porta al fenomeno del fiscal drag che blocca la crescita delle retribuzioni vere. Il fiscal drag, o drenaggio fiscale, consiste nell’aumento della pressione fiscale (cioè del rapporto tra imposte dirette e prodotto interno lordo di un paese ), originato dall'espansione inflazionistica dei redditi in presenza di aliquote fiscali crescenti. L’inflazione spinge ogni percettore di reddito entro scaglioni via via superiori proprio per l'azione di recupero sull'inflazione stabilita dagli aumenti contrattuali (contratti collettivi) e di conseguenza, il reddito “disponibile” risulta inferiore. Tutto questo circolo vizioso nasce perche' le aliquote di non tassazione vengono spostate in relazione all'inflazione programmata e non quella reale e tutto cio' comporta maggiore tassazione in termini ralativi rispetto all'inflazione reale. Purtroppo l'aumento dei prezzi dei beni e servizi e' un fenomeno che e' impossibile da controllare con gli strumenti a disposizione perche' e' il sintomo inevitabile dell'incremento delle materie prime dovuto a diversi fattori endogeni di respiro globale ed e' anche sintomo una scelta di un consumo non intelligente da parte dei cittadini. La tanto decantata specializzazione del mercato capitalistico globale che dovrebbe offrire i migliori prodotti ai migliori prezzi non riesce piu' a sostenere la domanda globale e il meccanismo di sovraproduzione e di sprechi ora non e' piu' sostenibile. E' tempo che si ritorni all'austerita' e al risparmio, unica medicina nei periodi di crisi profonda e di recessione.

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