Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

venerdì 11 gennaio 2008

Roma capitale in emergenza

E' giusto che ognuno dia il suo ontributo per migliorare le cose e ho apprezzato molto il contributo del Papa ieri che nell'incontro con gli amministratori del Lazio e di Roma li ha bacchettati sulla situazione di degrado sociale in cui e' calata la capitale. Tra sorrisi e strette di mano di convenienza il Papa ha sottolineato indirettamente come sono stati spesi male i soldi pubblici. Non e' stato fatto nulla per garantire la sicurezza dei cittadini e di assicurare a tutti, in particolare agli immigrati, almeno il minimo indispensabile per una vita onesta e dignitosa. Non e' stato fatto nulla per prevenire un'emergenza che si sta aggravando a Roma e nel Lazio che è quella della «povertà». La povertà si sta allargando a «situazioni che sembravano esserne al riparo», ha osservato Benedetto XVI. «I prezzi degli alloggi, le sacche persistenti di mancanza di lavoro, e anche i salari e le pensioni spesso inadeguati rendono davvero difficili le condizioni di vita di tante persone e famiglie», ha aggiunto. Aggiungiamo poi la situazione pessima dei servizi sanitari, servizi di trasporto pubblico e delle pubbliche amministrazioni. I romani sono diventati diffidenti, si occupano solo dei fatti loro, sono infastiditi da tutto e da tutti, preferiscono la via dell'indifferenza e della disillusione a quella dell'impegno politico e sociale e vivono male il rapporto con il prossimo. Se per sbaglio si ritrovano a parlare di Roma e' sempre nel loro cuore ma come era un tempo non come e' diventata adesso e non vedono l'ora di scappare oppure aspettano il periodo estivo quando si svuotano le strade. Forse questi sono problemi troppo difficili da risolvere, meglio distrarre le masse con spettacoli pirotecnici e altisonanti manifestazioni dando una parvenza di benessere a cui aggrapparsi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Lorenzo, con questo ultimo tuo post mi trovi daccordissimo e alimenti quello che da un pò di tempo balena nella mia mente: Roma è ormai una città da abbandonare. Portarla sempre nel cuore nel ricordo di come era, ma sicuramente non il posto in cui vivere. Sarebbe bello vivere altrove e come ogni buon emigrante, tornare per le feste comandate e vivere la propria città natale da turista, per il tempo strettamente necessario al soggiorno per poi abbandonarla al suo declino.

Lorenzo Prosperi ha detto...

Anche io raggiungo simili vette di disprezzo polemico per la mia citta', ma molto spesso mi accorgo che sono reazioni dettate dalla disperazione e dall'impotenza di poter e voler fare qualcosa per cambiare la situazione.