Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

giovedì 27 marzo 2008

Bollettino finanziario di guerra

L'uragano mutui subprime continua a portarsi appresso nella sua furia su tutto il globo terrestre banche, hedge founds, piccoli investitori, enti locali americani, fondi sovrani arabi e cinesi, deficit di nazioni. Ad ogni passaggio di finanza creativa il cerino acceso viene passato in mani diverse dopo aver portato profitti a chi lo aveva prima tra le mani. Tante banche, negli ultimi anni, hanno fatto utili miliardari finanziando questa clientela di "terza classe". Per gli istituti, in apparenza, non c'erano infatti rischi. Innanzitutto perché il prezzo delle case saliva sempre. Inoltre perché gli istituti di credito, una volta concesso il mutuo, lo cartolarizzavano: in pratica lo impacchettavano insieme a migliaia di altri mutui dentro speciali obbligazioni (chiamate Abs). Insomma: le banche erogavano il mutuo, e poi lo vendevano attraverso le obbligazioni "salsiccia". Il vento, nel 2006-2007, è però cambiato: i tassi d'interesse sono saliti e i prezzi delle case si sono raffreddati. Alcuni mutuatari non sono più riusciti a pagare le rate allora le ABS sono state re-impacchettate in altre obbligazioni i Cdo e in derivati come i credit default swaps e sono stati anche cartolarizzati e venduti agli investitori di mezzo mondo. Ma tra gli acquirenti di mutui-bond (Abs e Cdo) c'erano anche particolari società-veicolo create dalle banche, ma tenute fuori dai bilanci: i Conduit e i Siv. Questi veicoli facevano un giochetto molto remunerativo: prendevano a prestito soldi sul mercato delle commercial paper (obbligazioni a brevissima scadenza) e poi compravano i bond a lunga scadenza legati ai mutui (Abs e Cdo). Il problema è che per sopravvivere questi veicoli dovevano rifinanziarsi ogni settimana, dato che le commercial paper ogni sette giorni vanno rimborsate. Qui è nato il problema: quando sono iniziate le turbolenze, nessuno voleva più comprare le commercial paper. E i tanto remunerativi Conduit si sono trovati da un giorno all'altro sull'orlo del fallimento. Morale: sono dovute intervenire le banche sponsor, iniettando miliardi nei loro veicoli. E la crisi si è allargata agli istituti di credito. Ovvia la conseguenza: il crollo delle Borse. Il mercato dell'illiquido va a puttane e il mercato finanziario si allontana dalla borsa o vende per conservare liquidita'. Inizia la corsa al recupero di liquidita', la caccia a i soldi.
Ecco quindi che le banche non fidandosi piu' di nessuno e sopratutto di loro stesse iniziano a far salire i tassi interbancari a cui e' legato per esempio l'euribor il tasso di riferimento per i mutui che schizza oltre il 4% smentendo le previsioni della stessa BCE che non ha piu' controllo sul credito ora e l'unica cosa che puo' fare e' innondare il mercato di liquidita' e finanziamenti a breve scadenza nelle sue aste. Intanto le banche pensano a ridimensionare i loro organici e ad annunciare preventivamente sul mercato un "netto" calo degli utili rispetto alle previsioni e alcune istituzioni si preparano per gestire eventuali procedure fallimentari aumentando l'organico specializzato. In questa crisi virulenta nel mercato finanziario si affianca almeno in USA una crisi dei consumi con una netta contrazione degli ordini di beni durevoli e una crisi dei fondi di investimento che iniziano a chiudere bottega aprendo formali proceduri di liquidazione come e' successo per il gruppo Peloton Partners che ha liquidato un hedge founds londinese. E in Europa siamo costretti a rimanere fermi mentre l'onda si avvicina. I prezzi sono alle stelle e l'inflazione fa da deterrente a un eventuale abbassamento dei tassi di interesse da parte della BCE. D'altra parte aumentare i salari non in relazione alla produttivita' ma prendendo come misura una qualsivoglia indicizzazione rischia solo di creare una rincorsa a spirale prezzi-salari che potrebbe portare l'inflazione a livelli astronomici e come conseguenza immediata si avrebbe l'aumento della disoccupazione. Ma la disoccupazione in aumento e' uno spettro che indipendentemente da eventuali azioni correttive si manifestera' a breve in tutta la sua forza. Infatti la crescita prevista e' ridicola e i colossi dell'est asiatico, Cina e India in testa, stanno dominando il mercato e dove non possono competere acquisiscono in blocco, come e' successo per la Tata che ha allargato la sua fetta di mercato nel settore automobilistico di lusso acquisendo la Jaguar e la Land Rover dalla Ford (che li aveva acquisiti in precedenza e ora e' stata costretta a rivenderli a un prezzo pari quasi alla meta' di quanto aveva speso per fare cassa e coprire i debiti dovuti al calo del mercato automobilistico conseguenza della crisi mutui-subprime). Chissa' se da questo acquisto andranno per strada un po' di lavoratori delle due case automobilistiche oppure gli verra' proposto qualche dislocamento. In Europa stiamo fermi e speriamo che passi in fretta ma le stime della produzione industriale non sono favorevoli, il clima generale si va degradando perche' c'e' la persistente incertezza sulla durata e sul costo finale della crisi finanziaria in atto, sull'indebolimento della crescita dell'economia americana e sull'aumento dei prezzi delle materie prime. E non dimentichiamo la corsa apparentemente inarrestabile dell'euro rispetto al dollaro, che erode competitività all'export Ue.
Riferimenti:
[1] http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/03/wall-street-uragano-miliardi.shtml?uuid=17f34f78-fbd0-11dc-997c-00000e251029&type=Libero

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