Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

sabato 8 marzo 2008

Populismo e Politica in Italia

Come sempre la storia ci insegna, ma noi dimentichiamo. In una meravigliosa saga di Stephen King un pistolero intraprende un viaggio per scoprire perche' il suo mondo "e' andato avanti" portandosi verso la sua autodistruzione. In Italia al contrario siamo rimasti immobili o per meglio dire percorriamo un cerchio per cui torniamo sempre al punto di partenza senza uscire mai per la tangente. La parola populismo nell'accezione piu' positiva e originaria del termine significa la tendenza a idealizzare il mondo popolare come detentore di valori positivi. Nel linguaggio politico invece c'e' la tendenza a definire "populisti" attori politici dal linguaggio poco ortodosso e aggressivo i quali demonizzano le elite ed esaltano "il popolo", e nella maggior parte dei casi la parola e' sinonimo di demagogia. Tutto questo inevitabilmente ha ragioni storiche. Chi fu la nostra piu' recente impersonificazione del populista se non Benito Mussolini al tempo della sua ascesa al potere e nella conservazione dello stesso? Ebbene la parola e' rimasta marchiata nel nostro DNA a fuoco a tal punto che religiosamente la rievochiamo, ed essa si materializza. Gia' ai tempi che precedono la marcia su Roma Benito Mussolini non era nessuno e altre personalita' piu' di spicco e di elevatura culturale dominavano la scena italiana, uno di questi fu indubbiamente Gabriele D'annunzio. Egli vide in Mussolini una persona troppo rozza, ignorante e demagogica per poter credere che sarebbe durato a lungo, eppure si sbagliava. Molto probabilmente la prima guerra mondiale, il sentimento nazionalista crescente avevano creato un ambiente culturale e sociale di non troppe elevate capacita'. Forse un rigurgito di orgoglio imperiale pervadeva gli animi a tal punto da abbandonarsi nelle mani di un esaltato edonista come Mussolini. Ebbene oggi ci ritroviamo a ripercorrere gli stessi passi. Siamo dominati dall'edonismo e dalla voglia di protagonismo (come anche il Papa ammonisce al suo clero) e siamo piu' vulnerabili alla demagogia e alle urla che ci incitano contro una non ben identificata "casta". Non ci accorgiamo di cascare nella stessa trappola di un tempo. E cosi' se qualcuno al di fuori della "casta" politica si permette di agire e fare vera politica lo accusano di invasione territoriale. Cosi' succede per Beppe Grillo che viene accusato di fare politica? Ebbene l'accusa e' pienamente giustificata, Beppe Grillo fa politica, perche' politica significa lavorare per gli altri. Non si capisce perche' quando la parola politica e' usata nei riguardi di chi la fa di professione e' una bella parola e invece usata contro chi non l'ha mai fatta diventa lo sterco del diavolo. Ci stanno sommergendo di demagogia e ci rendono ciechi e sordi ai richiami che vengono da altre direzioni, ma per Dio ci rimane ancora la parola! E allora e' tempo di gridare in faccia a questa gente che abbiamo una testa sulle spalle anche noi e che decideremo del nostro voto in coscienza, e che ci siamo stancati di dormire e di passare dalle mani di un potente all'altro. Anche io faccio politica, e non mi sento affatto sporco.

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