Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

lunedì 28 aprile 2008

Diario politico Italiano, pagina 7

28/04/2008

Italia:

Londra: A Londra notizie di oggi si sono verificate code ai benzinai per una chiusura di un oleodotto. Uno sciopero ha bloccato la produzione dell'oleodotto di Forties nel mare del nord che garantisce circa il 40% del fabbisogno britannico di petrolio e gas. E' stato panico tra gli automobilisti scozzesi. Intanto la ricchezza dei mille piu' ricchi della Gran Bretagna e' cresciuta del 15% e il governo laburista ha aumentato le tasse ai redditi piu' bassi.
C'e' bisogno di convogliare le ricchezze e le energie impigliate e ferme nelle mani di poche per creare sviluppo e ricerca ma sopratutto per lavorare su un piano strategico per la sostenibilita' futura della nostra nazione. Bisognerebbe aumentare le ricerche nel campo energetico per liberarci da questa dipendenza forzata dal petrolio e dalla tecnologia e dai rincari dei prezzi degli alimentari. La cosa assurda e’ che la nostra tecnologia non ha fatto altro che creare una dipendenza da quest’ultima piuttosto che liberarci dalle fatiche e facilitarci nella vita di tutti i giorni. La tecnologia moderna non e’ utile ma crea solo dipendenza perche’ disimpariamo a fare le cose e appena si blocca qualcosa rimaniamo fermi e impotenti.
C'e' qualcuno che dice che serve una crisi perche' si liberino le energie positivie e che la gente si rimbocchi le
maniche. La crisi c’e’, ora aspettiamo che la gente si svegli per sconvolgere lo status quo.
L’amministrazione sempre piu’ centralizzata e sovranazionale ha creato inefficienze e parassitismo che tocca le soglie dell’assistenzialismo. La gente e’ abituata a pensare che qualcuno in alto gli risolvera’ tutti i problemi e il lassismo e il parassitismo si fanno largo anche tra i mestieri creandone di nuovi e sempre piu’ inutili.
Non ci vuole un nuovo risorgimento per l’Italia ma una nuova Eta’ dei Lumi, una nuova era di illuminismo per l’Italia.
L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! – è dunque il motto dell'illuminismo. (
http://it.wikipedia.org/wiki/Illuminismo).
Siamo in un'epoca di oscurità e sopratutto di ignoranza e dobbiamo dirigere verso una nuova età, segnata dall’emancipazione dell'uomo e dai progressi della scienza sotto la guida dei "lumi" della ragione.
Gia’ si vedono i primi "moti" di indipendenza sociale e di ribellione in Italia del Nord con l'istituzione clandestina e illegale delle ronde di quartiere, e il fenomeno Grillo che raccoglie in un giorno 1 milione di firme per un referendum e che cresce a vista d’occhio. C'e' malcontento, e c’e’ la netta sensazione che stiamo piombando nel periodo piu’ cupo della nostra civilta’, in un medioevo senza speranza.
Il voto della Lega e' un voto di protesta, uno sfogo di una esigenza comune di cambiare le cose che nell'immaginario collettivo trova sbocco e realizzazione solo votando un partito che potra' realizzare queste esigenze. Quando si accorgeranno che questo non e' possibile e che le iniziative vanno condotte personalmente mettendosi in gioco allora le cose cambieranno.
Ci vuole piu' comunita', comunione degli intenti, uno sforzo comune. Forme di aggregazione finalizzati ad obiettivi comuni. E’ tempo di convogliare le energie delle persone nel perseguimento di un obiettivo strategico comune. Che le coscienze si sveglino e prendano in mano la situazione.
Ci possiamo salvare solo se la ricerca verra’ sovvenzionata, i nuovi ricchi dovrebbero interpretare il ruolo di mecenati per liberare le loro risorse economiche a vantaggio dello sviluppo e dell'innovazione per il futuro dell'umanita'. Ci vuole un risveglio di tutte le maggiori arti per ritornare allo splendore, una rivellione contro ogni autorita’ sia religiosa che politica per introdurre di notevoli cambiamenti culturali, caratterizzati dall’esaltazione di idee laiche e principi razionali e scientifici, nell'ottica di una progressiva e totale emancipazione dell'uomo dalle tenebre in cui e’ tenuto tenuto oppresso dalla religione, dalla politica centralizzata e sovranazionale e dalla disinformazione di regime.
La dittatura del sistema capitalistico glogale ha fallito generando solo parassitismo, assistenzalismo, sprechi e corruzione, tanto varrebbe piombare sotto una dittatura ufficiale.

Ministero dell'Economia: nella Relazione generale sulla situazione economica del paese 2007 si dice che i prezzi corrono piu' velocemente dei consumi. Il conto della spesa delle famiglie italiane ha superato nel 2007 quota 900 miliardi di euro con un aumento rispetto al 2006 del 3,6%. Tra le voci che hanno registrato maggiori rincari ci sono la casa, le bollette e le spese per gli alimentari. Questi aumenti hanno sensibilmente ridimensionato i consumi dall'1,5% del 2006 allo 0,1% del 2007.
Una strategia di Austerity collettiva forse farebbe cambiare le cose introducendo quel livello di crisi economica necessaria a far percepire lo stato di tenebra e fellimento in cui siamo arrivati.

Rifiuti in Campania : Conviene cominciare a contare. Da oggi al 5 luglio mancano 69 giorni. Soltanto 69 giorni per precipitare nel pieno dell'estate, del calore, di una nuova, tragica e teatrale "emergenza rifiuti" e quindi in una crisi urbana, in una catastrofe sociale che potrebbe non risparmiare, questa volta, patologie infettive degne di altri secoli. I napoletani fanno gli scongiuri, certo. Sono superstiziosi e la superstizione è la speranza del tutto irrazionale di un incantesimo benigno. Si illudono che gli dèi alla fine li leveranno dai guai con una magia. Nessuna magia. Tra 69 giorni, l'immondizia seppellirà di nuovo le strade dell'area metropolitana tra Napoli e Caserta, i duecento comuni del territorio già più inquinato d'Europa. I numeri non lasciano spazio alla fiducia in un miracolo. Il nuovo governo Berlusconi dovra’ affrontare ed eliminare un sistema di interessi che, dall'emergenza, ricava profitti, finanziamenti, occupazione, utili politici.
Due nuovi impianti a Savignano Irpino (apertura prevista, il 20 maggio) e a Sant'Arcangelo Trimonte (pronto il 5 luglio) dovrebbero consentire di tirare in lungo fino a quando non sarà allestito il "Grande Buco" che inghiottirà tutta l'immondizia della regione, la chiamano la "piattaforma plurifunzionale", dove scaricare e trattare due, tre milioni di tonnellate (ma c'è chi, sottovoce, sussurra di capacità fino a 13 milioni) di "rifiuti speciali solidi, liquidi, fangosi, pericolosi, non pericolosi". La "piattaforma" dovrebbe essere preparata in Alta Irpinia nel pianoro di Formicoso tra i borghi agricoli di Vallata, Bisaccia, Lacedonia, Andretta, Vallesaccarda, al centro di un territorio di 286 chilometri quadrati con una densità di 61 abitanti per chilometro. Anche chi non è un addetto ha compreso ormai qual è "la filiera" che consente alle città di non soffocare tra i rifiuti trasformando quel servizio pubblico in una redditizia - oltre che indispensabile - attività industriale. Riduzione del volume dei rifiuti e raccolta differenziata. Un sistema di impianti industriali in grado di offrire canali diversificati: dal riciclaggio al recupero energetico; dal downcycling (recupero in attività secondarie) al trattamento. La discarica, il "buco", è soltanto una soluzione residuale, buona per accogliere gli scarti stabilizzati e inerti, in modo da minimizzarne l'impatto e azzerare l'urgenza di aprirne di nuove. L'impresa non è impossibile. C'è molto denaro a disposizione. Ci sono le tecnologie adeguate. Il denaro, le leggi, le decisioni non bastano, allora. Occorre quel che si dice "capitale sociale". Le scelte in materia di rifiuti sono impegnative - spiega Antonio Massarutto, economista del gruppo lavoce.info - richiedono il consenso e la collaborazione attiva delle popolazioni e dei vari livelli di governo, tutte cose che si ottengono soltanto con un paziente e continuo lavoro, alimentando un circuito virtuoso di risultati positivi. È proprio il capitale sociale che, con tutta evidenza, è stato sciaguratamente dissipato in Campania. È poco realistico pensare che si possa prescindere da un forte radicamento nel territorio, ma anche dal ruolo della politica, unica possibile garante del "patto territoriale" che sta alla base delle legittimazione all'insediamento degli impianti. La gestione dei rifiuti è condannata a fallire se continua a operare in una logica emergenziale, tirando a campare fino al deflagrare della crisi".
(http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/rifiuti-7/rifiuti-7/rifiuti-7.html)

14 commenti:

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