Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

sabato 5 aprile 2008

Guappi di Cartone

Pubblico un estratto da un favoloso articolo trovato su Web a firma di Indro Montanelli del Corriere della Sera 20 Gennatio 2000 in cui vengono ribaditi alcuni concetti gia' annunciati nel 1983 nei confronti di Craxi di sconvolgente attualita':
"Craxi era di quelli che l'ostentano sino ad esporsi all'accusa di "culto della personalita": un culto che, a quanto pare, dentro il partito gli riuscì d'imporre, e molto forse gli giovò a tenerlo in pugno; ma che, trasferito sul piano nazionale, avrebbe potuto procurargli seri guai. Non perché a noi italiani certi atteggiamenti dispiacciano, anzi. Ma perché, in fatto di guappi, siamo diventati, dopo Mussolini, molto più esigenti: quelli di cartone li annusiamo subito.[omissis] ... Insomma, come ho detto, in fatto di guappi, dopo Mussolini, noi italiani avevamo imparato a distinguere quelli di cartone. [omissis]... Ma dobbiamo ammettere che la sua battaglia d'imputato Craxi la condusse proprio da guappo di cartone, e ne sbagliò tutta la sceneggiatura. Peccato. Era la prima volta che il partito socialista italiano aveva trovato un uomo, se non di Stato, almeno di governo, che lo aveva liberato dalla subalternanza al Pci, e condotto su posizioni democratiche, europeistiche e atlantiche. Lo avrà anche fatto con metodi alquanto spicciativi e disinvolti, più da padrino che da leader. Ma mi chiedo se avrebbe potuto usarne di diversi per avere ragione dei vecchi tromboni del massimalismo populista e piazzaiolo con le loro clientele incrostate da decenni."
Il titolo dell'articolo non a caso era "Lo statista latitante". Il guappo e' un boss, un capo, ma se e' di cartone e' solo un pavido sbruffone che non ha l'autorita' e la cerca con ogni mezzo, un dilettante una mezzacalzetta. Gli italiani sono sempre in cerca del loro guappo di riferimento, del pastore che li guidi e non a caso a Roma abbiamo il Papa che dal suo lato da il suo contributo alla incessante ricerca di un "riferimento" per le pecorelle smarrite. Il problema e' che le povere pecorelle incappano sempre nel cane pastore autoritario piuttosto che in quello autorevole, un semplice guappo di cartone invece di un vero leader. E quando le pecorelle iniziano a sentire puzza di bruciato ecco che i guappi si fanno in quattro per accreditarsi eredita' politiche eccellenti da sbandierare fieri ai quattro venti, come quando si e' litigati sul possesso del feticcio De Gasperi. Guappi insignificanti all'ombra di personalita' del passato ormai inarrivabili e dimenticate nel tempo. Forse come in una antica leggenda dal nulla verra' qualcuno a liberarci da questa meschina schiavitu' senza prospettive, verra' dal nulla proprio come nella piu' antica delle leggende a caricarsi sulle spalle la croce della nostra sorte sfortunata, la stessa croce sulla quale noi lo crocifiggeremo a causa della nostra corruzione. Badate bene su quella croce ci sono passati e ci passeranno anche i guappi di cartone che si sono spacciati per statisti ma che semplicemente si sono trovati a giocare con un gioco piu' grande di loro: piccoli uomini dalla smisurata ambizione. Sotto a chi tocca quindi, venga avanti il signor B. a prendere i frutti della sua stupidita' e pochezza.

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