Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

venerdì 4 aprile 2008

La guerra dei poveri

Ah benedetta mano invisibile! A questo punto sono tentato di pensare che il buon A. Smith non fosse altro che un erudito incosciente. L'interesse personale ed egoistico non porta automaticamente al vantaggio di tutti in un'economia di mercato ma porta semplicemente alla cosidetta guerra dei poveri e alla fine ne restera' uno solo. Ulteriore dimostrazione di come stiamo raschiando il barile nel vano tentativo di applicare l'economia e cioe' di decidere come distribuire le risorse, e' stato quello della gigantesca partita di vino italiano adulterato. In un mondo dove non esiste la concorrenza ma la sopravvivenza e quindi il cartello, in un mondo dove l'interesse personale vince sull'interesse della comunita' vale semplicemente il detto mors tua vita mea. L'eccessiva dipendenza dal sistema in tutte le sue articolazioni e specializzazioni ci ha resi sempre piu' ingranaggi passivi assuefatti e dipendenti dal meccanismo in tutto e per tutto. Chi sta alle manopole del meccanismo e decide come far girare gli ingranaggi fa questo a suo esclusivo vantaggio. Non mi stupisce piu' il fatto che non si sa piu' cosa mangiamo, come sono costruite le nostre case, cosa c'e' nell'acqua che beviamo, dove vanno a finire i nostri rifiuti, quale informazione ci viene fornita. Il sistema ci ha reso dei mammoni viziati che non hanno piu' un obiettivo nella vita e che sono inevitabilmente oggetto delle piu' impensabili vessazioni da chi su questo sistema ha costruito i suoi profitti. Credo che l'unico rimedio a questa situazione patologica del capitalismo sia la resurrezione della vera politica. L'economia non e' fatta solo di sterili variabili, fintanto che la politica si muvera' nel rispetto di queste variabili nulla potra' cambiare, quando la politica riprendera' il suo primato sopra ogni altra cosa allora qualcosa cambiera' ma si trovera' a combattere con una popolazione da rieducare come fossero bambini viziati: e i bambini viziati vanno sculacciati a dovere.
Aggiungo un interessante post su una conseguente articolazione del discorso che ho fatto, che appartiene a un commentatore del mio blog, che ringrazio:

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