Chi sono?

Nasco primogenito in quel di Roma nel 1969 in una via foriera di mirabilanti e inimmaginabili prosperi futuri: via Lorenzo il Magnifico. Ancora attendo l'avverarsi di questa profezia. Per sommo errore una volta giudicato maturo dall'istituzione scolastica scelgo di fare Ingegneria. Questa scelta cambiera' drasticamente il mio destino e le mie inclinazioni mortificando inconsapevolmente ogni mia aspirazione e interesse. Dopo aver pagato a suon di stempiatura e diradamento di capelli la mia scelta vengo fagocitato dalla triste e mediocre realta' del lavoro da cui ancora oggi provo a stento di liberarmi con tutte le mie forze, ma oramai la routine ha fiaccato ogni mia velleita'.

giovedì 27 settembre 2007

I primi passi verso la catena

Gia' lo dicono tutti i guru delle telecomunicazioni e oramai fa parte di qualunque visione strategica delle societa' delle telecomunicazioni: si avvicina un futuro in cui tutti saremo connessi a tutti. La comunicazione universale, il poter raggiungere e comunicare una persona in qualunque parte del mondo essa sia. Questa e' la base per il formarsi di una coscienza comune e universale. Dalla comunicazione nasce il confronto e si cresce insieme, arrivano le risposte alle nostre domande. I primi passi verso la catena, verso la rete e l'interazione tra tutti passa per la comunicazione. Sara' l'occasione per riusare la nostra testa e riaccendere quella fiamma vitale. Le reti di telecomunicazioni multimediali faciliteranno il contatto tra le persone. Non ci sara' bisogno di spostarsi per riunirsi tutti insieme intorno a una piazza a discutere, bastera' la rete e con essa potremo allargare le nostre riunioni a intere nazioni. In questo modo andremo ricostituendo quello che e' lo Stato, l'insieme di persone che si autogovernano e regolamentano. Dobbiamo svegliarci, conoscere le cose da vicino direttamente dalla fonte senza piu' nessun filtro e intermediazione e disinformazione. Non possiamo piu' essere distratti dalle varie fonti informative che ci propinano paccottiglia in modo da farci dimenticare i veri problemi e il vero significato di quello che ci accade intorno. Vogliamo sapere perche'. Usiamo la nostra testa e incominciamo a pensare a prendere coscienza della nostra esistenza e di dove stiamo andando. Non facciamoci piu' mettere le bende sugli occhi ma comunichiamo tra di noi ogni cosa. Prendiamoci l'informazione direttamente spargendo la voce, ognuno nel suo campo, ognuno nel suo ambito diffonda le informazioni. Liberiamoci di quella cultura parassitaria e servile, che non è mai uscita dai suoi circuiti accademici per scendere in mezzo al popolo a compiervi quell’opera missionaria, di cui le è sempre mancato non solo la vocazione, ma anche il linguaggio. Perche' la cultura e' nostra di diritto fa parte del nostro DNA storico e ci rende uomini completi.

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